SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide, Bikini Bottom non dorme mai, recensione
Un platform tridimensionale che non reinventa nulla, ma affina tutto ciò che conta
Ci sono giochi che si accontentano di essere adattamenti, ma non SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide. Questo infatti è il terzo capitolo della rinascita platform di SpongeBob, che dopo Battle for Bikini Bottom Rehydrated e The Cosmic Shake si sente ancora a suo agio nel ruolo di mascotte videoludica. La nuova opera di Purple Lump non cerca di reinventare nulla, ma affina una formula ormai ben rodata: livelli coloratissimi, umorismo slapstick e una coppia protagonista che non ha bisogno di presentazioni.
Tuffiamoci quindi in SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide con la recensione della versione PS5, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da THQ Nordic, è disponibile anche su Pc, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
SPETTRI, RE E PANINI
La storia è semplice, ma efficace. Quando gli ego dell’Olandese Volante e di Re Nettuno si scontrano, Bikini Bottom viene travolta da un’ondata di caos spettrale. Gli abitanti si trasformano in versioni inquietanti di sé stessi, e SpongeBob e Patrick devono fare squadra per riportare l’ordine in città. Non è una narrazione profonda, ma è coerente con il tono della serie. I dialoghi sono surreali, le situazioni improbabili, e ogni livello è un piccolo sketch animato. C’è però una leggerezza che non scade mai nel superficiale: il gioco sa quando fare il buffone e quando invece lasciare spazio al giocatore.
La presenza di Patrick come personaggio giocabile oltretutto aggiunge varietà, a differenza del capitolo precedente dove si limitava ad accompagnare Spongebob come NPC. Qui non è solo una spalla comica, ma possiede abilità uniche (come ad esempio scavare in alcuni tipi di terreno) che si integrano perfettamente nel gameplay. Inoltre il passaggio tra i due protagonisti è veramente fluido, naturale, quasi coreografico. Infatti basta un solo click sul tasto L1 per passare da un personaggio all’altro.
SALTI, BOTTE E GELATINA
SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide è un platform 3D classico, con livelli semi-lineari, collezionabili, combattimenti leggeri e puzzle ambientali. Non cerca la precisione millimetrica, ma la varietà nelle azioni. Ogni livello infatti introduce una meccanica nuova: piattaforme mobili, nemici con pattern diversi e oggetti da usare in modo creativo.
Il sistema di combattimento poi è semplice ma funzionale, come di consueto per questa ormai ben nota serie di videogiochi. SpongeBob e Patrick possono attaccare, schivare, usare abilità speciali e interagire con l’ambiente. Non ci sono combo elaborate, è vero, ma il ritmo è buono e le animazioni rendono ogni colpo soddisfacente.
La struttura dei livelli è pensata per alternare esplorazione e azione. Ci sono zone segrete, oggetti da raccogliere, costumi da sbloccare e missioni secondarie da scovare. Ma non c’è mai la sensazione di dover fare “pulizia”: ogni collezionabile infatti ha un senso, e quasi ogni deviazione è premiata con qualcosa, che sia un costume, un collezionabile o semplicemente qualche bella maxi-moneta.
Il gioco oltretutto non è difficile, ma non è neppure banale in ciò che offre. Alcune sezioni richiedono tempismo, altre invece un po’ di intuito, e il fatto di poter passare da SpongeBob a Patrick in qualsiasi momento aggiunge una componente tattica. Certe abilità funzionano meglio in certi contesti, e imparare a usarle è parte del divertimento.
COLORI, GLITCH E NOSTALGIA
Visivamente, SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide è un’esplosione di colori. I livelli sono pieni di dettagli, animati con cura, e ogni zona ha una sua identità. Si passa da fondali marini psichedelici a rovine spettrali, da laboratori gelatinosi a palazzi di corallo. Lo stile è coerente con la serie, ma con una vena un po’ più dark.
I nemici spettrali, le trasformazioni degli abitanti, le ambientazioni contaminate: tutto ha un tono leggermente più inquietante, ma senza mai perdere il suo famoso umorismo. È come se questo nuovo capitolo fosse un episodio speciale di Halloween, ma con il cuore al posto giusto. Le animazioni sono fluide ed espressive, e il doppiaggio (sia in inglese che in italiano) mantiene il tono surreale della serie.
La colonna sonora invece alterna temi classici a tracce nuove, con un mix di surf rock, synth e jingle nonsense. Infine ci sono i costumi, decine e decine di outfit da sbloccare, alcuni assurdi, altri nostalgici. Non servono essenzialmente a nulla, ma sono irresistibili. E in un gioco come questo, il superfluo è parte dell’identità. Anche il design dei nemici merita attenzione.
Non sono solo ostacoli: sono caricature, creature che sembrano uscite da un sogno disturbato di Plankton. È una varietà che non stanca, perché ogni incontro è una piccola gag visiva. Su PS5 il gioco gira fluido, con caricamenti rapidi e supporto al feedback aptico del DualSense. Ma non è la tecnica a fare la differenza, è il tono. E’ un titolo che sa di essere assurdo, e proprio per questo giocandoci ci si diverte.
DA AVERE SENZA RISERVE
SpongeBob SquarePants: Titans of the Tide non è certamente un gioco che cerca di stupire, bensì di divertire: e ci riesce. Con il suo umorismo surreale, il suo gameplay vario e la sua estetica curata, è un’avventura platform che sa di essere leggera, ma non superficiale. Su PS5 poi l’esperienza è solida, fluida e colorata, ma più di tutto è coerente. Coerente con la serie, con i personaggi e con il tono dell’intera saga. Ben fatto Purple Lamp.
Pregi
Gameplay vario e accessibile, con alternanza riuscita tra esplorazione, combattimento e puzzle. Direzione artistica curata. Umorismo coerente con la serie, mai forzato. Doppiaggio eccellente. Costumi e trasformazioni che aggiungono varietà e personalità.
Difetti
Sistema di combattimento semplice, senza troppa profondità evolutiva. Struttura dei livelli poco ambiziosa, con backtracking quasi assente.
Voto
8