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Centurion: Defender of Rome, conosciamo il papà di Total War Rome

Perché il capolavoro di Kellyn Beck è "figlio" di Defender of the Crown ed è fonte di ispirazione per i capitoli della serie di Creative Assembly ambientati nella Roma antica

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Total War Rome Remastered è senza dubbio uno dei giochi del momento. Il rifacimento in 4K del titolo originariamente uscito nel 2004 celebra l’impero romano e riporta in auge gli strategici ambientati nell’antica Roma della serie griffata Creative Assembly e SEGA.

Da sempre quest’epoca ha comunque attratto produttori e sviluppatori. Che si sono cimentati spesso e volentieri in titoli strategici se si eccettua qualche eccezione. Tra le più “recenti” Ryse: Son of Rome.

In ambito strategico prima di Total War: Rome ben pochi giochi sono effettivamente entrati nel cuore degli appassionati. Nella nostra prova della remastered, fatta dopo la recensione a firma del nostro Antonio Michele Patti, abbiamo notato diverse similitudini, inevitabili forse, con Centurion: Defender of Rome. Con lui ne abbiamo parlato in un lungo video su Twitch e Youtube che vi proponiamo al volo.

Quest’ultimo, per noi, è il padre putativo di Total War: Rome. Ne parlammo diecimila anni fa (forse undici anni fa o giù di li) in una delle nostre prime recensioni retro di cui il voto è comunque relativo (apertamente diciamo – piuttosto che andare a cambiare il voto – che 8,5 è una gran cavolata e se potessimo aumenteremmo di almeno mezzo punto nonostante il bug sulle battaglie navali, ndr). Oggi lo andremo a conoscere meglio ma non potevamo fare prima un piccolo passo indietro e qualche divagazione.

Bene, vi parleremo più diffusamente di Centurion: Defender of Rome in questo nostro speciale che vuole ricordare e celebrare una perla del passato.

GLI AVI DEGLI AVI

Legionnaire
La copertina di Legionnaire (AtariMania.com)

Anno di grazia 1982, Legionnaire del pioniere Chris Crawford debuttava su Atari, C64 ed Apple II e dava inizio all’epoca degli strategici ambientati nell’antica Roma. Il primo gioco dove si vestivano i panni di Cesare nel tentativo di espandere l’impero. Tutto agli albori, tutto molto elementare. Ma fu l’inizio.

Due anni più tardi arrivò The Fall of Rome, firmato da Martin Edwardes edito da Argus Press Software. Gioco a turni in Basic per C64 ed altri computer ad 8 bit dell’epoca ambientato nel 395 nel periodo delle invasioni barbariche. La dinamica si svolgeva in 12 turni da 5 anni ciascuno ed il gioco terminava nel 450 d. C. con l’obiettivo di resistere alle ondate barbariche. Si potevano reclutare forze armate attingendo dalle casse foraggiate dai tributi di ogni provincia. Si spostavano le truppe al confine e poi si combatteva con risultati calcolati.

La versione C64 di Legions of Death (1987) si basava sulle battaglie navali (fonte classicreload.com)

Nel 1987, debuttò su Amstrad CPC, C64 e Spectrum (i tre home computer ad 8 bit più famosi dell’epoca), Legions of Death incentrato, però, sulle battaglie navali tra la Repubblica di Roma e Cartagine pubblicato da M.C. Lothlorien. Peculiarità: si poteva anche giocare con un amico e non solo contro l’IA ed era possibile salvare le partite su cassette.

In caso si giocasse da soli, l’utente controllava Cartagine ed il computer Roma. Il titolo permetteva di selezionare le condizioni di vittoria ad inizio partita (numero di città da conquistare, navi affondate o oro raccolto). Niente male la varietà di navi dai biremi a salire fino ai quinqueremi ed agli heptares ed in ogni imbarcazione si potevano anche scegliere il tipo di equipaggio che differiva tra quattro livelli di esperienza. Fanteria di marina, arcieri, torre per arcieri, corvo e così via. Il titolo era già più complesso con menu ad icone evoluti e diverse opzioni (cambio rotta, velocità, schieramento, decidere di arrembare e così via).

KELLYN BECK E DEFENDER OF THE CROWN

Adesso con internet e Wikipedia è molto più semplice. Digitando il nome di Kellyn Beck si trova vita morte e miracoli. Vi citiamo, tuttavia, la biografia presente nel manuale della versione Amiga che possediamo gelosamente. Ovviamente si tratta di notizie di 30 anni fa, perfette per questo speciale.

Kellyn Beck è stato premiato per aver progettato e diretto giochi come Defender of the Crown, SDL e Rocket Ranger. Nel suo lavoro di progettista di videogiochi Kellyn si avvale della sua vasta esperienza nel campo televisivo e teatrale allo scopo di migliorare il divertimento interattivo. Ogni progetto nasce dopo un anno di ricerce e durante il quale disegna bozzetti delle scene che appariranno nel gioco. Per preparare Centurion ha intrapreso un viaggio di ricerca a Roma, oltre che nelle antiche colonie romane come la Germnaia, la Gallia (Francia) e le Alpi (Svizzera). L’ispirazione del gioco gli è venuta dalle troppe ore passate a guardare i film Ben Hur e Spartaco.

Avete letto, dunque (ma i fan di vecchia data questo già lo sapevano) che Kellyn Beck è uno degli autori di Defender of the Crown. Ad avete anche appreso che per la realizzazione di Centurion si è ispirato a classici cinematografici. Stesso metodo adottato per Il capolavoro Defender of the Crown che attinse a piene mani dal film Ivanhoe del 1952 diretto da Richard Thorpe.

Possiamo affermare che Centurion sia l’evoluzione e la maturazione di Defender of the Crown. Il principio di gameplay era sostanzialmente simile con alcune dinamiche diverse ma con tante caratteristiche in più. Inoltre, nonostante lo stesso numero di dischi (2) almeno su Amiga, il gioco ambientato nell’antica Roma era molto più grande e longevo.

Ma c’erano similitudini anche tecnicamente. Alcune animazioni del mare sulla mappa erano simili. Il genere è sempre a turni anche se in Centurion, certamente, le tattiche erano decisamente più evolute. A dimostrazione che come in 4-5 anni con la stessa macchina (l’Amiga) si potessero continuare a fare miracoli tecnici. E migliorarli. La struttura tra i due titoli è sostanzialmente identica nonché lo stile un po’ cinematografico. Paradossalmente, su questo campo, era Defender of the Crown a svettare. Nel capolavoro che quest’anno compie 35 anni, vi erano tante tantissime scene (assalti ai castelli, assedi, i duelli con la lancia ed altro). Beck per il suo Centurion ha scelto più sostanza ma, a tratti, il gioco è spettacolare.

UN IMPERO VASTO E TANTI CONTENUTI

Centurion: Defender of Rome
La mappa cartacea presente nelle confezioni di Centurion: Defender of Rome, fungeva anche da “protezione” antipirateria. Prima di ogni partita ci veniva fatta una domanda di storia: per rispondere dovevamo indicare in quale regione si trovasse la città menzionata

Beh, assodato che l’obiettivo in Centurion: Defender of Rome sia la conquista di tutto il territorio della mappa conosciuta all’epoca, il titolo proponeva tanti contenuti. E ci domandiamo come abbiano fatto ad infilare tutto questo in due dischetti Amiga da 720 kbyte. 

E c’era un impero da espandere e gestire (in ordine sparso) in una mappa (nella foto vedete quella cartacea inclusa nella confezione originale che serviva anche da “protezione antipirateria”). Ventisette province, che vedete nella mappa inclusa nel gioco originale che serviva anche da protezione antipirateria, qui sotto elencate.

  1. Hispania
  2. Britannia
  3. Gaul
  4. Narbonensis
  5. Italia
  6. Sardinia
  7. Sicilia
  8. Alpes
  9. Germania
  10. Dalmatia
  11. Macedonia
  12. Asia
  13. Thracia
  14. Dacia
  15. Sarmatia
  16. Scythia
  17. Armenia
  18. Pontus
  19. Parthia
  20. Mesopotamia
  21. Syria
  22. Cilicia
  23. Arabia
  24. Aegyptus
  25. Cyrenaica
  26. Carthago
  27. Mauretania

Ma non c’era solo da attaccare o difendere basta. Ogni provincia doveva essere gestita, proprio come in Total War, ed ognuna di esse aveva le sue caratteristiche. Così come la popolazione, il suo status e morale. Erano possibili le rivolte e quindi non era sempre consigliato tassare al massimo la popolazione.

GESTIONE DELLE PROVINCE

Ogni provincia aveva il suo menu dal quale poter gestire tutto quello che serviva.  Due i pannelli da controllare, il primo a sinistra offriva sette voci: Legions (allestimento delle truppe), Plunder (saccheggiare, ma era una mossa da evitare), Tribute (si sceglieva il livello di tassazione da imporre), Hold Games (si organizzavano giochi), Build Fleet (se la regione aveva accesso al mare si poteva costruire una flotta), See Province List (panoramica delle nostre province) e Continue.

L’altro pannello ci dava una panoramica sulla popolazione di quella regione, sul suo stato e sul nostro rango. Il morale della popolazione variava: Ribelle, Arrabbiato, Irrequieto o Contento.  Le rivolte dovevano essere evitate e per farlo oltre ad una tassazione equa si doveva evitare di saccheggiare e permettere anche lo svolgimento dei giochi.

Lo status si riferiva all’allenza di quella regione: Occupata, Colonia, Alleati e Cittadini. Le alleanze migliorano col tempo a patto che il morale della popolazione rimanga buono.

Poi notiamo i tributi, nonché la manodopera, ossia le persone che possono essere reclutate (o possono rivoltarsi). Infine le ultime tre voci: il nostro rango, i soldi che abbiamo in cassa e la difficoltà di gioco.

Il tutto aveva i suoi equilibri come avrete notato e questi concetti sono stati ampliati in Total War: Rome e nella remastered.

Lotte tra gladiatori

Se in Total War si può rallegrare la popolazione, lo si può fare anche in Centurion. In modo più semplice oltre alla naturale morbidezza tributaria, infatti, si potevano edificare anfiteatri e circhi per organizzare lotte con i gladiatori e corse con le bighe.

Questi erano dei mini-giochi. Nella lotta tra gladiatori si sceglieva il proprio personaggio e l’avversario che poteva anche essere una belva feroce. Ogni personaggio scelto aveva inoltre un livello di allenamento che determinava la potenza dei colpi e la resistenza fisica.

Il fattore primario però, oltre che portare il proprio gladiatore alla vittoria, era fare alzare l’indice di gradimento. Da questo, infatti, influiva la variazione sul morale della popolazione di quella provincia dove si svolgeva l’intrattenimento. Al termine del combattimento si era chiamati a scegliere col pollice all’insù o verso il destino dello sconfitto. Se la lotta era stata uno spettacolo valido e gradito al pubblico, una decisione saggia come quella di risparmiare il perdente poteva aumentare il clamore della folla e migliorare il risultato desiderato.

Ed era tutto spiegato nel manuale.

Seleziona pollice in su se il gladiatore ha dato vita ad una buona lotta; selezionate pollice in giù se questo maledetto cane è caduto troppo in fretta.

Venne pure riportato un fatto storico: i fastosi (a dir poco) festeggiamenti in onore di Traiano per la conquista della Dacia. Si parlava di 117 giorni che coinvolsero 10.000 gladiatori ed 11.000 bestie feroci.

Le gare con le bighe

Rese celebri dal colossal Ben Hur, Centurion: Defender of Rome offriva anche le corse con le bighe. Non ci dilungheremo troppo nel descriverle, era anche questo un mini-gioco, ma è divertente ricordare come si potesse anche essere disonesti scommettendo e chiedendo il favore degli dei o corrompendo un medico, previo, ovviamente esborso di danaro.

Si poteva scommettere fino ad un massimo di 100 talenti (che nel gioco sono indicate in monete ma che era una unità di misura) mentre le quotazioni massime arrivavano a 5 contro 1.

La corsa aveva anche dei risvolti tattici, in curva si doveva rallentare per evitare danni alla nostra biga: pena rischiare di fare la fine di Messala (sempre in Ben Hur) con il carro distrutto ed il conduttore violentemente proiettato a terra trascinato dai cavalli. Altra citazione al colossal del 1959 diretto da William Wyler era il contagiri (pesci d’oro).  Si dovevano anche evitare i contatti con gli avversari per evitare di avere ovvi problemi di resistenza.

LA DIPLOMAZIA E LE BATTAGLIE

Veniamo a due delle caratteristiche principali di Centurion: Defender of Rome che ci confermano la sua paternità in Total War. Parliamo della diplomazia e delle battaglie.

C’era la possibilità, infatti, di non spargere sangue ma di agire direttamente a livello diplomatico. Muovere le proprie truppe verso il confine desiderato per aprire la finestra di dialogo con i vari leader.

Qui troviamo diverse finezze della IA perché non tutti erano disposti a trattare fin da subito. E soprattutto l’esito di una buona concertazione era dovuto a diversi fattori, uno di questi era il rango del comandante, ovvero il nostro grado.

Più alto era il nostro rango (ve ne sono otto) più possibilità vi erano di annettere un territorio senza dover scendere in battaglia. Bastavano i muscoli ed alcune parole per essere alleati. Un grande vantaggio sia in termini economici che militari che pratici. Si accelerava l’annessione di quella determinata provincia. Lo status passava direttamente ad alleato e si bypassavano quelli precedenti (occupati) che potevano creare difficoltà nella gestione della popolazione. Poi si diventava colonia e poi si assumeva lo status di cittadini.

C’erano anche delle sequenze che permettevano di chiudere il gioco senza combattere. Ad esempio, in Sicilia era sufficiente avviare un discorso diplomatico, per poi essere aggressivi e poi proporre l’alleanza.

In Dalmazia i passaggi erano diretti: aggressivo-offrire alleanza. In Mesopotamia vi erano tre passaggi: diplomatico per due volte e poi si poteva offrire l’alleanza. C’erano determinate sequenze ed i più esperti le conoscevano tutte a memoria.

Il fascino di Cleopatra

Centurion: Defender of Rome

C’era però una provincia, l’Egitto, che aveva una leader particolarmente carismatica ed affascinante: Cleopatra (che faceva, tra l’altro, bella mostra di sé in copertina). La diplomazia con lei andava in un piano superiore. Si poteva sedurre e c’era anche una scena animata nella quale la regina si appartava con il leader romano che era riuscito non solo ad ottenere l’alleanza ma pure a sedurla. Una sequenza che ricordava da lontano quella vista in Defender of The Crown (titolo a caso) quando il nostro leader salvava una damigella in difficoltà.

Ovviamente non ci si poteva presentare di fronte alla affascinante Cleopatra da semplice Centurione o Tribuno. Forse da Pretore o da Console…

I gradi

 

Conquistando province, organizzando giochi, difendendo i confini si aumentava di grado e quindi il proprio potere accresceva.  Giusto ricordare che vi erano due tipi di unità: fanteria (fino ad un massimo di 4.200 uomini) e cavallaria. Le legioni di cavalleria potevano avere una dimensione massima di 4.200 fanti e 300 cavalieri. Gli eserciti consolari, invece ampliavano il massimale a 6.000 uomini e 600 cavalieri.

Inoltre, il livello di difficoltà, cambiava la dimensioni delle coorti di fanteria che formavano le legioni: Galeotto (500 uomini per coorte), Legionario (400), Senatore ed Imperatore (350) mentre in tutti i livelli di difficoltà, ogni esercito consolare aveva 500 soldati.

  • Ufficiale, comandava 1 legione, nessuna flotta e non aveva altri poteri
  • Centurione, comandava 2 legioni
  • Tribuno, 3 legioni, 1 flotta e le legioni potevano essere anche a cavallo
  • Legato,  4 legioni, 1 flotta
  • Generale, 6 legioni 2 flotte
  • Pretore, 8 legioni, 2 flotte
  • Console, 10 legioni, 3 flotte e comando di eserciti consolari
  • Proconsole, 12 legioni, 3 flotte
  • Imperatore, 12 legioni, 3 flotte.

Le battaglie tattiche

Centurion: Defender of Rome

Se, invece, si era costretti, si doveva ricorrere alla forza bruta. E qui Centurion: Defender of Rome mostrava una maturità ammirevole.

Dopo l’ultimatum e la risoluzione infelice delle trattative si passava alla schermaglia. Le opzioni ci mostravano il campo di battaglia e l’anteprima degli schieramenti. Si osservava la grandezza dell’esercito.

A quel punto stava a noi scegliere una tra le diverse tattiche. Ad esempio la formazione simmetrica con difesa di Scipione ed attacco a cuneo, aggiramento al fianco.

Formazione a cuneo (la tattica di Canne), attacco a cuneo e formazione in linea. Ma c’erano anche diversi orientamenti, a destra, a sinistra, si potevano concentrare le truppe e così via.

Non finisce qui: la battaglia era in tempo reale con pausa tattica. Attivata quest’ultima potevamo vedere puntando col mouse, lo status delle varie unità (numero e morale e quindi vedere se combattevano bene o erano in rotta). Il coraggio: panico, debole, buono e fiero determinava l’efficienza di combattimento di quella coorte.

Centurion: Defender of Rome
Come in Total War, al termine della battaglia c’è un resoconto dove vengono elencati i freddi numeri delle perdite ma anche le tattiche iniziali utilizzate

Il morale, inoltre, scendeva se il generale cadeva, proprio come in Total War: Rome, ma non necessariamente poteva significare vittoria. C’era anche l’effetto sorpresa: affrontare gli elefanti in alcune zone, fiaccava in genere l’esercito ma con buone tattiche si poteva ovviare.

Il generale, che si contraddistingueva perché sempre a cavallo, aveva la leadership dettata da carisma e voce, da 8 a 18. Da queste due derivava il raggio di influenza per impartire gli ordini alle varie unità.  Entro quella sfera, i soldati eseguivano le direttive. E si poteva anche simulare la ritirata per poi riattaccare. Mossa rischiosa che poteva far abbassare il morale delle truppe ma ogni tanto riusciva.

Piccola riflessione sulla voce, perché da 8 a 18 e non da 0 a tot? Immaginiamo che, essendo un generale al comando, questi dovesse avere un minimo di voce e quindi almeno 8. In effetti è coerente: un generale senza voce e quindi influenza non sarebbe stato credibile. Quindi anche i meno dotati avranno un minimo di voce.

Altra finezza stava nel reclutamento delle truppe. La loro efficienza dipendeva – ovviamente – dalla “materia prima”. Ad esempio, una legione formata in Gallia sarà formata da gente valorosa. Una in Dacia sarà debole. Creare eserciti in regioni con la popolazione mite non sarà mai una buona scelta. Inoltre se usati per rinfoltire le fila di un esercito, potevano abbassarne la qualità. Viceversa se si reclutavano uomini da regioni fiere lo si alzava.

Ultima chicca: al termine della battaglie c’era il resoconto con i morti ed i sopravvissuti ma, e qui sta il bello, venivano indicate anche le tattiche utilizzate dai due schieramenti.

Le battaglie in mare

Rapido sguardo alle battaglie navali. Che abbiamo giocato poco a causa di un bug che mandava in guru meditation il nostro Amiga. Il gioco permetteva di costruire le flotte sia per difendersi dalle potenze navali nemiche (prima di tutte Cartagine) sia per il trasporto delle truppe nelle zone insulari, Sardegna e Bretagna fra tutte (la Sicilia era accessibile dall’Italia senza bisogno di navi).

Possibile costruire nelle province con accesso al mare dei porti e cominciare la produzione delle flotte. Tre i tipi di imbarcazione: Trireme, Quinquereme e Galeone. Le prime erano veloci ma poco resistenti e potevano trasportare 50 soldati a piedi. Le seconde erano una via di mezzo tra velocità e resistenza e imbarcano fino a 100 soldati a piedi. Le ultime, erano lente ma sicuramente più resistenti con 200 soldati a piedi a bordo.

Con più di un tipo di imbarcazione nella propria flotta si sceglieva la nave ammiraglia. Introdotte (e qui ci eravamo arrivati) da una bella schermata introduttiva, le battaglie si svolgevano controllando la nave ammiraglia in un duello contro l’omologa imbarcazione nemica.

Durante il combattimento, il morale del resto della flotta aumenta o diminuisce. Le navi erano dotate di catapulte e frecce che servivano a fiaccare l’equipaggio nemico. Presenti anche tecniche di speronamento, abbordaggio ed anche la fuga non era disdegnata.

QUALCHE DETTAGLIO FINALE

Centurion: Defender of Rome

Il comparto sonoro di Centurion: Defender of Rome è certamente interessante. Nei titoli di coda spunta il nome di Rob Hubbard (music programming). La colonna sonora, composta tuttavia da Jon Newton e Michael Bard, era anch’essa piuttosto cinematografica e potente anche se in alcuni frangenti tragica e malinconica. Del resto la storia dell’Impero Romano non si può dire certo leggera.

Durante la scena finale che è un tripudio delle nostre gesta, del resto siamo imperatori di Roma e tutto il mondo conosciuto è ai nostri piedi, il circo Massimo è in festa. Tra una biga e l’altra ci sono i credits. Tra questi anche uno dedicato ai tools per la realizzazione del gioco su IBM ed Amiga. Non possiamo, infine, citare anche un dettaglio: tra i tool utilizzati per creare Centurion: Defender of Rome spiccano il Deluxe Paint II e III.

La chiusura, però, era mitica… un avvertimento “Beware the Ides of March”… Attenti alle idi di marzo…

COSA ALTRO AGGIUNGERE?

Centurion: Defender of Rome

Centurion: Defender of Rome è il papà (più che putativo) di Total War Rome. Dalla sua base (piccola se consideriamo la struttura moderna del titolo di Creative Assembly, enorme se pensiamo che si tratta di un gioco di 31 anni fa e con i mezzi che ne derivano), sono nati tanti altri titoli. Centurion: Defender of Rome è la base di quello che poi sarebbe diventato Rome Total War. All’epoca aveva numeri e contenuti notevoli li abbiamo elencati… in un minuscolo spazio vitale: 2 dischi nei quali c’era spazio anche per 9 salvataggi.

C’era di tutto e di più, forse meno spettacolare ed appariscente di Defender of The Crown, titolo principe realizzato da Kellin Beck. L’espansione, la gestione delle province, della popolazione, il reclutamento e la gestione delle truppe, la scalata dei ranghi per diventare Imperatore, panem et circenses…

Ma anche la corruzione (nelle corse con le bighe), le scommesse, le decisione di sbaragliare o meno le popolazioni, la scelta di saccheggiare una provincia, di tassarla maggiormente, di sedurre Cleopatra, di sedare una rivolta, di affrontare un evento casuale (c’erano anche quelli, fortunati o sfortunati).  E poi le battaglie, anche con gli immancabili barbari che ogni tanto si muovevano pericolosamente, come schierarsi, quali ordini imporre alle truppe, come gestire la paura e così via. In due dischi… Ovvio: manca il 3d con tutti i dettagli che ne derivano. Del resto, Centurion ha 31 anni su Pc e 30 su Amiga. Altra era geologica.

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