Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard, quando un pollo incontra un coniglio, recensione
Colori, cristalli e kung-fu: il platform che non ti aspetti
Cosa succede quando un coniglio e un pollo decidono di condividere lo stesso corpo e lanciarsi in una caccia al tesoro contro un pirata barbuto e demoniaco? No, non è l’inizio di una barzelletta, bensì l’essenza di Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard, un platform 3D realizzato da N-Zone, software indipendente francese che si è voluta ispirare al film d’animazione Chickenhare and the Hamster of Darkness (2022) e ai fumetti originali.
Il gioco si presenta quindi come un’estensione giocabile di un franchise già conosciuto, ma con ambizioni tutte sue. Sotto la sua superficie colorata infatti si nasconde un’avventura sorprendentemente stratificata, che sa come premiare la curiosità e la voglia di esplorare. Andiamo quindi a scoprire Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard in questa recensione della versione PS5, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Nzone Production, è disponibile anche su Pc, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
CRISTALLI, CAOS E PIUME LEGGENDARIE
La storia di Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard si apre con una minaccia imminente. Il malvagio pirata Spiking Beard è alla ricerca di sette cristalli magici che, una volta riuniti, gli permetterebbero di scatenare il caos nei Regni e impadronirsi della leggendaria Piuma Arcobaleno, un artefatto di potere incalcolabile. Chickenhare, un eroe improbabile nato dall’unione genetica tra un coniglio e un pollo, si ritrova coinvolto in questa corsa contro il tempo, ed è deciso a fermare il piano del pirata e salvare il mondo.
Il tono narrativo è volutamente leggero e umoristico, ma non privo di tensione. Chickenhare oltretutto non è solo: al suo fianco ci sono Abe, una tartaruga delle Galápagos dotata di forza sovrumana e un atteggiamento prudente, e Meg, una lepre esperta di arti marziali, agile e determinata. I tre formano una squadra affiatata, ognuno con un ruolo ben definito nella narrazione e nelle dinamiche di gioco.
Il viaggio li porta attraverso ambientazioni molto diverse tra loro, come le maestose sale del Castello di Featherbeard e le oscure profondità del Demon’s Hole. Ogni luogo è ricco di segreti, trappole e personaggi secondari che contribuiscono a costruire un mondo coerente e affascinante.
La trama si sviluppa attraverso cutscenes animate e dialoghi dinamici, che mantengono il ritmo dell’avventura e approfondiscono le relazioni tra i protagonisti. Sebbene il target principale sia un pubblico giovane, la scrittura riesce a coinvolgere anche giocatori più esperti grazie a riferimenti ironici e momenti di introspezione ben dosati.
UN TRIO DINAMICO IN UN MONDO DA ESPLORARE
Il gameplay di Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard si basa su una struttura platform 3D con elementi action-adventure e puzzle ambientali. La meccanica centrale consiste nella possibilità di passare in tempo reale tra i tre protagonisti, sfruttando le loro abilità uniche per superare ostacoli, risolvere enigmi e affrontare nemici. Questa dinamica di “character switching” è fluida e ben integrata nel design dei livelli, che spesso richiedono l’uso combinato delle capacità dei personaggi per progredire.
Chickenhare è il più versatile nei movimenti: può planare usando le orecchie, raggiungendo piattaforme elevate e superando barriere verticali. Meg eccelle nel combattimento corpo a corpo, con mosse acrobatiche che le permettono di affrontare gruppi di nemici e accedere a zone difficili. Abe, invece, è il tank del gruppo: lento ma potente, può distruggere strutture fragili e aprire passaggi altrimenti inaccessibili. Il gioco propone una varietà di ambientazioni, ciascuna con sfide specifiche.
Alcuni livelli sono incentrati sull’esplorazione e la raccolta di oggetti, altri sulla risoluzione di puzzle ambientali che richiedono logica e tempismo. Non mancano sezioni più dinamiche, come scivolate su pendii, uso di teleferiche, lazo per catturare oggetti e nemici, e combattimenti contro boss. Questi ultimi, pur non essendo particolarmente complessi, offrono varietà e sono ben coreografati. La progressione inoltre è scandita da obiettivi chiari: trovare i cristalli prima di Spiking Beard, raccogliere collezionabili come piume e mappe, e sbloccare nuove aree.
Il sistema di controllo è intuitivo e reattivo, pensato per essere accessibile anche ai giocatori più giovani, ma con abbastanza profondità da soddisfare chi cerca un’esperienza più articolata. Il gioco non include modalità multiplayer, ma la varietà di situazioni e la possibilità di rigiocare i livelli per completare tutti gli obiettivi lo rendono comunque longevo. La difficoltà infine è ben calibrata, con un incremento graduale che accompagna il giocatore senza frustrazione, ma con stimoli costanti.
PIUME, CASTELLI E DUNGEON DA FAVOLA
Visivamente, Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard è un piccolo gioiello. Non punta al fotorealismo, ma a uno stile cartoon dettagliato e coerente con l’estetica del film d’animazione da cui trae diretta ispirazione. Ogni ambientazione è un’esplosione di colori e dettagli: dalle foreste lussureggianti ai sotterranei infestati, ogni area ha una propria identità visiva forte e riconoscibile. Le animazioni dei personaggi sono fluide e piene di personalità. Chickenhare saltella con una goffaggine adorabile, Abe si muove con la lentezza solenne di una montagna ambulante, e Meg è una scheggia di energia marziale.
Anche i nemici, sebbene non troppo vari, sono ben caratterizzati e spesso strappano un sorriso per il loro design buffo. La regia delle cutscenes è sorprendentemente curata per un titolo di questa fascia: non ci sono solo dialoghi statici, ma vere e proprie sequenze animate che arricchiscono la narrazione e danno ritmo all’avventura. Il tutto gira in modo fluido su PS5, con caricamenti rapidi e un framerate stabile anche nelle sezioni più affollate.
ORCHESTRINE DA CACCIA AL TESORO E DOPPIAGGIO CON BRIO
Il comparto audio accompagna l’esperienza con una colonna sonora che sa essere tanto epica quanto giocosa. I temi musicali cambiano dinamicamente in base all’azione. Durante l’esplorazione prevalgono melodie leggere e avventurose, mentre nei momenti di tensione entrano in scena archi e percussioni più drammatiche. Il leitmotiv principale, un motivetto fischiettato che ricorda le vecchie pellicole d’avventura, è destinato a rimanere in testa per giorni. Il doppiaggio (disponibile in inglese con sottotitoli in italiano) è un altro punto di forza.
Le voci dei protagonisti sono perfettamente in linea con i loro caratteri. Chickenhare è entusiasta e un po’ impacciato, Meg è tagliente e sicura di sé, Abe è il classico brontolone dal cuore d’oro. Anche i dialoghi secondari, spesso opzionali, sono pieni di battute riuscite e piccoli momenti di worldbuilding. Gli effetti sonori, infine, sono puliti e funzionali: ogni salto, colpo o interazione ambientale ha un feedback audio chiaro e soddisfacente. Non mancano tocchi di classe, come il suono ovattato dei passi di Abe o il fruscio delle piume di Chickenhare in volo.
DA AVERE SENZA RISERVE
Chickenhare and the treasure of Spiking-Beard non è solo un tie-in ben fatto: è un platform 3D che riesce a brillare di luce propria grazie a un gameplay solido, una direzione artistica ispirata e un tono narrativo che bilancia umorismo e avventura con sorprendente grazia. Il team di N-Zone ha confezionato un titolo che sa parlare a un pubblico ampio, dai più piccoli agli adulti in cerca di un’esperienza leggera ma non banale. Non rivoluziona il genere, ma lo arricchisce con una personalità unica e un universo narrativo che merita di essere esplorato.
Pregi
Gameplay vario e ben bilanciato: il sistema di cambio personaggio è fluido e stimola la creatività. Direzione artistica ispirata. Doppiaggio e colonna sonora di qualità. Accessibile ma non banale. Cutscenes animate e coinvolgenti.
Difetti
Boss fight poco impegnative: coreografiche ma prive di vera sfida. Assenza di modalità multiplayer: l’avventura è solo single-player, senza opzioni cooperative.
Voto
8,5