The Invincible, viaggio fantascientifico tra libro e videogioco, recensione

Dall'omonimo romanzo di Stanisław Lem, vivremo un'avventura sospesa tra filosofia e scienza

-

The Invincible fu annunciato per la prima volta nel settembre 2020 da Starward Industries, una software house indie polacca fondata due anni prima da un gruppo di sviluppatori veterani (con alle spalle esperienze in CD Projekt Red e Techland, fra gli altri). Un progetto piuttosto ambizioso, che si è posto come obiettivo quello di adattare in videogioco il celebre romanzo di Stanisław Lem (pubblicato nel 1964 ndr) da cui prende il nome.

Lo scrittore polacco, scomparso nel 2006, è annoverato tra gli autori fantascientifici più famosi e prolifici di sempre, dato che i suoi libri (tradotti in oltre 40 lingue) hanno venduto quasi 30 milioni di copie in tutto il mondo. Inoltre il romanzo in questione, noto in Italia come L’Invincibile, è stato uno dei primi in assoluto a esplorare alcuni temi ancora oggi in voga nel genere come i microbot e la necroevoluzione, un termine coniato dallo stesso Lem per indicare l’evoluzione della materia morta, non vivente.

Dopo diversi rinvii il titolo è finalmente stato rilasciato, perciò andiamo a scoprirlo. Di seguito la recensione della versione Pc di The Invincible. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da 11 Bit Studios, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

COME IL LIBRO? NON DEL TUTTO

Va innanzitutto specificato che The Invincible non costituisce un adattamento 1:1 del libro. Per quanto la trama del gioco segua in gran parte quella del romanzo, i personaggi principali sono del tutto originali. A partire dalla protagonista che andremo a impersonare, ovvero la brillante astrobiologa Yasna. Il team di Starward Industries ha non a caso definito la produzione come una sorta di prequel dell’opera di Lem.

Tuttavia, al netto di alcune differenze non da poco (per esempio nel romanzo non risultano esserci sopravvissuti nell’equipaggio del Condor), il fatto che siano presenti intere linee di dialogo prese pari pari dal libro contribuisce a dar spazio a un’altra ipotesi. Ovvero che si tratti, più che di un prequel, di una parziale rielaborazione della storia per venire incontro a un pubblico più moderno.

Tornando al gioco, nei panni di Yasna verremo inviati su Regis III (un pianeta simile a Marte) per salvare i nostri compagni dopo che degli eventi insoliti hanno causato l’interruzione delle comunicazioni con loro. Come se non bastasse, la ricercatrice è vittima di consistenti blackout nella memoria a breve termine. Perciò all’inizio dovremo innanzitutto orientarci e determinare i nostri primi passi.

Man mano che esploreremo l’ambiente la missione diventerà più chiara e i vari flashback colmeranno le lacune riguardanti gli avvenimenti che hanno comportato l’arrivo di Yasna sul pianeta. Oltretutto non saremo mai del tutto soli, visto che la maggior parte del tempo saremo in comunicazione con Novik, Astrogator (cioè comandante) della nave con cui siamo arrivati, e che nel frattempo rimarrà in orbita.

UN VIDEOGIOCO INTELLETTUALE

Dato che strutturalmente The Invincible costituisce perlopiù un walking simulator (dato che ci sposteremo da un punto d’interesse all’altro), le conversazioni tra Yasna e Novik rappresenteranno un po’ l’anima della produzione. In esse non verranno solamente menzionati le informazioni sugli obiettivi del momento e sull’ambiente circostante, ma potremo assistere all’esplorazione profonda dei temi centrali della storia, e quindi del romanzo.

Primo fra tutti l’evoluzione e la natura dell’umanità rispetto alle macchine. Argomenti densi e interessanti di cui sarà possibile scoprire nuovi punti di discussione attraverso le scelte di dialogo. Nell’immediato la loro influenza sulla narrazione non sarà molto evidente, ma vi assicuriamo che con esse decreteremo l’andamento delle relazioni con i vari NPC.

Le interazioni con questi ultimi, paradossalmente, non saranno stimolanti e introspettive come quelle tra Novik e Yasna, ma i possibili sviluppi del nostro rapporto con loro (in base alle numerose scelte di dialogo) saranno sufficientemente avvincenti. Quanto basta da effettuare almeno un’altra run, dopo essere arrivati ai titoli di coda la prima volta.

Altro elemento che gioca un ruolo fondamentale nell’opera è chiaramente l’esplorazione. Pur imbattendoci in più percorsi che alla fine condurranno bene o male alle stesse aree, avremo modo di scoprire elementi unici relativi alla lore. Elementi che potremo aggiungere al nostro diario, per poi dare risposta ai molti quesiti che finiremo inevitabilmente col porci.

PROFONDO MA… LINEARE

A seconda di come sceglieremo di procedere su Regis III potrà capitare di perdere qualche punto di interesse, ma talvolta la nostra progressione potrebbe risultare bloccata, a meno di non aver interagito con un oggetto specifico. D’altro canto il design strutturale dei livelli appare semplice e lineare: cosa che ha evitato di rendere traumatica l’assenza di indicatori costanti sull’HUD, in grado di orientarci sulla strada da fare.

Infatti per trovare la via su The Invincible saremo chiamati ad arrangiarci con una mappa, assai pratica e basata su percorsi ramificati e sul riconoscimento di strutture terrestri ben distinguibili nel paesaggio. Anche il tutorial a inizio gioco non mancherà di fornirci indicazioni al riguardo, perciò non vi è nulla da temere. Si tratta in ogni caso di un approccio minimalista e coinvolgente, che accentuerà l’immersione nel contesto dell’avventura.

La principale criticità della produzione risiede nella scarsa varietà nel gameplay.Oltre a camminare molto, talvolta capiterà di arrampicarsi su una collina o su una parete rocciosa. E per farlo dovremo semplicemente premere qualche tasto. Anche l’utilizzo di strumenti come il metal detector risulta lineare e “guidato”, quasi senza alcun spiraglio per qualche iniziativa personale.

Ci sarebbe piaciuto vedere maggiormente sviluppato il potenziale latente riguardante la risoluzione di enigmi, o comunque avere un po’ più di varietà al di fuori dei dialoghi, per intenderci. Tutte cose che avrebbero giovato grandemente all’opera di Starward Industries, che in ogni caso rimane per scelta del team di sviluppo un’esperienza impostata quasi del tutto sulla narrazione.

PERDERSI IN UN AFFASCINANTE CONTESTO SCI-FI

Fin da quando muoveremo i primi passi su Regis III non potremo fare a meno di rimanere affascinati dai panorami mozzafiato del pianeta alieno, che come abbiamo detto in apertura ricorderà parecchio Marte. Quello di The Invincible è un viaggio che tra numerose occasioni di riflessione e momenti memorabili trascende la “semplice” (si fa per dire) missione di salvataggio alla base dell’avventura.

Pur trattandosi di una produzione che di certo non può essere annoverata tra quelle AAA, l’utilizzo dell’Unreal Engine 5 consente di valorizzare al massimo il pregevole design fantascientifico retrò che permea l’opera di Lem, ancor prima di quella di Starward Industries. Al netto di qualche fenomeno di pop-in e alcune texture ambientali a bassa risoluzione, non possiamo che sottolineare la sontuosità del comparto grafico.

Il sound design tra l’altro non è da meno, anche e soprattutto per merito dell’eccellente doppiaggio che conferirà grande spessore alle interpretazioni dietro a Yasna e Novik, che sentiremo parlare per la quasi totalità dell’avventura. La cui durata, facciamo presente, si attesta a circa 6-7 ore.

Molto bene anche la colonna sonora, di grande impatto e capace di valorizzare i momenti chiave così da far sembrare The Invincible, in un certo senso, più grande di quanto effettivamente non sia. Infine facciamo presente che il gioco è disponibile solamente in inglese: ed essendo la narrazione e i dialoghi così centrali nell’economia della produzione, coloro che dovessero essere poco pratici con la lingua si troveranno in seria difficoltà.

DA AVERE SENZA RISERVE

“Videoludizzare” un romanzo di spessore (intellettuale e non solo) come L’Invincibile (1964) di Stanisław Lem non era semplice, ma il team di Starward Industries ha compiuto un ottimo lavoro, soprattutto sul fronte narrativo e tecnico, sorretto dalla potenza dell’Unreal Engine 5 e da una pregevole interpretazione in sede di doppiaggio (senza nulla togliere al sound design e alla colonna sonora). Certo, allo stesso modo non vi è dubbio che sul piano prettamente ludico The Invincible si sarebbe potuto e dovuto sviluppare un po’ di più.

Puntando magari su alcuni elementi che nel corso dell’esperienza risultano appena accennati. Per esempio quelli relativi alla risoluzione degli enigmi, all’impiego di strumenti scientifici e in generale alle poche azioni “slegate” dal flusso narrativo in sé per sé. Indipendentemente dall’essere un’esperienza incentrata sulla narrativa più che sul “gioco”, non possiamo che raccomandarla a qualunque amante del genere fantascientifico, letterario e videoludico.

Pregi

Narrazione eccellente, con una brillante rielaborazione (sia pure parziale) del romanzo di riferimento. Affascinante ambientazione valorizzata oltretutto dai "muscoli" dell'Unreal Engine 5. Comparto tecnico solido e accattivante...

Difetti

... Nonostante qualche piccola sbavatura. Una maggiore varietà e libertà nel gameplay (fortemente lineare e pre-impostato) avrebbe giovato non poco all'esplorazione e in generale all'opera.

Voto

8