Starfield, l’amor che move il sole e l’altre stelle, recensione

Dopo oltre vent'anni di attività a suon di Fallout e The Elder Scrolls, Bethesda ci offre un'esperienza ruolistica spaziale senza precedenti

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Uno dei giochi più attesi dell’anno, se non il più atteso. Starfield è una produzione che fin dal suo primo annuncio, avvenuto cinque anni fa, si è portata dietro un enorme carico di aspettative, nonchè di speranze. Non stiamo parlando semplicemente del nuovo ARPG ideato dalle menti dietro alle serie di Fallout e The Elder Scrolls, né della prima nuova IP di Bethesda Game Studios in oltre vent’anni di storia. Si tratta infatti del primo titolo first party dell’azienda statunitense sotto l’egida di Microsoft, in seguito alla celebre acquisizione ufficializzata un paio di anni fa.

La fiducia in Bethesda non è certo malriposta, dato che nel corso degli anni ha più volte rivoluzionato il genere dei giochi di ruolo a mondo aperto, fissando dei veri e propri standard con cui altre produzioni simili si sono dovute confrontare di volta in volta. Saranno riusciti a non deludere le aspettative degli appassionati, costantemente alimentate nel corso degli ultimi cinque anni? Scopriamolo in questa recensione della versione Pc di Starfield. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Bethesda Softworks, è disponibile anche su Xbox Series X/S. Buona lettura.

VERSO L’INFINITO E OLTRE

Partiamo da subito con uno dei punti di forza di Starfield: il contesto. Il gioco è ambientato nel futuro, secoli dopo che l’umanità si è lasciata la Terra alle spalle, diffondendosi in tutta la galassia. Questi “Sistemi Colonizzati” presentano un folto sottobosco fatto di storia, conflitti ecc. E nel corso dell’esperienza, in pieno stile ruolistico Bethesda, avremo modo di capire come l’umanità sia progredita nel corso dei secoli, superando prove e difficoltà d’ogni genere.

Rispetto a tante altre produzioni che si limitano all’essere “ambientate nello spazio”, qui ci troviamo dinanzi alla più profonda esperienza ruolistica tra le stelle finora concepita. Dove, come è lecito aspettarsi dagli autori di Fallout e The Elder Scrolls, le fazioni rappresentano l’anima nonchè il cuore pulsante del gioco. D’altra parte le missioni relative a esse mostrano un gran varietà di tematiche, approcci e narrazioni.

Potremo diventare sceriffi spaziali con i Freestar Rangers, difensori della galassia con l’UC Vanguard, spie sabotatrici con le Ryujin Industries o anche de cari vecchi pirati spaziali, con la Crimson Fleet. Tra storie da scoprire, luoghi da visitare e scelte accattivanti da compiere, ne vedremo davvero delle belle.

Questa grande varietà la potremo ritrovare anche all’interno degli stessi Sistemi Colonizzati, dove il design artistico farà breccia nei cuori di qualunque appassionato di fantascienza. La futuristica New Atlantis, la follemente cyberpunk Neon, la selvaggia Akila City… Anche in termini di insediamenti potremo trovare davvero di tutto, in una suggestiva rielaborazione dell’estetica “Nasapunk” su cui si fonda, nella fattispecie, l’opera di Bethesda Game Studios.

ESSERE CHI VUOI, DOVE VUOI, QUANDO VUOI

Come insegnano i precedenti titoli della software house, le fazioni e in generale la trama principale di Starfield costituiscono solo una parte dell’esperienza. In qualsiasi momento infatti saremo liberi di dedicarci all’esplorazione e alla scoperta della miriade di avventure, storie ecc che ci attenderanno fra le stelle. Al nostro fianco, d’altra parte, potremo avere dei compagni, “scritti” e recitati a un livello finora inedito, anche per Bethesda. Stiamo parlando in particolar modo di Constellation, il gruppo di esploratori spaziali a cui ci uniremo all’inizio dell’avventura.

Personaggi che avremo modo di conoscere nel dettaglio, scoprendo delle sottotrame specifiche opportunatamente dedicate…. Oppure no. In fin dei conti nulla ci impedirà di lasciar perdere tutto ciò di “intellettualmente impegnato” per dedicarci al sano e spensierato divertimento. Avventure d’ogni genere con bottini da trovare, porte da scassinare, persone da borseggiare, astronavi da abbattere e molto altro ancora.

Oltre alle numerose località (con annesse missioni, elementi ecc) realizzate “artigianalmente”, Starfield presenta infatti centinaia e centinaia di pianeti e lune generati proceduralmente all’interno dei Sistemi Colonizzati. Sarà possibile esplorarli, andare alla ricerca di flora e fauna da scansionare, costruirci degli avamposti… Tante attività secondarie che arricchiscono in maniera smisurata il quantitativo di contenuti disponibili.

Non sarebbe una vera esperienza ruolistica (tantomeno targata Bethesda) senza un editor di creazione del personaggio ricco di opzioni. Oltre all’aspetto fisico, in Starfield potremo selezionare il background (e i tratti unici da esso derivanti) del nostro alter ego, che man mano potremo plasmare nella maniera che più desidereremo. E non è un modo di dire: le restrizioni su ciò che vorremo diventare saranno davvero limitate.

LE TRADIZIONI SONO DURE A MORIRE

Certo non mancheranno, ovviamente, dei momenti in cui saremo costretti a combattere: con buona pace dei giocatori intenzionati a puntare, magari, sul carisma e in generale sulla diplomazia. Ma se non altro il team di sviluppo è stato intelligente nel “distanziare” a sufficienza questi momenti, dandoci effettivamente l’impressione che sì, nella maggior parte delle situazioni potremmo cavarcela anche senza sparare un colpo.

Il che, visto e considerato che il combattimento è forse la parte meno divertente della produzione, risulta doppiamente lungimirante. Non stiamo certo dicendo che sia male. Il gunplay infatti è solido, e gode comunque di una cura e di una “consistenza” che è mancata anche in Fallout 4. E per giunta potremo contare su una gran varietà di armi e strumenti con cui personalizzare il nostro stile di gioco, in battaglia.

A guastare la festa, nella fattispecie, sarà però l’IA di nemici e compagni, talvolta persino suicida. Un problema assai comune oggigiorno, anche nelle produzioni più blasonate. Anche il sistema di progressione legato alle abilità si rifà in tutto e per tutto alla “tradizione” made in Bethesda. I punti abilità che otterremo salendo di livello potranno essere spesi in cinque alberi distinti, relativi ad abilità sociali, belliche, di pilotaggio e così via.

Dopo aver sbloccato un’abilità, essa potrà essere aggiornata altre quattro volte. Per farlo però dovremo aver raggiunto una certa soglia di progressione intrinseca tramite azioni legate specificamente a tale capacità. Suona familiare? In ogni caso, la gran varietà di abilità disponibili ci permetterà di soddisfare qualunque esigenza ruolistica dovessimo avere.

STAR WARS O STAR TREK? DI TUTTO E DI PIÙ

Un’altra componente base di Starfield è naturalmente quella relativa al volo spaziale e a tutto ciò che lo riguarda, ivi compresi gli scontri con altre astronavi e i viaggi tra pianeti. I controlli sono tanto semplici quanto reattivi, e permetteranno di immergersi rapidamente nella frenesia delle battaglie interstellari. Anche il sistema di gestione dell’energia della nave è piuttosto intuitivo.

Il nostro mezzo potrà contare su una quantità limitata di energia, della quale dovremo stabilire la distribuzione nei sistemi della nave in base alle nostre esigenze del momento. Siamo impegnati in un combattimento tosto? Dirottiamo maggiore energia ad armi e scudi. E in caso di fuga? Pompiamo più energia nei motori. Una gestione semplice ma non per questo superficiale, per quella che sarà a tutti gli effetti la nostra seconda casa.

Oltre a quello del personaggio, sono due i grandi “editor” dell’opera di Bethesda Game Studios. Stiamo parlando di quelli relativi alla costruzione degli avamposti e, soprattutto, delle navi spaziali in sé. Su Youtube già impazzano tantissimi video che testimoniano i frutti dell’inventiva dei giocatori ma, soprattutto, le grandi possibilità offerte proprio dall’editor in questione. L’USS Enterprise? Il Millenium Falcon? Tutto sarà possibile una volta abituati ai comandi e ai set di strumenti disponibili in quel dell’editor. Il limite sarà dato solamente dalla nostra fantasia.

In fin dei conti non si tratterà “solamente” di estetica, visto che potremo decidere anche quali componenti (motori, scudi, armi ecc) montare sulla nave, così da influenzarne in maniera preminente le prestazioni. Senza dimenticare il fatto di poter passeggiare liberamente nella nave, in modo da poter riscontrare l’alterazione degli stessi interni, che dovremo condividere col nostro equipaggio. Si tratta insomma di una feature sorprendentemente profonda e incredibilmente appagante, che potrà essere ulteriormente accentuata dalle possibilità offerte dall’albero di abilità legate proprio al pilotaggio e allo sviluppo della nave.

TRA PRESENTE E FUTURO

Quando si parla di Bethesda Game Studios, è immediata sia l’associazione ad alcune tra le migliori esperienze ruolistiche mai concepite che a un considerevole numero di bug e imperfezioni. Diciamo subito che con Starfield, sotto questo aspetto, la situazione si è rivelata assai più rosea del previsto. Possiamo persino azzardarci nel dire che si tratta, nella storia della software house, del lancio più stabile e meno imperfetto avvenuto finora. 

Tutto ciò non esclude, tuttavia, la necessità da parte del team di sviluppo di intervenire su alcuni aspetti, nel prossimo futuro. In primis sugli sparuti fenomeni di pop-up delle texture e sui cali di framerate, soprattutto durante gli atterraggi nei pianeti. A sorpresa invece abbiamo trovato piuttosto brevi i caricamenti (qualche secondo, anche se l’SSD avrà certamente aiutato in tal senso), con i quali dovremo fare i conti abbastanza spesso. Dopotutto non si tratta di un “mondo” aperto senza soluzione di continuità, ma di tante micro e macroaree.

Al netto dell’utilizzo del nuovo Creation Engine 2 (che ha garantito sensibili miglioramenti rispetto ai modelli visti in Fallout 4), i volti degli NPC non si sono rivelati il massimo in termini di dettaglio, e anche le animazioni le abbiamo trovate, a volte, un po’ “legnose”. Molto bella invece la colonna sonora, dietro alla quale troviamo l’egregio lavoro svolto da Inon Zur.

Noto musicista e compositore israelo-statunitense noto per aver lavorato, tra gli altri, a Fallout 3, Fallout: New Vegas e Fallout 4. Non c’è dubbio infatti che i suoi brani siano riusciti a plasmare meravigliosamente l’atmosfera fantascientifica di Starfield, fatta di momenti epici ma anche di riflessione, introspezione. Magari in un momento di relax, assorti ad ammirare il paesaggio di qualche pianeta lontano…

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

Le premesse/promesse sono state in larghissima misura mantenute. Starfield ha fissato de facto un nuovo standard in termini di esperienza ruolistica di stampo fantascientifico, grazie a un universo (mondo è e sarebbe un pelo riduttivo) che giusto le menti dietro a Fallout e The Elder Scrolls avrebbero potuto concepire. “Sii chi vuoi essere” è sempre stato il mantra delle opere di Bethesda Game Studios, e anche qui lo si onora in maniera quasi impeccabile. Per giunta poggiando sulla struttura meno buggata e imperfetta che si sia mai vista in una produzione della celebre software house statunitense, almeno al day one.

I compromessi tecnici legati all’esplorazione (con buona pace di chi si aspettava un No Man’s Sky sotto steroidi) vengono ampiamente giustificati dall’offerta contenutistica, che garantisce centinaia di ore ricolme di avventure e personalizzazione di personaggi, avamposti e navi spaziali. E’ tempo di entrare a far parte di Constellation e vivere la propria storia da esploratore delle stelle. In viaggio!

Pregi

Un universo affascinante ricco di storie e sottotrame tutte da scoprire. Personaggi tanto ben scritti quanto ben interpretati. Meccaniche ruolistiche vaste e profonde, per un'esperienza sempre diversa. Direzione artistica sublime, che dà vita a una galassia davvero variegata, persino tra le località generate proceduralmente. Combat system sorprendentemente solido e divertente, sia spaziale che "terrestre". La produzione di Bethesda meno buggata di sempre.

Difetti

L'IA di nemici e compagni non brilla, e a volte assume toni tragicomici. La cura e la varietà tra gli NPC "di contorno" lasciano parecchio a desiderare. Qualche problema tecnico, di entità moderata.

Voto

9