Knight vs Giant: The Broken Excalibur, Camelot è in pericolo, recensione

Il regno è nei guai, Excalibur è in frantumi e gli altri cavalieri defunti. Resta solo re Artù a contrastare il Gigante del Vuoto in questa folle avventura

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Quello di Hades (2020) è stato un successo di tale portata da generare svariati tentati di imitazione, più e meno palesi. Tanto che Knight vs Giant: The Broken Excalibur, di cui parleremo oggi, potrebbe facilmente essere incluso in tale discorso. “Un Hades con Re Artù”, qualcuno potrebbe pensare. E dire che si tratta del primo progetto importante per Gambir Studio, un team di sviluppo indie proveniente dall’Indonesia che alle spalle, finora, ha diversi giochi per il mercato mobile.

Non ci resta quindi che scoprire cosa ci riserverà Knight vs Giant: The Broken Excalibur in questa recensione della versione Switch, curata dal nostro Diego Inserauto. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da PQube, è disponibile anche su Pc, PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

UDITE GENTE, PRESTATE ORECCHIO!

L’intero regno di Camelot (con tutti i suoi abitanti) è stato spedito in un’altra dimensione da Merlino, nel tentativo di salvare la situazione dal Gigante del Vuoto. Un potente nemico inavvertitamente liberato nel corso della ricerca del sacro Graal da parte dei cavalieri di Re Artù, periti insieme a lui nel corso della missione. Il celebre mago ha la possibilità di riportare in vita un solo cavaliere, e la scelta ricade proprio sul leggendario sovrano.

La premessa di Knight vs Giant: The Broken Excalibur è quindi abbastanza generica, così come il character design risulta un po’ anonimo. Il protagonista sembra un cavaliere qualsiasi e non il sovrano, e anche i personaggi di contorno non brillano per inventiva: l’unico interessante è proprio Merlino, che appare come lo stregone “nerd” barbuto che tutti almeno una volta abbiamo immaginato.

Di ben altra pasta è inoltre il design dei boss nemici. Mostri giganti finemente illustrati e concepiti che aspetteranno pazientemente il nostro arrivo in fondo al dungeon di turno, formato da varie stanze create proceduralmente. Per aiutarci nelle nostre partite potremo contare su varie figure, come quella della mitica fata Morgana (la cui estetica sembra rifarsi a NieR: Automata).

Essa ci offrirà la possibilità di ricevere un buff e un debuff, ma abbiamo notato una spiccata sproporzione verso quest’ultimo. Obiettivamente il pacchetto risulterà sconveniente il più delle volte. Da un mercante invece potremo scambiare le anime ottenute con vari, utilissimi oggetti. Sui quali, naturalmente, potremo contare solo nella run in corso. Ad aggiungere un po’ di pepe ci sarà anche un simpatico suonatore di flauto di Pan, che ci proporrà delle sfide con tante monete come ricompensa.

UN REAME DA RICOSTRUIRE E RIPOPOLARE

In Knight vs Giant: The Broken Excalibur arriveremo man mano a ricostituire il nostro reame, che potrà essere popolato da vari personaggi dietro lauto compenso. E i cavalieri della tavola rotonda? Tutti morti, anche se grazie a Merlino e alla sua misteriosa magia potremo comunque usufruire dei loro servigi, in qualche modo. E dato che la famosa spada Excalibur è stata spezzata, saranno (almeno all’inizio) Lancillotto e Bors a prestare la propria, al servizio di sua maestà.

In combattimento il nostro Re Artù potrà contare su due attacchi. Quello di base (che si divide in mischia e a distanza) e quello supplementare, più potente ma soggetto a un periodo di ricarica. Interessante la possibilità di combinare l’attacco base di un personaggio con quello supplementare di un altro, ma la cosa risulterà poco conveniente.

Una volta che avremo liberato una stanza da tutti i mostri infatti verremo spesso ricompensati con l’accesso a una speciale tavola rotonda. Qui avremo la possibilità di effettuare un upgrade (selezionabile fra tre diverse scelte) dell’arma indossata. Il rischio quindi è di disperdere i potenziamente tra due armi diverse, ritrovandoci poi non potenziati a sufficienza contro i boss avanzati. Come gli oggetti del mercante, anche questi potenziamenti sono temporanea, e vincolati alla sola run in corso.

Anche se mago Merlino risulterà avaro di dettagli e tenderà persino ad affermare il contrario, l’apocalisse non ha spazzato via proprio tutti i cittadini di Camelot. Nel corso del gioco infatti potremo salvare il fabbro, la bibliotecaria, un bizzarro folletto mastro costruttore e altri ancora. A dire il vero però abbiamo trovato il tutto piuttosto scenico e poco utile, per via del rapporto tra i costi alti e i benefici minimi. Perfino potenziare le armi (o meglio, livellare i paladini che nella fattispecie presteranno le proprie ad Artù) aggiungerà ben poco alle statistiche.

TAVOLA ROTONDA? LA PREFERIVI QUADRATA FORSE?

Ciò che emerge chiaramente in Knight vs Giant: The Broken Excalibur è la lentezza intrinseca della progressione, che sembra quasi essere stata resa così apposta per aumentare artificiosamente la longevità. Una run può durare anche una quarantina di minuti, ma c’è il fatto che molti potenziamenti permanenti risultano assai meno incisivi di quanto dovrebbero. E se si considera il notevole quantitativo di tempo necessario per ottenerli…

D’altra parte il sistema di combattimento da hack and slash è grezzo ma efficace, peccato che i pattern d’attacco dei nemici siano molto ripetitivi. E anche la monotonia relativa allo stile delle ambientazioni aiuterà a smorzare con forza l’entusiasmo. A essere altalenante è un po’ tutta la direzione artistica, che sfortunatamente non riesce neppure ad avvalersi di una colonna sonora memorabile o di una storia sufficientemente sviluppata.

Per quanto, in produzioni sui generis, la parte narrativa sia tradizionalmente un optional (seppur gradito, qualora presente) Inoltre sulla versione Switch da noi testata segnaliamo la presenza di alcune imperfezioni, come gli occasionali rallentamenti in situazioni concitate e dei fenomeni di input lag per l’arma secondaria. Fortunatamente sono difetti che si presentano di rado e non intaccano eccessivamente la qualità dell’opera. In ogni caso raccomandiamo di giocare in modalità docked, dove tali imperfezioni risultano meno presenti.

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Knight vs Giant: The Broken Excalibur è il classico titolo che non è riuscito a giocarsi nel modo più giusto le carte di partenza, che non erano neanche male. Non c’è dubbio che a Gambir Studio sarebbe convenuto puntare a una minore longevità in concomitanza con un maggior equilibro tra tempo impiegato e benefici, in ottica progressione. Oltretutto in questo genere di produzioni la concorrenza è estremamente agguerrita, e non basta un button mashing soddisfacente e qualche buono spunto a mettersi in mostra. L’entusiasmo arriva quindi a spegnersi decisamente in fretta per un’avventura, quella di Re Artù, che sarebbe potuta essere molto diversa. C’è da dire però che la buona volontà del team di sviluppo, che è già intervenuto con diverse micro-patch, lascia ben sperare per il futuro.

Pregi

Sistema di combattimento "rude" ma efficace, con un buon button mashing compulsivo. La rivisitazione fantasy e ironica del ciclo arturiano diverte...

Difetti

... Anche se si sarebbe potuta e dovuta sviluppare un po' di più. La progressione viene inficiata pesantemente da una necessità di grinding esasperante, unita a bonus poco incisivi. Direzione artistica altalenante e alcuni problemi tecnici minori.

Voto

6