Hell Is Us, un viaggio oscuro tra guerra e mistero, la recensione
Addentriamoci in un mondo devastato da lotte intestine e affrontiamo le conseguenze di una misteriosa calamità combattendo contro delle creature soprannaturali
Hell Is Us si presenta come un’esperienza ben diversa dal solito ARPG. Infatti non punta unicamente su combattimenti spettacolari o su un ritmo serrato, ma rappresenta un’avventura che fonde azione, mistero e un mondo frammentato da conflitti politici e sovrannaturali. Dietro allo sviluppo troviamo Rogue Factor, nota software house canadese che negli anni si è fatta conoscere grazie a Mordheim: City of the Damned (2015) e Necromunda: Underhive Wars (2020).
E a dirigere questo nuovo progetto vi è invece Jonathan Jacques-Belletête, già noto per il suo lavoro su Deus Ex. Il suo tocco è evidente nella costruzione di un universo che non vuole spiegare tutto, ma lascia che siano i giocatori a scoprire gradualmente la verità. Se volete avventurarvi in questo mondo, in cui non ci sono indicazioni o mappe, seguiteci in questa recensione della versione PS5 di Hell Is Us. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Nacon, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.
GUERRE INTESTINE E INTERVENTI SOPRANNATURALI
L’idea alla base di Hell Is Us è tanto semplice quanto affascinante: un uomo, il nostro protagonista, torna nel suo paese natale devastato da una guerra civile e da un’inquietante infestazione di creature misteriose. Non c’è un unico obiettivo chiaro, non c’è un indicatore che ci spinge verso la prossima missione. Ma solo la nostra curiosità, la nostra volontà di esplorare e affrontare le conseguenze di un passato che non vuole rimanere sepolto.
La narrazione di Hell Is Us colpisce per il modo in cui riesce a fondere il dramma personale del protagonista con il destino collettivo di una nazione. Ci siamo trovati immersi in una terra che porta i segni della distruzione: villaggi abbandonati, campi di battaglia disseminati di rovine, campi minati e città devastate. Non si tratta solo di uno sfondo visivo, ma di un mondo che respira e che ci racconta continuamente frammenti di storie non dette.
Il cuore pulsante della trama sta proprio nel rapporto tra la dimensione umana e quella soprannaturale. Da un lato c’è il conflitto armato, con le sue divisioni politiche e sociali, dall’altro le misteriose apparizioni, entità spettrali che sembrano incarnare le paure, i rimpianti e i traumi di chi ha vissuto la guerra. Il protagonista, tornato dopo anni, si trova intrappolato in un limbo tra i suoi ricordi d’infanzia e il presente devastato. La sua ricerca diventa sia una missione personale sia un viaggio simbolico nella memoria collettiva.
Abbiamo apprezzato come la storia non venga mai raccontata con lunghe cutscene o dialoghi invadenti. Al contrario, ogni passo che facciamo, ogni rovina che esploriamo, ogni documento ritrovato contribuisce a costruire un mosaico complesso. È una scelta narrativa che premia chi ha pazienza e voglia di perdersi nei dettagli, e che rende Hell Is Us un titolo rivolto a chi cerca un’esperienza più matura e riflessiva.
ANDARE, SÍ, MA DOVE?
Uno degli elementi che ci ha colpito maggiormente nel gameplay è la totale assenza di mappe tradizionali, indicatori o waypoint. In un’epoca in cui la maggior parte degli open world ci tiene costantemente per mano, Hell Is Us decide di lasciarci liberi, quasi spaesati, costringendoci a osservare con attenzione il paesaggio, a leggere i segnali ambientali e a fidarci del nostro istinto.Camminare attraverso foreste, colline e villaggi in rovina diventa un atto di scoperta autentica.
Ogni direzione che prendiamo può condurci verso un pericolo, un enigma o un frammento di storia. Questa scelta aumenta il senso di immersione e ci fa percepire il viaggio come qualcosa di personale. L’esplorazione è supportata da un ottimo level design che mescola ambientazioni realistiche con elementi quasi onirici: ci è capitato di trovarci davanti a strutture impossibili, campi avvolti da una nebbia innaturale, oppure simboli misteriosi che aprivano la strada a nuove zone.
COMBATTERE E NON SOCCOMBERE
Il sistema di combattimento di Hell Is Us rappresenta un altro punto cruciale. Non ci troviamo davanti a un action frenetico in stile hack & slash, ma a un sistema più lento, ponderato. Viene posto l’accento sulla gestione della distanza, della resistenza e del tempismo. Il protagonista dispone di un set di armi corpo a corpo come spade e asce, che cerca di variare il combattimento anche se non sempre ci riesce.
Le battaglie contro le entità soprannaturali sono particolarmente impegnative. Ogni nemico richiede osservazione e strategia, poiché ognuno ha movenze, punti deboli e abilità uniche. Non è raro trovarsi a dover arretrare, studiare il comportamento della creatura e poi colpire al momento giusto. Il risultato è un combattimento lento e misurato che potrebbe non incontrare il gusto di tutti i giocatori.
ATMOSFERA E REALISMO
Sul piano tecnico, Hell Is Us non vuole impressionare con effetti speciali esagerati, ma con un uso intelligente della direzione artistica. Gli scenari, pur non essendo immensi, sono costruiti con cura, e fanno uso di una palette cromatica con toni cupi e un’attenzione ai dettagli. Il design sonoro gioca poi un ruolo fondamentale. Saremo ipnotizzati dal rumore del vento tra le rovine, i passi che rimbombano nelle strade deserte, i suoni inquietanti che annunciano la presenza dei nemici.
Ogni elemento contribuisce a creare una sensazione di inquietudine costante. Dobbiamo però segnalare che dal punto di vista tecnico abbiamo riscontrato qualche imperfezione. Ad esempio animazioni non sempre fluidissime o cali di framerate in aree più complesse, ma nulla che comprometta seriamente l’esperienza complessiva. Una patch correttiva migliorerà sicuramente la situazione.
DA AVERE SENZA RISERVE
Dopo parecchie ore passate tra rovine, combattimenti e scoperte, possiamo dire che Hell Is Us è un gioco che lascia il segno. Non tanto per la sua spettacolarità, quanto per la sua capacità di coinvolgere sul piano emotivo e intellettuale. È un’avventura che si prende dei rischi, che osa proporre un sistema di esplorazione libero e un combattimento che privilegia tensione e realismo, e che intreccia una storia personale con un contesto collettivo ricco di significati. Se amate le esperienze narrative profonde, l’esplorazione senza confini e i mondi che lasciano spazio all’immaginazione, l’opera di Rogue Factor merita sicuramente la vostra attenzione.
Pregi
Atmosfera coinvolgente e storia interessante. Non avere aiuti o mappe rende l'esplorazione immersiva e soddisfacente come non mai, assieme alla risoluzione degli enigmi. Direzione artistica sontuosa.
Difetti
Lo stile "lento/riflessivo" del combat system potrebbe non incontrare il gusto di tutti i fan di ARPG. Alcune lacune in materia di ottimizzazione.
Voto
8,5