Monster Boy and The Cursed Kingdom Recensione

È un capolavoro che materializza i sogni dei giocatori vecchio stile in un titolo moderno

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La voglia di tornare agli anni ’80 e ’90 è una di quelle molle fondamentali nel mondo dei videogiochi, soprattutto quelli indipendenti. Uno dei più fulgidi esempi è senza dubbio Monster Boy and the Cursed Kingdom (Regno Maledetto se preferite la versione italiana del titolo, ndr).

Per chi non lo conoscesse, si tratta di un erede spirituale di Wonder Boy in Monster Land, classico action-platform ed rpg del lontanissimo 1987 ma anche, in generale, dell’intera saga. Nondimeno, Game Atelier, la software house indie che ha sviluppato il gioco si è avvalsa della collaborazione di Ryuichi Nishizawa, lo storico papà ed autore della serie Wonder Boy che due annetti abbondanti fa aveva anche supportato il remake di The Dragon’s Trap realizzato da DotEmu e Lizardcube.

Non è sbagliato, quindi, considerare questo Monster Boy and The Cursed Kingdom l’erede spirituale di tutta la serie Wonder Boy. Ed a che ci siamo, è giusto ricordare come questa saga sia ferma al 1994.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione del gioco pubblicato da FDG Entertainment arrivato a fine 2018 su console e lo scorso luglio su Pc. Noi, con ritardo ma meglio tardi che mai, parliamo della versione Steam.

LO ZIO NABU IMPAZZISCE, TOCCA A NOI SALVARE IL REGNO

La trama è molto basilare. Forse il punto debole di tutta la produzione ma in questo genere di giochi, ricchi d’azione e cose da fare rapidamente, la storia è qualcosa di relativo.

Le peripezie iniziano quando lo zio Nabu si ubriaca pesantemente ed in modo sconcertante di nettare reale. L’alcol prende il sopravvento sul giullare di corte che fa il classico passo più lungo della gamba: ruba uno scettro magico e lo usa a sproposito trasformando tutti gli animali e gli abitanti del regno che man mano incontra.

Tra questi troviamo il protagonista, suo nipote Jin, un ragazzo dai capelli azzurri che viene trasformato in un maiale paffutello e con un occhio solo (l’altro è bendato). Come primo acchito, dopo essere stato trasformato in porcellino viene accolto amichevolmente dalle guardie del primo villaggio che incontra dopo aver superato le fogne e preso altrettanto amichevolmente a bastonate. Ma gli basta dire di non essere in combutta con lo sciagurato zio che tutto si ferma ed inizia, anzi, il vero cammino per salvare capra e cavoli… ed anche il regno. Il mistigatto (si, si chiama così), ci dà la nostra prima missione.

UN GAMEPLAY CLASSICO MA ROBUSTO

Monster Boy and The Cursed Kingdom offre un gameplay veramente solido. È sostanzialmente un action platform in 2d dove l’esplorazione in stile metroidvania (con backtracking fatto in modo intelligente) la fa da padrona.

Non mancano anche le diversificazioni delle abilità: da porcellino sarà possibile utilizzare l’olfatto per scoprire alcune porte o varchi segreti o, ancora, oggetti o “indicazioni sulla strada da percorrere”. Chiaramente non mancano gli scontri con le creature (di ogni tipo) che incontreremo via via nel nostro viaggio e quindi andremo di spada o altre armi bianche quando saremo in forma umana, pugni e panciate quando saremo suini.

Si possono usare anche le magie elementali come ad esempio le più classiche palle di fuoco che oltre ad aiutarci nei combattimenti possono essere scagliate contro leve per attivarle ed aprire così nuovi varchi o piattaforme. In Monster Boy ne faremo largo uso visto che l’enorme mondo di gioco è disseminato di queste leve, interruttori ed altro da attivare per andare avanti. La palla di fuoco può anche essere utilizzata per accendere le torce in grotte oscure. Piccole finezze.

Andremo anche sott’acqua e si attiverà la barra dell’ossigeno che ovviamente sarà limitata. Per fortuna sono presenti anche delle bolle d’aria che ricaricheranno l’ossigeno e daranno più autonomia per evitare di perdere una vita. E potremo anche essere attaccati dai polipi che colpendoci con il loro inchiostro oscureranno la nostra visuale.

La longevità del gioco è buona considerando il fatto che si tratta di un platform che, però come accennato, ha anche sfumature di metroidvania. Si attesta a 15 ore ma questa indicazione può anche essere superata abbondantemente se volete scoprire tutte le location dell’ampia ed articolata mappa e raggiungere il 100%. Ed in molti saranno stimolati a farlo visto che il gioco invita.

Andando avanti cresceranno i nostri poteri, la raccolta di monete derivata dall’eliminazione dei nemici (che hanno come da tradizione una buona velocità di respawn) potremo acquistare anche equipaggiamenti migliori: scudi che riflettono i colpi di fuoco, scarpe più o meno pesanti che ci permetteranno balzi possenti o di camminare pesantemente sott’acqua, armature e così via.

Ma c’è anche la progressione in forma animale: da maiale a serpente per poi diventare leone e drago. Ogni creatura avrà le proprie caratteristiche, naturalmente. Potremo alternarci in diverse forme animali in qualsiasi momento e sfruttare le loro abilità. In forma draconica potremo volare e sparare palle di fuoco. E non andiamo oltre per i soliti motivi: evitare quanto più possibile gli spoiler.

Nulla di particolarmente originale, è vero, ma è tutto fatto molto bene e con i ritmi giusti. Gli enigmi ambientali costringono anche ad un minimo di ragionamento ed al backtracking senza, però, mai esagerare. Per lo più per raggiungere location nascoste dove spesso e volentieri si cela un forziere. Va da sé che quindi è utilissimo anche per racimolare le utilissime monete che servono ad acquistare l’equipaggiamento ma anche pozioni salute ed alcune che ci rendono immuni a determinati effetti negativi. Tante, infatti, le botteghe che tanto somigliano a quelle di Wonder Boy.

I vari stage sono in realtà segmenti dove sono piazzate anche delle fontane che rappresentano il checkpoint. Ad ogni morte verremo catapultati all’ultimo punto raggiunto che funge anche da salvataggio.

Ottimo il grado di sfida: mai frustrante ma in grado di offrire sempre maggiori stimoli per andare avanti. Anche le boss fight sono di alto livello ed alcune sono particolarmente meglio ispirate di altre. Anche qui, nelle prime tre ore (diciamo per non andare oltre), l’azione accompagna il giocatore nel suo cammino.

Colpisce, però, l’equilibrio della difficoltà che cresce sensibilmente senza esagerare anche se in qualche passaggio (ma guai se non fosse così) mette alla prova anche i più smaliziati. Del resto, accompagnare il nostro Jin non sarà una semplice passeggiata.

UNA GRAFICA CARTOONESCA DA URLO

Dal punto di vista tecnico ed artistico, Monster Boy and the Cursed Kingdom è un piccolo gioiello ed alcuni passaggi stupiscono per la bellezza.

La grafica ha uno stile cartoonesco da urlo.  Per davvero, sembra  a tratti di stare davanti ad un cartone animato giapponese. Troviamo così un 2d disegnato con dovizia di particolari che ci fa tanto tornare ai tempi in cui una grafica di questo genere rappresentava il sogno proibito di noi giocatori in erba e sbarbatelli visti i grandi limiti tecnici delle console e dei computer negli anni ’80 ed inizio anni ’90.

I personaggi sono molto curati ma le chicche sono disseminate ovunque regalando paesaggi da sogno dove il rammarico è, a volte, dover fare velocemente per evitare una saetta dal cielo o un attacco improvviso dei serpentelli. Altra chicca, ad esempio, il movimento dell’erba al nostro passaggio, o i soffioni che vengono sospinti dal vento. E potremmo continuare per molto tempo ma ci fermiamo qui anche per evitare anticipazioni.

Non manca la varietà degli scenari: troviamo di tutto: cittadelle, campagne, fogne, spiagge e così via. La qualità non cambia: è altissima sia che si tratti di ambientazioni al chiuso, sia che si tratta di location all’aperto o naturali. Da applausi. Così come le scene di intermezzo.

Anche le animazioni sono allo stato dell’arte. Sempre e comunque fluide anche nei momenti più concitati. Insomma, davvero bello.

Non mancano applausi alla colonna sonora veramente ampia e potente perché praticamente perfetta ad ogni singolo momento del gioco.

COMMENTO FINALE

Monster Boy and the Cursed Kingdom è un capolavoro. Senza se e senza ma. Qualunque versione sia, noi abbiamo provato l’edizione Steam, non lascerà delusi gli amanti dei platform vecchio stile ma con la marcia in più della modernità dovuta ad un aspetto tecnico ed artistico di grande pregio ed importanza.

Game Atelier ha realizzato un grandissimo gioco sotto tutti i punti di vista che ha pochissimi difetti (trama a parte ma che veramente lascia il tempo che trova in questo genere di giochi) e vanta tantissimi pregi.

Longevità, realizzazione artistica e tecnica, musiche, gameplay sempre al proprio posto e frizzante a tratti tra interessanti boss fight e passaggi segreti da scovare o da abilità da provare, sono ingredienti che ne fanno un gioco da avere, soprattutto se si è amanti della serie Wonder Boy.

Ovviamente, in ultimissima analisi, non è l’originalità il suo punto forte ma Monster Boy and the Cursed Kingdom è un gioco da avere che materializza i sogni degli appassionati di lungo corso di questo genere.

Pregi

Artisticamente immenso. Qualità tecnica di altissimo livello. Grafica a dir poco varia e deliziosa. Sonoro eccellente. Gameplay stimolante, vario e mai frustrante. Longevo.

Difetti

Ma proprio perché siamo cattivi, la trama che non sarebbe quasi necessaria, lascia il tempo che trova. E certo, non c'è molta originalità.

Voto

9+