Maid of Salvation, una cameriera tra gloria e peccato, recensione

Quando la cura per il sistema di combattimento può salvare un titolo dall'oblio

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Maid of Salvation è uno di quei titoli che, almeno sulla carta, sembrano destinati a perdersi nel mare magnum del mercato videoludico indipendente contemporaneo. Budget contenuto, estetica anime dichiarata (o per meglio dire sventolata) e un concept che mescola sacro e profano senza troppi filtri.

Invece il nuovo progetto di Orange Popcorn (team indie sudcoreano già noto per HunterX ndr) dimostra di avere un’identità sorprendentemente solida, grazie a un sistema di combattimento curato e a una visione creativa chiara, anche se non sempre rifinita.

Andiamo quindi a esplorare Maid of Salvation in questa recensione. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile solo su Pc, via Steam. Buona lettura.

UNA MAID TRA PURGATORIO E DANNAZIONE

In Maid of Salvation vestiremo i panni di Shizuka, una “maid del Purgatorio” incaricata di liberare le anime corrotte che infestano un mondo sospeso tra redenzione e condanna eterna. Una premessa che funge più da cornice che da vero motore narrativo, ma che riesce comunque a sostenere l’atmosfera cupa e decadente dell’avventura. Come accennato in apertura, il cuore pulsante della produzione è indubbiamente il sistema di combattimento.

Il team di Orange Popcorn ha optato per una struttura action pura, con scontri in tempo reale rapidi, punitivi e fortemente basati sulla gestione delle risorse. Shizuka può alternare armi bianche e armi da fuoco, concatenando combo, schivate e abilità speciali in un flusso che ricorda per certi versi i character action più accessibili, senza però raggiungere la profondità dei grandi nomi del genere.

Il feeling dei colpi è soddisfacente, i nemici rispondono bene agli impatti e ogni errore viene punito con decisione, soprattutto nelle fasi avanzate. Il gioco introduce una skill board ramificata, che permette di personalizzare l’approccio al combattimento.

Build orientate al danno puro, al controllo del campo di battaglia o alla sopravvivenza. Non si tratta di un sistema rivoluzionario, ma è sufficientemente flessibile da incentivare la sperimentazione e adattarsi allo stile del giocatore.

SPETTACOLO MA ANCHE FRUSTRAZIONE

Uno degli aspetti più interessanti dell’opera è la presenza di oltre venti boss, ciascuno caratterizzato da pattern distinti e da un’estetica spesso memorabile. Qui Maid of Salvation mostra il suo lato migliore: scontri tesi, coreografici e capaci di mettere realmente alla prova i riflessi del giocatore. Non mancano però momenti di frustrazione, dovuti a una telemetria degli attacchi non sempre chiarissima e a una telecamera che, in alcune arene più ristrette, fatica a stare al passo con l’azione. Problemi non rari nel panorama indie, ma che emergono con forza proprio nelle battaglie più importanti.

La progressione si articola attraverso aree interconnesse, con un level design piuttosto lineare ma arricchito da deviazioni opzionali, segreti e sfide extra. L’esplorazione non è mai il focus principale, ma riesce comunque a spezzare il ritmo dei combattimenti e a premiare i giocatori più curiosi. Il world building è suggerito più che raccontato: frammenti narrativi, dialoghi criptici e ambientazioni evocative costruiscono un immaginario coerente, anche se chi cerca una trama profonda e stratificata potrebbe rimanere deluso.

“NON È MOLTO MA È UN LAVORO ONESTO”

Visivamente, Maid of Salvation adotta uno stile “anime dark” che funziona, pur senza stupire. I modelli dei personaggi sono ben realizzati, mentre alcune texture ambientali tradiscono inevitabilmente il budget ridotto. Ottimo invece il design dei boss, spesso ispirato e disturbante al punto giusto.

Sul piano tecnico il gioco si comporta discretamente: framerate stabile nella maggior parte delle situazioni, caricamenti rapidi e bug sporadici (anche se non tali da compromettere il gameplay nel concreto). La colonna sonora accompagna bene l’’azione ma complessivamente risulta abbastanza anonima.

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Maid of Salvation Non è un titolo perfetto, né pretende di esserlo. E’ un ARPG consapevole dei propri limiti che punta tutto su un combat system solido e su un’estetica riconoscibile. I limiti sono abbastanza evidenti (ripetitività di fondo, narrazione poco incisiva, tecnicamente da rifinire) ma vengono compensati, almeno in parte, da una visione chiara e da genuini momenti di divertimento. Quello di Orange Popcorn è dunque un titolo solido e ispirato al netto delle sue imperfezioni, ed è capace di lasciare comunque un segno nel genere: consigliato a chi cerca sfide e sile, più che una grande storia.

Pregi

Combat system rapido e soddisfacente. Boss fight numerose e ben caratterizzate. Buona varietà di build e abilità. Direzione artistica coerente...

Difetti

... Ma poco rifinita. Narrazione superficiale. Telecamera e leggibilità migliorabili. Esplorazione e level design piuttosto lineari.

Voto

6,5