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Albedo: Eyes from Outer Space, Recensione Pc

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Albedo: Eyes from Outer Space è quello che potremmo definire, senza pensarci due volte, un gioco per certi versi “strambo”. Un indie game in prima persona che strizza l’occhio agli anni ’50 e ’60, ai b-movie di stampo sci-fi/horror che tanto ci hanno appassionato. Ahinoi, i videogiochi non si compongono di sole idee, servono poi le necessarie attrezzature e abilità durante le fasi di sviluppo.

Si tratta di un videogioco tutto italiano, sviluppato perlopiù da una sola persona, e noi come al solito analizzeremo il complesso di situazioni e feature di cui si compone, anziché lanciarci in preventivi commenti di plauso ed apprezzamento verso un software nazionale. Il gaming in Italia è sempre più importante, e per far sì le piccole e grandi realtà elevino i loro prodotti ad un livello qualitativo internazionale servono giudizi razionali, riconducibili a quelli che poi sono le certezze pad in mano, non così rosee in questo caso…

ALIENI E PUZZLE

La solita routine di una guardia notturna viene clamorosamente interrotta. È successo qualcosa di incredibilmente strano, una esplosione improvvisa ci ha costretto all’interno di una cantina lurida e poco illuminata. Così ha inizio Albedo: Eyes from Outer Space, action adventure in prima persona di cui vi parleremo quest’oggi, che si pone l’obiettivo di divertire il suo giocatore attraverso la risoluzione di una serie di situazioni intricate e al limite della follia. Stanza dopo stanza, tra una ventina di location ben riprodotte e con un numero di dettagli niente male, dovremo spremere le meningi per arrivare alla risoluzione degli enigmi, alcune volte ben progettati, in molte altre troppo banali, perfino per un gamer alle prime armi con questo genere.

Albedo 4

La trama non è di certo il suo forte, rappresenta il solito banale pretesto atto a far scaturire l’azione, a dare il via alle danze, per così dire, ed il fatto che sia ispirata ai b-movie di oltre cinquantanni fa è tutto dire: al mistero iniziale subentrano, in men che non si dica, delle tematiche horror appena abbozzate, ma in buona compagnia perché si tratta di un gioco ibrido, di un miscuglio di generi: dall’adventure si passa al puzzle, dall’action allo shooter, al survival, fino all’escape game.
Un mix di tutto, ma sostanzialmente niente di completo. Sembra proprio che tra concept creato e trasposizione di quelle idee su codice, sia venuto meno qualche passaggio, magari a causa dell’inesperienza o della mancanza di risorse; fatto sta che ci siamo trovati difronte ad un titolo per certi versi incompleto e abbozzato, con un doppiaggio orrendo, un comparto audio che va e viene a seconda delle situazioni di gioco o dei riavvii effettuati, fino all’interfaccia poco funzionale alla tipologia di gioco. Difficile da gestire, così come i movimenti del protagonista, goffi, legnosi, che nelle fasi action più veloci e shooter mostrano tutti i loro limiti, provocando frustrazione a palate, soprattutto al livello di difficoltà più elevato.

Albedo: Eyes from Outer Space è quindi un gioco intrigante e originale per setting e concezione, al limite della sufficienza su tutti gli altri aspetti, che avrebbero meritato un approfondimento delle meccaniche più importante, una più appropriata omogeneità tra i generi proposti, che sono spesso troppo slegati tra di loro, facendoci sentire poco partecipi in alcuni frangenti di gioco.
Non ultima, una maggior durata: può essere ultimato in appena trenta minuti, ma ci vorranno dalle tre alle quattro ore per sbloccare ognuno dei trenta achievement proposti su Steam, molti dei quali a dir poco folli. Ecco, se la stessa cura fosse stata riposta nel gameplay, probabilmente saremo qui a parlare di un grande titolo indie italiano, invece possiamo elogiarlo per il coraggio, per gli ambienti tridimensionali di buono impatto – sebbene il motore grafico necessiti di maggiore ottimizzazione – e per altri piccoli particolari che per molti videogiocatori potrebbero non essere così importanti, visto anche il prezzo di lancio fissato a 14,99 euro e la marea di imperfezioni tuttora presenti.

COMMENTO FINALE

Hanno voluto farlo strano, gli sviluppatori di Albedo: Eyes from Outer Space, ma qualcosa è andato storto durante il processo di sviluppo e rifinitura. Partiamo dai riferimenti: i b-movie in salsa sci-fi/horror degli anni ’50 e ’60, per arrivare agli enigmi a dir poco altalenanti per qualità, ai comandi poco precisi, all’interfaccia inadatta. Un buon esercizio di preparazione a qualcosa di più grande, di più dettagliato, sì, ma allo stato attuale Albedo non è nulla di più, purtroppo. Valutatene bene l’acquisto, potrebbe valere la spesa solo e soltanto se avete intenzione di giocarlo fino in fondo, facendo più attenzione al contorno, ai riferimenti e agli achievement di gioco, che al gameplay vero e proprio.

PREGI: Alcuni enigmi intriganti. Ambientazioni riuscite. Diverso dal solito.

DIFETTI: Comandi a dir poco imprecisi. Interfaccia di gioco ostica, poco fluida e poco funzionale. Doppiaggio audio scandaloso, che salta in continuazione. Sequenze action/shooter mediocri.

VOTO: 6,5/10

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