Atelier Lulua: The Scion of Arland, Recensione

DannyDSC ha provato per noi il nuovo capitolo della serie JRPG

-

Nella nostra Penisola i giochi di ruolo giapponesi prodotti e distribuiti in saghe sono meno diffusi rispetto ad altri generi.
Negli ultimi anni però, c’è stato un lento ma crescente interesse verso questo fronte videoludico meno esplorato. Tralasciando i canonici Final Fantasy e gli accattivanti Tales of, la serie Atelier vanta un alto numero di titoli che ad ogni iterazione fanno il pieno di fan grazie ad un gameplay intuitivo e ad una grafica che, pur richiamando molto da vicino l’aspetto di un Anime come forme e come animazioni, risulta comunque molto ispirata, ricca di luce e colori ben bilanciati, tanto da spingerti a voler esplorare durante il corso dell’avventura.
Dopo l’interessante Nelke and the Legendary Alchemists: Ateliers of the New World, un misto tra city builder e jrpg, uscito in concomitanza con il ventennale della serie, Gust e Koei Tecmo hanno portato sulle nostre console Atelier Lulua: The Scion of Arland.

Uscito il 24 maggio scorso per Pc, Playstation 4, e Switch, questo nuovo capitolo è ambientato diversi anni dopo Atelier Meruru The Apprentice of Arland, e vede protagonista Elmerulia Fryxell, figlia della leggendaria Rorona Fryxell.

DannyDSC, ci parla di questo per noi questa recensione.

DAL PASSATO AD OGGI

La serie vanta un notevole parco titoli, tutti ispirati a mondi unici, ben caratterizzati, colorati e riconoscibili, un fanservice continuo e trame coinvolgenti.

Anche se le storie proposte seguono normalmente trame lineari, i risultati sono ottimi e le ambientazioni vengono sempre sfruttate al massimo.

Solitamente, ogni titolo ha poi dei sequel dedicati, filoni diretti di trama oppure avventure a parte con rimandi ai capitoli precedenti. È un’ottima linea d’azione, poiché riesce a mantenere la community sempre legata a doppio filo con i fatti accaduti in precedenza e, come già detto, la grafica in stile Anime risulta una scelta eccellente per il nuovo pubblico, perché risulta accattivante e stimola la curiosità nel voler provare questa nuova esperienza videoludica.

Questo è il quarto titolo della saga di Arland, sequel diretto di Atelier Meruru. Rorona, madre della protagonista che abbiamo aiutato nel precedente capitolo, la quale è impegnata in varie attività che le hanno precluso la gestione della propria bottega alchemica.

Lulua, rimasta nel villaggio con Piana a farle da insegnante, si è poi ritrovata a dover gestire “l’azienda” di famiglia. Ma la nostra avventura non sarà solo una mera ricerca di materiali e crediti per mantenere aperta l’attività, perché dovremo anche fare chiarezza su un antico tomo scoperto dalla nostra giovane protagonista l’Alchemyriddle.

La particolarità di questo libro è che si illuminerà ogni volta che Lulua sarà nei guai. Due pretesti piuttosto semplici ma perfettamente in linea con il contesto della serie.

Ogni Atelier solitamente porta in serbo un “significato” come base per la storia, ed in questo capitolo il fulcro sarà la discendenza, la ricerca delle proprie origini.

Per quanto riguarda il party di questo capitolo, ogni personaggio è discretamente ben caratterizzato, soprattutto quelli femminili.
Qualche frase sdolcinata, quei classici momenti in cui un personaggio si avvicina alla protagonista senza mai essere diretto, insomma quanto di più classico dei jrpg.

La storia e i personaggi che ci accompagneranno quindi, sono piuttosto leggeri ma tutto sommato piacevoli ed interessanti. Le scene di dialogo tra i personaggi poi, ci hanno ricordato da lontano alcune scenette tipiche dei Tales of, che ci hanno fatto sorridere.

GLI INGREDIENTI CI SONO TUTTI?

Trattandosi di un gioco della serie Atelier, uno dei suoi punti cardini, se non quello principale, è l’alchimia. Gestita attraverso la sintesi dei vari ingredienti, creeremo nuovi oggetti ed equipaggiamenti. Lulua, apprenderà le varie ricette dall’Alchemyriddle, oppure potrà acquistarle dai vari negozi.

Possiamo dirvi fin da subito che la quantità di ricette e oggetti che potremo creare sono davvero tantissimi, e avremo anche la possibilità di trasferire determinate caratteristiche da un oggetto ad un altro. Ogni elemento che useremo per la sintesi ha un’affinità con uno dei quattro elementi (Fuoco, Ghiaccio, Fulmine e Terra), più una serie di bonus come ad esempio i danni fisici prodotti da una bomba.

Scelti gli ingredienti e la loro quantità, potremo subito sintetizzare la ricetta che abbiamo acquisito. Il sistema di creazione è piuttosto facile ed intuitivo, quindi anche chi non è avvezzo con i canoni della serie si troverà a suo agio.

UN GIRO NEL MONDO DI ATELIER LULUA: THE SCION OF ARLAND

Al centro dell’esperienza, oltre l’alchimia, c’è l’esplorazione. Ed esplorare il mondo di Arland non è mai stato così bello. Questo capitolo è composto da una mappa del mondo di buone proporzioni, a sua volta suddivisa e ramificata in diverse macro aree dai biomi più disparati.

Le varie location di Atelier Lulua: The Scion of Arland sono molto varie e ben caratterizzate, e non saranno solo un esercizio per combattere nemici e trovare nuovi materiali per salire di livello con l’alchimia.

Oltre ad un ciclo giorno/notte ben strutturato (in alto a sinistra dell’HUD di gioco, troveremo una sorta di orologio, oltre ad un’icona riferita al tempo atmosferico. Lo scorrere delle varie ore è forse un pelo troppo veloce, ma tutto sommato il risultato è godibile), molte quest ci vedranno viaggiare da una parte all’altra, tutto il continente. Man mano che andremo avanti nella storia, nuove mappe verranno rese disponibili.

Ma un viaggio che si rispetti, non è privo di pericoli e i mostri sono sempre in agguato pronti a rovinarci la festa, magari durante una passeggiata in una foresta lussureggiante. 

Il combat system è a turni, con una barra in alto a sinistra che illustrerà l’ordine di attacco. Ogni personaggio potrà stare in difesa, usare un oggetto, usare un’abilità o un attacco semplice. Il combattimento è interamente in 3 dimensioni con due file di personaggi/nemici. I personaggi in prima linea, saranno quelli che attaccheranno, mentre quelli nelle retrovie svolgeranno un compito prettamente legato al supporto.

È bene precisare che sebbene il gioco sembri scherzare e volgere lo sguardo ad un gameplay piuttosto semplificato, andando avanti nella storia gli incontri si riveleranno talvolta delle vere e piccole sfide, pertanto sarà fondamentale scegliere un ordine di partenza in linea con le caratteristiche del party. Abbiamo poi gli “interrupt”, ossia delle azioni appannaggio dei soli alchimisti, che andranno letteralmente a bloccare l’esecuzione di azioni nemiche. Anche questa meccanica, non presente nei capitoli precedenti della serie, va a tentare di innovare di poco la formula, pur senza stravolgerla.

TECNICAMENTE PARLANDO

A livello tecnico, il gioco si difende sorprendentemente bene. Le varie aree di gioco, oltre ad essere nettamente diverse, godono di un buon level design, con effetti di luce nella media, ed una grafica accattivante a metà tra anime e le tre dimensioni.

A tratti, durante l’esplorazione, Atelier Lulua: The Scion of Arland ci è parso di essere davvero in un anime giapponese. Non arriviamo ai livelli di Vesperia Defenitive Edition, ed in realtà, la grafica è anche differente, ma le emozioni e le sensazioni ci si avvicinano, cosa rara di questi tempi.

Oltre alla buona realizzazione dei livelli, va dato credito anche allo sviluppo grafico dei personaggi del party, ricchi di particolari e ben realizzate, come anche le animazioni. Peccato la stessa cura non sia stata riservata ai vari npc “secondari” e ai nemici, un po’ anonimi. La colonna sonora, è divertente, incalzante, e orecchiabile, perfettamente in linea contesto con il gioco.

COMMENTO FINALE

Atelier Lulua: The Scion of Arland, è un capitolo molto ben sviluppato. Farà felici i fan della serie, siano essi maschietti o femminucce. Una buona realizzazione tecnica, una storia interessante, ed un gameplay rilassato ma anche impegnativo, fanno da contraltare ad una mancanza di vere innovazioni e al fatto che il gioco è chiaramente di nicchia, apprezzato quindi da quella parte d’utenza a cui piacciono i jrpg.

La realizzazione grafica è davvero di buon livello e ci ha stupito tanto per la varietà, quanto per la ricchezza di ogni area. Segnaliamo inoltre che il gioco è totalmente in inglese e doppiato in giapponese.

L’inglese utilizzato è piuttosto scolastico e semplice, ma ci rendiamo conto che potrebbe scoraggiare qualche giocatore indeciso. Nel complesso, secondo noi è il miglior capitolo della serie Arland, e vi invitiamo a prenderlo seriamente in considerazione. Se siete fan della serie invece, è un acquisto da fare praticamente ad occhi chiusi, non ne rimarrete affatto delusi.

Pregi

Graficamente accattivante. Una bella storia. Gameplay classico ma intuitivo.

Difetti

Peccato per la dimensione delle aree. Nessuna vera grossa novità.

Voto

8