Stronghold: Definitive Edition, recensione di un bel pezzo di storia

Se si parla di videogiochi e Medioevo, non si può evitare di passare da qui un'ultima (?) volta

-

Tra gli appassionati di strategici in tempo reale nati prima del 2000, c’è chi è cresciuto a pane e Age of Empires e chi mente. Una serie che ha fatto letteralmente la storia (videoludica e non), facendo della ricostruzione di fatti realmente avvenuti uno dei suoi punti di forza. Eppure, trattandosi comunque di un videogioco, c’erano (e probabilmente ci saranno sempre) dei compromessi con cui venire a patti, anche per necessità legate all’intrattenimento. Uno degli elementi maggiormente discutibili dei primi Age of Empires riguardava per esempio la dimensione delle mura e di buona parte degli edifici. Non esattamente realistiche, in rapporto a quella di abitanti e soldati. A ciò si aggiungeva l’impossibilità da parte delle truppe di presidiare le suddette mura. Infatti potevano solamente entrare (in numero limitato) all’interno delle torri, aumentando parzialmente il rateo delle frecce lanciate dalla struttura.

Due anni dopo la release del celebre Age of Empires II venne alla luce Stronghold (2001), per mano di una giovane e ambiziosa software house londinese, Firefly Studios, fondata l’anno prima da Eric Ouellette e Simon Bradbury. Combinando meccaniche RTS e gestionali in un modo ancora oggi unico nel suo genere, il gioco permetteva di vivere un’esperienza strategica di stampo medievale profondamente diversa dalla serie di Ensemble Studios. E sì, anche di far presidiare le mura all’interno di una produzione che permetteva ai giocatori di gestire un vero e proprio ecosistema feudale. In più di vent’anni sono stati rilasciati altri capitoli per quella che è diventata un’altra serie di riferimento del genere degli strategici. Capitoli aventi alle spalle community molto attive e appassionate, che hanno potuto godere anche di versioni HD, rimasterizzate e rilasciate nel corso degli anni: almeno per le iterazioni più datate.

Questa volta però il team di Firefly Studios si è voluto spingere oltre, realizzando quello che possiamo quasi definire un remake. Vediamo come sono andate le cose in questa recensione di Stronghold: Definitive Edition. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.

UN’OFFERTA PIÙ VASTA CHE MAI…

Con Stronghold: Definitive Edition faremo ancora una volta ritorno nell’Inghilterra medievale (attorno all’XI secolo circa) abitata, tra gli altri, dai quattro iconici nemici che sono un po’ il simbolo di questo primo capitolo della serie. Il Duca de Puce detto “il Ratto”, il Duca Beauregard detto “il Serpente”, il Duca de Truffe detto “il Maiale” e infinite il Duca Volpe, detto “il Lupo”.

La struttura è quella di sempre, ovvero uno strategico in tempo reale combinato con meccaniche gestionali dove potremo controllare ogni aspetto di un castello e dei relativi sudditi. Oggi come allora il principale punto di forza risiede nelle numerose possibilità in mano al giocatore per dar vita al feudo dei suoi sogni, tanto nell’estetica quanto soprattutto nelle funzionalità.

Con questa edizione definitiva il team di FireFly Studios porta in dote due principali elementi: un restyling grafico completo e una nuova, avvincente campagna. Quest’ultima, che si affiancherà a quelle (economica e bellica) presenti nel capitolo originale, si rivolge dichiaratamente ai veterani della serie. Attraverso delle incursioni nei territori del Ratto e del Serpente verremo messi alla prova in 14 ostiche missioni che ci richiederanno di dar fondo alla nostra conoscenza delle meccaniche di gioco.

Per chi dovesse approcciarsi al gioco per la prima volta consigliamo quindi di svolgere prima le altre campagne, che consentiranno di familiarizzare a dovere con tutti i capisaldi di un gameplay che, ancora oggi, risulta stratificato e appassionante come pochi altri in questa tipologia di produzioni. In termini di novità “contenutistiche” all’inedita campagna si aggiungono anche i 10 scenari della modalità Castle Trail, dove ci ritroveremo a difendere altrettante iconiche fortezze dagli assalti nemici.

… CON LO STILE (E IL GAMEPLAY) DI SEMPRE

Rispetto alla versione HD rilasciata nel 2012, Stronghold: Definitive Edition presenta per l’appunto una grafica totalmente rielaborata, con gli sprite 2D originali che sono stati sostituiti da nuovi modelli ottimamente renderizzati. Tutto è molto più luminoso e dettagliato, a partire dalle numerose animazioni che ci restituiranno concretamente la sensazione di un insediamento davvero ricco di vita e sempre in movimento.

Gli artigiani nella loro bottega intenti a realizzare archi e in generale armi da depositare poi nell’armeria, fornai che tolgono il pane dal forno dopo averlo cotto, taglialegna incessantemente all’opera per fornirci quella che rimane la regina di tutte le risorse (il legname ndr), ecc. La cosa più sorprendente rimane però la fedeltà allo stile originale, che è stata mantenuta nonostante il netto, oggettivo ammodernamento.

A essere rimasto pressoché intatto è invece il gameplay di base. Certo la dimensione delle mappe è stata aumentata, così come risulta raddoppiato il limite di unità (da 1.500 a 3.000). Senza contare il leggero miglioramento dell’interfaccia e l’introduzione di uno schema di comandi moderno (con la possibilità di gestire la telecamera con WASD: molto comodo), per quanto sia sempre possibile impostare quello classico. Ciò detto abbiamo riscontrato il persistere di alcuni piccoli problemi storici che ci sarebbe piaciuto veder risolti in questa edizione definitiva.

In primis il pathfinding delle unità, che anche adesso continua a creare problemi in più di qualche caso. Il fatto di non poter impostare delle formazioni per le unità militari (funzione oggi imprescindibile) non fa che accentuare tale problema, assieme a quello di un’IA che più di qualche volta ha dato vita a comportamenti singolari da parte di abitanti e soldati. In diversi casi li abbiamo beccati a farsi colpire senza neanche accennare a una reazione.

PREGI E ASPETTATIVE DELL’ERA MODERNA

Un’altra aggiunta assolutamente determinante e apprezzatissima in questa Stronghold: Definitive Edition riguarda il multigiocatore, ora integrato e gestito da Steam. Nei primi capitoli infatti organizzare partite con altri giocatori non era esattamente semplice, sia per gli svariati passaggi da eseguire che per la natura peer-to-peer della modalità. Tant’è che insieme al gioco di turno veniva installato GameRanger, a cui ci si doveva appoggiare con tutte le conseguenze del caso (a partire dai frequenti problemi di latenza).

Ora però potremo giocare fino a un massimo di otto persone con pochi, semplici click. E poi vi è anche l’integrazione allo Steam Workshop, che non fa mai male in ottica longevità.A livello tecnico non solo la grafica, ma anche la splendida colonna sonora ha potuto godere di un significativo e gradevole restyling. Il doppiaggio (anche in italiano) invece è rimasto fortunatamente quello originale. Lo stesso che più di vent’anni fa molti di noi hanno potuto conoscere e amare, a partire da espressioni iconiche quali “serve del legname”, “nessuna tassa è una buona tassa, sire” ecc.

L’assenza più incisiva e se vogliamo inspiegabile rimane però quella della modalità schermaglia, originariamente introdotta nella serie con Stronghold Crusader e la cui aggiunta avrebbe potuto fare la differenza. Oltre alle campagne e ai seppur numerosi scenari predefiniti, per quanto riguarda il singolo giocatore dovremo accontentarci della sola modalità di costruzione libera.

Senza avere la possibilità di affrontare, banalmente, un lord nemico controllato dall’IA all’interno di uno scenario personalizzato nella mappa e nelle condizioni. La nostra speranza è quindi quella di veder aggiunta tale modalità in futuro, in mezzo agli aggiornamenti gratuiti che FireFly Studios ha già promesso come supporto al gioco. Magari in attesa dell’edizione definitiva proprio di Stronghold Crusader.

DA AVERE SENZA RISERVE

Stronghold: Definitive Edition vale il prezzo dell’obiettivamente modesto (appena 15 euro) biglietto? La risposta è assolutamente sì. Costruita su fondamenta antiche ma ancora molto solide, quest’edizione definitiva dell’opera d’esordio di FireFly Studios onora alla grande lo spirito del franchise, con un restyling audio-visivo intelligente e molto ben elaborato. Anche le aggiunte sul fronte contenutistico sono da apprezzare, mentre ci è dispiaciuto non veder colmate alcune piccole lacune storiche. Inoltre l’assenza di una modalità schermaglia pesa come un macigno sulla rigiocabilità del titolo, al netto di un numero di contenuti ragguardevole che può inoltra contare sull’integrazione con lo Steam Workshop. Aspettiamo di partire “definitivamente” per le crociate: a buon intenditor poche parole.

Pregi

E' l'esperienze "strongholdiana" per eccellenza, migliorata e ammodernata negli aspetti principali. Grandioso restyling grafico e sonoro. Una nuova e avvincente campagna rivolta ai giocatori veterani. Finalmente si può giocare online come si deve. Prezzo concorrenziale.

Difetti

La mancanza di una modalità schermaglia è inaccettabile. Pathfinding dei soldati e IA delle unità in generale da rivedere, dopotutto sono gli stessi di 20 e passa anni fa.

Voto

8