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Little Briar Rose, conosciamo gli autori

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Non è una vera e propria intervista ma questo post è frutto di uno scambio di e-mail avvenuto ieri con gli autori di Little Briar Rose.

Torniamo a parlare, infatti, della piccola ed interessante avventura made in Italy sviluppata da alcuni ragazzi che si fanno chiamare Elf Games. Abbiamo ammirato il comparto grafico di questo piccolo gioco, candidato allIndie Game Maker Contest 2014, una competizione che ha concesso un mese di tempo per la realizzazione di giugno partita i primi di giugno. Maggiori dettagli sul contest a questo indirizzo.

Conosciamo così Piero Dotti, 23 anni e Fabiola Allegrone, 28. Il primo si è occupato della programmazione, la seconda ha realizzato la grafica che, come abbiamo già accennato, ha tanto colpito chi ha provato il gioco.

“Si può dire che io ho curato la programmazione e Fabiola la grafica, ma lavoriamo a strettissimo contatto e si può dire che facciamo entrambi un po’ di tutto – dice Piero Dotti – comunque, i principali meriti per l’impatto grafico si devono a Fabiola, che ha dato il meglio di sé”.

E veniamo a sapere di altri dettagli dietro la realizzazione del gioco:

“La traduzione del gioco l’abbiamo affidata ad un amico, Stefano Zambrano, che (non so come ci sia riuscito) ha fatto tutto in 3 giorni. Nonostante le critiche sulle traduzioni, io l’ho trovata ottima, non tanto a livello di dettagli (che sicuramente gli sono sfuggiti), quanto perché è riuscito a cogliere esattamente cosa volevamo dire”.

Le musiche dell’avventura sono state realizzate da un altro loro amico e da un autore indipendente, polacco Doxent Zsigmound che ha pubblicato sotto licenza Creative Commons l’album Journey dal quale è stata tratta l’omonima traccia che accompagna i giocatori durante l’esplorazione:

“Per le musiche, invece, quella dell’introduzione è opera di un amico, Francesco Percassi, quella di esplorazione e quella del titoli invece sono due canzoni Creative Commons di Doxent Zsigmound”.

Realizzare il gioco in un mese è stata probabilmente la sfida più grande:

“Il gioco è stato completato in un mesetto, abbiamo iniziato a pensarlo agli inizi di giugno e abbiamo consegnato la notte del 29. È stato un lavoraccio, in quanto io lavoro e finisco gli studi in ingegneria informatica, Fabiola, invece, fa grafica per un’azienda che produce videogame per smartphone. Ogni momento libero in questo mese è stato dedicato a tentare di finirlo e, a dire la verità, avremmo voluto fare molto di più”.

Un’ora di tempo. Tanto è la longevità di Little Briar Rose ma è anche il tempo imposto dagli organizzatori dell’Indie Game Maker Contest 2014. E chiacchierando abbiamo anche saputo che non è il loro primo progetto, benché sia effettivamente quello che stia avendo una maggiore risposta:

“Che altro dire… non è il nostro primo progetto, ma è il primo che ottiene questa risposta. Un lavoro precedente è stata un’altra trasposizione di una fiaba, Il Pifferaio di Hamelin”.

E sul futuro? Beh, rispondiamo noi. In sostanza non hanno ancora nulla che bolla in pentola anche se probabilmente non dispiacerebbe loro la reinterpretazione di una nuova fiaba. Se ne saprà di più dopo il contest.

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