Relic Space, la nostra anteprima

Solchiamo i mari galattici con la nostra nave in un 4X che richiama a gran voce i giochi di ruolo

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I pilastri del genere 4X non sono solo i cosiddetti “Esplora, Espandi, Sfrutta e Stermina”. Appartenere al genere strategico implica infatti l’inserimento di elementi essenziali come una pratica interfaccia, un setting storico o di fantasia e ovviamente una certa libertà decisionale per quel che riguarda la progressione. Naturalmente con il corso degli anni il genere si è evoluto, arrivando a ritenere importanti anche altri elementi tra cui, per esempio, il comparto sonoro.Sebbene questa tipologia di videogiochi non manchi certo di numerosi rappresentanti, assistiamo ugualmente alla release di nuove proposte.

Oggi parleremo di una di queste, Relic Space, che risulta particolarmente interessante grazie al suo approccio non convenzionale. In questa occasione infatti gli elementi ascrivibili al genere di riferimento vanno a insediarsi in una struttura narrativa che propone dialoghi e scelte sulla falsariga dei giochi di ruolo. Quello dello studio indie anglosassone FourFold Games (che include il solo sviluppatore Jonah Wilberg) è quindi un progetto particolarmente ambizioso, con una galassia tutta da esplorare ricca di fazioni pronte a unirsi o a farsi la lotta a seconda dei casi.

E lì ci saremo anche noi, al comando di una nave che solcando i mari galattici decreterà nel bene e nel male le sorti della nostra fazione, con scelte che impatteranno concretamente sullo sviluppo della partita. Di seguito quindi la nostra anteprima di Relic Space, basata sulla versione 1.0.5. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Aurora Punks, è al momento disponibile in accesso anticipato solo su Pc, via Steam. Buona lettura.

QUANDO IL CLICHÈ FUNZIONA SEMPRE

È implicito che le vicende di Relic Space siano direttamente connesse a un incipit narrativo che in questo caso prende la forma di un tipico cataclisma che distrugge il nostro sistema solare. La forma distruttiva prende il nome di “The Fall”, un crollo che porta il nostro pianeta a suddividersi in diverse fazioni in lotta fra loro (qualcuno ha detto Wartales? Beh in effetti qualche somiglianza c’è, ma finisce lì).

Quale che sia la bandiera che batterà la nostra nave, l’obiettivo sarà quello di acquisire le conoscenze e le reliquie del passato, con cui ripristinare la civiltà a immagine e somiglianza dei nostri leader. In questa primissima fase ad accesso anticipato il giocatore potrà vestire i panni dell’Ordine, non molto lontano in termini ambientativi dalla Federazione dei Pianeti Uniti di Star Trek.

Elementi forse fin troppo abusati, ma alla fine se un cliché funziona è giusto usarlo. Anche perché in questo tipo di prodotti sono la struttura e la varietà a rappresentare l’ago della bilancia tra successo e fallimento. Al momento la storia risulta più che altro a corredo del gameplay, dato che le vicende da raccontare risultano esigue, almeno per ora.

Tolto il tutorial (che funge anche da incipit per il riassunto), il contesto è presto detto. Il mondo in cui abbiamo vissuto è andato distrutto e il nostro obiettivo è quello di trovare una nuova casa. Alcuni dialoghi sottintendono potenziali sviluppi, e considerando l’accesso anticipato e i propositi dello sviluppatore, ci aspettiamo miglioramenti nel corso dei prossimi mesi.

4X, RPG E NON SOLO

Dopo aver personalizzato il nostro alter ego con un minimale editor e in generale aver dato via alla partita, Relic Space ci introdurrà alle meccaniche di gioco attraverso il tutorial. Quest’ultimo ci seguirà nei nostri primi passi, sia in merito all’esplorazione che alle attività commerciali e belliche. Ogni mappa che comporrà la galassia sulla quale viaggeremo verrà generata proceduralmente.

Non a caso questo e altri elementi suggeriscono una sfumatura roguelike non da poco per l’opera di FourFold Games. Le meccaniche introdotte e in generale il ritmo risultano decisi, ma mai esasperanti. Sostanzialmente i nostri viaggi tra i sistemi daranno il via a missioni per rifornire la nostra fazione (o una alleata) e avviare contatti con governi minori.

Questi ultimi saranno potenzialmente utili, poiché il motto “il nemico del mio nemico è mio amico” funziona e funzionerà sempre. Ci saranno poi missioni di ricognizione, difesa o conquista del settore, oltre che di recupero di antiche tecnologie disseminate tra le stelle e pronte a svelare i loro segreti. Queste ultime in particolare rappresenteranno l’ago della bilancia in sede di combattimento, poiché ogni ritrovamento garantirà lo sviluppo di armi e tecnologie superiori.

In particolare le condizioni per il successo o il fallimento di una partita saranno piuttosto chiare, oltre che riassumibili al momento con la vittoria di tipo militare o commerciale. Sulla base delle nostre azioni la fazione per cui giocheremo amplierà i propri confini e/o conseguirà traguardi di tipo militare, commerciale e scientifico, che garantiranno dei punti. Per vincere dovremo ottenerne 100. Per il futuro auspichiamo l’inserimento di una modalità sandbox, per quanto la longevità attuale sia comunque buona.

UN’OCCHIATA ALLA FLOTTA

Oltre alle missioni e la partita di turno da vincere, in un gioco di strategia ambientato nello spazio non possono mancare due elementi fondamentali: le navi e i combattimenti. Prima di parlare di Santa Barbara e manovre evasive diamo però uno sguardo più da vicino. Nelle fasi iniziali del nostro gameplay abbiamo notato come le navi dell’Ordine risultino piuttosto anonime, e ancorate a canoni estetici fin troppo basici.

Ogni nave parte da un modello “standard” che nelle classi superiori viene via via impreziosito da particolari come ad esempio ali, spoiler o plance, per quanto il modello di base rimanga sempre lo stesso. In effetti va considerata un’ottima trovata per offrire varietà, limitando in un certo senso l’impegno per nuovi design. Ogni fazione e le “navi reliquia” (vascelli segreti da scovare durante l’esplorazione) presentano modelli unici, andando quindi a garantire una certa varietà sul fronte prettamente estetico.

Che sia un piccolo caccia o una fregata nulla però varrà la vittoria senza un equipaggiamento di tutto rispetto, che andrà costantemente aggiornato. Soprattutto nella fase iniziale sarà bene completare quante più missioni di “caccia alle reliquie” possibile, poiché la corsa alla vittoria vedrà diversi protagonisti e potremo trovarci facilmente con navi antiquate che reggeranno pochi colpi avversari. Durante il nostro gameplay abbiamo constatato non a caso che più si avanza e più si fatica a stare al passo, senza gli adeguati miglioramenti.

Guadagnando reputazione con le fazioni sarà possibile acquistarne le navi e le tecnologie, spesso a prezzi più alti. Accrescere la confidenza con gli altri competitor attraverso le missioni ci garantirà degli sconti, ma allo stesso tempo li avvicinerà ancor più alla vittoria. È quindi in base anche alla “classifica” o a chi ci si vuole avvicinare che la nostra strategia andrà ad adattarsi.

MI SERVE PIÙ ENERGIA SCOTTY!

Ci sono diversi titoli capaci di far sentire i giocatori come se fossero davvero all’interno della plancia di una nave, su quella sedia dove in molti vogliono sedersi. Star Trek: Bridge Commander è sicuramente uno degli esponenti di maggior spessore in questo senso, e Relic Space talvolta lo ricorda (sebbene in modo completamente diverso). Dovremo tenere d’occhio l’energia, il calore, gli scudi, la potenza delle armi e l’uso di tattiche evasive e offensive.

Il calore in particolare sarà un elemento particolarmente pericoloso in quanto verrà generato da ogni pezzo d’equipaggiamento. In caso di valore troppo alto potranno anche scoppiare degli incendi in grado di danneggiare seriamente la nostra nave. Stessa cosa dicasi per l’energia, che verrà usata non solo in fase offensiva ma anche per il movimento e l’analisi di asteroidi, navi e basi spaziali. Decidere quando non usare le armi risulterà importante quanto decidere di usarle.

Specialmente se attorno a noi avremo asteroidi o detriti capaci di offrire copertura. Ci sono abilità e pezzi d’equipaggiamento che incidono direttamente sui fattori descritti sopra, ma starà a noi decidere cosa privilegiare. Per quanto riguarda il combattimento, esso si struttura ovviamente a turni e si svolge abbastanza velocemente, sebbene ogni schermaglia sia il risultato dei valori a nostra disposizione contrapposto agli avversari, che spesso si divertiranno a tenderci fastidiose imboscate.

Oltre al movimento e al raggio di tiro degli armamenti la presenza di unità alleate darà il via a battaglie caotiche e divertenti. Le abilità hanno un countdown, quindi non potranno essere usate liberamente. Va da sé che la pianificazione sarà un fattore tutt’altro che secondario. A incidere maggiormente saranno però le già citate reliquie e la ricerca, poiché non di rado capiterà di trovarsi avversari della stessa classe ma con equipaggiamenti ben più potenti e capaci di annichilirci in un paio di turni.

UN MARE DI STELLE, MA I PIANETI?

A livello tecnico Relic Space si attesta su livelli medi. La palette di colori offre un saliscendi di toni che da freddi colori blu a un caldo arancione vanno, propriamente, ad identificare le fazioni in gioco. Delle navi ne abbiamo parlato prima, e aumentando al massimo lo zoom sarà possibile notarne i particolari, come singolari motivi incisi sullo scafo per le “navi reliquia”.

I settori soffrono di una certa ripetitività, come anche la generazione casuale delle missioni. Sebbene siano elementi tipici del genere, ci aspettiamo comunque qualcosina in più nei prossimi mesi, specialmente con l’introduzione di una componente narrativa più marcata. Una mancanza che a nostro avviso va colmata con i futuri aggiornamenti è invece quella relativa ai pianeti, che rende i settori fin troppo impersonali.

Dal momento che l’obiettivo principale è quella di cercare una nuova casa per la civiltà umana, tale mancanza risulta a dir poco paradossale. L’interfaccia risulta minimale e nel complesso user friendly, dove quasi ogni funzione ha un tasto facilmente raggiungibile, sebbene sia auspicabile l’introduzione di una mini-mappa.

Anche se ci troviamo ancora in pieno accesso anticipato, il combattimento risulta sorprendentemente ben bilanciato. Ciò non toglie che a volte il numero di navi nemiche risulterà troppo generoso rispetto a quelle alleate. A pagare dazio (probabilmente per via della natura indie del progetto) per il momento è il fronte sonoro, che offre un numero esiguo di tracce, tuttavia orecchiabili e armonizzate al contesto.

MOLTO PROMETTENTE

Relic Space è un connubio di genere tanto interessante quanto sorprendente. Di certo non si tratta del “solito” strategico 4X, dato che il gioco sembra orientarsi più alle componenti “esplora” e “stermina” più che a un controllo totale sulla propria fazione di riferimento. Alle meccaniche da rpg si affianca inoltre un’anima roguelike capace di rendere l’esperienza ancora più impegnativa e appagante.

C’è ancora diverso lavoro da fare sul fronte narrativo, sulla varietà delle missioni e anche sulle fazioni. Il potenziale dell’opera di FourFold Games rimane comunque molto ampio, con lo sviluppatore che ha già condiviso una roadmap a dir poco ambiziosa. Anche se assolutamente raggiungibile, anche grazie ai feedback della community. In ogni caso anche allo stato attuale ci troviamo dinanzi a un’esperienza avvincente per chiunque sia in cerca di un gameplay tattico capace di spingersi oltre le convenzioni tipiche di questa tipologia di strategici.