Editoriale

Cinema e musica promuovono ad arte il videogioco

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Ha ragione il nostro carissimo amico Aurenar. Ha ragione da vendere. Lui le sue ragioni le scrive su un blog Ladecimaarte.wordpress.com e scrive che il videogioco è, appunto, la decima arte.
Sicuramente non è un visionario. Lo dimostrano i risultati di vendite (e di incassi) dei videogiochi ma anche gli attestati di stima verso questa forma di intrattenimento che sarebbe giusto promuovere ufficialmente ad arte.


Gli intrecci sono molteplici, dal doppiaggio alle colonne sonore, alle scene animate a molto altro ancora. Ma questa è l’evoluzione di quelli che  un tempo erano i vari Pac-Man, BurgerTime, Space Invaders e Pole Position, solo per citare qualche pietra miliare. Poi i giochi sui film ed ogni tanto i film basati sui giochi. Fino ad arrivare ad oggi.
E’ di pochi giorni infatti la notizia che i Grammy, gli Oscar della Musica, hanno aperto definitivamente ai videogiochi offrendo alcune categorie specifiche. C’è da dire che la colonna sonora di Civilization IV ha vinto il premio di quest’anno e quindi una grande spinta è stata data da questo evento.
E questo per la musica. Il cinema che da tempo strizza l’occhio a questo mondo ha dato il suo tributo al Tribeca Film Festival dove L. A. Noire, prossimo gioco di Rockerstar games realizzato da Team Bondi, è ospite gradito della manifestazione newyorkese. Perché non pensarci? Perché non promuovere il Videogioco a decima arte?
Musica e Cinema stanno aprendo ma non bisogna dimenticare che prodotti come Assassin’s Creed Brotherood riescono ad alimentare anche delle mostre, come è successo nel gennaio scorso a Genova dove gli Artwork del titolo Ubisoft sono stati protagonisti assoluti anche di incontri con studenti, contest e dibattiti sull’arte dei e nei videogiochi.
Tacimente, quindi, è tutto pronto per l’ufficializzazione ma perché ancora si tarda questo riconoscimento?

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3 commenti su “Cinema e musica promuovono ad arte il videogioco”

  1. Naturalmente concordo su tutto, il tuo pensiero è molto equilibrato.

    Sono convinto della bontà del medium e del suo essere arte al pari di cinema e musica, ma dobbiamo anche tenere conto cosa comporta questo status. Uno status che diventa inevitabilmente mainstream, con tutto quello che comporta lo sdoganamento di un prodotto di nicchia verso la massa. E cioè che sempre inevitabilmente avremo una netta preponderanza di prodotti scadenti rispetto a quelli validi. Come avviene per il cinema appunto, e per la musica.

    Insomma, prepariamoci (anche se ne vediamo già da ora un minimo accenno, prendo ad esempio la serie Call Of Duty che sforna un prodotto all’anno e di bassa qualità).

  2. Grazie infine Edo, per la citazione e il link!! 🙂

    Ma bisogna ammettere che anche tu hai ragione da vendere: prima i Grammy, poi i festival del cinema…vien voglia di chiedere a politici e perbenisti “volete ancora definirli giochini per bambini” e “perdita di tempo”?

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