Un viaggio in solitario in un’isola deserta nel disperato tentativo di trovare una via di uscita prima che la frustrazione aumenti sempre di più. Rhem 4: I frammenti dorati si potrebbe sintetizzare così. Il quarto appuntamento della serie ideata da Knut Mueller nel 2.002 non si discosta troppo dai capitoli precedenti.
Un’avventura grafica punta e clicca in prima persona vecchio stile in cui però l’acume ed il colpo d’occhio saranno necessari per andare avanti.
LA LOGICA E’ LA VERA CHIAVE DEL SUCCESSO
Non vi sono dubbi: Rhem 4 è incentrato sulla logica. Il nostro alter ego continua ad essere prigioniero sull’isola di Rhem e ci accorgeremo della desolazione di questo luogo, abbandonato. Le nostre deduzioni saranno l’unica vera arma per andare avanti e trovare la strada di casa.
La trama riprende dalla conclusione del terzo capitolo: saremo prigionieri con Kale e suo fratello Zetais. L’unico anello di congiunzione un frammento di cristallo nero che può sbloccare una nuova parte dell’isola svelando un sistema di trasporto segreto che permetterà la fuga. In Rhem 4 dovremo ritrovare una chiave formata da nove frammenti dorati in grado di aprire una nuova via d’uscita.

QUEI PUZZLE CERVELLOTICI
La dinamica è dettata dalla miriade di puzzle da risolvere. Alcuni saranno relativamente semplici. Altri cervellotici e assolutamente inadatti a chi non è avvezzo ai ragionamenti troppo arzigogolati. Ricapitoliamo: per andare avanti, prima che la frustrazione avanzi, bisogna avere logica, pazienza, tenacia, colpo d’occhio e memoria. Al limite, a sopperire a quest’ultima dote, si può ovviare con carta e penna. Già, proprio così.
Per risolvere alcuni puzzle bisognerà usare alcuni oggetti nell’inventario mentre per altri si dovranno manipolare i macchinari ma spesso e volentieri questo non sarà sufficiente e si dovrà girovagare nell’angusta isola-prigione.
TECNICAMENTE ANONIMO
Grafica e sonoro sono probabilmente il punto debole della produzione. E’ vero: l’abito non fa il monaco, ma qui le vesti sono davvero ristrette. Il comparto visivo è molto datato e cose più belle sono state viste sui 486 e sugli Amiga.
Numerose immagini statiche dai colori scialbi, con pochissime animazioni cicliche, formano la grafica con un interfaccia essenziale ma efficace ed un cursore che cambia forma a seconda le azioni possibili (cambi di direzione, raccolta di oggetti, interazione con macchinari ed altro).
Vedremo Rhem come un insediamento disabitato, formato da cunicoli, grotte, stanze fredde e tubi arrugginiti nei quali cercheremo gli indizi ed i segnali per far luce sugli enigmi.
I contatti con Kales avverranno sempre tramite comunicatore. Il sonoro, per quanto sia ordinario fa il suo dovere: buono il doppiaggio localizzato in italiano, tedesco ed inglese, mentre gli effetti sonori sono anonimi. Le musiche sono limitate ed aggiungono senso di smarrimento.
CONCLUSIONI
Bisogna dirlo: non è facile giocare a Rhem 4, il quarto capitolo di una serie di nicchia che però ha avuto il merito di raccogliere in 7 anni un discreto numero di estimatori. Tuttavia, a meno che non si siano apprezzati, i primi tre capitoli e non si abbia una predisposizione per la logica sarebbe meglio lasciar perdere Rhem 4.
L’ultima fatica di Knut Mueller, però ha il grande merito di avvolgere il giocatore e di trasmettere emozioni. Non sono emozioni positive, ma questo è senza dubbio voluto dalla trama. Tornare a casa sarà una necessità non solo del protagonista ma anche del giocatore che si immedesima in questo alter ego così disgraziato. In questo senso, Rhem 4 fa il suo dovere, ma occhio: uomo avvisato…
PRO
Tanti enigmi che faranno la gioia degli appassionati. Rhem 4 non si discosta dai capitoli passati. Atmosfera cupa ben riprodotta.
CONTRO
Troppo difficile. Frustrante. Tecnicamente datato ed anonimo. Adatto ai soli appassionati.
VOTO: 6,5
SCHEDA
Genere: Avventura
Sviluppatore: Knut Mueller
Pubblicato da: Adventure Production
Distributore: Blue Label Entertainment
Data di rilascio: 8 ottobre 2010
REQUISITI: Windows XP/Vista/7 – Processore 1 GHz – RAM 128 MB – 700 MB liberi su disco