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Dead Rising 4, Recensione Xbox One

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Gli zombi sono ormai da anni tra i mostri più utilizzati nel mondo dell’intrattenimento elettronico. I morti viventi sono stati e sono tutt’ora protagonisti assoluti, in vari modi, delle vicende narrate nelle storie di parecchi videogiochi, anche se per certi versi il loro incedere barcollante alla ricerca di carne umana da divorare resta legato in particolare a Capcom, non fosse altro per il fatto che l’azienda giapponesi li ha resi per anni protagonisti della sua saga Resident Evil, e dopo di quella più recente chiamata Dead Rising. Proprio del quarto capitolo di questa serie, esclusivo per Xbox One, parliamo in questa recensione.

Protagonista dell’avventura è nuovamente il reporter Frank West che, sedici anni dopo gli eventi che hanno fatto da sfondo al primo Dead Rising, torna suo malgrado nella cittadina del Colorado dove tutto ha avuto inizio e dove ha sede la base militare di Willamette, al cui interno l’esercito e il governo stanno svolgendo dei terribili esperimenti sugli zombi. A trascinarlo letteralmente sul posto è una delle allieve del corso di giornalismo in cui Frank insegna, desiderosa di svelare al mondo quanto sta accadendo nell’area.
Ben presto la situazione però degenera e il giornalista si ritrova nuovamente catapultato in un incubo senza fine contro migliaia di morti viventi, decine di soldati e nugoli di psicopatici che infestano la cittadina e un nuovo centro commerciale. Come potete intuire da queste poche righe, ancora una volta non è la trama il punto forte del gioco, di cui semmai fa da contorno e diventa il pretesto per giustificare la presenza di certi personaggi o per motivarne le azioni.

INFERNO A WILLAMETTE

Dead Rising 4 ripropone ovviamente le vecchie meccaniche di gioco dei suoi predecessori, anche se lo fa concedendo un approccio più leggero, e dunque riprende a grandi linee quella che è una delle caratteristiche principali della saga, cioè a dire la necessità di procedere lungo due binari.

Da un lato, infatti, abbiamo le missioni legate alla trama principale, dall’altro quelle facoltative. Ma con una novità eclatante: il tutto può svolgersi senza nessun limite di tempo. Capcom ha in tal senso eliminato del tutto il timer che negli episodi passati scandiva il trascorrere del tempo e dei giorni a disposizione del giocatore per completare l’avventura, che si trasforma quindi in un free roaming pieno di combattimenti e mostri da distruggere in ogni modo.

E la cosa potrebbe non piacere ai fan di vecchia data che potrebbero risentire della mancanza di un elemento comunque importante, dal loro punto di vista, per “animare” la giocabilità e renderla più survival. Ad ogni modo, non dovendo più sottostare a un tempo predefinito e dunque non dovendo correre a destra e a manca alla ricerca del percorso più veloce o del mezzo migliore per raggiungere un determinato punto della mappa o un certo obiettivo, adesso si può esplorare con maggior calma ogni angolo del mondo del gioco. Pratica che del resto risulta molto utile ai fini dell’avventura (e del divertimento in sé), visto che per sopravvivere alle orde di zombi che il protagonista deve di volta in volta affrontare è opportuno equipaggiarsi a dovere di tutto punto, raccogliendo e combinando oggetti utili per creare fra le altre cose armature e armi tra le più assurde ma al contempo letali della storia dei videogiochi, dalle tradizionali pistole, fucili e lanciafiamme, agli incredibili strumenti di morte realizzati con cartelli autostradali, pacchi dono, alberi, luminarie e chi più ne ha, più ne metta. Ciascuna di loro ha una durata ben definita, e come sempre il loro utilizzo non è infinito, anche se rispetto ai precedenti capitoli vantano una maggiore longevità. Ogni arma è inoltre dotata di una speciale abilità che, una volta raggiunto il numero adeguato di uccisioni in sequenza, consente di eseguire dei colpi devastanti con la sola pressione dei due tasti preposti per l’azione.

Da questo punto di vista c’è da sottolineare come il sistema di combattimento sia come da tradizione semplice e immediato, e forse anche per questo bisognoso di qualche ammodernamento, con la possibilità di passare da un’arma all’altra e di utilizzare le sostanze curative in tempo reale tramite le frecce direzionali, e un’ottima risposta ai comandi di Frank, cosa che consente all’utente di poter massacrare e far scempio dei morti viventi nei modi più disparati, perfino sfruttando lo scenario che si sviluppa pure in verticale.

MENO SOPRAVVIVENZA, PIU’ AZIONE

Uccidendo zombi, salvando altri superstiti, facendo delle foto per documentare quanto sta accadendo in città o semplicemente per sfizio, cioè a dire il classico selfie con tanto di facce buffe fatte dal protagonista, e completando in generale le missioni, sia principali che opzionali, il videogiocatore accumula punti esperienza attraverso i quali fa salire di livello il reporter, sbloccando nuove combo e punti abilità che aumentano e migliorano le caratteristiche di quest’ultimo, e che sono suddivise in quattro categorie principali: Temperamento, Tiro, Combattimento, Sopravvivenza. Oltre alle sopra citate attività ce ne sono altre di minor fascino ma comunque utili per sbloccare tutto il sbloccabile, come per esempio ritrovare certi gadget, libri che aumentano le statistiche del giocatore, liberare dei rifugi per poter gestire la propria squadra, il proprio arsenale e guardaroba, e recuperare degli esoscheletri. Queste costituiscono un’altra novità del gioco, e una volta equipaggiate garantiscono a Frank West una forza sovrumana.

Insomma, nonostante Dead Rising 4 non offra alcune caratteristiche dei suoi predecessori e proponga una mappa non esageratamente grande, offre comunque tanto da fare da impegnare il giocatore per almeno trenta ore fra storia principale e missioni secondarie se si vogliono sbloccare e scoprire tutti i segreti.
Meno della metà, ovviamente, se ci si vuole limitare a eliminare non morti e a progredire normalmente nell’avventura. Ultimata la quale si può continuare a divertirsi ricominciando il gioco o con un multiplayer che offre una serie di quattro casi da affrontare in cooperativa con altri tre giocatori, anche se la modalità non risulta particolarmente azzeccata a causa di una certa piattezza di fondo nella sua struttura.

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Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Dead Rising 4 sfrutta abbastanza bene l’hardware di Xbox One, anche se la grafica non fa gridare al miracolo. In generale, il gioco vanta una fisica abbastanza credibile, soprattutto per quanto concerne gli effetti dei colpi d’arma da fuoco sui nemici e l’interattività coi fondali, con interi elementi che possono letteralmente andare in pezzi. Non funziona bene invece per quanto concerne le armi corpo a corpo, specie quelle da taglio, ma lì entrano in ballo anche le animazioni degli zombi, che in quei frangenti sembrano mancare di qualche elemento di raccordo. Ad ogni modo, la grande capacità di calcolo della nuova console Microsoft ha consentito ai grafici di sbizzarrirsi creando della aree decisamente spettacolari, compreso il centro commerciale a tre piani liberamente esplorabile in lungo e in largo, arredato a tema natalizio, e una miriade di morti viventi come mai si sono visti prima sullo schermo a riempire letteralmente intere e vaste aree di Willemette.
A proposito della città, le strutture dei palazzi e alcune texture che le rivestono non sono al top, ma nel caos generale della “battaglia” e della distruzione passano quasi inosservati, e l’impatto generale si rivela buono grazie anche all’ottimo uso degli effetti particellari e “speciali”. Tra l’altro le rinunce in termini di estetica vanno a tutto vantaggio della stabilità del frame rate che si mantiene stabile a 30 FPS. Bello, infine, anche l’audio, con un doppiaggio in italiano tutto sommato ben recitato, a parte per qualche personaggio secondario, e in generale musiche ed effetti sonori in linea con le tematiche trattate.

COMMENTO FINALE

Dead Rising 4 è un titolo “particolare” da valutare, e molto in tal senso dipende da come ci si pone dinanzi alle sue “novità”. In estrema sintesi, tutto ruota attorno all’eliminazione del timer che scandiva in passato i tempi di gioco: quello che per alcuni utenti può infatti risultare una piacevole “assenza”, visto che così si può concentrare con calma sull’esplorazione e la mattanza, per altri potrebbe di contro rivelarsi come una grave mancanza, visto che per certi versi il titolo perde quella componente “ansiosa” determinata dalla continua corsa contro il tempo che caratterizzava i predecessori, soprattutto il primo capitolo. Per i primi, Dead Rising 4 può rivelarsi un buon free roaming pieno di follia e di sangue. Per i secondi un discreto passatempo, che alla lunga potrebbe però annoiarli un po’. In generale, comunque, la struttura del gameplay rimane quella classica e anche se le missioni gioverebbero di una maggiore varietà, e il gameplay necessiterebbe di un certo svecchiamento, tra l’arsenale a disposizione, i travestimenti e i veicoli da utilizzare, c’è comunque abbastanza “materiale” per potersi comunque divertire.

 

Pregi

Il ritorno di un personaggio a suo modo carismatico come Frank West. Tante cose da fare, mille modi per massacrare gli zombi. L’ambientazione natalizia offre nuovi spunti per ampliare l’arsenale di Frank.

Difetti

Manca la tensione determinata dalla necessità di agire in fretta contro il tempo che passa. Trama poco interessante e che funge solo da contorno. La modalità multigiocatore è piuttosto banale. Il gameplay avrebbe bisogno di una rinfrescata.

Voto

8

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