Quattordicesimo giorno di caos sul PlayStation Network che rimane offline. Sony, incalzata dalle autorità sui vari problemi di sicurezza relativi al possibile e potenziale furto dei dati delle carte di credito degli utenti, ha accusato il gruppo di hacker Anonymous.
Quest’ultimi si sono nuovamente estraniati (lo avevano già fatto con un video giorni fa, all’inizio della querelle) sia dall’attacco che ha costretto Sony a “spegnere” i server, sia dall’accesso alle carte di credito.
Proprio su quest’ultimo punto, il più scabroso per entrambe le parti (Sony ed Anonymous), i pirati spiegano che questo comportamento non rientrerebbe nello stile della comunità.
Secondo Anonymous inoltre, in caso di “onesta indagine” sul furto dei numeri delle carte, non ci saranno dubbi che il gruppo possa essere scagionato:
“Nonostante siamo un gruppo distribuito e decentralizzato – spiegano da Anonymous – la nostra ‘leadership’ non perdona il furto delle carte di credito. Siamo preoccupati dall’erosione della privacy e dell’uso corretto, la diffusione del feudalismo corporativo, l’abuso di potere e le giustificazioni di capi e leader che si credono immuni personalmente e finanziariamente per le azioni che compiono nel nome delle corporazioni e del pubblico ufficio”.
Dal canto suo, la multinazionale, continua ad accusare il gruppo forte anche del fatto di aver trovato un file all’interno dei server con la “firma” dell’atto criminale con la frase “We are the Legion” (Noi siamo la Legione, ndr), motto di Anonymous.