Broken Sword 5: The Serpent’s Curse, Recensione Pc

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Revolution Software è tornata, grazie a Kickstarter, ad occuparsi della sua serie videoludica principe: Broken Sword, amata da molti fan di tutto il mondo.

Tra la fine dell’anno scorso e metà aprile, lo studio con base a York (Inghilterra) ha ultimato lo sviluppo in due parti il quinto episodio della saga di avventure grafiche punta e clicca chiamato Broken Sword 5: The Serpent’s Curse nato grazie all’interesse di oltre 14.000 appassionati che nel settembre del 2012 finanziarono il progetto con oltre 700.000 dollari.

La campagna invero fu un successo visto che Revolution Software capitanata da Charles Cecil chiedeva 400.000 dollari per realizzare il gioco base. I soldi supplementari sono stati investiti per ampliare e migliorare il titolo.

Ritroviamo così, a distanza di 7 anni da L’Angelo della Morte, George Stobbart che a sua volta rincontra Nicole Collard. Entrambi saranno impegnati ad indagare in un contesto molto articolato per far luce su alcuni misteri che purtroppo sono causa di diversi omicidi.

Un’avventura nuova avventura investigativa, dunque, per l’avvocato più scapestrato del mondo videoludico (ma forse affideremmo qualche nostra causa probabilmente perché comunque più onesto di molti suoi colleghi) e per la giornalista più fascinosa ed audace di Parigi.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione del gioco intero ricordandovi che la prima parte ha fatto il suo esordio su Steam per Pc Windows, Mac e Linux nel dicembre dello scorso anno e chi la acquistata ha anche fatto propria la seconda parte pubblicata a metà aprile e resa disponibile agli acquirenti della prima parte con un grande aggiornamento.

Il titolo, lo ricordiamo, è disponibile anche per PlayStation Vita e dispositivi iOS ed Android.

UN ACCENNO ALLA TRAMA

E’ doveroso parlare della trama del gioco, ancor più di quando si tratta di un’avventura grafica punta e clicca che si basa fondamentalmente sulla storia.

Senza esagerare troppo, ovviamente, diciamo che l’avventura parte a Parigi dove George è incaricato di assicurare una mostra d’arte. Purtroppo una rapina nella galleria, sede dell’evento, scaturisce nel sangue: ne fa le spese il proprietario dell’attività, tale Henri, e subito il nostro biondo protagonista, suo malgrado, comincia a svolgere le sue indagini affiancato, manco a dirlo, dalla bella Nicole Collard.

Inizia così un viaggio investigativo ed avventuroso che porterà i due ad essere ancora una volta fianco a fianco, complici, per svelare la verità che si cela dietro quel primo fatto che abbiamo accennato.

Da Parigi a Londra, andata e ritorno per poi in Spagna ma anche località esotiche come Iraq ed un’altra che per ovvi motivi non anticipiamo, per un quadro apparentemente di poco valore, intitolato la Maledicciò che chi avrà giocato a Broken Sword 5 cela una storia ben più oscura, ampia e delicata del semplice furto con un’organizzazione segreta pronta a tutto per avere il dipinto e decifrarne i suoi messaggi che potrebbero essere molto pericolosi addirittura per l’intera umanità. Misteri esoterici, credenze agnostiche e riferimenti religiosi fanno da sfondo alla storia con personaggi enigmatici, potenti e fedeli a diversi cliché (il magnate russo senza scrupoli che ricorda tanto Putin) ed altro.

GRAFICA BELLA, DOPPIAGGIO BUONO…

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Il comparto tecnico di Broken Sword 5 è davvero buono. Le ambientazioni sono molto dettagliate e realizzate mediamente molto bene. Lo stile grafico in 2d è apprezzabile visto che si noterà un notevole impegno artistico.

Certo, ci sono ambientazioni più interessanti delle altre ma il lavoro nel complesso rende piuttosto bene.

Andiamo ai personaggi che sono realizzati in 3d utilizzando in modo sapiente la tecnica del Cell Shading. I dettagli anche nei vari personaggi del gioco riescono ad essere validi e benché, lo ammettiamo, avessimo preferito la classica rappresentazione dei protagonisti in 2d, che il risultato è gradevole.

Le animazioni, salvo qualche lieve incertezza, sono fluide e credibili ed in alcune scene (anche di intermezzo) si lasciano apprezzare. Revolution Software è riuscita, nonostante il correre dei tempi e l’utilizzo del 3d, a rimanere piuttosto ancorata a buonissimi canoni qualitativi…
… soprattutto se parliamo dei due protagonisti. Certo, anche gli altri comprimari fanno la loro parte ma lo sforzo maggiore è stato evidentemente riservato per ogni ritocco al “dinamico” duo George-Nicole (o Nico se preferite).

Altro dettaglio da non sottovalutare è il numero di location e la loro varietà. Possiamo affermare che il quinto Broken Sword può soddisfare chi ha voglia di trovarsi in diversi ambienti (e situazioni). I tratti dei disegni sono delicati. A volte spettacolari (Parigi è davvero incantevole), a volte un po’ meno.

Andiamo al comparto sonoro. C’è da sottolineare come il gioco sia doppiato in diverse lingue ed in italiano alcune voci risuoneranno familiari ed altre, purtroppo no.
Ritroviamo George ancora una volta doppiato da Claudio Beccari, ma la suadente Nico questa volta (probabilmente a causa della suddivisione in due parti del gioco che ha evidentemente reso difficili alcune operazioni) non è doppiata da Elda Oliveri ma da Francesca Perilli. Questo, tuttavia, non ha fatto perdere il leggero “ascento franscese” alla freelance.

I risultati, anche qui, sono piuttosto validi con tono e verve credibili. Non mancheranno altre conoscenze come l’inossidabile Pietro Ubaldi. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora capace, pur non essendo memorabile, di svolgere adeguatamente il proprio compito accompagnando il giocatore ed avvertendolo anche se si è vicini alla soluzione di un enigma.

L’interfaccia a scomparsa è pratica così come l’inventario e le varie icone per compiere le nostre azioni. In questo il giocatore non avrà difficoltà alcuna ad interagire con ambiente, oggetti e persone.

GAMEPLAY BILANCIATO ED ESTREMAMENTE CLASSICO

Parliamo di un’avventura grafica punta e clicca dai canoni piuttosto classici e con una struttura tutto sommato lineare. Per alcuni tratti ci si potrà alternare nella guida dei due protagonisti, ma dal punto di vista del gameplay ci troviamo ad un approccio già visto.
Gli enigmi sono legati sia all’utilizzo di oggetti raccolti che agli ambienti mentre è possibile interloquire con gli altri personaggi. Il tutto nello stile di Broken Sword. Non c’è molto spazio per la divagazione ragion per cui i dialoghi saranno incentrati su quello che serve alle indagini.

Tornando a parlare di enigmi, molti sono divertenti ed intuitivi anche se come in tante altre avventure grafiche basterà un selvaggio prova e riprova per ottenere i risultati desiderati. Esiste anche la possibilità di ricevere degli aiuti dal gioco come ormai accade nella maggior parte delle avventure moderne.
I più smaliziati potranno comunque disattivare questi aiutini anche perché difficilmente ci si incarterà durante il proprio cammino perché il tutto risulta essere molto bilanciato fin dall’inizio delle nostre peripezie fino alle parti più concitate verso la fine.

I dialoghi risultano avere anche note divertenti, anche se per lo più guidati. Il sergente Mou o l’ispettore Navel incarnano alla perfezione i poliziotti protagonisti di tante barzellette.

Ci sentiamo di dire che il tutto decolla definitivamente nella seconda parte, dove già dall’inizio, in Catalogna (accolti in maniera trionfalistica da qualcuno che vuol fare la pelle ai due protagonisti), ci si concentra molto sugli enigmi che sveleranno pezzi importanti di storia che diventa sempre più appassionante.

Purtroppo, però, bisogna dirlo, manca quel quid magico in più anche se la regia è sapiente e considerando che si tratta di un quinto capitolo di una saga, possiamo affermare che Revolution abbia fatto il suo lavoro per bene riuscendo a risolvere anche alcune mancanze tecniche viste immediatamente dopo la pubblicazione della prima parte. Il lavoro si supporto si è visto.
Importante anche la longevità che si attesta complessivamente attorno alle 15 ore. Ma questo dato è comunque una nostra stima: gli aiuti possono abbattere ulteriormente questa durata e farla scendere a 10 ore. L’avventura potrebbe durare di più delle sovracitate 15 ore se affronteremo il tutto con flemma, ascoltando ogni dialogo e non accettando aiuto alcuno dal gioco.

CONCLUSIONI

Il quinto episodio della serie Broken Sword è frutto dei tempi. Realizzato grazie al contributo del pubblico e suddiviso in due parti, Broken Sword 5: The Serpent’s Curse riesce a farsi apprezzare dagli appassionati dei punta e clicca che chiedevano un nuovo titolo della saga ideata da Charles Cecill.

Non tutti, però, saranno soddisfatti appieno. Sarà probabilmente per la trama lineare che, per quanto interessante e per quanto riesca oggettivamente ad incuriosire, non offre particolari colpi di scena e propone enigmi altalenanti (alcuni oggettivamente graziosi, altri un po’ meno). Revolution Software non ha rischiato ed ha mantenuto fedele il suo stile pur proponendo dal punto di vista tecnico la novità dei personaggi in 3d.

Tecnicamente il gioco si fa notare per essere sopra la qualità media di molte avventure. Manca, però, qua e la, come accennavamo, quel quid magico. Se in alcuni tratti, l’atmosfera di Broken Sword e l’essenza delle avventure grafiche sono ben incarnate; in altri frangenti rimaniamo indifferenti. La prima parte è lentuccia, molto narrativa; la seconda è compressa a più pimpante. In definitiva, però, Broken Sword si lascia apprezzare ed è un titolo adatto a tutti, anche ai neofiti del genere punta e clicca.

A tratti, infine, evoca i fasti della saga anche se gli appassionati, probabilmente rimpiangeranno qualche capitolo precedente.

 

Pregi

Comparto tecnico valido. Struttura classica e solida. Ambienti vari. Grafica ed animazioni generalmente di alto livello. Doppiaggio (anche in italiano) e dialoghi buoni. Trama interessante...

Difetti

… ma con alti e bassi sia per gli enigmi sia per le situazioni. Alcune location avrebbero avuto bisogno di più ritocchi. In alcuni casi manca di originalità.

Voto

8