Tactics Ogre: Reborn, recensione Pc

Torniamo a calcare i terreni di uno dei più importanti TRPG (Tactical Role Playing Game) di sempre

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La genesi di Tactics Ogre: Reborn inizia il 6 ottobre 1995 con l’uscita del primo Tactics Ogre per Super Nintendo. Un prodotto di nicchia ma che a suo modo rivoluziona il genere dei giochi di ruolo, miscelandone la formula con forti elementi tattici. Dietro al successo di tale produzione c’era una piccola software house di nome Quest, i cui membri sono ancora oggi famosi in tutto il mondo. Il team era diretto dall’allora giovanissimo Yasumi Matsuno, con Hiroshi Minagawa come art director e Akihiko Yoshida in veste di characters designer. Chiudevano il quadro Hitoshi Sakimoto e Masaharu Iwata, a cui era affidato il comparto sonoro.

Tutte personalità iconiche alle quali dobbiamo anche Final Fantasy Tactics, figlio putativo di Tactics Ogre e Final Fantasy XII. Ancora oggi considerato un po’ come una sorta di figlio incompreso. L’arrivo di Playstation in occidente permise al primo Tactics Ogre di sbarcare negli USA (1998) e poi in Europa (2011), grazie al fu porting per PSP. Quest’ultima versione in particolare fu oggetto di numerosi miglioramenti, e non a caso costituisce la base per l’odierno Tactics Ogre: Reborn. Definire gli ultimi due anni come protagonisti di riproposizione di vecchie glorie non è certo sbagliato, e il genere dei giochi di ruolo giapponesi o jrpg non è stato da meno.

Per esempio le Pixel Remastered dei primi sei capitoli di Final Fantasy hanno goduto di un buon trattamento, specialmente Final Fantasy VI. E con questa nuova riedizione di Tactics Ogre è possibile che Square Enix stia tastando il terreno, valutando possibili “resurrezioni” di altre IP. Perchè no, magari anche quella dello stesso Final Fantasy Tactics, attesa da ben più di un appassionato. Ora però andiamo a scoprire Tactics Ogre: Reborn in questa recensione della versione Pc. Ricordiamo che il gioco, sviluppato e pubblicato da Square Enix, è disponibile anche su PS4, PS5 e Switch. Buona lettura.

UNA STORIA D’ALTRI TEMPI

Yasumi Matsuno è un director poliedrico, che ha sempre cercato di portate alla luce storie dall’alto valore narrativo, con colpi di scena ed elementi spiccatamente politici. Da Ogre Battle: March of the Black Queen a Tactics Ogre: Let Us Cling Together, passando per Final Fantasy Tactics e Vagrant Story. Fino ad arrivare con Final Fantasy XII, che per chi vi sta scrivendo ora ha sempre un sapore e valore particolare.

In Tactics Ogre: Reborn le vicende hanno come protagonisti i fratelli Denam Pavel e sua sorella Catiua, supportati dall’amico d’infanzia Vyce Bozeck. Il trio subirà perdite familiari e l’oppressione, seguita dalla guerra tra l’impero Bakram e quello Galgastani. Successivamente a un tentativo d’imboscata fallito entreranno in contatto con il gruppo dei Cavalieri Oscuri, guidati dall’esule Lanselot.

La storia ha un incipit tutt’altro che scontato, e le vicende si intrecceranno fino a formare intrighi dove ciascun personaggio coinvolto avrà un suo passato, obiettivi, speranze ed evoluzioni in base alle scelte del giocatore. Tutti i personaggi (indipendentente dall’essere protagonisti o co-protagonisti) risultano approfonditi e davvero ben caratterizzati.

Fin dai minuti iniziali il giocatore dovrà effettuare le prime scelte. Oltre alla data di nascita verranno presentate una serie di domande, coadiuvate da carte simili ai tarocchi. Il risultato determinerà le statistiche di base del personaggio che andremo a impersonare. Queste decisioni saranno le prime di una discreta serie di altre, e causeranno importanti sviluppi narrativi che andranno dalla fine del primo capitolo fino all’epitaffio del quarto.

UN EROE E LA SUA COMPAGNIA

In Tactics Ogre: Reborn l’epopea di Denam e dei suoi compagni inizierà tra stenti e difficoltà, con la situazione che precipiterà ulteriormente. Il nostro giovane condottiero tuttavia non combatterà da solo, ma potrà contare sull’aiuto di una pletora d’alleati combattendo nemici di tutto rispetto. La compagnia gestita dal giocatore potrà contare fino a centro membri, di cui solo alcuni caratterizzati a tutto tondo. Tutti gli altri invece verranno reclutati durante o dopo le battaglie.

A livello estetico ci troviamo dinanzi a un tattico con visuale isometrica e scenari distinti da griglie per spostamenti e attacchi. La porzione di gioco iniziale sarà probabilmente lo scoglio più duro da superare, almeno per i neofiti del genere. Ogni personaggio sarà dotato di classe, punti esperienza, equipaggiamento, abilità, mosse finali, inventario, punti ferita e punti mana per magie e abilità. Una gran bella mole di dati, ai quali si uniranno statistiche base quali forza e destrezza.

Tactics Ogre: Reborn è certamente un titolo adatto a utenti smaliziati, per quanto Square Enix abbia indubbiamente “addolcito” la formula rispetto all’originale per Super Nintendo. La longevità si attesta su livelli decisamente molto alti, e per venire incontro a una giocabilità più fluida gli sviluppatori hanno apportato alcune modifiche. Via i punti atti a sbloccare abilità e classi, in favore di un sistema a livelli più user friendly ma, in un certo senso, meno profondo.

Come per Final Fantasy Tactics, durante gli scontri un personaggio caduto rimarrà sul campo tre turni. Se entro quel lasso di tempo non sarà riportato in vita, lo perderemo per sempre. Questa scelta ci ha convinto perchè oltre a rendere la sfida più interessante aumenta il valore degli npc della compagnia. Durante il nostro provato abbiamo perso un’ora pur di riavere la nostra chierica e Gerbold, il nostro alabardiere classe Rune Fencer.

SISTEMA A LIVELLI, ADDIO ESPLORAZIONE

Tactics Ogre: Reborn è stato oggetto di una ricalibratura evidente, e non solo in termini di classi e personaggi. La struttura di gioco perde totalmente gli incontri casuali, a favore di scontri di allenamento da portare avanti per far acquisire esperienza alle unità. Tutto il comparto verte sulla meccanica che vede nel livello della compagnia il “level cap” di ciascun personaggio.

Questo però genera un problema di non poco conto, visto che spesso ci ritroveremo con unità al massimo delle loro capacità intente a combattere con nemici di pari grado. Ogni battaglia sarà certamente più strategica, ma bisognerà essere intelligenti e lavorare molto sulle schermaglie d’allenamento a ogni aumento del suddetto level cap. Di fatto a risentirne sarà la progressione, che risulterà tendenzialmente noiosa e priva di spunti.

Situazione che peggiora ulteriormente nel momento in cui il gioco ci permette di affidare a un’IA piuttosto scaltra uno o più personaggi. Ne consegue che il titolo sarà costituito da una sequenza di battaglie d’allenamento, arrivo al level cap, spostamenti verso lo scenario narrativo successivo e di nuovo altre battaglia d’allenamento. In passato almeno gli scontri casuali garantivano un minimo senso di esplorazione, ora totalmente rimosso dall’introduzione delle nuove meccaniche.

A nostro avviso è davvero un peccato, visto e considerato quanto il gioco risulti comunque impegnativo e appagante. Bastava far sì che i livelli dei nemici si adeguassero automaticamente a quello della compagnia, mantenendo esplorazione e scontri casuali. Da questo punto di vista la serie Disgaea di Nippon Ichi Software insegna, molto.

MENO DI NICCHIA, PIÙ CASUALITÀ

Hiroaki Kato, uno dei producer di Tactics Ogre: Reborn, ha spiegato in un’intervista che la scelta di passare dal livellamento di classe a quello di singole unità con level cap è stata compiuta in base al feedback dell’utenza, e con lo scopo di mantenere un alto grado di sfida. A nostro avviso però il prezzo di tale decisione è stato alto, in tutti i sensi.

Il problema delle battaglie inoltre viene aggravato da un’ulteriore meccaniche che anzichè migliorato quanto di buono presente nel gioco, aggiunge un effetto casuale di non poco conto. Sulle caselle del terreno di battaglia infatti faranno capolino carte con bonus di svariato tipo e in posizioni totalmente casuali. Dal potenziamento fisico all’attacco al ripristino dei punti mana, queste carte potranno sovvertire l’esito di uno scontro.

Sia a favore del giocatore che del nemico. Il problema è proprio in quest’ultimo caso, cioè quando alla fazione avversa capiteranno le suddette carte in posizioni vicine alle proprie unità. Questa meccanica va di fatto a rompere un equilibrio storico che in passato ha sempre retto piuttosto bene. A complicare ulteriormente le cose si aggiunge poi la rivisitazione del sistema di abilità, che non potremo “trasportare” al cambiamento di classe.

Ne consegue che faremo prima a mantenere quella base di ogni personaggio principale, salvo reclutarne di apposite per usarle nel momento del bisogno. Ovviamente solo dopo averne alzato il livello al massimo consentito dal level cap della nostra compagnia, come abbiamo analizzato nel precedente paragrafo.

UN PORTING DALLA CORDA D’ORO

Veniamo infine al comparto tecnico, elemento piuttosto altalenante, di Tactics Ogre: Reborn. In prima battuta la grafica risulta alquanto deludente, senza nemmeno scomodare ipotesi quali ad esempio l’uso del H2-2D. Prendendo a piene mani dal porting per PSP, si è optato per l’adozione di un filtro simil HQ4X, cercando di limare e rendere fluidi gli sprite di npc e scenari. Il risultato è che le texture appaiono poco definite e slavate. E non finisce qui, poichè nel mezzo delle battaglie faremo fatica a distinguere le nostre unità da quelle nemiche.

Square Enix non è certo alle prime armi in termini di riedizioni, dove in diversi casi ha adottato approcci conservativi e coerenti. Qui invece si è deciso per una via di mezzo, che però scade pericolosamente tanto da avvicinarsi alla controparte per Super Nintendo. Nulla di male se non fosse per la qualità generale. Non soddisfatti da quanto abbiamo riscontrato, abbiamo deciso di fare un contro proprio con la versione Super Nintendo, equipaggiata con un filtro ad alta risoluzione via emulatore.

A sinistra Tactics Ogre (versione Super Nintendo) su emulatore con il filtro ad alta risoluzione. A destra, Tactics Ogre: Reborn…

Il risultato è che la versione emulata si avvicina davvero tanto (e probabilmente troppo) a Tactics Ogre: Reborn. Il quale, ricordiamo, viene venduto a prezzo pieno: 50 euro il gioco base e 60 la Digital Premium Edition. Specialmente in tempi di crisi come questi il valore del denaro non può essere trascurato. Il prezzo adeguato di questa riedizione dovrebbe attestarsi su circa 30 euro, in linea con altri prodotti sui generis. Per giunta segnaliamo che si tratta di una produzione organa di una qualunque localizzazione in italiano.

Altro fattore che non aiuta a giustificare il costo del prodotto, fermo restando che l’inglese impiegato è di livello scolastico e dunque facilmente comprensibile. In aiuto di un comparto tecnico dunque mediocre viene però la colonna sonora, riproposta magistralmente in forma orchestrale. Essa riesce a impattare tanto sulla storia quanto sul giocatore: gradita inoltre l’aggiunta del doppiaggio dei personaggi principali, assente nelle precedenti versioni del gioco.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

La nostra recensione di Tactics Ogre: Reborn è stata come un lungo viaggio. Bello e memorabile seppur con qualche difetto di non poco conto. Il gioco non è un remake, bensì una riedizioni con delle meccaniche riviste; alcune in positivo mentre altre, purtroppo, in negativo. Si tratta di uno strategico-tattico che propone una storia di assoluto rilievo, con scelte che avranno un importante e reale impatto sugli sviluppi narrativi. I quali coinvolgono personaggi approfonditi e interessanti, da impersonare con un grado di sfida nel complesso soddisfacente.

La qualità della colonna sonora e del doppiaggio riescono talvolta a mascherare le magagne di una produzione decisamente un po’ svogliata. Non è possibile chiudere un occhio sul comparto grafico, su alcune opinabile scelte di gameplay, sulla mancanza di una localizzazione in italiano e su un prezzo assolutamente fuori parametro per ciò che viene offerto da Square Enix. Nota a margine: cliccando più volte con il tasto centrale del mouse al fine di cambiare l’inquadratura si noterà che gli ambienti erano inizialmente stati pensati in HD-2D. Un caso? A nostro avviso no. Gran peccato poichè Tactics Ogre: Reborn meritava decisamente una vetta più alta.

Pregi

Una storia appassionante e coinvolgente. Le scelte del giocatore risultano davvero importanti, con un vero impatto sulla narrazione. Grado di sfida soddisfacente. Una colonna sonora fantastica e un ottimo doppiaggio.

Difetti

Le nuove meccaniche rompono il fu equilibrio di base. Alcune scelte di gameplay sono prive di senso. A livello tecnico è una riedizione svogliata, con un aspetto grafico deludente. Prezzo decisamente eccessivo a fronte dell'offerta.

Voto

7,5