Sword of the Sea, una nuova concezione di arte, recensione

Prendete Journey, Abzu e The Pathless: fondeteli insieme, aggiungete un sistema di movimento accattivante ed elevate la direzione artistica

-

Per alcuni l’arte si può riassumare nell’osservare La Notte Stellata di Vincent van Gogh, per altri una banana appesa a un muro con del nastro adesivo può essere considerata arte ugualmente. Nei videogiochi tuttavia il fattore artistico è qualcosa di più complesso rispetto a delle semplici immagini statiche, più comunicativo e di norma anche “fisicamente esplorabile”. L’arte di un videogioco è qualcosa che può essere propria in molte produzioni, ma il primo termine a cui tutti accomuniamo la parola “arte”, in genere, è spesso qualcosa che ci fa pensare a un quadro antico.

Nel 2025 invece basta leggere i nomi di alcuni studi di sviluppo per farci immediatamente pensare all’arte nelle sue forme più pure. Che siano esperienze artistiche come in Neva, piccole storie interattive come in Florence, viaggi musicali come in The Lions Song o concetti atipici come in Viewfinder. Questi come molti altri esempi che potremmo fare, hanno spinto il concetto di arte attraverso il videogioco, scavalcando spesso quella sottile linea che separa il semplice “intrattenimento” dal “fondersi” con l’esperienza proposta.

Fra i tanti studi di sviluppo degni di lode, il team Giant Squid ha superato i propri limiti più volte nel corso degli anni, oltre a elevare di volta in volta il concetto di arte videoludica… Si tratta di una compagnia di sviluppatori che lavorano da remoto un po’ da tutto il globo (ma che si concentrano maggiormente nell’area di Los Angeles), il cui fondatore è Matt Nava (direttore artistico di Journey ndr). Questa software house ha anche portato alla luce opere come Abzu e The Pathless, e ora è pronta a fonderne gli universi (condivisi) con un nuovo progetto. Andiamo quindi a scoprire Sword of the Sea in questa recensione della versione Pc. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile anche su PS5. Buona lettura.

LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE… L’OCEANO

Sword of the Sea non solo porta con sé il riconoscibile “marchio” dei propri artisti e sviluppatori, ma anche i frammenti del proprio universo condiviso. Un triangolo di esperienze interconnesse, tre confini opposti quelli di Journey, Abzu e The Pathless, che però si incontrano nel centro, dando vita ad un nuovo viaggio indimenticabile… Un nuovo guardiano silenzioso sarà risvegliato, una goccia come energia di rinascita da condividere in un mondo ormai arido…

Insomma, se come noi conoscete a memoria i precedenti “viaggi”, vi sentirete subito a casa. Una storia fatta di leggende e affreschi da interpretare, con un obiettivo svettante da raggiungere all’orizzonte e un’avventura memorabile da purificare. Un nuovo ciclo da vivere, abbagliati come piccoli gufi ipnotizzati dal cielo stellato impresso nelle loro grandi pupille… Se questa non è arte, non sappiamo proprio cosa altro potrebbe esserlo.

Non servono commenti

Ciò che mancava alle precedenti esperienze è stato qui rielaborato, i punti morti eliminati, i fianchi deboli resi dei punti di forza… Sword of the Sea ha preso il meglio dell’esperienza maturata negli anni da Giant Squid, e l’ha migliorato ulteriormente. Questo è ciò a cui ogni seguito (effettivo o ipotetico) dovrebbe aspirare, evolvendosi partendo dal picco più alto raggiunto in precedenza.

Lungo la nostra avventura infatti non macheranno le scivolate su pendii inondati di luce, rapide discese a valle, momenti emotivamente carichi; il tutto farcito da acrobazie estreme, presenti in abbondanza… Esplorare gli scenari infatti non è mai stato così affascinante. Non si può parlare di ripetitività nello sbloccare le porte di turno e chi sostiene il contrario sta solo lentamente perdendo la capacità di apprezzare le piccole cose e di “vivere il momento”…

UNA LAMA CHE FENDE IL DESERTO

Wallrunning spettacolari

Dalle passeggiate sulle colline di sabbia di Journey alle nuotate negli oceani incontaminati di Abzu, fino ad arrivare alle corse sfrenate su The Pathless. Sword of the Sea sarà tutto questo e molto di più. Il nostro spadone fungerà da hoverboard con cui sciare fluttuando sul terreno come fossimo degli skillatissimi Marty McFly dello snowboard (o dello skateboard). Il set di movimenti stavolta non sarà più limitante…

La velocità di percorrenza della nostra arma a propulsione ci permetterà di cavalcare un mondo in perpetuo moto ondoso. Colline in movimento come onde di un oceano, intente a oscillare come fossero la stoffa di un immenso drappeggio attraversato dal vento. Unire oceano, sabbia e altri elementi (senza spoiler) come fosse un ambiente interconnesso è sicuramente un’idea originale che ha trovato una sontuosa realizzazione.

Corse sul delfino

Ci sarà meraviglia dietro ogni “angolo” in Sword of the Sea, e l’esplorazione avrà sempre e comunque un valore aggiunto. Infatti potremo cercare e raccogliere una valuta utile per imparare nuove acrobazie e bonus nei movimenti. Nulla sarà forzato e decidere di perdersi nella raccolta dei gioielli piramidali (e dei collezionabili segreti) sarà un ottimo pretesto per goderci tutti gli affascinanti anfratti di questo mondo splendidamente curato.

Ogni pulsante da attivare nei vari scenari sarà immerso in contesti suggestivi e variegati fra loro, divertenti da attraversare e memorabili da osservare. Per cui, torniamo a soffermarci ancora una volta su questo punto molto importante. Riuscire a variare la formula in ogni momento non significa essere ripetitivi. Anche nuotare è ripetitivo come gesto, ma se lo si fa in uno stagno, nell’oceano o nello spazio starà solo a voi rendervene conto…

STANDING OVATION AL DIRETTORE ARTISTICO

Senza fiato

Se gli half-pipe sparsi nelle location e le sfide acrobatiche a tempo non vi avessero ancora rapito, ci penseranno le cavalcate marine a farvi cambiare idea. Sword of the Sea ci regalerà delle sezioni di poesia pura in groppa a meravigliose creature. Queste sapranno anche offrire nuovi (oltre che inaspettati) stimoli al gameplay nei momenti giusti. Non si arriverà mai alla frustrazione, alla noia o alla monotonia, mai. Tutto è perfettamente architettato per restituire un’emozione costante e crescente.

Le mappe sono studiate perfettamente e collegate da catene/shortcut su cui grindare, che potrete usare o meno. Le meduse invece, usate come trampolini, appariranno dove servono per evitare la frustrazione dopo una grande caduta. Una volta purificato l’ambiente di turno, inoltre, si apriranno nuove strade prima irraggiungibili e lo scenario muterà in modi particolarmente romantici davanti i nostri occhi. Proprio come succedeva purificando i santuari su Abzu.

Fascino

Visivamente parlando non crediamo siano state ancora inventate le parole per poter descrivere su testo quello che vedrete su Sword of the Sea. Niente di meno per il comparto sonoro, con il compositore Austin Wintory (ormai celebre fra i fan di questo tipo di esperienze artistiche) che ancora una volta torna a regalarci colonne sonore perfettamente fuse con l’esperienza e decisamente evocative.

Fra vista, udito e cuore, il tutto si attesta su livelli atmosferici di una bellezza soprannaturale e trascendentale. Una vera fabbrica di sogni di arte impressionista e naturale, da esplorare liberamente. Dai tratti della fauna marina di Abzu ai deserti lucenti di Journey ai disegni definiti di stampo esotico di The Pathless, tutto è perfettamente coniugato in un’esperienza coesa dalla durata abbastanza breve (ma a nostro parere giusta) ma indimenticabile.

“QUESTE PAROLE SONO MACIGNI NEL MIO CUORE”

Sogni lucidi

Come si suol dire la perfezione non esiste: eppure Sword of the Sea dimostra un impegno sorprendente per riuscire a raggiungerla. In mezzo a tutta questa fusione di colori vividi, ambienti vivi e una mole di dettagli visivi da spaccare lo schermo, c’è però un difetto. Infatti l’ottimizzazione talvolta non riesce a reggere il peso di un comparto visivo maestoso, faticando a rimanere fluido nei momenti più gremiti di dettagli ambientali.

L’intera avventura, fortunatamente, girerà quasi sempre fluidamente, anche con dettagli minori, arrancando giusto in momenti specifici e particolarmente concitati sul fronte degli elementi a schermo. Sicuramente la penalità sulla fluidità si avvertirà, anche con i requisiti minimi consigliati. Fortunatamente però saremo così distratti da tutto il resto che smetteremo presto di farci caso… Rimane comunque un elemento che in sede di valutazione va considerato e che, a nostro parere, ha privato quello che possiamo definire un capolavoro da una votazione massima, piena.

Non dubitate del fatto che qualche calo di framerate possa rovinarvi l’esperienza. La fluidità sarà comunque abbastanza costante per tutta la durata di Sword of the Sea, per cui non c’è davvero di cui preoccuparsi. E dal momento che non abbiamo riscontrato altre imperfezioni, non possiamo che congratularci col team di Giant Squid.

Menzione onorevole infine per le poesie rinvenute dagli altari di gioco. Una mano guidata da un infinito amore e passione per i videogiochi hanno guidato quelle parole, illuminandoci come mai prima sulle leggende di questo universo misterioso. Si apprezza inoltre il new game+ e le sue aggiunte al gameplay, con delle chicche non da poco che potranno regalare longevità extra anche ad avventura portata a termine.

Estremo

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

Sword of the Sea è un nuovo ciclo di vita e meraviglia da vivere ancora una volta abbagliati, come piccoli gufi ipnotizzati da un cielo stellato, in grado di scavare nelle pupille e rimanere vivido nei ricordi per sempre. Il team di Giant Squid ha preso il meglio delle sue opere precedenti, le ha private dei punti morti e dei fianchi deboli e ne ha ampliato a livello atmosferico l’essenza. Il risultato è un (quasi) perfetto mix di divertimento, originalità, stupore e passione che non può non rapire in ogni suo momento. Potrà non incontrare i gusti di tutti, mentre altri potranno essere condizionati dal fattore nostalgia dei titoli precedenti.

Altri ancora potrebbero persino trovarlo ripetitivo… Ma questo non dovrebbe mai penalizzare una ricerca della perfezione alimentata da passione e poesia tra le più pure che abbiamo mai visto. Il che porterà il giudizio al singolo giocatore. Siete ancora in grado di sognare a occhi aperti? O il grigiume della vita vi ha intrappolato già da tempo? La risposta la troverete in questa opera… Noi ci togliamo il cappello e siamo felici di aver potuto prendere parte a questo indimenticabile viaggio. Ora tocca a voi.

Pregi

Direzione artistica evocativa, stratosferica e straripante di passione e poesia in ogni elemento proposto. Le colonne sonore di Austin Wintory sono sempre una garanzia. Gameplay mai così coinvolgente e magnetico, in grado di unire divertimento e meraviglia senza mai pesare. Trama ampliata e approfondita grazie alla fusione di un universo condiviso da esplorare. Concettualmente una delle esperienze più originali e memorabili che abbiamo avuto modo di vivere.

Difetti

La stabilità nel framerate a volte non regge la maestosità dei dettagli su schermo, anche a risoluzioni minori o consigliate.

Voto

9,5