Autonauts, la nostra Recensione

Autonats, il titolo targato Denki, si rivela essere un po' rts, un po' gestionale, un po' survival ma basato sulla programmazione: di parola e di fatto

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Quando si parla di programmazione, viene subito da pensare a due categorie di persone distinte. Chi considera i vari linguaggi informatici assimilabili all’arabo, e chi invece è conscio del suo significato e delle sue regole, al di là dell’indiscussa importanza. I titoli che hanno a che fare con tale ambito non sono tanti, ma lo studio scozzese Denki ha voluto proporne uno che, quantomeno, si basa su alcuni dei principi fondanti. Autonauts si delinea principalmente sul binomio automazione-programmazione, dove le azioni di gioco possono essere letteralmente insegnate e fatte riprodurre a dei robot, tramite un processo semplice e intuitivo capace di non far sembrare la programmazione in sé una chimera.

Questo titolo indie si compone di tre anime distinte: quella rts, per la modalità di gestione diretta del personaggio tramite il mouse; quella gestionale, per l’attenzione e la cura che andrà riservata all’amministrazione dei materiali e in generale del proprio insediamento in evoluzione, ed, infine, quella survival, dove lo scopo primo è quello di colonizzare un pianeta disabitato che, seppur privo di minacce, potrà essere plasmato a proprio piacere. Come in un sandbox consumato.

Ricordiamo che Autonauts, pubblicato da Curve Digital, è disponibile su Pc, via Steam, al prezzo di 19,99 euro. Non resta che augurarvi una piacevole lettura con la nostra recensione.

A SPASSO NELL’UNIVERSO

Autonauts presenta tre modalità principali, tutte accomunate dalla possibilità di generare un mondo sulla base di un “seed”, in stile Minecraft. Sequenze di numeri che corrisponderanno a caratteristiche definite a livello di conformazione del terreno, presenza di risorse e via discorrendo. Iniziando una nuova partita sarà possibile scegliere tra Colonizzazione, Libera e Creativa, dove la prima sarà la modalità più classica. Essa prevederà infatti lo sblocco dei progetti (di costruzioni, principalmente) nel corso della partita, mentre nelle altre due sarà possibile contare fin da subito sull’intero campionario di strumenti e strutture. Lo scopo del gioco è quello di colonizzare il pianeta scelto attraverso la fondazione di una vera e propria civiltà: partendo da un semplice tavolo di lavoro dinanzi a un boschetto si potrà arrivare a complessi macchinari industriali.

Da subito sarà disponibile un ricco tutorial che ci instraderà al gameplay e alle varie possibilità insite nel titolo, rigorosamente in lingua inglese. Per quanto esso possa risultare a tratti un po’ pesante e oppressivo, il consiglio è quello di persistere, fino al dominio completo delle varie meccaniche di gioco. “Easy to learn, hard to master” riassume perfettamente il tipo di sfida che i giocatori si troveranno di fronte.

Di base infatti le azioni da compiere, come la raccolta di risorse o il loro stoccaggio, sono piuttosto semplici. Esse possono anche essere svolte dal solo personaggio controllato dal giocatore, ma presto ci si renderà conto di quanto, così facendo, le cose potrebbero andare per le lunghe fino a morire di noia, se non di vecchiaia. Ed è qui che entrano in gioco gli Autonauts, i robot che sarà possibile costruire e utilizzare per svolgere le varie attività, così da automatizzarle.

BANDO ALLE CIANCE, AL LAVORO

Qui entra in gioco l’anima di Autonauts, ovvero la possibilità di meccanizzare e rendere sempre più efficaci le varie azioni, come in un complesso industriale. Attraverso un processo piuttosto intuitivo, che si pone quasi come un vero tutorial per la programmazione in sé, sarà possibile insegnare ai robot come svolgere numerose attività: spaccare pietre, tagliare alberi, piantare semi e così via.

L’apprendimento avviene per imitazione, con il personaggio controllato dal giocatore che, una volta avviata la modalità di “registrazione”, non dovrà fare altro che eseguire un’azione specifica per poter poi settarla nel robot, attraverso diverse opzioni personalizzabili quali l’estensione dell’area dove poter agire e l’ordine di esecuzione di più, azioni diverse. Le combinazioni e in generale le possibilità offerte da tale meccanismo sono tantissime, e difatti il solo limite è rappresentato dalla fantasia e dalla pura e semplice capacità gestionale del giocatore.

Dal punto di vista tecnico la grafica si presenta molto pulita e ben fatta, con pochi poligoni e con una buona vivacità di colori. Nella sua semplicità saprà comunque strappare qualche espressione di meraviglia, soprattutto grazie al ciclo giorno/notte, che testimonia la non trascurabile cura apportata anche a questo aspetto. Non abbiamo quasi per nulla riscontrato incertezze a livello di bilanciamento, con il gioco che si è mantenuto quasi sempre stabile ai massimi settaggi, presenti in buon numero a dispetto della natura indie del titolo.

Pregevoli anche i biomi, molto ben realizzati, che tuttavia saranno esclusivamente presenti sotto forma di montagne e foreste. Assente una qualsivoglia modalità multigiocatore, che di certo avrebbe giovato alla longevità del titolo che, per le sue caratteristiche intrinseche, si espone irrimediabilmente a una cocente sensazione di ripetitività di fondo.

COMMENTO FINALE

Direttamente dalla Scozia, Denki propone un indie di tutto rispetto, curato e originale, che strizza l’occhio agli amanti dei gestionali e dei sandbox. Autonauts si pone altresì come un autentico tutorial di programmazione, che costituisce l’aspetto fondante del titolo e che non a caso risulta essere la componente più appagante e divertente, una volta dominata nelle sue semplici, ma non banali meccaniche. Starsene in panciolle mentre una torma di robot adeguatamente programmata e istruita sgobba in propria vece non sarà più una fantasia futuristica. Il tipo di gioco tende inevitabilmente a una ripetitività di fondo, percepibile a chiare lettere da chi non è per nulla avvezzo a questo genere.

Viceversa, gli altri avranno di che divertirsi per parecchio tempo, dando fondo a tutte le possibilità e alle combinazioni disponibili a livello di strumenti, strutture e organizzazione dell’insediamento. A fronte della cura riservata all’aspetto tecnico e in generale al gameplay la scarsa varietà di biomi risulta essere più che mai sorprendente. Sarebbe bastato (ma basterebbe, virtualmente, con aggiornamenti futuri) veramente poco per arricchire, di tanto, un indie di tutto rispetto.

Ci sentiamo di consigliare vivamente Autonauts tanto a chi aspira a comprendere alcuni principi della programmazione quanto a chi apprezza il genere, ma non solo. Per chi dei gestionali ha sempre capito poco o nulla, in virtù del fatto che i più noti risultano essere particolarmente complessi a chi non vi si è mai affacciato, il titolo dello studio Denki si rivela essere un ottimo punto di partenza.

Pregi

Grafica pulita e gradevole. Ottimizzazione più che buona e ragguardevole quantità di settaggi a dispetto della natura indie. Tantissime soddisfazioni a livello di gameplay, appagante e strategico nel suo aspetto di programmazione a automazione.

Difetti

Tutorial a tratti pesante e oppressivo. Missioni interne alla modalità Colonizzazione banali e ripetitive. Scarsa varietà a livello di biomi.

Voto

7,5