Mai: Child of Ages, tra presente e futuro c’è di mezzo il mare, recensione

Il futuro dipenderà dalle vostre azioni, nel modo più letterale possibile. Una coraggiosa avventura temporale tutta italiana che prova a offrire qualcosa di diverso...

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Lo sviluppo videoludico non è semplice come sembra. Ogni giorno osserviamo idee improponibili diventare virali e altre volte capolavori annunciati troppo presto finire nel bidone dell’umido il giorno dopo. Il nostro bel paese viene spesso associato a sinonimo di qualità quando si parla di arte, qualità del cibo e valori sportivi (per citarne alcuni). Fra queste grandi realtà però una in particolare non ha ancora trovato un suo spazio pienamente riconosciuto: quella dei videogiochi.

Eppure quando ad arrivare sugli scaffali è un gioco italiano c’è sempre una certa solidarietà di base, e anche una modesta notorietà di partenza. Questo fra chi vuole supportare o spingere il mercato o chi semplicemente apprezza i lavori nostrani per la nostra riconoscibile “firma visiva”. Mai: Child of Ages è uno di questi esperimenti che però sembra essere passato in sordina… Essendo noi de IlVideogioco particolarmente attivi in merito al mondo indie, anche nostrano, non ci siamo fatti sfuggire questo progetto.

Dietro la sua creazione troviamo Chubby Pixel, un piccolo studio di sviluppo milanese con alle spalle altre piccole e variegate esperienze di gradito successo come la serie Suicide Guy e il più emotivo The Way of Life. Stavolta però parliamo di un primo vero open world d’avventura per i quattro giovani componenti dello studio di sviluppo; il coraggio di puntare in alto sarà sufficiente a decretarne il successo? Scopriamolo in questa recensione della versione Pc di Mai: Child of Ages. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

IL POTERE DI CAMBIARE È A PORTATA DI MANO…

Il mondo di Mai: Child of Ages è un parallelismo del nostro futuro, o almeno uno dei tanti futuri a cui l’essere umano continua a puntare, uno di quei futuri che finisce sempre con la distruzione totale. Mentre da un lato la natura trova sempre il suo corso, dall’altro l’umanità continua a sbattere sempre sugli stessi errori. E se in tutto ciò ci fosse una creatura in grado di controllare il nostro destino utilizzando il tempo a suo piacimento? Questo è l’interrogativo con cui verremo accolti…

La nostra attenzione si sposterà su Mai, la piccola bambina di 4 anni di cui vestiremo i panni. Svegliati in un casa nella prateria abitata da un nonno non proprio in salute, riceveremo i primi compiti/tutorial grazie ai quali potremo familiarizzare con le meccaniche di gioco. Una fase iniziale abbastanza prolissa ci porterà prima a divertirci correndo per i prati e poi a una prima occhiata al basilare crafting disponibile.

Fischiare sarà una delle meccaniche principali

Tuttavia non passerà molto prima di renderci conto che il mondo non è così in salute come sembra, e presto verremo anche a conoscenza di una misteriosa pianta del tempo. Questa sarà in grado di proiettarci 1000 anni nel futuro facendoci impersonare la versione di una Mai adolescente. Più che un semplice portale sembrerebbe un buco nero, visto il modo in cui il tempo scorre diversamente per chi entra nel bocciolo…

Spostandoci nella linea temporale scopriremo un futuro perso, devastato da cataclismi e dominato da creature oscure. Grazie alla speciale pietra presente nel fiore potremo congelare nel tempo dei precisi elementi, sia per aprirci la strada ma anche per salvare il futuro… Salvare il mondo è qualcosa a cui siamo destinati e così facendo magari potremo anche regalare una vita più lunga al nonno. Così inizierà Mai: Child of Ages.

NON RIMANDARE A FRA 1000 ANNI QUELLO CHE PUOI FARE ORA

Il futuro

Il potenziale e le premesse di Mai: Child of Ages cercheranno di mantenersi intatte lungo una serie di enormi mappe percorribili a piedi, alternate con un mare da navigare fra le varie isole rimaste. Purtroppo le emozioni saranno altalenanti fra dolci corse nella natura accompagnate da rasserenanti melodie, a puzzle ambientali più o meno riusciti, a volte insensati, fino ad altre sezioni spesso al limite del frustrante…

Le due versioni di Mai avranno precisi stili di gameplay che richiederanno spesso di alternarsi fra loro durante le attraversate di lunghi corridoi con ostacoli da sbloccare. In versione bambina potremo saltare, lanciare e usare oggetti attraverso sezioni con più platform ed enigmi. Nella versione adolescente invece i salti saranno limitati ai soli passaggi fra piattaforme, ma avremo modo di combattere con una spada mutaforma e arrampicarci.

Uno dei tanti “blocchi”

Queste due realtà di gioco dovrebbero quindi fornire precisi schemi di risoluzione e avanzamento. Nella realtà purtroppo si noterà un gran potenziale sprecato e limitato a semplici risoluzioni, spesso banali. Avere la possibilità di cambiare il tempo e lo spazio a nostro piacimento infatti ci ha spesso fatto agire logicamente, deludendoci spesso con soluzioni che si limiteranno solamente al trovare pesi per i pulsanti e spostare massi per attivare delle porte.

Mai: Child of Ages ci richiederà inoltre di ottenere delle abilità basilari come il poter nuotare, andare sott’acqua, rompere gli oggetti e spesso potenziamenti per la nostra arma e le sue varie forme. Questi upgrade in genere saranno rinvenuti dopo averci mostrato cosa non possiamo fare, per cui sarà spesso inutile cercare soluzioni nell’immediato e, una volta capito, impareremo a tirare dritto. Un concetto di metroidvania un po’ troppo artificioso a nostro parere…

SE NON È IN QUESTA REALTÁ SARÁ NELL’ALTRA…

L’isola segreta

Similmente a uno Zelda, potremo andare ovunque navigando nella mappa, ma ogni luogo richiederà precisi potenziamenti per accedervi. Dunque dovremo concentrarci sulle isole minori e cercare le caverne leggendarie da cui ottenere nuovi poteri del mare. Sulla carta Mai: Child of Ages ha un concetto standard di open world, ma nel giocato risulterà abbastanza dispersivo…

Bisognerà purificare le varie zone, ma prima raccogliere i potenziamenti che non sempre saranno dove ci si aspetterebbe. Così facendo ci ritroveremo a esplorare forzatamente località in ordine casuale, senza mai sapere se sarà stato un viaggio a vuoto. Almeno ci saranno i teletrasporti, ma solo fra boccioli di piante scoperte che tuttavia non si troveranno su ogni isola, rendendo inevitabilmente tedioso il backtracking alla scoperta di nuove strade…

Dissipiamo lo smog

Nelle location minori potremo anche scovare semplicemente dei materiali da raccogliere, che serviranno al crafting precedentemente menzionato per alcune spille e potenziamenti minori. Il banco da lavoro tuttavia è dietro la casa del nonno e per raggiungerla dovremo scegliere se navigare verso l’orizzonte e selezionare l’approdo o prendere il teletrasporto verso la foresta “vicina”. Fattori non sempre immediati che in varie occasioni potranno iniziare a stancare…

Poco chiaro inoltre il menu dello zaino, con spille e materiali raccolti che informano di possibili miglioramenti se equipaggiati ma non c’è modo di farlo… Così come tanti oggetti nascosti come vari tipi di fiori che indicano un aumento delle statistiche, di cui però non se ne notano le differenze… Insomma una situazione abbastanza confusa quella nel menu borsa. Su questo Mai: Child of Ages potrebbe fornire qualche chiarimento almeno accennato oltre l’utilizzo della prima spilla nel tutorial. Almeno per dare maggiore enfasi alla raccolta di materiali, che diventa presto una pratica dimenticabile…

C’È QUALQUADRA CHE NON COSA

No, non sta dormendo

E’ doveroso dedicare almeno un paragrafo a ciò che può essere migliorato in Mai: Child of Ages. Diciamo che open world e low budget spesso non vanno d’accordo in quanto un fattore metterà a nudo l’altro, finendo fisiologicamente per mostrare le carenze di una grande quantità di spazio ed elementi difficili da gestire. Per cui non sarà raro vedere diverse cose fuori posto o lasciate al caso…

Cervi e capre che rumineranno in orizzontale, alcune lettere scritte con parole sconclusionate, e ancora dei problemi con i filtri di luce che renderanno la protagonista prima rosa acceso, poi viola spento e così via. La telecamera con Mai bambina finirà spesso sotto il terreno quando non sarà impegnata ad avvicinarsi e allontanarsi dalla protagonista. Per nuotare sott’acqua invece servirà la patente nautica per la telecamera, visto che questa non seguirà i movimenti e ci renderà presto idrofobi.

Sarà dialetto antico?

Le fasi di combattimento non risultano molto appaganti per colpa di uno stile di lotta compreso di schivate e parate su nemici la cui sola mossa sarà quella di avvicinarsi e colpire automaticamente (o dalla distanza), senza sorprese. Le caverne puzzle saranno più ostacoli che dei piacevoli enigmi. Ci sarà sempre una statuetta da riportare sul pulsante, con diverse variabili, ma nella stessa solfa ogni volta…

Alcune sezioni confusionarie ci metteranno in difficoltà nel distinguere la differenza fra un percorso da seguire e un pezzo di location meno curato. Nonostante dei percorsi lineari ci siamo persi più volte, il che è surreale… La breve stamina che se esaurita durante le corse ci farà zoppicare, rende le attraversate di mappe larghe come campi da calcio stancante come nella vita vera… A Mai: Child of Ages serve proprio qualche fix

IL PROCESSO DI DETERIORAMENTO MATERIALE

Una delle fabbriche da eliminare dal futuro

Sul fronte visivo Mai: Child of Ages si mostra con colori vivaci e cartooneschi, come fosse un crossover fra il film Disney Oceania e Heidi, con diverse similitudini e ispirazioni più o meno palesi. Certo sul fronte design c’è qualche piacevole idea come quella della spada mutaforma, ma altre risultano meno caratteristiche. La protagonista con la sua veste bianca è semplice, forse fin troppo per un essere mistico quale il gioco vuole farci intendere sia.

Non brillano purtroppo nemmeno alcuni elementi di design ingenui ma che visivamente non fanno una piacevole figura. La base militare sul mare azzurro ad esempio ha dei pilastri con una mimetica camo da foresta, mentre diverse fabbriche hanno grandi escavatori che oscillano in cielo, raccogliendo il nulla e probabilmente posti lì solo per bellezza… Tanti dettagli che insieme rovinano in parte il contesto tetro del conflitto mostrato, facendo sembrare tutto come un qualcosa di bambinesco, unito alla bene e meglio senza troppa consapevolezza…

Luce, ombra?

In ogni caso Mai: Child of Ages graficamente resta piacevole da vedere, nonostante una voluta leggerezza degli sviluppatori per permettere migliori prestazioni anche su console meno performanti come la Switch. Texture primarie passabili, mentre altre poco fuori il percorso risultano a volte bruttine da vedere…

Per quanto riguarda l’illuminazione non ci aspettavamo certo qualcosa di dinamico, ma posizionare i raggi in punti più adeguati avrebbe fatto già la differenza… Positivamente terrificante invece il mare ondoso del futuro, visibile ai bordi delle isole. Mentre si apprezzano i dettagli riguardanti il cambio di animazione di Mai su discese e salite, così come il dettaglio della bocca fischiando.

LA NATURA TROVERÁ IL SUO CORSO…

Altri guai

Mai: Child of Ages si distingue sicuramente per i suoi tratti “italiani” nei disegni dei modelli e nello stile generale, abbastanza riconoscibile come nostrano rispetto a opere simili. Tecnicamente non ha mostrato problemi, salvo qualche rarissimo calo di framerate in sezioni particolarmente dense. Un’esperienza comunque leggera tecnicamente parlando, il che è un bene. Anche il fronte sonoro risulta piacevole, con una colonna sonora melodiosa e stimolante.

C’è solo qualche piccolo problema di mappatura dei tasti, che ad esempio indica L2 sul pad per immergersi, quando in realtà è il tasto X. Vorremmo infine che l’animazione di arrampicata di Mai adolescente sia “collegata” e più fluida, perché vederla saltare di centimetro in centimetro è abbastanza fastidioso… Assorbendo nuovi poteri inoltre, la sfera di energia invece di entrare nel petto va a finire per terra. Non proprio il massimo da vedere…

Gli sviluppatori di Mai: Child of Ages sono usciti dalla loro comfort zone e nonostante le difficoltà e il poco budget sono riusciti a creare qualcosa di personale, ad un costo di base modico, di appena 15 euro. Tuttavia, allo stato attuale, sarebbe stato più saggio pensare al beta testing e uscire in accesso anticipato, stato in cui il titolo dà l’impressione di essere nel complesso…

I ragazzi di Chubby Pixel comunque stanno già lavorando alla risoluzione di diversi bug segnalati dalla community, con una presenza social costante e risposte tempestive. Stanno ultimando la modalità co-op (già presente nel titolo) e lavorando a nuovi DLC e contenuti aggiuntivi gratuiti. La passione c’è, l’impegno anche, ma le difficoltà sono tante e purtroppo si notano. Auguriamo al progetto di trovare un piacevole riscontro in un pubblico di giocatori più smaliziati o giovani. Rimane tuttavia un titolo particolare a cui dare almeno una possibilità.

Il cane

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Mai: Child of Ages è un titolo a cui servirà un po’ di tempo per ingranare, ma che saprà restituire piacevoli occasioni di tranquillità e platform fra un puzzle e l’altro. La trama si lascerà seguire nonostante varie ripetizioni con piccole varianti nella formula, e in generale l’esperienza risulta positiva. I tratti italiani si notano e in generale ricorda qualcosa di ispirato ma comunque personale, anche se non particolarmente caratteristico. Tuttavia diverse ingenue scelte di game e level design lasciano intendere una certa inesperienza nel campo open world, e la scarsa consapevolezza generale nel world building non aiuta nel coinvolgere a pieno il giocatore.

Combattimenti rivedibili, telecamere indecise e diversi elementi fuori posto si scontrano con qualche fase platform piacevole e qualche puzzle banalotto. Tutto sommato però è un progetto ambizioso anche se castrato da tante difficoltà, bisognoso ancora di tempo e soprattutto di qualche speranza da parte del pubblico. Esperienza comunque piacevole ma attualmente adatta a un pubblico giovane o comunque con poche pretese. Chubby Pixel non arrendetevi….

Pregi

Trama semplice ma che si lascia seguire. Colori vivaci e tratti italiani riconoscibili e apprezzabili. Momenti di semplicità platform/enigmi come fossimo ai tempi di PS2. Colonna sonora melodiosa e stimolante. Esperienza tutto sommato piacevole con buone idee di base...

Difetti

...Anche se molte di queste appaiono dal potenziale sprecato/non sfruttato a dovere. Game e level design ingenui e talvolta banalotti che alla lunga possono stancare. Diversi elementi di gameplay minano la scorrevolezza dell'avventura, dalla confusione generale, alla gestione della stamina correndo, alle telecamere indecise fino al backtracking artificioso.

Voto

6,5