Gears of War: Reloaded, il ritorno del Delta Squad, recensione
Dieci anni dopo, Marcus Fénix e compagni sbarcano su anche su PS5, tra nostalgia, tattica e qualche limite tecnico
L’arrivo di Gears of War: Reloaded su PS5 è un evento che molti fan della saga non avrebbero mai immaginato. Originariamente sviluppato da Epic Games, simbolo dell’era Xbox 360, il titolo rappresentò la prima killer app della piattaforma di Microsoft, imponendo Marcus Fénix e il Delta Squad come icone di un’epoca in cui Sony rispondeva con titoli come Resistance: Fall of Man, oltre che con la potenza narrativa di Uncharted. Le discussioni tra fan delle due console erano leggendarie: quale saga aveva i migliori sistemi di copertura, chi aveva copiato chi, chi dominava in termini di grafica e design.
Oggi, dieci anni dopo, vedere il Delta Squad fissarti dal menu di PS5 è quasi surreale: un simbolo di un conflitto storico tra console che si è finalmente placato, almeno sul fronte dei giocatori. Questa remastered non nasce per rivoluzionare la saga, ma per introdurla a chi non la conosce, a chi non ha avuto la possibilità di viverla su Xbox. È una sorta di “prova del mercato” di Epic Games e Microsoft su PlayStation, un modo per consolidare la presenza della saga prima dell’arrivo di Gears of War: e-Day.
Il team di sviluppo, guidato dai veterani di The Coalition insieme a Epic Games, ha lavorato per trasferire l’esperienza originale su PlayStation, aggiornando grafica, framerate e aggiungendo funzionalità come supporto a 4K, HDR e 120 fps nel multiplayer. Tuttavia, al netto delle migliorie tecniche, Reloaded resta fondamentalmente la remastered di una remastered, senza contenuti nuovi significativi. Andiamo quindi nel dettaglio in questa recensione della versione PS5 di Gears of War: Reloaded, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Xbox Game Studios, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.
BATTAGLIE EPICHE TRA PAUSE INATTESE
La campagna segue Marcus Fénix, catturato dalla CGO e messo in esilio, che viene liberato per combattere i Locust, creature sotterranee che minacciano di annientare l’umanità. Insieme al Delta Squad (Dom, Baird e ColeI) Marcus attraversa campagne devastate, città distrutte e labirinti sotterranei, affrontando missioni di salvataggio, assalti strategici e battaglie titaniche contro nemici implacabili.
Il racconto è semplice e lineare: il vero valore narrativo non risiede nella complessità della storia, ma nella costruzione del mondo e nella caratterizzazione dei personaggi. Sequenze cinematografiche e dialoghi tra i membri del Delta Squad aggiungono carisma e profondità emotiva, rendendo ogni missione memorabile.
Tuttavia, la campagna soffre di pause immotivate: spesso i personaggi devono completare le animazioni prima che il checkpoint successivo si attivi, smorzando il ritmo dell’azione. Questi momenti di stallo interrompono la tensione delle sequenze più concitate, riducendo leggermente l’immersione. Pur non rovinando la narrazione, il difetto è evidente soprattutto nei giocatori abituati a ritmi più serrati.
TATTICA SOLIDA MA DATATA
Il cuore di Gears of War: Reloaded è il suo gameplay. Un mix di azione tattica, gestione delle coperture e combattimenti frenetici. Il peso dei personaggi, il sistema di ricarica attiva e il ritmo delle partite con il sistema di coperture creano un’esperienza unica, che distingue la saga da altri sparatutto. Il wallbounce, seppur discutibile, aggiunge profondità al combattimento e permette approcci strategici agli scontri. Nonostante la solidità della formula però, alcune meccaniche mostrano il peso del tempo.
Il sistema di comandi non risulta sempre intuitivo, soprattutto nel multiplayer, dove gestire movimenti, coperture e azioni contestuali può risultare macchinoso. La precisione e la fluidità di alcune azioni non raggiungono gli standard moderni, rendendo l’esperienza meno immediata per i nuovi giocatori o per chi cerca combattimenti più rapidi e reattivi. Le pause tra checkpoint nella campagna interrompono l’azione e riducono la sensazione di continuità. Questo difetto è evidente in sequenze come assalti di massa o fasi di inseguimento, dove il caricamento delle animazioni dei personaggi rallenta il ritmo e smorza l’adrenalina.
ARENA SENZA PROGRESSIONE
Il multiplayer di Gears of War: Reloaded mantiene la formula classica della saga, con tutte le mappe, modalità e personaggi presenti nella Ultimate Edition originale, supporto al cross-play e progresso condiviso tra piattaforme. Tuttavia, emergono due problemi principali: la community ridotta e la mancanza di progressione. Su PlayStation il numero di giocatori è alquanto limitato al momento, cosa che rende difficile trovare partite e compromettendo la longevità del comparto online. Inoltre tutti i personaggi e le skin sono già sbloccati e non esistono perk o avanzamenti da conquistare.
Questo riduce l’esperienza a un “arena shooter” privo di motivazioni a lungo termine. Il gameplay rimane tattico e fedele alla saga, ma non si prova la soddisfazione di migliorare o crescere. Il risultato è un multiplayer divertente nelle prime partite, ma che perde rapidamente mordente. Nonostante ciò, il feeling di Gears resta unico: il peso delle armi, la gestione delle coperture e la profondità tattica dei combattimenti continuano a distinguere la serie. Il problema è che senza una community attiva e senza progressione, il multiplayer in particolare perde gran parte del suo appeal originale.
MECCANICA E INGRANAGGI: IL MOTORE DI RELOADED
Dal punto di vista tecnico, Gears of War: Reloaded offre ciò che ci si aspetta da una remastered moderna. La campagna gira a 60 fps e il multiplayer a 120, con risoluzione fino a 4K e supporto HDR. Illuminazione, ombre e riflessi appaiono più nitidi rispetto alla Ultimate Edition, così come gli effetti dell’acqua e la gestione dei dettagli ambientali. La PS5 sfrutta anche grilletti adattivi e vibrazione aptica, aumentando la sensazione di impatto e rendendo alcune sequenze ambientali più immersive, come pavimenti instabili o esplosioni vicine.
Su PS5 Pro, la risoluzione migliora fino al 25% grazie a PSRR, e l’anti-aliasing è più raffinato. Tuttavia, come affermato in apertura, Reloaded resta la remastered della remastered. Molte migliorie infatti erano già disponibili nella versione Pc della Ultimate Edition, e l’engine originale mostra ancora limiti nell’IA e nel posizionamento dei checkpoint. Senza contare che anche alcune animazioni e movimenti avrebbero potuto essere ottimizzati meglio, come dimostrano i sequel.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Gears of War: Reloaded è una rimasterizzazione fedele e ben realizzata, ideale per chi non ha mai avuto la possibilità di conoscere la saga su Xbox o Pc. La campagna rimane solida e memorabile, con combattimenti tattici e scenari spettacolari, seppur rallentata da pause tra checkpoint e animazioni dei personaggi. Il multiplayer, pur tecnicamente valido, soffre di una community assente e di una totale assenza di progressione. È un’arena shooter divertente all’inizio ma senza motivazioni a lungo termine, e questo riduce l’attrattiva per chi cerca sfide e obiettivi concreti.
Il vero valore della produzione è come campo di allenamento online in vista di Gears of War: e-Day, e come biglietto d’ingresso per i nuovi giocatori su PlayStation. Per i veterani invece rappresenta lo stesso piatto riscaldato, senza innovazioni significative. Il piacere di impugnare un Lancer o di attraversare un nemico con la motosega resta impareggiabile, ma una saga così iconica meriterebbe più attenzione. Miglioramenti al gameplay, al’IA e un multiplayer più vivo avrebbero reso questo remastered davvero memorabile. In sintesi, l’opera di The Coalition ed Epic Games è una buona occasione per scoprire la saga o rispolverarla in chiave tecnica moderna, ma per chi cerca novità e profondità, il gioco rimane “una remastered della remastered”, interessante ma incompleta.
Pregi
Campagna solida e memorabile. Combattimenti tattici unici, cross-play e progresso condiviso tra le piattaforme (cross-save).
Difetti
Multiplayer vuoto e senza progressione. Meccaniche datate. "Pause" nella campagna per via del caricamento delle animazioni.
Voto
6,5