Rock of Ages III: Make & Break, recensione Switch

Il macigno rotola per la terza volta, ma non sappiamo quale direzione ha preso

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Nei videogiochi cosi come nella vita è importante non prendersi troppo sul serio. Questo cosa comporta? Comporta che l’analisi di un titolo non può e non deve essere fatta sempre con eccessiva critica, ai limiti della sanità mentale, ma esiste anche un’altra via, un altro metodo un po’ più scanzonato e rilassato ma sempre professionale. Ed è cosi che vogliamo parlarvi di Rock of Ages III: Make & Break, terzo capitolo di questo Tower defense game, di cui avevamo già parlato con l’analisi del secondo capitolo, fatta dal nostro Donato Marchisiello che lo aveva definito un gioco “…divertente, folle e assuefacente nella sua semplice quanto ingegnosa natura”. 

Andiamo ad analizzare dunque, questo terzo capitolo e a capire cosa è stato distrutto e cosa e stato creato.

UN TITOLO COSTRUTTIVO

Anche in questo terzo capitolo, sviluppato da ACE Team, il protagonista è un macigno che rotola e che distrugge tutto quello che incontra, con un andatura rilassata e anche un pò brilla.

Ma non è finita qui, perchè nel caso in cui i giocatori dovessero annoiarsi nel distruggere dato che hanno scaricato tutta la loro rabbia, ecco che spunta a sorpresa la modalità di Creazione. Infatti, grazie ad un editor è possibile realizzare livelli personalizzati. Ovviamente, una volta terminati, sarà possibile distruggere nuovamente. Si crea così cosi un ciclo senza fine: rabbia, distruzione, creazione e ripeti. Sui server del gioco esistono già livelli ideati da molti utenti che possono essere utilizzati per giocare in multiplayer con altri giocatori o con amici. Il tutto sempre confusionario e immensamente divertente. Certamente, la modalità Storia rimane il fulcro del gioco, puntando sempre sull’umorismo che ha contraddistinto la serie.

DIVERTENTISMO, NE ABBIAMO?

La bravura degli sviluppatori nel saper far ridere o almeno riuscire a far sorridere, è racchiusa in pochi semplici mosse, ormai collaudate: momenti storici rivisitati in chiave comica, animazioni divertenti e rappresentazioni dei personaggi eseguite in stile caricaturale.

Nel caso di specie, si narra, almeno all’inizio, di una nuova divertente Odissea, quando Ulisse e i suoi compagni incontrano il gigante Polifemo. Tutti i personaggi sono resi in un stile classico della Grecia antica, ma con movimenti ed animazioni divertenti ed esagerati. Anche i dialoghi sono resi un pò alla Mister Bean, quindi con suoni decisamente poco chiari ma sempre comici.

Inizieremo creando un macigno fatto di pecore che ci servirà per rompere il muro di pietre che ci impedisce di uscire dalla caverna del gigante. Successivamente alla liberazione e dopo che Ulisse verrà schiacciato da un masso (guarda un pò!) toccherà ad Elpenore prendere in mano la situazione e guidare i compagni attraverso l’oceano. Nel momento in cui finisce la storia ( se storia si può chiamare) inizia il gioco. Livelli divertenti, senza senso che pescano a piene mani dal classico stile Monty Pyhon, andando a disturbare alcuni personaggi storici: Cesare, la Regina Elisabetta, Guglielmo Tell e altri.  Insomma, squadra che vince non si cambia.

IL MACIGNO, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

I livelli del gioco sono contraddistinti da due fasi: la prima consiste nel guidare il macigno verso l’obiettivo, distruggendo o evitando gli ostacoli che si frappongono, che variano da impedimenti naturali o nemici umani. Giusto il tempo di prendere dimestichezza con i comandi (soprattuto su Switch dove abbiamo effettuato la nostra prova) e il divertimento può avere inizio.

Nella seconda, dovremo fare l’opposto: analizzare il percorso del macigno e piazzare le difese più efficaci e adeguate per far si che lo stesso non sfondi le nostre difese. Tanti sono gli ostacoli da piazzare, tutti sbloccabili durante il gioco. La difficoltà di quest’ultima fase sta proprio nella fisica, ben realizzata, del macigno. Questo lo rende completamente imprevedibile e fuori controllo, ma abbastanza irritante per noi.

Ben più simpatico è il momento in cui potremo scegliere quale macigno utilizzare tra i tanti disponibili: ovviamente dovremo sceglierlo in base al livello e ai tipi di ostacoli. Ce ne sono di tutte le forme e colori, anche con richiami a marchi molto noti. Oltre ai livelli della Storia proposti, potremo sbizzarirci anche con altri livelli secondari, ancora più entusiasmanti se giocati in due o in modalità locale in split screen o in modalità online fino a 4 giocatori.

IL MACIGNO, TECNICAMENTE PARLANDO

Questo terzo capitolo, come sopra detto, consolida uno stile di gioco che già avevamo conosciuto nei due precedenti episodi. Fondamentalmente non va ad aggiungere molto, se non la modalità Creazione. Questa, però, si è rivelata abbastanza ostica da utilizzare sulla console ibrida di Nintendo. Sicuramente, gli utenti più fantasiosi avranno numerose fonti a disposizione nell’editor per creare dei livelli tanto fenomenali quanto complicati. Più di quanto faccia la modalità Storia.

L’aspetto comico fa, ancora una volta, la sua porca figura (passatemi il termine), con un umorismo e animazioni mai scontate e sempre sul pezzo. Ma meno divertenti sono i vari difetti individuati a livello delle prestazioni: nei momenti topici del gioco, ecco che assistiamo ad un evidente calo dei frame, al quale si aggiungono ulteriori difetti legati ai classici bug.

Purtroppo sia l’intelligenza artificiale sia l’interfaccia si beccano una insufficienza: la prima è in grado di complicare un livello semplice a causa di ritardi nell’esecuzione dei comandi, mentre la seconda (soprattutto se giocato in modalità portatile) rischia di portare alla perdita di numerosi diottrie del giocatore. Consigliamo di giocarlo in modalità TV.

COMMENTO FINALE

Rock of Ages 3: Make & Brake ci regala, come i precedenti capitoli risate e divertimento, nonostante non ci sia stato nessun cambio radicale nello stile di gioco e nella differenziazione dei livelli.

Giusto e ben accolto è l’inserimento della modalità Creazione che va ad accontentare quella fetta di utenti “stufa” soltanto di distruggere, distruggere e ancora distruggere. Purtroppo a non soddisfare è la versione Switch. Risulta alquanto difficile da giocare in modalità portatile a causa dell’interfaccia, difficile da leggere. Ed è difficile anche l’uso all’interno dell’editor dei livelli.

Pregi

Comicità mai noiosa. Modalità editor. Modalità Storia.

Difetti

Interfaccia difficile da leggere. Presenza di bug. Giocabilità su Switch.

Voto

7.5