Broforce, Recensione Pc

-

Da quando se ne cominciò a parlare in modo più diffuso, Broforce è stato capace di attirare alta l’attenzione. Vuoi per l’accesso anticipato su Steam da aprile 2014, vuoi perché fin da subito trasudava retro da tutti i pori, il gioco, vuoi per un gameplay classico ma sempre vincente.

Ebbene, dopo un laborioso sviluppo da parte di Free Lives (con diversi aggiornamenti cruciali che hanno composto il quadro che andiamo a presentare, ndr), Devolver Digital ha pubblicato la versione “finale” per Pc Windows, Mac e Linux di quello che possiamo tranquillamente definire un platform-sparatutto in 2d a scorrimento all’antica in chiave ironica, in Pixel Art e molto, molto caciarona.
Publisher e sviluppatori, ma anche noi in diverse immagini, abbiamo definito il gioco come un omaggio sarcastico a quello che rappresentavano gli anni ’80 (ed anche inizio degli anni ’90) a livello televisivo e cinematografico.

Sono queste infatti le chiavi vincenti del gioco che strizza molto l’occhio agli appassionati più esperti grazie a meccaniche di gameplay classiche ma anche alle nuove leve per via della sua immediatezza. Nella nostra rapida recensione esamineremo il tutto confermando positivamente le nostre Prime Impressioni dello scorso anno.

BROFORCE, AMERICANITA’ DEMOCRATICA

Abbiamo sempre parlato di omaggio di tutto ciò che è americano. Il gioco, nato originariamente ad aprile 2012 nel corso della Ludum 23, parla di come si esporta la “democrazia”. Ci sono posti nel mondo dove questo principio è messo in discussione? Bene, l’America (anzi, gli Stati Uniti… d’America) ha il suo braccio armato per ristabilire il tutto e combattere i malvagi terroristi: il team BRO composto da 30 iconici protagonisti di film e telefilm anni ’80-’90 americani.

Cinema e televisione si intrecciano in un mix, è il caso di dire, esplosivo. Troviamo così i personaggi in Pixel Art ben dettagliati e riconoscibilissimi. Di Arnold Schwarzenegger troviamo, ad esempio Bronan the Brobarian (che poi sarebbe Conan il Barbaro), Brominator (Terminator), Brommando (Commando).

Immancabile Sylvester Stallone con Rambo (Rambro, già, non è un errore di battitura dislessica) e Dredd (Bro Dredd). Poteva Mancare Chuck Norris? No, e quindi ecco Walker Texas Renger (Brodel Walker) e James Braddock col nome quasi uguale (James Broddock). Troviamo anche Robocop (Brobocop), e personaggi ispirati a Predator, Jena Plissken, Indiana Jones, Ellen Ripley, l’Agente J, Beatrix Kiddo, MacGyver, Blade, P. A. Baracus e così via.

Ognuno di essi ha indissolubilmente le proprie caratteristiche. India Jones, o meglio, Indiana Brones, attacca con la frusta, MacGyver lancerà tacchini farciti di tritolo, Blade userà la sua spada, così come Conan e così via. Senza dimenticare le proprie mosse speciali (la classica superbomba che libera lo schermo da tutti i nemici e crea più confusione che mai).
Eroi immortali, eroi sovrannaturali capaci di diventare miti. Chi per la possanza fisica, chi per la furbizia, chi per il dinamismo, chi perché va a testa bassa e distrugge tutto ciò che si muove senza arrendersi mai pur di raggiungere il proprio obiettivo. Tutto ciò che serve per sgominare il terrorismo e vivere in un mondo democratico.

GAMEPLAY ESPLOSIVO DAL TIPICO SAPORE RETRO

Cosa sarebbe tutto cotanto cast (sia pure ispirato) senza un gameplay adeguato? Nulla. Per fortuna il lavoro di Free Live Games è encomiabile.

L’azione entra subito nel vivo e ci pone davanti dei livelli ampiamente distruttibili e nemici che devono essere abbattuti a suon di raffiche di mitra, laser, missili, bombe, candelotti di dinamite, colpi di spada, lanci di coltelli e tutto quello che può far male: anche l’alito di chi muove i personaggi può essere utile. Tutto in nome della democrazia democratica per esportare il modello americano. Scherzi a parte, l’azione è lineare e si apprezza la possibilità di ambienti che variano a seconda del nostro approccio in quanto distruttibili.

La parte platform viene rivitalizzata dal fatto che la troppa irruenza con il piombo può effettivamente rendere più difficile il raggiungimento di alcune zone dei livelli o può favorirne l’avvicinamento. Intendiamoci: è più uno sparatutto ma tant’è.

Bisogna stare attenti e non sparare all’impazzata anche perché lungo i livelli sono disseminati esplosivi, taniche di benzina e quant’altro che a contatto col fuoco, evidentemente, diventa una miscela letale non solo per i nemici ma anche per i propri Bro, che poi non sono altro che i nostri eroi.

Scopo del gioco è quello di liberare in tutti i livelli i prigionieri che non sono altri che alcuni componenti della Broforce. Alla liberazione dell’ostaggio viene aggiunta anche una vita che come in ogni titolo che si rispetti, non sono mai abbastanza.
La varietà sta nel fatto che liberato ogni ostaggio lo si utilizza. I Bro si sbloccano definitivamente al raggiungimento di alcuni risultati come ad esempio la liberazione di un certo numero di ostaggi.

Lo stile retro sta nel fatto che i proiettili sono illimitati, che i nostri Bro siano veri e propri eroi che però se colpiti cadono a terra e si dovrà iniziare il livello daccapo o dall’ultimo check-point sbloccato. La meccanica ricorda molto quella di Metal Slug, classico immortale di metà anni ’90, ma andando indietro nel tempo, tanti platform-shoot’em up alla Turrican tanto per scomodare un classico di fine anni ’80 ed inizio anni ’90 viene proposta.

A tratti sembra di giocare ai livelli platform-sparatutto di Batman The Movie o di The Intouchables. Il quid in più sta nella Pixel Art ma anche nella distruttibilità degli ambienti che dà più profondità al gameplay. Se infatti i riflessi possono essere allenati e ci si può abituare fin da subito ai ritmi elevati dei tantissimi livelli, stare attenti a dove si spara aggiunge profondità.
E’ anche possibile affrontare gli stage in modo diverso, in modo più pulito e meno devastante, tutto è permesso. Tutto è concesso come, ultimo esempio in questione, poter sparare in un posto per far crollare la zona circostante e far schiacciare i cattivoni senza ulteriori sforzi. Possiamo non solo saltare ma anche utilizzare porte, scale, cavi, passaggi segreti ed è possibile “scavare” il sottosuolo proprio per poter piazzarsi in posizione migliore.

Notiamo anche i tanti effetti splatter del gioco, mitigati dalla Pixel Art. Troviamo anche la modalità Arcade, un tutt’uno senza intermezzi legati alla trama (trama?) che accompagna la modalità Storia.

Ma il multiplayer è quello che fa questo gioco ancora più divertente perché se lo è da soli, giocare con altri tre amici diventa un’esperienza da fare.

Nondimeno, troviamo anche un editor per realizzare, giocare e condividere i propri stage personalizzati. Da notare che l’editor sia lo stesso usato dagli sviluppatori. Broforce supporta lo Steam Workshop. Insomma, a livello contenutistico e soprattutto per quanto riguarda la longevità, il titolo di Free Lives offre tanto.

PIXEL ART DETTAGLIATA, FISICA SUPERBA

Abbiamo già descritto ampiamente il gameplay ed i contenuti, adesso descriviamo la parte tecnica. Riparliamo della Pixel Art. Non è per niente facile realizzare un aspetto visivo “datato” e volutamente “meno definito”. E’ ancora più difficile donarlo di dettagli. Free Lives ha centrato il bersaglio.

Broforce è si in Pixel Art ma si toglie lo sfizio di offrire tante finezze e dettagli grafici. Esplosioni all’altezza che generano distruzione “verosimile” agli ambienti di gioco, distinzione netta dei materiali e vari effetti fisici, movimento della vegetazione scossa dalle deflagrazioni, effetti splatter sanguinolenti, paesaggi e scenari variegati e ben realizzati compongono un quadro lusinghiero. La fisica è superba e sorprende in un contesto 2d. Un lavoro fine. Ottimo il sonoro con brani che entrano subito nelle orecchie.

COMMENTO FINALE

Che Broforce fosse promettente lo avevamo capito fin da subito. E questa versione “finale” (siamo sicuri ci saranno ulteriori aggiornamenti anche a livello contenutistico), non fa che ampliare e confermare tutto quello che di buono avevamo trovato nelle nostre Prime Impressioni.

Chiunque abbia giocato a Metal Slug o ad altri sparatutto a scorrimento dell’epoca d’oro degli arcade può respirare un’aria familiare. E quasi ci si perde in questa familiarità. Pixel che esplodono per tutto lo schermo e la possibilità di giocare in compagnia con altri tre amici sia in locale che online per scorribande devastanti fanno il resto.

Broforce unisce gli eroi stereotipati degli anni ’80-’90 che rappresentano l’infanzia e la gioventù di molti videogiocatori di oggi, e lo fa con apparenza “ignoranza”. E’ invece un prodotto più raffinato di quello che vuol far credere anche se non c’è nulla di nuovo all’orizzonte sotto l’aspetto innovativo. Poco male aggiungiamo noi. Il gameplay rappresenta una valida sfida e l’editor di livelli è una delle ciliegine sulla torta. E’ quello che negli anni ’80 avremmo desiderato giocare.


Pregi

Immediato. Organizzato in modo caotico. Ben realizzato tecnicamente. Vario. Ottima sfida. Presenze di multiplayer (sia locale che online) ed editor di livelli. Gameplay esplosivo ma anche "ragionato".

Difetti

Se non amate gli sparatutto a scorrimento lasciatelo perdere.

Voto

9+