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Six Days in Fallujah, anteprima di un FPS dai fatti realmente accaduti

La storia vera della seconda battaglia di Fallujah, raccontata da chi l'ha vissuta in prima persona

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Non ci capitava da tempo di provare uno sparatutto che non fosse semplicemente una rappresentazione fittizia di qualche guerra imprecisata. Talvolta ci si trova dinanzi a titoli sì ispirati alla realtà, ma che vengono poi resi cinematograficamente poco realistici. Six Days in Fallujah dunque appare molto distante da un qualsivoglia Call of Duty. In termini di intensità potremmo accostarlo più a un Medal of Honor, ma presenta un gameplay iper-realistico sulla scia di produzioni come Arma e Ready or Not. In questo caso però vivremo in prima persona degli eventi realmente accaduti, cosa che conferirà all’esperienza tutto un altro peso…

Da Seattle (WA), un piccolo team indipendente formato da sviluppatori veterani chiamato Highwire Games ha raccolto le testimonianze di centinaia di individui, realizzando un FPS tattico di squadra dal realismo spaventoso. Andiamo a vedere Six Days in Fallujah un po’ più da vicino in questa nostra anteprima. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Victura, è attualmente disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. Il team di sviluppo ha inoltre annunciato di essere al lavoro anche sulle versione per PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

LA GUERRA SI VINCE, MA IN REALTÀ TUTTI PERDONO…

Six Days in Fallujah ebbe uno sviluppo inizialmente travagliato. L’idea di realizzare un videogioco sulle vicende di quei sei giorni di fuoco a Fallujah venne proprio da uno dei marines che partecipò alla battaglia. Tuttavia, per quanto l’idea di raccontare una storia attraverso un FPS simulativo fosse interessante, il gioco venne ritenuto “inadeguato”, considerando quanto tali vicende fossero ancora recenti. Nel 2009 infatti il lancio venne sospeso per le polemiche sollevate e il suo studio di sviluppo originale, Atomic Games, andò in bancarotta.

Six Days in Fallujah rimase sospeso fino al 2016, per poi sparire dai radar almeno fino al 2021. Quell’anno infatti fu annunciata la ripresa dei lavori da parte di un gruppo di ex sviluppatori di Halo e Destiny, Highwire Games per l’appunto, che riportarono sotto i riflettori il progetto. In questa prima fase di accesso anticipato abbiamo quindi potuto testare la prima (e per ora unica) modalità disponibile: “Missioni Gruppo Speciale”. Dove sarà anche possibile (anzi, viene incentivata dal gioco stesso) la partecipazione di altri tre compagni muniti di microfono. Pronti? Andiamo…

Testimonianze e filmati di repertorio…

Non ci dilungheremo troppo nei dettagli (cosa che faremo certamente in una futura recensione), ma sappiate che Six Days in Fallujah prevede ricche testimonianze audio-video circa gli eventi trattati. Ci troveremo in Iraq, nel 2004, al termine delle rivolte contro Saddam Hussein. Dove un nuovo individuo, Abu Musab al-Zarqawi, iniziò a catturare l’attenzione. Egli era un determinato terrorista, che aveva come obiettivo la ricostruzione di un nuovo potente e sanguinario califfato, con migliaia di seguaci al seguito. Un gruppo oggi conosciuto come ISIS…

In preda al terrore, l’Iraq subì atroci logoramente dal gruppo messo insieme da al-Zarqawi, che faceva uccidere chiunque non sposasse la sua causa o non lo finanziasse economicamente. La città di Fallujah, in particolare, diventerò il forte in cui si barricò assieme alla sua piccola ma brutale forza militare irachena. Il governo iracheno fece dunque evacuare tutti i civili rimasti del paese. Ed è qui che verremo schierati, con una sola missione da completare insieme alle forze di resistenza locali. Riconquistare la città di Fallujah.

REALISMO SENZA MEZZI TERMINI

Pochi colpi e saremo morti…

Six Days in Fallujah merita notevoli lodi per essere riuscito nel suo intento di ricreare un’esperienza simulativa come poche altre. Nella modalità attualmente disponibile verremo schierati in una delle missioni casuali scelte dal gioco. Difendere i convogli da attacchi kamikaze, irrompere in edifici e conquistarli o salvare forze alleate. Casa per casa, dovremo difenderci dalle aggressive IA del gioco.

Queste ci spareranno in anticipo se vedranno la luce delle nostre torce e si riposizioneranno spesso, creando una palpabile ansia. Morire comporterà il fallimento della missione e quindi il riavvio, perciò saremo costantemente spinti ad adottare un approccio più tattico possibile. Saremo un granello di sabbia in una città invasa da militanti pronti a spararci da ogni fessura.

Simulazione pura insomma, con un ottimo gunplay al limite della vita reale, con incredibili dettagli. Ogni nostra azione sarà visibile e “manuale”, dall’uso del microfono premendo sulla radio all’accensione della torcia, fino al conteggio dei proiettili nel caricatore, che scenderanno man mano con l’utilizzo. Un’immersione totale, accentuata oltretutto da un HUD praticamente inesistente. Anche graficamente, seppur con qualche leggero sfarfallio bianco in alcuni angoli di texture, la produzione appare già di altissimo livello, molto nitida e con dettagli particellari realistici.

Purtroppo non abbiamo potuto provare l’esperienza con altri giocatori in quanto non ne abbiamo trovati, ma rimaniamo estremamente curiosi riguardo il progetto e i suoi futuri sviluppi. Six Days in Fallujah ha tutte le carte in regola per settare un nuovo standard di realismo in materia di FPS, anche grazie al supporto dei suoi emozionanti contenuti storici. Tecnicamente già pronto, nessun problema particolare riscontrato. Ottimo lavoro.

Dettagli incredibili

PRATICAMENTE GIÀ PRONTO

Pur potendo mettere in campo (almeno per il momento) una sola modalità, Six Days in Fallujah ci ha già saputo mostrare i muscoli grazie a un’attenzione per i dettagli e a un realismo come poche altre volte abbiamo potuto riscontrare in un videogioco. Il contesto storico nel quale la produzione è ambientata, inoltre, non può che accentuare la già palpabile ansia che traspira da un gameplay simulativo di qualità. Che non manca, oltretutto, di sensibilizzare sulle tematiche trattate.

Anche la possibilità di cooperare con altri tre giocatori non è una componente da sottovalutare. Siamo certi che si tratta di qualcosa che renderà felici tutti gli appassionati di sparatutto tattici in prima persona. Non possiamo quindi che sollecitare il proseguimento dello sviluppo di quest’affascinante produzione, che ancora può e deve giocarsi diverse carte. Già adesso, tuttavia, il lavoro svolto da Highwire Games è da applausi. Resteremo connessi per la release della versione 1.0.

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