The Quarry, la nostra recensione Pc

Supermassive Games propone un nuovo horror drammatico interattivo, che si pone come sequel spirituale di Until Dawn

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Quello di Supermassive Games è un team che ormai si è costruito una certa reputazione. Fondata in Inghilterra nel 2008 da Peter Samuels, la software house ha raggiunto la ribalta sette anni fa con Until Dawn (qui la nostra recensione). Questo almeno per quanto riguarda il panorama Playstation, dove hanno esordito nel 2010 con Tumble, rimanendo poi ancorati alle piattaforme Sony per diverso tempo.

Nel 2019 è poi avvenuta l’apertura alle altre piattaforme con Man of Medan, primo capitolo della serie Dark Pictures Anthology che approdò anche su Pc e Xbox. Della serie, supportata dal noto publisher Bandai Namco, prevede un totale di otto titoli, è attualmente in lavorazione il quarto capitolo, noto come The Devil in Me.

Nel frattempo gli sviluppatori inglese hanno siglato una partnership con 2K per portare un altro omaggio al cinema horror. Stavolta con un titolo che in un certo senso vuole omaggiare il genere dei “teen horror”. Andiamo quindi a scoprire The Quarry in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Vi ricordiamo che il gioco è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

REALISMO CINEMATOGRAFICO

The Quarry ci mette nei panni di un gruppo di nove adolescenti che stanno per trascorrere l’ultima giornata presso il campo estivo Hackett. Nei due mesi precedenti i giovani hanno stretto diversi legami, che intendono preservare in vista del ritorno al “mondo reale”, dove presto dovranno cominciare il college. Decidono quindi di celebrare la vigilia del ritorno a casa con una festa… Ma qualcosa va storto.

Per essere sicuro di poter far baldoria un’ultima volta, uno dei ragazzi decide di sabotare il furgone che poi li avrebbe potuti portare via di lì. Ma ciò si rivelerà un errore potenzialmente fatale. Questo perchè in zona sembrano dimorare degli individui discutibili e sanguinari… Una premessa che a molti suonerà già alquanto banale, ma per certi versi è giusto così.

I clichè sono di fatto uno stereotipo del genere horror, come per esempio ci ha insegnato Wes Craven con la serie Scream a cavallo degli anni novanta. In effetti, The Quarry riesce oltretutto a gestire bene tali clichè, garantendo un costante livello di interesse nel giocatore. Fedele alla tradizione di Supermassive Games, il gioco presenta un ampio cast di attori professionisti. Tra di essi spiccano i nomi (e quindi i relativi personaggi) di Ted Raimi e David Arquette.

I quali, alla pari degli altir, prestano le fattezze ai personaggi che i giocatori impareranno a conoscere (e/o a temere) nel corso dell’esperienza. C’è da dire poi che la somiglianza tra i personaggi e i relativi interpreti è celebrativa, ovvero non si ferma a una semplice ispirazione (quasi da effetto Uncanny Valley). Indubbiamente si è coscienti del fatto di trovarsi di fronte a un videogioco, ma le animazioni e il comportamento su schermo del cast si dimostra costantemente iperrealistico. Questo lavoro mastodontico in termini di motion capture costituisce senza dubbio uno dei fattori di maggiore impatto del titolo.

I TRUCCHI DEL MESTIERE

Questo realismo su cui Supermassive Games punta è essenziale. Non solo perchè in questo modo l’atto di spaventare il giocatore avviene in maniera più efficace, ma anche per valorizzare il lavoro di Brenda Song, Justice Smith, Lance Heriksen e in generale di tutto il resto del cast. Che si tratti di situazione intime, di fuggire terrorizzati o di cercare di sopravvivere, le azioni e i gesti dei personaggi non sembrano affatto da “pupazzi digitali vuoti”.

A questo proposito, è bene sottolineare l‘apporto del comparto audio. Uno strumento fondamentale del cinema horror che, in tandem con il realismo visivo, deve riuscire a far breccia nei nervi dello spettatore (o in questo caso del giocatore). Il mix tra tecnologia e narrazione interattiva che regna in The Quarry quindi funziona davvero bene. Dopotutto si tratta di una produzione dove le scelte che compieremo avranno conseguenze reali e decisive.

In ogni caso è da sottolineare l’ottimo lavoro svolto da Supermassive Games, che ha reso i personaggi (in termini di scrittura) tutto sommato molto coerenti per quello che riguarda le scelte e le relative conseguenze. Proprio come in un teen movie vero e proprio, finiremo con l’affezionarci ad alcuni personaggi… E a odiarne altri. Ma non perchè siano realizzati male, anzi.

Un tratto che tutti i personaggi hanno in comune è il fatto che rischiano di morire da un momento all’altro “per mano nostra”. Questo dipenderà più dalle decisioni che non dalle azioni che compieremo. Per essere più chiari, i QTE (Quick Time Event ndr) presenti in-game non andranno mai oltre lo schivare un ramo o trattenere il fiato. Alcuni saranno persino ridicoli, come l’atto di salire o meno un solo gradino di una scalinata.

PREMERE IL TASTO RESET

Le scelte da compiere nei dialoghi, come abbiamo accennato, porteranno invece a risvolti molto più interessanti. Tenendo conto che in The Quarry controlleremo alternativamente un totale di nove personaggi, è facile intuire la grande quantità di ramificazioni e di sviluppi che la storia può avere. Infatti potremo arrivare a finali molteplici, con uno o più personaggi morti (anche in luoghi e modi diversi) nel corso della partita.

I nostri giovani adulti potranno incontrare il loro destino più presto del previsto… Starà a noi cercare di fare le scelte giuste per tenerli in vita. O anche innescare volutamente la loro morte dando così vita a nuovi sviluppi narrativi. Per rendere le cose più interessanti, il team di Supermassive Games ha anche introdotto una nuova meccanica, chiamata Death Rewind.

Si tratta di un sistema che, concedendoci tre vite, ci permetterà di riavvolgere il tempo fino al momento in cui è stata presa una decisione fatale per un personaggio. L’aspetto veramente intrigante di questa feature è il fatto di venire posti di fronte a un bivio ancora più stringente. Salviamo quel personaggio adesso, magari col rischio di non poterne salvare un altro (magari di nostro maggiore gradimento) in seguito?

Tali dubbi contribuiranno a rendere l’esperienza ancora più memorabile. Il valore di una vita diventerà più semplice da comprendere, una volta provato a “tenerne una in mano, sul filo del rasoio”. Il sistema Death Rewind potrà essere sbloccato completando il gioco almeno una volta… Oppure acquistando la Deluxe Edition del gioco.

NON SEMPRE UN LIETO FINE..

Nonostante quanto di buono analizzato finora, The Quarry presenta comunque alcuni punti deboli. Come per esempio alcune ramificazioni che non sempre si allacceranno bene alla trama principale. O il fatto che alcuni personaggi verranno introdotti in certi momenti della storia dando in un certo senso scontati alcuni elementi del loro background. La cosa non sarebbe così rilevante se non fosse per il fatto che ci è capitato di imbatterci, durante momenti culminanti della narrazione, in alcuni dei suddetti personaggi.

Con i quali abbiamo finito con il doverci confrontare pur non avendo avuto modo di conoscerli (sviluppando magari un qualche attaccamento). Le conseguenze di certe decisioni, di conseguenza, non hanno significato granchè nell’economia globale dell’esperienza. Addentrandoci nella trama, The Quarry fa avvertire sempre di più l’impegno riversato da parte di Supermassive Games. Ma anche alcuni particolari che possono far storcere il naso al giocatore. Come sappiamo, il genere dei teen horror può anche “permettersi” situazioni ridicole e imbarazzanti (in un certo senso è fisiologico). Ma non per questo devono essere prive di senso.

Oltretutto col passare delle ore ci si accorgerà con sempre maggior consapevolezza delle somiglianze con Until Dawn. Situazioni e condizioni che si sviluppano nello stesso e identico modo, ripetersi delle ambientazioni (anche se qui ci si trova in un ambiente lacustre, mentre lì si era in montagna, d’inverno) e così via. Decisamente un’ispirazione troppo marcata per quello che voleva/doveva essere un sequel spirituale.

A livello tecnico abbiamo già accennato all’egregio lavoro svolto con il motion capture, che regala nuovi livelli di realismo (almeno in riferimento agli standard a cui Supermassive Games ci ha abituato). Anche gli ambienti non sfigurano affatto, regalandoci dei gran bei colpi d’occhio tra uno spavento e l’altro. Le criticità riscontrate in quest’ambito riguardano principalmente l’ottimizzazione, che non risulta esattamente al top.

Il titolo infatti presenta diversi cali di framerate, oltre a fenomeni di stuttering. In particolare durante l’esecuzione dei QTE. Problematiche certamente risolvibili con una patch futura, alla pari di alcuni errori con il doppiaggio (anche in italiano, fortunatamente), dove in alcune sezioni ci è capitato di ascoltare due volte le stesse battute. Un plauso finale all’introduzione dei tutorial che, attraverso dei brevi filmati “educativi”, metterà i giocatori alle prime armi nelle condizioni di potersi godere al massimo un titolo in pieno stile Supermassive Games.

Interessante anche la presenza della modalità multigiocatore (al momento solo offline), dove ciascun giocatore, fino a un massimo di otto, potrà controllare un personaggio. Tra qualche settimana verrà inoltre rilasciato un aggiornamento che introdurrà la modalità multigiocatore online. Abbastanza anonima infine la modalità Film, dove il giocatore non potrà/dovrà fare altro che assistere, sostanzialmente, alla visione di un film. Con i personaggi che prenderanno le decisioni ed eseguiranno le azioni in autonomia, fino ad arrivare a uno dei molti finali.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Per chi ama i titoli narrativi/interattivi, Supermassive Games è pressochè una garanzia. Il team nel tempo è arrivato a costruirsi una certa reputazione, e ogni sua nuova creazione viene attesa con ansia da un considerevole numero di appassionati. L’impressione però è che con The Quarry si siano un pochino adagiati sugli allori. Il gioco possiede indubbiamente tutti gli elementi necessari per farsi apprezzare dagli appassionati del genere, ma nulla di più. Le meccaniche introdotte aggiungono in maniera diversa valore aggiuntivo alla produzione, che però presenta dei limiti (soprattutto sul versante tecnico) che non gli consentono di compiere il proverbiale salto di qualità. La speranza per il futuro è dunque quella di vedere gli sviluppatori osare di più, magari rompendo quelli che ormai sono gli schemi inamovibili sia del genere videoludico in questione, che di quello cinematografico che si vuole celebrare (in questo caso, quello dei teen horror).

Pregi

Tanti personaggi, ognuno ben caratterizzato anche grazie alla presenza di un cast d'eccezione. Storia coinvolgente (almeno secondo gli standard dei teen horror). Presenza di una modalità multigiocatore locale, che presto sarà anche online. Graficamente notevole.

Difetti

Alcune falle nella scrittura. Diversi problemi di ottimizzazione. Tutto sommato, non spaventa poi così tanto.

Voto

7,5