Cattle Country, dove Stardew Valley incontra il selvaggio West, recensione
Costruiamo una fattoria, facciamo amicizia, affrontiamo banditi e sviluppiamo il nostro villaggio in un mondo western in pixel art
Nel panorama sempre più affollato dei life simulator, Cattle Country si distingue grazie a una combinazione apparentemente insolita. Ovvero la quotidianità agreste tipica alla Stardew Valley che incontra l’epopea polverosa del selvaggio West. Sviluppato da Castle Pixel, software house indie statunitense che si è fatta conoscere con Blossom Tales: The Sleeping King (2017), il titolo ha l’obiettivo di ritagliarsi uno spazio tra i cosiddetti titoli “cozy” senza però rinunciare a una vena avventurosa.
Come è andata a finire? Andiamo a scoprirlo con la recensione della versione PS5 di Cattle Country, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Playtonic Friends, è disponibile anche su Pc, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
SOGNI E PISTOLE IN UN WEST ALTERNATIVO
In Cattle Country vestiremo i panni di un personaggio appena trasferitosi in una remota cittadina di frontiera, con l’obiettivo di riportare in vita un ranch abbandonato. Ma non si tratta della solita storia di riscatto personale: il gioco infatti introduce da subito elementi narrativi più ampi, che riguardano conflitti tra coloni e fuorilegge, segreti nascosti nelle miniere, e un passato oscuro che lega diversi personaggi della comunità.
L’ambientazione mescola storia e finzione con tocchi fantasy leggeri, restituendo un mondo coerente ma allo stesso tempo sorprendente. Ogni zona, dalla piazza cittadina ai canyon rocciosi, ha una personalità ben definita, e anche il modo in cui si scoprono nuove aree (spesso legato alla progressione narrativa) dà una sensazione di mistero graduale.
TRADIZIONE CON UNA SPRUZZATA DI DINAMITE
Le fondamente ludiche sono familiari e di immediata comprensione. Coltivazione, allevamento, pesca, raccolta di risorse, costruzione e relazioni sociali. In tutto questo però Cattle Country ci mette comunque del suo. Per esempio il rodeo non si presenta solamente con un cutscene. Si tratta di un mini-gioco a tutti gli effetti, con eventi stagionali e premi esclusivi. Le incursioni di banditi poi introducono momenti di tensione e richiedono decisioni rapide.
Difendere il ranch, rinunciare a parte del raccolto o affrontare uno scontro armato? Il crafting infine è ben sviluppato, con un sistema di progetti che si espande man mano che si progredisce nella trama e si guadagnano punti reputazione. Interessante anche la gestione della fattoria, dove non ci limiteremo a piantare semi e raccogliere ortaggi, ma dovremo anche badare alla manutenzione delle strutture, al rifornimento d’acqua con pompe e cisterne e alla cura degli animali in modo più realistico.
Uno degli aspetti più originali dell’opera di Castle Pixel è il sistema di miniere a scorrimento laterale. Scavare non significa solo scendere sempre più in basso, ma anche esplorare in orizzontale, cercando punti deboli nella roccia, cunicoli nascosti e materiali rari. Il combattimento invece, seppur semplice, introduce una componente action più marcata rispetto ai life sim tradizionali. Ci sono armi da fuoco, fionde, trappole e persino la possibilità di usare dinamite per sgomberare grotte o eliminare gruppi di nemici.
La varietà non è estrema, ma sufficiente a rendere ogni spedizione una piccola sfida. Un altro aspetto intelligente di Cattle Country è il suo sistema di progressione. Inizialmente il gioco è accessibile e rilassante, ma con il passare delle stagioni il clima si fa più duro, i banditi più aggressivi, e alcune missioni richiedono pianificazione e strategia. La curva di difficoltà è tuttavia ben calibrata: mai frustrante, ma capace di tenere alta l’attenzione anche nei momenti più ordinari. Questo è tutt’altro che scontato in produzioni sui generis, dove spesso il ritmo lento può far scivolare il giocatore nella noia.
VITA SOCIALE, RELAZIONI E SECONDARIE
Cattle Country permette di interagire con numerosi NPC attraverso dialoghi personalizzati e storyline che si sbloccano con il tempo. Si possono intraprendere relazioni romantiche con ben 18 personaggi, ognuno con background e personalità differenti. Tuttavia le interazioni risultano ancora un po’ superficiali. I dialoghi, seppur ben scritti, si ripetono dopo poco, e le missioni secondarie legate agli NPC tendono a essere prevedibili (consegna oggetti, piccoli favori). Il potenziale per creare una vera rete di relazioni c’è, ma per ora resta solo abbozzato.
Il mondo di gioco però offre anche diverse attività oltre alla gestione del ranch e delle relazioni. Dalle gare di pesca al poker nel saloon, dagli eventi stagionali (tra cui un’esilarante corsa dei tacchini) alle quest bizzarre dei personaggi secondari. Il titolo cerca insomma di tenere il giocatore costantemente impegnato. Anche la personalizzazione gioca un ruolo importante. Si può decorare la fattoria, scegliere l’arredamento della propria casa e persino determinare l’aspetto del proprio cavallo. Mancano però opzioni più profonde sul piano estetico per il protagonista (ci sono infatti pochi outfit, e niente tagli di capelli variabili), una lacuna che si spera di veder colmata con aggiornamenti futuri.
UN WEST CHE BRILLA DI PIXEL
Artisticamente Cattle Country è un piccolo gioiello. La pixel art è dettagliata, con palette calde e luminose che evocano perfettamente il tramonto sui canyon, le strade polverose delle cittadine e l’ombra fresca delle foreste fluviali. Gli sprite dei personaggi sono espressivi anche se stilizzati, e le animazioni, specialmente degli animali, sono fluide e curate. La colonna sonora è uno dei punti forti. Un mix di chitarre acustiche, banjo e armoniche accompagna le giornate in fattoria, con variazioni stagionali e brani dinamici che si attivano durante i combattimenti o le feste cittadine.
Purtroppo la varietà è ancora limitata e, nelle sessioni più lunghe, si avverte un certo senso di ripetitività. Gli effetti sonori invece sono solidi; si sente però la mancanza di un doppiaggio, che avrebbe potuto aggiungere ulteriore profondità ai personaggi. Non manca qualche bug, come per esempio NPC che scompaiono, problemi nei salvataggi automatici e animazioni che si bloccano. Tuttavia il team di sviluppo si sta dimostrando molto attento ai feedback della community: le patch sono frequenti, il canale Discord ufficiale è attivo e la roadmap pubblicata fa ben sperare per il futuro. In definitiva, Cattle Country è un progetto con ancora tanto da poter dare.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Cattle Country non reinventa certo il genere dei life sim, ma riesce a contaminarlo con intelligenza. La scelta di ambientarlo nel selvaggio West, unita a meccaniche ben pensate e una direzione artistica solida, lo rende un titolo davvero interessante. Con ancora qualche limatura e contenuti aggiuntivi appropriati, potrebbe affermarsi come una delle esperienze più memorabili per chi cerca un’avventura rilassante ma mai banale. Che abbiate voglia di coltivare pomodori, addestrare cavalli, duellare contro banditi o innamorarvi di un fabbro burbero, l’opera di Castle Pixel offre un mondo dove ogni giornata è un piccolo racconto da vivere.
Pregi
Ambientazione western originale e ben realizzata. Gameplay vario con elementi di azione e strategia. Design delle miniere innovativo e coinvolgente. Pixel art curata e atmosfera coerente. Curva di difficoltà progressiva e stimolante.
Difetti
Interazioni sociali poco approfondite. Ripetitività in alcuni dialoghi e attività. Bug occasionali e piccoli problemi tecnici. Mancanza di varietà musicale nelle lunghe sessioni. Opzioni di personalizzazione del personaggio limitate.
Voto
7,5