The Outlast Trials, prove di sopravvivenza estrema, recensione

Da soli o con degli amici, se completeremo la "terapia" verremo liberati... Anche se non saremo più gli stessi

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A Montreal, in Canada, nasceva nel 2011 la software house indipendente conosciuta come Red Barrels, fondata da un gruppo di ex sviluppatori di Ubisoft ed Electronic Arts. Due anni dopo venne invece rilasciato il primo Outlast, che insieme al sequel pubblicato nel 2017 si è ritagliato un gran bel posto nel novero delle avventure horror di stampo survivalistico.

Due opere che sono riuscite a scatenare ansia e panico in tantissimi giocatori. E oggi, con The Outlast Trials, il team canadese propone una formula rivolta al multigiocatore, ma sempre con l’intento di terrorizzarci. Concepito come prequel del primo capitolo, avremo nuovamente a che fare con la Murkoff Corporation (conosciuta per la prima volta in Whistleblower, espansione del primo Outlast) e i suoi esperimenti poco etici.

Se siete pronti a “diventare persone migliori” degne di lasciare il manicomio in cui ci hanno rinchiuso, seguiteci in questa recensione della versione PS5 di The Outlast Trials. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

SCIOCCHI, FUGGITE!

A chi viene da Outlast: Whistleblower e Outlast 2 non suonerà sconosciuta la Murkoff Corporation e i terribili esperimenti che conduceva prima di essere scoperta e pubblicamente denunciata dal nostro coraggioso reportage. In The Outlast Trials tuttavia saremo proprio noi le cavie di questi disumani trattamenti che hanno portato alla creazione di tutte quelle mostruosità che abbiamo conosciuto nei capitoli precedenti.

Dopo essere stati reclutati (anzi, rapiti) dai bassifondi della città, veniamo imprigionati in un nauseante laboratorio in cui subiremo atroci esperimenti. I dottori presenti tenteranno di farci una sorta di lavaggio del cervello e cercheranno di renderci degli esseri umani migliori con delle particolari “terapie”.

Se saremo in grado di superare tutte le prove a cui ci sottoporranno potremo sperare nella tanta agognata fuga dal manicomio. Scopriremo man mano nuovi dettagli sul contesto raccogliendo diversi documenti nelle varie location che visiteremo, anche se sarebbe meglio dire che “inciamperemo”, su questi documenti.

Certo non avremo a che fare con una trama chissà quanto approfondita, ma metteremo le mani giusto su elementi aggiuntivi circa la Murkoff Corporation e le sue sordide operazioni clandestine. E’ il gameplay l’aspetto su ci gli sviluppatori hanno puntato per la maggior parte.

FUGGIRE SÌ, MA DOVE?

I test da superare in The Outlast Trials saranno svariati. Partiremo sempre dalla nostra stanza, o meglio, dalla nostra cella d’ospedale,che fungerà da HUB assieme agli ambienti vicini. Quest’angusto spazio potrà essere abbellito con l’acquisto e il posizionamento di suppellettili e decorazioni. Per farlo basterà guadagnare dei crediti, ottenibili dalle varie missioni. Chiaramente meglio ci comporteremo più alta sarà la ricompensa, sia in crediti che in punti esperienza.

Uscendo dalla stanza incontreremo alcuni NPC con cui interagire, assieme agli altri giocatori che si trovano online. Con questi potremo anche intavolare dei minigiochi come gli scacchi, o persino una sfida a braccio di ferro. Le prove da superare sono diverse e presentano una crescente curva di difficoltà. Oltre a tre grandi gruppi di sfide chiamati Programma Genesi, Programma X e Programma Ultra, avremo anche un programma speciale che cambierà settimanalmente.

Per portare a termine ogni programma dovremo essere in grado di superare una serie di test con richieste differenti. Ad esempio bisognerà uccidere una spia, trovare un oggetto, buttare nel tritacarne dei bambini o degli oggetti, e così via. Questi test si svolgeranno in un numero limitato di mappe, ma non pensate di poterle memorizzare facilmente.

Non solo i nemici spawneranno sempre da punti diversi, ma anche le mappe risulteranno diverse al netto del solo cambiamento di qualche porta o muro. In ogni caso questo ci obbligherà a dover esplorare con attenzione ogni volta anche i luoghi già visitati. E come da tradizione, anche in questo capitolo della serie non potremo affrontare direttamente i nemici, ma saremo costretti a fuggire e a nasconderci per evitare morti agonizzanti.

PIÙ SI È MEGLIO È

The Outlast Trials ha una spiccata anima cooperativa. Affrontare in solitaria i test è possibile, ma rimane fortemente sconsigliato. Avventurarsi da soli in queste prove, infatti, allungherà di molto il tempo di gioco e alzerà drasticamente l’asticella della difficoltà. In compagnia invece le prove risultano ben calibrate e sarà possibile affrontarle con la giusta dose di sfida e di divertimento.

Anche se coordinarsi vocalmente durante le prove sarà e sarebbe la soluzione migliore, non disperatevi qualora foste a secco di compagni con cui condividere l’esperienza. Sarà facile trovarne tramite il matchmaking, che ci fornirà altri “pazienti” con cui unire le forze per evadere dal manicomio. Anche se di norma il detto recita in tutt’altro modo, stavolta invece va bene affermare “meglio male accompagnati che soli”.

Altro elemento stimolante riguarda la progressione del personaggio. Finendo i vari test otterremo infatti punti esperienza e dei biglietti che ci permetteranno di migliorare il nostro personaggio. Questi biglietti serviranno all’acquisto di vari potenziamenti, come uno dei quattro artefatti presenti. Ognuno di questi è dotato di particolari effetti, perciò di volta in volta dovremo scegliere quale usare (dopo averlo potenziato) in base al nostro stile di gioco.

Di questi quattro oggetti, uno ci permetterà di stordire per alcuni secondi un nemico e facilitarci la fuga, un altro di accecare un avversario che ci sta rincorrendo. Gli altri due invece sono più tattici, e potremo usarne uno per curarci e l’altro per guardare attraverso i muri in cerca di nemici o degli obiettivi che stiamo perseguendo. Ma scegliete bene, perché per l’appunto saremo in grado di portarne solo uno per volta, nel corso di un test. 

GUARDARE E NON TOCCARE È UNA REGOLA DA IMPARARE

Tutte queste prove sono monitorate da vicino dai dottori della Murkoff Corporation, i quali non ci perderanno di vista neppure un momento e ci giudicheranno di continuo. Anche questo fattore aumenterà il disagio che si potrebbe provare. Inoltre facciamo presente che il team di sviluppo non ha lesinato in termini di scene truculente e perfino sessualmente esplicite. Perciò mai come in questo caso il PEGI 18 è ampiamente meritato.

Tutti gli smembramenti e le atrocità di The Outlast Trials potranno essere “gustate” con dovizia di particolari, grazie a un ottimo utilizzo dell’Unreal Engine 4. Red Barrels non si è risparmiata, e anche grazie a una sapiente messa a frutta del periodo di accesso anticipato su Steam (con annessi feedback degli utenti), è riuscita a confezionare un prodotto con ben poche sbavature. Giusta e finale considerazione anche al comparto audio, che non poteva esimersi dal comprendere musiche ansiogene ed effetti ambientali altamente dettagliati, come sbuffi e respiri ansimanti dei nemici per rendere il tutto più spaventoso.

DA AVERE SENZA RISERVE

A circa sette anni dal secondo capitolo della serie, con The Outlast Trials il team di Red Barrels è riuscito a confezionare un’ottima avventura survival horror di stampo cooperativo. Divertente e soprattutto angosciante al punto giusto, quest’esperienza ci intratterrà per diverse ore, soprattutto se condivisa con degli amici. I giocatori solitari invece si ritroveranno a dover affrontare prove più lunghe e difficili, per via di una mancanza di bilanciamento complessivo. Ciò detto, quella offerta dalla software house canadese rimane un’avventura che farà felici gli amanti dell’horror.

Pregi

Gameplay di buona fattura che onora la tradizione della serie e di una frangia dei survival horror, in cui la fuga dalle minacce rimane l'unica via percorribile. Ottimo comparto grafico e sonoro, che regala un'atmosfera davvero spaventosa. Componente cooperativa e in generale multigiocatore divertente...

Difetti

.... Manca però un bilanciamento nell'esperienza per singolo giocatore, che si ritroverà ingiustamente penalizzato. Un maggiore sviluppo della componente narrativa non avrebbe guastato.

Voto

8