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Gatewalkers, anteprima

Un'ARPG classico che vuole dire la sua in un panorama dominato da Diablo e da altri classici ed offrire una co-op divertente

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Gli ARPG hanno sempre ispirato le software house indie a realizzare il “nuovo Diablo“. Gli “ingredienti” molte volte, sono gli stessi: ambientazione fantasy sul dark, azione veloce, visuale isometrica e personaggi che vogliono essere carismatici o profondi per quanto rigurada la loro gestione in fatto di abilità attive e passive. Gatewalkers, titolo firmato da A2 Softworks, team polacco (sta lavorando anche a Lovecraft Tales), non sfugge a questi paradigmi ed anzi, vuole sfruttarli, per proporsi come new entry in questo universo affascinante degli ARPG.

Il titolo è uscito per un periodo limitato in demo in occasione dello Steam Game Festival di inizio febbraio scorso. Lo abbiamo provato per realizzare questa anteprima. Il gioco era in open beta. Ricordiamo che Gatewalkers, annunciato anche per PS4 ed Xbox One, è previsto per il secondo trimestre di quest’anno ma verosimilmente dovrebbe arrivare dopo giugno. I tempi sono sempre un’incognita, soprattutto in questo periodo stravolo dalla pandemia da Covid-19.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra anteprima di Gatewalkers, buona lettura.

UN EQUIPAGGIAMENTO DI TUTTO RISPETTO

L’offerta che A2 Softworks propone ai giocatori consta di elementi ruolistici atti a garantire massima libertà nella creazione delle build e meccaniche non innovative ma che difficilmente si è trovati nello stesso titolo.

Il gioco permette di viaggiare attraverso mondi differenti per mezzo di un artefatto che gli amanti di fantascienza non hanno mai dimenticato: lo Stargate. Mondi freddi e innevati, giungle rigogliose, deserti sabbiosi, pianure non dissimili da quelle del nostro pianeta, mondi pervasi da un’atmosfera tossica sono solo alcuni degli esempi cui potremo imbatterci durante la partita.

Ogni mappa che che esploreremo sarà creata proceduralmente, garantendo quindi una certa varietà anche su mondi all’apparenza simili. Questa meccanica vale anche per le creature che saranno affini  al bioma d’appartenenza. A quanto descritto si aggiungono meccaniche tipiche dei survival, solitamente appannaggio di proposte quali battle royale e first person shooter.

Quale che sia il personaggio che andremo a sviluppare, inizierà come accolito di una società chiamata “Gilda”. Compito della Gilda è quello di salvare il pianeta inviando esploratori in altri mondi per ottenere artefatti e materiali. Alla base avremo quindi un background ibrido tra uno spiccato stile fantasy e molti rimandi alla fantascienza. Peccato che quest’ultimo aspetto sia curato solamente dal punto di vista del setting, in quanto le classi e il combattimento verteranno su meccaniche legate a magia e armi bianche. Proporre set di armi e armature a sfondo fantascientifico avrebbe fatto di Gatewalkers un gioco unico.

LIBERTÀ INGABBIATE

Gatewalkers

La struttura delle mappe si avvicina molto a Path of Exile, ma consta di aree dalla portata ridotta. È possibile che questa decisione sia stata presa per valorizzare il concetto sull’esplorazione dei mondi, ma di fatto il tutto va a sfavorire la generazione procedurale poiché i particolari “dinamici” che dovrebbero garantire un senso di “nuovo” dopo ogni escursione risultano troppo limitati.

Il crafting è presente e parte integrante del comparto tecnico. A differenza di altri esponenti del genere, i loot si basano su materiali che serviranno per la creazione di armi e armature con cui sviluppare al meglio la build preferita. È un sistema che tutto sommato funziona ma Grim Dawn regna ancora incontrastato in quanto a varietà, pur non offrendo un sistema di crafting esteso.

Sviluppo del personaggio

Lo sviluppo di un personaggio è libero e i punti guadagnati al passaggio di livello verranno spesi all’interno di un menu non dissimile dalla sferografia di Path of Exile e perché no, di Final Fantasy X. La differenza sostanziale è che se i due prodotti sopracitati propongono abilità e tipi di attacco potenziati ad ogni avanzamento, quello di Gatewalkers è incentrato sull’ampliamento della portata del proprio equipaggiamento.

Facciamo un esempio così da rendere più chiaro il funzionamento di questo sistema:

Per usare una spada o un’armatura migliore la sbloccheremo non appena raggiunti i punti esperienza necessari a sbloccarla ottenuti tramite quest o in cambio di gemme da consegnare all’npc preposto. Arrivati al terzo livello di sblocco (denominato “Tier III”), acquisiremo bonus passivi quali ad esempio punti ferita rigenerati più velocemente.

Sistema di sanità mentale

Oltre alle meccaniche survival dedicate all’approvvigionamento e consumo di acqua e cibo, abbiamo il sistema di sanità mentale. Questa meccanica vede il personaggio in difficoltà nelle ore notturne dove il silenzio e il buio lo vedranno in preda ad incubi che ai livelli più alti lo attaccheranno senza soluzione di sorta.

L’idea è interessante, ma ha un punto debole: il concetto di base è far dormire durante le ore notturne il proprio eroe. Peccato che gli attacchi avvengono anche durante il sonno costringendo il  giocatore a bypassare tale sistema e approvvigionarsi quanto più possibile di elementi curativi e combattere incubi in attesa delle prime luci dell’alba.

Impegnativi i boss che hanno diverse abilità e vari tipi d’attacco.

TRA VECCHIA VIA E NUOVE MODE

Le impressioni che gravitano intorno a Gatewalkers sono contrastanti. Tecnicamente si presenta anche bene, con buona fluidità, discreta scalabilità, buon livello di dettaglio, animazioni senza infamia e senza lode. Anche l’accompagnamento sonoro è di tutto rispetto, pur senza far gridare al miracolo.
Dopo un paio d’ore di gioco, siamo arrivati alla conclusione che Gatewalkers non vuole passare alla storia come un semplice clone di Diablo. Questo nonostante la visuale isometrica che ricorda Diablo e – in generale – i canoni mai immutati degli hack ‘n slash negli ultimi 25 anni.

SEMBRA ARK MA NON LO E’

Gli elementi survival lo rendono sorprendentemente ibrido, le sessioni di gioco non diventano proprio scontate, il crafting assume una valenza del tutto diversa da quella a cui siamo stati abituati nel corso degli ultimi venticinque anni.
Migliorare, migliorarsi ed equipaggiare attrezzatura sempre più efficiente non è certamente una pratica mutuata da illustri predecessori quali Grim Dawn o Diablo 3. Del tutto simile a Path of Exile (che a sua volta scomoda il sistema di Final Fantasy X) risulta quella che per comodità chiameremo “sferografia”: uno stilema che viene ormai mutuato da vent’anni, anche dal recente Outriders.

NUOVE ESPERIENZE COOPERATIVE? FORSE

Mouse a tastiera alla mano, ci si avventura attraverso un portale che ricorda il famoso Stargate di Roland Emmerich. Lo scopo è quello di ricerca tecnologie ed artefatti che possano salvare un mondo condannato alla rovina.
Tra l’esplorazione di mondi e biomi avvolti dal mistero, creati proceduralmente, ci facciamo largo anche in compagnia di amici che possano dare un senso alla bella modalità cooperativa. Quasi sempre le sortite si concludono con il classico scontro con i boss. Scontro che non si limita ad un monotono e reiterato “picchia e bevi pozione di cura”. A noi, per esempio, è capitato di dover usare anche la testa, schivare colpi altrimenti devastanti e aiutarci con coperture e tattiche di schermaglia. In caso contrario, la dipartita era quasi assicurata.

Gatewalkers non si profila come un titolo che possa dare una scossa ai generi hack ‘n’ slash e survival, ai quali si appoggia. Ma certamente potrebbe essere un brillante outsider, una valvola di sfogo tra un gioco ancor più impegnativo ed un Diablo 2 prossimo venturo.
Chissà che un costante supporto e una correzione delle criticità già espresse dal collega, non possano fargli fare il definitivo salto di qualità.

COMMENTO FINALE

Gatewalkers è un ARPG che ha del potenziale.  Il lavoro di A2 Softworks, team indie di Poznan, è sicuramente notevole anche se siamo in una fase ancora transitoria dello sviluppo. Tecnicamente interessante vuole proporre una profonda gestione del personaggio che si ispira a quelle già viste in Path of Exile. Almeno per quanto riguarda gli alberi delle abilità.

Rimaniamo in attesa di ulteriori aggiornamenti per avvicinarci meglio a questo titolo che magari non stravolgerà il genere ARPG ma quello che fa lo fa bene e questo è già molto.

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