Spyro: Reignited Trilogy, Recensione

Nel 1998 nasceva un mito del mondo dei videogiochi: un simpatico draghetto viola di nome Spyro! Siete pronti a riabbracciarlo?

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La prima PlayStation è stata certamente una delle console più importanti della storia dei videogiochi, e tra i mille motivi per cui fu tale c’è senz’altro quello di aver visto nascere personaggi che si sarebbero poi affermati definitivamente nel panorama videoludico mondiale, diventando talvolta perfino il simbolo di una generazione di console o di una piattaforma specifica.

E’ il caso di Spyro, il simpatico draghetto inventato da Insomniac Games ai tempi della prima PlayStation, diventato una vera e propria icona dei videogiochi degli anni ’90. Un personaggio amatissimo dal pubblico, che da anni sognava un suo ritorno da protagonista in qualche nuovo videogioco, e che adesso vede in un certo senso soddisfatto questo desiderio grazie a una raccolta, Spyro: Reignited Trilogy a firma di Activision e Toys For Bob.

Questa è vero che contiene i primi tre episodi della saga originale, ma in versioni così ben rifatte per la nuova generazione di console (e in futuro per Pc), da sembrare nuovi. Ma facciamo prima un passo indietro per rinfrescare la memoria dei nostri lettori.

C’ERA UNA VOLTA UN DRAGHETTO VIOLA… 

A circa la metà degli anni ’90,  negli studi di Insomniac Games, Ted Price e i suoi colleghi stavano discutendo su un nuovo progetto per la prima PlayStation, precisamente un platform 3d, visto che il genere sembrava andare forte su quella piattaforma. Il problema era però inventarsi un personaggio che poteva rivaleggiare coi mostri sacri del periodo, risultando subito simpatico al pubblico: Crash Bandicoot di Naughty Dog era uscito appena un anno prima ed era per esempio amatissimo dal pubblico.
Dopo varie bozze, il disegnatore Craig Stitt creò un draghetto verde dall’aspetto carino ma dall’espressione “furba”, carismatico a suo modo. Il soggetto  piacque subito al resto del team di sviluppo, compreso il direttore artistico del progetto, Charles Zembillas, ex Naughty Dog a cui alcuni storici attribuiscono invece il merito dell’idea.

Insomniac Games decise però di modificarne il colore in viola per evitare che il modello poligonale di quello che venne poi ribattezzato Spyro si confondesse con l’erba che ricopriva il terreno di varie aree del gioco, che il tecnico Alex Hasting immaginava grandi e con un ampio campo visivo.  Non a caso realizzò una nuova tecnologia per il rendering dei livelli di dettaglio che consentì al suo gruppo di ridurre il problema del “fogging” che limitava la visione dell’orizzonte nei giochi 3d dell’epoca.

Quando nel 1998 Spyro the Dragon raggiunse gli scaffali fu un vero e proprio trionfo, con 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il pubblico era rimasto ben impressionato da un comparto tecnico di primo livello, da mondi costituiti da zone ampie e spettacolari pieni di segreti da scoprire e vari potenziamenti che rendevano la progressione un po’ meno lineare rispetto ad altri titoli analoghi, e l’ottima giocabilità.

Il piccolo draghetto viola, insomma, aveva conquistato tutti, ragazzini e adulti: si, perché a dispetto delle apparenze, Spyro non era un gioco indirizzato soltanto ai più piccoli e per questo fu un enorme successo, diventando per molti giocatori una specie di mascotte della console Sony. Il franchise si sviluppò così a gran velocità e Insomniac di sequel ne realizzò due, uno all’anno: Spyro 2: Ripto’s Revenge nel 1999 e Spyro 3: Year of the Dragon nel 2000. Entrambi vennero accolti nuovamente bene da critica e pubblico: ma mentre il secondo episodio in linea di massima manteneva un forte legame col predecessore, il terzo Spyro, segnò anche l’addio degli Insomniac Games, seppe andare oltre, con una trama ancora più curata e una serie di personaggi secondari giocabili.

NON UN SEMPLICE RESTYLING 

In Spyro: Reignited Trilogy ritroviamo proprio questi tre episodi, “rifatti” per l’occasione da Toys for Bob: il primo gioco si trova già sul disco, gli altri due devono invece essere scaricati dallo store di PlayStation. La loro edizione non è dissimile da quanto visto in un altro progetto analogo, ovverosia Crash N. Sane Trilogy, con un totale restyling che ha riguardato soprattutto il comparto tecnologico (e non solo quello, come vedremo più avanti). Grazie all’utilizzo dell’Unreal Engine 4, infatti, i tre titoli godono di una grafica ricchissima di elementi, capace di restituire dei mondi da cartone animato tridimensionale fantasy, esaltati da una palette cromatica vivace e da un sistema di illuminazione che ne evidenzia ogni sfumatura.
Il tutto completato da una serie di riusciti effetti ambientali. Ma è soprattutto nei personaggi, anche in quelli secondari, che il team di sviluppo si è superato: Spyro è animato in maniera straordinaria, le sue movenze sono fluide in ogni momento, quando rotola, salta, incorna un nemico o plana lievemente dopo un volo. Allo stesso modo la figura del simpatico draghetto viola è stata ricostruita su un modello che riporta alla mente l’originale, ma che al contempo evidenzia dei tratti somatici più marcati e espressivi.

Lo stesso si può dire per le “spalle” di Spyro e per i nemici, particolarmente curati in ogni dettaglio, al punto che alcuni sembrano un po’ “diversi”  rispetto agli originali.

Attenzione però: il lavoro del team di sviluppo non si è limitato solo a migliorare gli elementi tecnologici dei tre titoli, ma ha riguardato anche altri aspetti come quelli relativi alla narrazione e alla giocabilità, nel tentativo riuscito di colmare quelle lacune che la tecnologia dell’epoca non era in grado di soddisfare.

Ecco quindi che alcuni personaggi, specie gli antagonisti principali, appaiono più definiti anche nella loro personalità, che le storie dei vari episodi risultano più “complete” e logiche nel loro sviluppo, pur mantenendosi ovviamente sul solco di quelle originali, e così via. Perfino gli scenari, al di là della migliore qualità estetica, hanno subito alcuni piccoli ritocchi tali da renderli un tantino meglio strutturati e di certo più vivi, così da garantire una maggiore interazione (emettendo fuoco l’erba si brucia lasciando il terreno spoglio e bruciacchiato, per esempio) e una  progressione nei livelli più fluida e naturale a 30fps. Insomma, Toys for Bob ha davvero svolto un ottimo lavoro rendendo la trilogia quasi un prodotto “nuovo” sotto diversi punti di vista, piuttosto che una mera “operazione nostalgia”.

Prova ne è che perfino i comandi sono stati rivisti, con una nuova mappatura dei controlli che se da un lato tiene conto del passato nella combinazione dei tasti per compiere delle mosse specifiche, dall’altro rende comunque più “maneggevole” Spyro grazie alla disposizione dei comandi.

Adesso, per esempio, si può richiamare tramite touchpad un menu con tutte le statistiche relative all’avventura che il giocatore sta vivendo, compresi i progressi e le sfide completate. C’è poi una mini mappa selezionabile, visibile in basso a sinistra dello schermo, utilissima per potersi orientare, ed è stato implementato il fast travel, per evitare di dover ripercorrere intere aree per tornare in certi livelli, che diventano invece raggiungibili in un attimo. Il risultato finale è una giocabilità ottima, che  nelle tre diverse avventure, simili ma allo stesso tempo diverse tra loro visto che con ogni capitolo evolve come gli originali, mantiene quindi lo stile di un tempo ma presenta quelle piccole quanto utilissime migliorie atte a renderla più fluida e “adatta” ai giorni nostri.

COMMENTO FINALE

Che siate dei “vecchi” e nostalgici videogiocatori desiderosi di rivivere certe emozioni passate o degli appassionati di platform avventurosi in terza persona dove esplorare enormi aree per accumulare gemme, “semplicemente” desiderosi di vivere un’esperienza estremamente divertente, allora non potete lasciarvi scappare Spyro: Reignited Trilogy.

Una trilogia godibile sotto tutti i punti di vista, ottimamente realizzata e dunque immancabile nella raccolta di ogni amante del genere

Pregi

Visivamente molto bello, definito e colorato. Ottima la giocabilità che mantiene lo stile di un tempo ma con alcune migliorie utili a renderla più adatta ai giorni nostri. Il fascino di Spyro.

Difetti

Qualche piccolo glitch, Chi non ha amato le meccaniche esplorative legate perlopiù ad accumulare gemme, non le apprezzerà neanche ora.

Voto

8,5