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Life Is Strange: Episodio Tre, Recensione Xbox One

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Anche quando il caldo si fa insopportabile, troviamo il tempo per parlarvi di alcune delle più interessanti uscite videoludiche del periodo, nello specifico oggi continueremo la nostra analisi sulla serie episodica Life is Strange, recentemente interessata dal rilascio del terzo capitolo: Chaos Theory.
Partiamo subito col dire che, a differenza dei primi due scorci di storia, lo sviluppatore ha deciso di dare un segnale forte, scombussolando gran parte delle vicende, che potrebbero così aprire a nuovi, interessanti sviluppi futuri.

Ma procediamo con ordine, ecco quello che ne pensiamo nel dettaglio. Piccola premessa: come al solito, abbiamo evitato di fare spoiler riguardanti la trama, colonna portante dell’intera esperienza di gioco.

UN SEGNALE FORTE PER RISVEGLIARE L’ENTUSIASMO ASSOPITO?

Ci aspettavamo forse di più da questa serie, partita a razzo – seppur scarna di contenuti nell’episodio pilota – e pian piano entrata in una sorta di vortice che l’ha fatta diventare intrigante soltanto in brevi spezzoni di gioco, intervallati da fasi troppo lente, poco interessanti perfino per chi, le teen drama, le adora quasi alla follia.
Non è così diverso col terzo episodio, che si concede qualche piccola novità in termini di location, aggiungendo il minimo essenziale ad una trama sempre più diluita. Essendo ormai arrivati a metà della stagione, possiamo dire che le ottime impressioni iniziali dell’episodio uno sono state in parte mitigate da un senso di leggerezza e superficialità che non ci saremmo aspettati.

Personaggi intriganti, un ambiente difficile, teenager scalmanati, e una cittadina adorabile ma con tanti segreti: in ‘Chrysalis’ emergeva il setting ideale per un’opera di questa importanza, e ne parlammo a fondo, esplicitando come tutto ciò – se incastrato e presentato nella maniera opportuna – avrebbe portato Life is Strange a primeggiare sulle dirette concorrenti.
Ad oggi tutto questo ancora manca, perché sono pochi i personaggi introdotti, sono ancora troppo poche le location mostrate, e quel senso iniziale di grandezza ora è tutt’altro, ossia un’idea che forse meritava una gestazione più lunga, fasi di sviluppo più attente e meno frettolose.

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A sostegno della nostra tesi, la durata di ogni episodio (siamo sull’ordine delle due ore a episodio ormai, Ndr), via via sempre minore, le fasi di gioco sempre meno intriganti, salvo sporadici frangenti, i troppi aspetti lasciati in sospeso in attesa del prossimo, sempre lontano nuovo episodio, che stanno frammentando oltremodo la storia di Max, che poi è anche un po’ la nostra storia considerando le scelte alle quali non possiamo proprio rinunciare.
E qui viene il bello, perché in Chaos Theory, o meglio nel suo finale, tutto viene stravolto, catapultati in una linea temporale diversa, in uno spaccato di vita opposto a quello mostratoci fin dagli esordi, con tutte le conseguenze del caso. Innanzitutto, si tratta di un semplice pretesto per allungare la minestra?

Probabile. Oppure, lo sviluppatore così facendo cerca di fornirci un valido motivo per continuare a sostenere la loro causa, quindi a giocare la loro applicazione? La prima non esclude la seconda, e viceversa, fatto sta che uno stravolgimento così inaspettato porta anche a tutt’una serie di riflessioni piuttosto interessanti: con uno scorcio temporale ed eventi del tutto diversi da quelli vissuti per quasi tre episodi, che fine faranno le nostre scelte? Per tale motivo, più d’ogni altro, riteniamo che nel prossimo episodio si assista ad un dietrofront, ma non prima che alcuni aspetti vengano a galla, nei panni di una Max forse più trasgressiva e meno “immatura” di quella presentataci in fase di lancio.

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Persistono, ahinoi, anche tutti gli altri quesiti, che ormai ci assillano più che accompagnarci durante le fasi gameplay. Come quello riguardante Rachel, la ragazzina scomparsa di cui si fa solo un gran parlare, dal primo episodio, per la quale non c’è ancora uno straccio di prova, di evidenza, di interesse da parte degli sviluppatori nel fornire dettagli succosi utili a stimolare la curiosità innata dell’essere umano.
Non sappiamo come potranno evolversi le vicende, fatto sta che da questo punto di vista Dontnod Entertainment non fa una bella figura: troppo dispersivo, e a volte al limite del futile, l’avanzamento del racconto, che si spinge in avanti con fatica grazie a sporadici colpi di scena, piuttosto che con una stesura omogenea, ricca di dettagli e particolari, eppur piena zeppa di momenti morti o di collegamento tra situazioni più o meno paradossali.

QUALCOSA NON TORNA

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È così che, una delle serie episodiche più esposte di sempre, suscita perdita d’interesse al suo acquirente.
Sia chiaro, probabilmente non a quello che ha basse pretese e apprezzerebbe anche un videogioco pieno di nonsense se poi a salvare il salvabile comparissero dei finali cliffhanger, ma di certo al videogiocatore più navigato e abituato a canovacci dettagliati, a fasi di gioco sempre sul filo del rasoio, come alcuni spezzoni che hanno elevato la tensione per le gesta di Max e soci; purtroppo, l’impressione generale è quella che gli sviluppatori stiano risparmiando i fuochi d’artificio per il finale, sperando non deludano…

Vi lasciamo spendendo qualche parola a riguardo dei comparti tecnici, allo stesso status qualitativo dei precedenti capitoli. Graficamente si notano le mancanze dovute a un budget tutt’altro che sostanzioso, ma l’uso dei colori e delle location carine rimediano come possono; meglio, anzi molto meglio, la controparte sonora, caratterizzata dal solito, ottimo doppiaggio in inglese e tracce audio davvero immersive, legate a momenti di gioco più importanti o rilassanti di altri.

COMMENTO FINALE

Il terzo episodio di Life is Strange segue la falsariga dei precedenti, prima di sconvolgere tutto con un finale inaspettato e che apre a risvolti fino a poco prima inaspettati. Ahinoi, le domande a riguardo sono fin troppe, toccherà quindi al team di sviluppo saper gestire l’enorme quantità di carne al fuoco che hanno gettato in questo finale, per dare al giocatore quel qualcosa in più sopratutto in termini di contenuti, abbastanza risicati al momento, che costringono a lunghe attese in cambio di piccoli particolari intervallati da pause piuttosto marcate, a livello di dialoghi e sceneggiatura.

PREGI: Comparto audio. Trama interessante, anche grazie ai nuovi risvolti…

DIFETTI: … Da vedere, però, come si integrerà il secondo percorso temporale nei futuri episodi. Il rapporto durata episodio/attesa, inizia a diventare piuttosto basso.

VOTO: 7/10

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