Persona 3 Reload, la rinascita di una pietra miliare, recensione

18 anni dopo, il capitolo che ha ridefinito la serie Shin Megami Tensei: Persona torna più in forma che mai, affacciandosi alle nuove generazioni

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La release di Shin Megami Tensei: Persona 3 (2006) su PS2 segnò un punto di svolta per la serie (nata, ricordiamo, come spin-off di Megami Tensei, sempre a marchio Atlus). Non solo perchè fu in grado per la prima volta di cattura l’attenzione del pubblico occidentale, ma anche perchè introdusse quella componente simulativa “sociale” che ha poi caratterizzato anche i capitoli successivi, in aggiunta all’altra storica e impegnativa componente dungeon crawler.

Una pietra miliare del genere che oltretutto godette, negli anni successivi, sia di una versione ampliata e migliorata (Persona 3 FES ndr) che di un porting su PSP (Persona 3 Portable ndr) che non mancò di introdurre altre novità e cambiamenti. La principale forza della produzione era ed è la medesima, ovvero la capacità di combinare la splendida atmosfera gotica e l’ottimo combat system di Shin Megami Tensei con delle meccaniche simulative “giovanili” estremamente curate e accattivanti. Tuttavia il peso degli anni ha fatto sì che i fan chiedessero a gran voce un remake, ora finalmente giunto tra noi con Persona 3 Reload.

Un progetto volto a riproporre la magnifica storia, le avvincenti battaglie a turni e l’eccezionale cast del titolo originali in combinazione con le modernità (grafiche e ludiche) proprie dell’acclamato Persona 5 Royal. Non ci resta quindi che scoprire come Atlus se l’è cavata in questa recensione della versione Pc di Persona 3 Reload. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da SEGA, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

PASSANO GLI ANNI, MA NON LE ORE

Grazie all’ausilio dell’Unreal Engine 4, Persona 3 Reload si propone principalmente di ricreare l’esperienza concepita per la prima volta 18 anni fa con l’estetica pulita ed elegante propria di Persona 5. Infatti ci siamo ritrovati con un design dei personaggi piacevolmente aggiornato, oltre ad ambienti più luminosi e dettagli che mai.

La trama ci vedrà nuovamente nei panni di uno studente trasferito, che dovrà frequentare il secondo anno presso la Geggoukan High School. In ritardo per il trasloco nel nuovo dormitorio studentesco, ci ritroveremo nella cosiddetta Ora Oscura. Una fase misteriosa “nascosta” tra le 23:59 e la mezzanotte, dove il cielo assume una bizzarra colorazione verde, in lontananza compare una misteriosa torre e la maggior parte delle persone si trasforma in bare statiche, ignare di quanto accade.

I “superstiti” a questo processo rischiano invece di cadere preda dei mostri ombra, a meno che non abbiano il potenziale per evocare una Persona, ovvero una manifestazione psichica della propria personalità. Mentre nel quinto capitolo sono delle maschere e nel quarto dei tarocchi, in questo terzo sono le pistole a ricoprire il ruolo di dispositivi atti a manifestare una “Persona”, appunto.

Come avremo modo di scoprire, il nostro alter ego possiede effettivamente il potenziale necessario a evocare una Persona e quindi a combattere i mostri ombra, ed è per questo che scopriremo di essere stati trasferiti nel dormitorio. Quest’ultimo infatti si rivelerà essere la casa del S.E.E.S, una sorta di squadra speciale segreta composta da studenti in possesso del suddetto potenziale che combattono le Ombre mentre indagano sul fenomeno dell’Ora Oscura.

L’ATTO DI LUCIDARE UN DIAMANTE

In Persona 3 Reload lo spirito e in generale la magnificenza ludica e narrativa dell’originale risulta riproposta in maniera eccellente, oltre che valorizzata dal sopracitato aggiornamento del design dei personaggi e da un doppiaggio nuovo di zecca. Ciò che invece ci ha sorpreso (e non in positivo) è stata la scelta di non inserire anche qui le aggiunte implementate in FES e Portable, come per esempio la possibilità di giocare con un personaggio femminile.

Splendide invece le cutscenes aggiuntive e le funzioni social ampliate, che esaltano ancora di più la già eccezionale componente narrativa. Proprio come in passato, ci siamo ritrovati più e più volte a vagabondare per il campus allo scopo di non perdere alcuna interazione con gli NPC. Un proposito supportato da una delle funzioni del cellulare in-game, che non mancava mai di aggiornarci circa la disponibilità di nuovi sviluppi con i componenti della nostra cerchia sociale.

D’altra parte risultano altrettanto utili gli avvisi contestuali relativi all’arrivo di nuovi articoli nel magazzino, lavori part-time e in generale miglioramenti alla quality of life. Anche in questo remake comunque passeremo la maggior parte del tempo combattendo le Ombre all’interno di un’enorme torre-dungeon denominata Tartaro, che appare solo durante l’Ora Oscura.

Senza contare che potremo godere dello stesso, splendido sistema di combattimento del titolo originale (invecchiato benissimo), arricchito giusto da una nuova e spettacolare meccanica, definita “Theurgia”. Dopo aver riempito una barra soddisfacendo determinati parametri (come curare gli alleati o infliggere danni critici), i nostri personaggi potranno eseguire attacchi devastanti o potenti incantesimi curativi in grado di ribaltare le sorti di un combattimento, specie se usati al momento giusto.

UN REMAKE QUASI PERFETTO

Ad aver ricevuto meno cambiamenti/miglioramenti è stata proprio la torre-dungeon Tartaro, che come in passato non potrà sottrarsi dall’apparire presto ripetitiva tanto nel design quanto nella composizione dei piani. L’aggiunta di elementi distruttibili negli scenari in grado di offrire bottino extra (assieme a un maggior numero di forzieri e di nemici impegnativi) non basta infatti a mitigare la noia derivante dal dover limitarsi all’entrare in un piano per poi cercare l’uscita avanzando, tramite teletrasporto, a quello successivo.

Abbiamo però gradito i nuovi potenziamenti messi a disposizione da Fuuka (alcuni dei quali ci consentiranno di evitare i nemici), oltre a delle conversazioni più accattivanti e verosimili tra i personaggi nel corso dell’esplorazione. Nota a margine, la difficoltà complessiva che risulta lievemente diminuita rispetto al passato, pur continuando a costituire, specie a livello difficile, una sfida assolutamente di tutto rispetto.

Come accennato in precedenza, rispetto all’originale per PS2 questo Persona 3 Reload mostra un enorme passo avanti in termini di grafica, grazie all’egregio lavoro svolto da Atlus su texture, modelli e interfaccia. Stesso dicasi per i filmati animati, più curati e nitidi anche grazie a una risoluzione che può arrivare fino a 4K. A livello audio dobbiamo sottolineare la presenza di nuove e gradevoli tracce musicali, che arricchiscono la splendida colonna sonora originale che i fan di lungo corso ricorderanno.

Parlando invece del già citato lavoro effettuato sul doppiaggio, esso ha potuto contare oltretutto sul ritorno di diversi doppiatori del gioco originale, tuttavia impiegati in ruoli maggiormente adatti alla loro età (quasi 20 inverni in più sulle spalle non sono bruscolini). Per esempio Wendee Lee, che in passato aveva prestato la sua voce a Fuuka, e che ritroveremo nei panni dell’insegnante Mrs.Terauchi.

DA AVERE SENZA RISERVE

Persona 3 Reload è l’occasione perfetta per godersi (di nuovo o per la prima volta) uno dei migliori jrpg degli ultimi vent’anni, se non oltre. Un remake complessivamente brillante che esalta tanto la componente narrativa quanto quella ludica del titolo originale, ora intriso della modernità propria del più recente e acclamato Persona 5 Royal. Certo non tutto oro è quello che luccica.

Da una parte per via dela parte dungeon crawler, rimasta quasi inalterata rispetto al passato (con tutto quello che ne consegue, in termini di ripetitività). Dall’altra per l’inspiegabile scelta, da parte di Atlus, di non includere le aggiunte già presenti nelle due riedizioni conosciute del primo Shin Megami Tensei: Persona 3, ovvero FES e Portable. Ciò detto, per chi ha iniziato ad amare la serie grazie al quarto e al quinto capitolo, si tratta di un’opportunità super allettante volta al recupero di una perla inestimabile.

Pregi

Un'opera imperdibile, ieri come oggi. Il combat system è divertente e dinamico proprio come (quasi) 20 anni fa, e la nuova meccanica costituisce la proverbiale ciliegina sulla torta. Un ottimo remake tanto sul fronte grafico quanto su quello audio...

Difetti

... Anche se la componente dungeon crawler risulta piatta e ripetitiva esattamente come in passato, al netto di qualche piccola aggiunta. L'assenza di quanto introdotto in FES e Portable rimane inspiegabile.

Voto

8,5