Strategic Command: American Civil War, recensione

Per la prima volta nella storia del franchise, andremo a immergerci nella guerra di secessione americana

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Strategic Command: American Civil War è l’ultimo capitolo della nota serie di strategici a turni Strategic Command. Rispetto alle altre iterazioni che si affacciano sulla Seconda Guerra Mondiale, questa volta calcheremo gli scenari di una guerra combattuta nella seconda metà dell’ottocento. Stiamo parlando della guerra civile (o “di secessione”) americana, affrontata in un titolo che si propone come ben più di un semplice “more of the same”.

Sviluppato da Fury Software e pubblicato da Slitherine, vediamo quindi Strategic Command: American Civil War in questa recensione dell’unica versione disponibile, quella Pc. Buona lettura.

UNA GUERRA ATTINENTE AL CANONE STORICO

Come si evince dal nome stesso, Strategic Command: American Civil War è ambientato durante la
guerra di secessione, detta anche guerra civile americana. Meno di un secolo dopo la formazione degli Stati Uniti d’America, il paese era composto da due società distinte. Ciascuna con un proprio modello sociale, politico ed economico.

Gli Stati del Sud mantenevano la schiavitù per via di un economia basata sulle piantagioni di cotone, tabacco, mais ecc. Quelli del nord invece erano dediti al commercio, alla navigazione e alla finanza. Da un lato quindi avevamo contadini spesso indebitati, dall’altro perlopiù capitalisti creditori nei loro confronti. Gli indizi per uno scontro tra queste due “visioni” risultano di conseguenza evidenti.

Nel 1860 venne eletto Abraham Lincoln quale nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Repubblicano, considerato anti-schiavista e difensore del Nord. La Carolina del Sud il 20 dicembre del 1860 uscì dall’Unione e la seguirono Mississippi, Florida, Alabama, Georgia e Louisiana. Qualche mese dopo, nel febbraio del 1861, i rappresentanti degli stati secessionisti si riunirono per creare una nuova nazione, ovvero gli stati Confederali d’America. La situazione però degenerò in breve tempo, dando il via ad un conflitto oggi ben conosciuto.

Il titolo di Fury Software rimane fedele al suo nome, concentrando la strategia non solo sul versante bellico. Avremo quindi anche una componente gestionale a livello di finanze e risorse, più la ricerca e produzione di nuove tecnologie. Visto il contesto storico, potremo optare per una delle due forze in campo. Il Nord repubblicano o gli stati Confederati del Sud. Gli sviluppatori inoltre hanno deciso di proporre qualche variazione sul tema. Rientrando nel canone storico, avremo a disposizione unità quali indigeni americani e il Messico. Vengono inoltre incluse anche potenze coloniali e commerciali dell’epoca quali Francia e Gran Bretagna.

YANKEE, SUDISTI E MODALITÀ

Strategic Command: American Civil War offre come da tradizione del franchise due modalità. La campagna in singolo e il multiplayer hot-seat per sfidare gli avversari online. In entrambi i casi avremo un assortimento di scenari collocati in vari punti della cornice temporale della guerra civile. Ad esempio la campagna principale inizia dal bombardamento di Fort Sumter del 12 aprile 1861.  Tuttavia rimane sempre la possibilità di personalizzare termini e condizioni di vittoria, come anche meccaniche al gameplay.

Durante il turno a nostra disposizione, assegneremo punti risorsa per sviluppare nuove tecnologie o dare il via alla costruzione di unità. Queste azioni risultano immediate, ma sarà necessario tener sempre conto dell’intera gestione del conflitto. La motivazione sta tutta nel perfetto bilanciamento tra forze in campo e risorse per il relativo mantenimento. A titolo d’esempio, potremo trovarci con un buon numero d’unità terrestri, dove questo surplus ci permetterà di tenere la posizione rispetto alla fazione avversa.

Ma potrebbe mostrare il fianco se l’avversario rispondesse con attacchi aerei o via mare. In casi come questo, sarà possibile accelerare la produzione investendo in tecnologie industriali. È però importante evidenziare che nessuna unità in produzione sarà immediatamente disponibile. Ogni elemento avrà bisogno di tempo per essere sviluppato. Tornando alle unità terrestri, esse variano in dimensioni e portata. Oltre alle brigate e alle divisioni, attraverso alcune tecnologie sarà possibile reclutare anche unità a livello corpo.

Ognuna di esse potrà essere aggiornata per migliorarne le statistiche, quali ad esempio i punti vita e i danni inferti. Il miglioramento delle forze in campo avrà un effetto notevole sugli esiti del conflitto. Una buona strategia infatti sarà quella di spendere un numero considerevole di risorse in questo elemento. Anche la componente navale è ben rappresentata da fregate, navi di linea di vario tipo, corazzate e cannoniere. Tramite la ricerca sarà perfino possibile arrivare a sviluppare rudimentali sottomarini.

MAPPE E NECESSITÀ DI BILANCIAMENTO

Pur non rappresentando una vera e propria innovazione, la mappa di Strategic Command: American Civil War è enorme. Oltre agli Stati Uniti, essa copre il Messico, il Canada e i territori insulari europei che circondano le coste meridionali e orientali del continente americano.

Questi ultimi inseriti al fine di includere le potenze straniere entro il contesto di gioco. Il livello di zoom è incredibile, e per gli appassionati di questo contesto storico rappresenta indubbiamente un fattore di assoluto rilievo. Non tutto oro è però quello che luccica.

La veste grafica infatti non porta alcun nuovo elemento, dal momento che si basa su un engine talmente rodato da risultare quasi obsoleto. Eccezione in quest’ottica è rappresentata dalle unità, riprodotte con la consueta cura a cui Fury Software ci ha abituato. Nelle fasi iniziali post-release però non ci ha convinto il bilanciamento, con truppe assolutamente inutili contrapposte ad altre decisamente troppo forti.

Elementi questi aggravati da una gestione delle risorse e delle finanze che andava a premiare fin troppo i giocatori più esperti. Tant’è che gli sviluppatori, accortosi dell’errore, si sono immediatamente dato da fare per fornire ai giocatori un’esperienza migliore. E a giudicare dalle ultime patch rilasciate, possiamo considerare tale obiettivo complessivamente raggiunto.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Strategic Command: American Civil War è un prodotto capace di offrire un’esperienza longeva e approfondita. I turni si susseguono senza troppe complicazioni, anche se è sempre bene prendersi il giusto tempo per valutare strategie sul lungo periodo. Il management delle risorse non rappresenta la porzione preponderante di ogni partita, grazie anche ad un buon numero di automatismi. È implicito che il contesto storico sia il soggetto principale per un possibile acquisto. Utenti meno avvezzi ad un contesto storico così localizzato potrebbero tuttavia non trovarsi a proprio agio. Ma se lo scenario della Guerra di Secessione è tra i vostri preferiti, questa nuova opera di Fury Software costituisce un “must have”

Pregi

Storicamente accurato. Mappa enorme. Meccaniche semplici ma gestione profonda. Le nuove fazioni non rovinano l'atmosfera.

Difetti

Mappa a parte, nulla di nuovo sotto il sole. Strutturalmente orientato ad una ristretta nicchia di appassionati.

Voto

7,5