Dredge, la nostra recensione

Esploriamo un misterioso arcipelago dove si celano segreti che, forse, sarebbe meglio tenere sepolti per sempre

-

Chiunque abbia mai giocato a un Animal Crossing si sarà fatto, almeno una volta, una precisa domanda: perchè? Non vi è una trama né un finale da raggiungere. Persino il mutuo da pagare all’inizio, una volta estinto, diventa ancora più grande facendo ritrovare il giocatore a dover cercare nuovi arredi. Come se non bastasse, saltano sempre fuori nuovi eventi con ulteriori esperienze da provare e oggetti da scoprire. E nonostante si faccia finta di non sapere per quale motivo ci si ostini a continuare a far qualcosa che, da un’altra prospettiva, risulterebbe noioso… La risposta è semplice. Accumulare (o collezionare, se preferite) è bello.

Probabilmente è questa la filosofia con cui Black Salt Studios ha realizzato il proprio titolo di debutto, Dredge. Un’opera dove oltretutto la trama di certo non manca. Vi è infatti una storia matura, con atmosfere che richiamano timidamente quelle dei libri di Howard Philips Lovecraft, dove il giocatore viene costretto a fare i conti con la stanchezza e la paranoia. Sensazioni che si proveranno ogni volta che si desidererà raggiungere (il più presto possibile) la terraferma. Arrivando perfino al punto in cui ci si pentirà di essersi avventurati al largo delle coste.

Dredge si basa su questo. Uscire con la propria barca, raccogliere più materiali possibili e tornare a un porto sicuro per potenziarsi. Una formula che potrebbe apparire banale e noiosa se non fosse per la notevole quantità di cose da scoprire. Con i post-it che si accumuleranno man mano nella bacheca delle missioni, portandoci a esplorare l’ignoto. Andiamo quindi a vedere di che pasta è fatto Dredge in questa recensione della versione Pc curata dal nostro Antonio “Spettro” Amodeo. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Team17, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

IL SENTIMENTO UMANO PIÙ ANTICO…

In Dredge impersoneremo un pescatore, che giungerà su un’isola con la propria barca, distrutta da una tempesta. Il sindaco dell’isola ci presterà però un battello, che potremo ripagare poco alla volta grazie al pesce che riusciremo a vendere nel suo paese. Fin dall’inizio ci verrà consigliato di rientrare in porto prima che sopraggiunga la notte, anche se alcune specie ittiche saranno pescabili solamente nelle ore più buie. La notte però nasconde mostri marini e altri orrori pronti a rodere la nostra sanità mentale.

Progredendo nel gioco sarà possibile aggiornare la nostra barca con una stiva maggiore, canne che permetteranno di pescare un po’ ovunque, motori più veloci e così via. Informazioni e missioni aggiuntive potranno inoltre essere acquisite interagendo con i personaggi presenti su varie isole. Particolare attenzione in tal senso dovrebbe essere rivolto al Collezionista, che ci chiederà di recuperare dei reperti elencati su un oscuro libro.

Non essendoci un vero e proprio tutorial, verremo da subito immersi nel gameplay con alcune indicazioni generali

Se riusciremo nell’intento, ci verranno donati dei poteri molto utili come quello che ci permetterà di sforzare all’inverosimile i motori della nave o una sorta di teletrasporto, utile per tornare nelle zone iniziali. Di cose da fare, dunque, ce ne saranno parecchie. In qualunque momento potremo consultare la mappa, le missioni da svolgere, l’enciclopedia delle specie già pescate e i testi rinvenuti. Questi ultimi si divideranno in messaggi in bottiglia (utili solo ai fini della lore) e libri che, una volta letti, miglioreranno le nostre prestazioni.

Anche i personaggi con cui avremo a che fare si evolveranno. Non solo facendoci richieste sempre più complesse ma anche spostandosi e aprendo delle attività per conto loro. Sulla terraferma si potrà anche riposare e depositare i materiali inutilizzati, che altrimenti occuperebbero spazio utile nella stiva. La maggior parte del tempo tuttavia la passeremo a riparare la barca e le relative attrezzature, oltre che a interagire con gli npc.

… È  LA PAURA DELL’IGNOTO

Molto interessante è il personaggio del Collezionista, che ci chiederà di recuperare dei manufatti in cambio di poteri speciali da usare nel gioco

Un elemento che può materialmente spingere a giocare a Dredge per ore è l’immediatezza dei comandi. La barca sarà estremamente facile da pilotare, mentre l’atto di posizionare i pesci “incastrandoli” negli spazi disponibili (alla maniera dei forzieri dei primi Resident Evil) risulterà molto appagante. A smorzare l’entusiasmo ci saranno però i mostri marini. Scontrandoci con loro infatti si potrà perdere il pescato in mare o addirittura subire danni alla barca e ai suoi motori.

Nei casi peggiori bisognerà affidarsi alla spinta delle onde per tornare sulla terraferma, prima che torni la notte. Interessante è il sistema di pesca, che si baserà su dei minigiochi che cambieranno da zona a zona e, in alcuni casi, da specie a specie. Alla lunga potrebbero risultare decisamente noiosi, ma più avanti ci verranno in soccorso le reti e le gabbie per granchi, cioè le nasse. Per alcune zone bisognerà anche avere lo strumento giusto.

L’inventario e il sistema di pesca sono particolarmente intuitivi

Per esempio la canna da pesca iniziale, da superficie, non andrà bene per la pesca in profondità. Dovremo quindi cercare e trovare delle componenti per sbloccare potenziamenti via via migliori da installare sulla nostra barca. Graficamente parlando invece ci troviamo dinanzi a un titolo stilisticamente ispirato, per giunta senza alcun problema relativo alla telecamera o alla compenetrazione di elementi. Anche i comandi di richiamo relativi alla stiva e alla mappa risultano davvero comodi. Un po’ meno, come vedremo, quelli invece riguardanti le missioni.

Di notte, specie in presenza di stress, la visuale apparirà un po’ sfocata e dal nulla compariranno scogli che spesso non riusciremo a evitare. Ciò però va inteso come un punto a favore del gameplay, visto che in questo caso si intende “punire” il giocatore per non aver fatto riposare a sufficienza il proprio alter-ego. Per quanto riguarda invece l’audio, le tracce di sottofondo sono rilassanti e piacevoli. Anche gli effetti sonori non risultano mai invasivi (nemmeno nelle fasi più concitate); l’atmosfera lovecraftiana, insomma, non poteva essere rappresentata meglio.

IL PESCE PUZZA DALLA TESTA (?)

Navigare di notte comporterà sempre dei rischi, specialmente per la sanità mentale del protagonista

Finora uno potrebbe essersi fatto un’idea molto positiva di Dredge. La verità però è che si tratta di un’opera tutt’altro che esente da difetti. Innanzitutto infastidisce parecchio il dover aprire ogni volta il menu rapido (che tanto rapido non è) per andare a cercare le missioni da svolgere e capire quali pesci conservare, e quali consegnare. Un’indicazione fissa su schermo avrebbe scongiurato il timore di vendere qualcosa per sbaglio.

Alcuni potenziamenti poi sono davvero molto potenti, e finiscono per semplificare eccessivamente l’avventura. Già dopo alcune ore, se si è stati bravi, si potrà percorrere la mappa da un capo all’altro in una sola giornata (di gioco ndr). I dialoghi invece, pur non risultando mai tediosi, appaiono piuttosto striminziti e non pienamente all’altezza del contesto narrativo, viceversa, parecchio accattivante. Tuttavia quella di Black Salt Games rimane comunque un’opera che farà passare le ore senza quasi che il giocatore se ne accorga.

Ogni zona è caratteristica sia a livello di npc che di estetica generale. Scoprire nuove tappe risulterà costantemente appagante

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Dredge non è un titolo d’azione, né uno di “tensione”. Ciò che si pone come obiettivo è l’atto di far passare delle ore in maniera abbastanza spensierata. Certo, col passare delle ore inizia inevitabilmente a peccare di varietà. Tuttavia ogni missione e potenziamento sbloccato riesce a risultare obiettivamente soddisfacente. Al netto di qualche difetto, il gameplay, il sonoro, la grafica e persino la trama risultano ispirati, con le sfumature lovecraftiane che non scadono mai nel becero citazionismo, oltre a non risultare mai invasive. E se chi ha letto questa recensione (o anche solo questo commento finale) volesse un’ulteriore motivazione per dare una chance all’opera di Black Salt Games… Potremmo fornirla con una citaizone del solitario di Providence: “Il piacere per me è meraviglia: l’inesplorato, l’inaspettato, la cosa nascosta e la cosa immutabile che si nasconde dietro la mutevolezza superficiale”.

Pregi

Passano le ore senza accorgersene. Immediato e con personaggi azzeccati. Grafica, sonoro e giocabilità piacevoli. Trama interessante con ottime sfumature lovecraftiane e grande varietà di collezionabili. Localizzato completamente in italiano.

Difetti

Alla lunga (ma molto alla lunga) alcuni potrebbero trovarlo tedioso. La gestione degli obiettivi poteva essere fatta meglio, specialmente nelle missioni che prevedono una lista di cose da ottenere. Dialoghi dei personaggi abbastanza banali.

Voto

7,5