Martha is Dead, la nostra recensione

L’inquieto epitaffio di una vita spezzata

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Dopo The Town of Light, lo studio italiano LKA torna a gamba tesa nello scenario dei videogiochi indipendenti con Martha is Dead. Un thriller psicologico senza filtri che ha come sfondo la lotta partigiana nella Toscana del 1944. Giocando con elementi legati al folklore del nostro paese, questa opera edita da Wired Productions mescola uno scenario storico con tematiche forti, legate a situazioni familiari e sociali considerate ancora oggi dei tabù.

Non è difficile capire il motivo per cui il titolo sia stato sottoposto a una forte censura. Tuttavia una simile peculiarità potrebbe essere un buon mezzo per stimolare maggiore curiosità nell’iniziare una partita. Di seguito la recensione della versione PS4 di Martha is Dead, curata dalla nostra Erika Pezzato. Aggiungiamo che tramite il nostro Vincenzo Vigliotti abbiamo potuto provare anche la versione Pc del gioco, che ricordiamo essere disponibile anche su PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

MARTHA É MORTA

Lo strano gioco di parole che si va a formare nel tradurre il titolo in italiano fa quasi pensare a una sorta di mantra. Ciò che però viene messo bene in chiaro fin dall’inizio è che Martha non è più in vita. E lo scopo di Giulia, sua sorella gemella, è scoprire perché. Figlia di un’italiana e di un ufficiale tedesco, Giulia deve fare i conti non solo con un lutto che le causa terribili incubi, ma anche con l’ossessione di scoprire chi ha ucciso sua sorella e perché.

Le indagini, però, porteranno la ragazza ad addentrarsi in una realtà sempre più estraniante e spaventosa, tanto da costringerla a fare i conti con un passato che non avrebbe mai voluto conoscere. In un gioco come Martha is Dead, il fattore sorpresa è fondamentale. Non tanto per la presenza di jumpscare (di cui non si abusa affatto), ma per determinati risvolti di trama. I quali, anche se rivelati in minima parte, potrebbero andare a rovinare l’esperienza diretta del giocatore.

Quello che si può dire sulla sceneggiatura è che mostra una scrittura attenta, con un buon dosaggio tra dialoghi e monologhi interiori della protagonista. Ciò che non ci viene detto direttamente dai personaggi viene esposto attraverso documenti scritti, telefonate e un affascinante diario personale. A fare capolino per tutta la narrazione sono gli elementi fortemente onirici della storia.

Dove questi ultimi portano a un continuo equilibrismo sul confine tra fantasia e realtà. Pertanto, viene dato un grandissimo credito al giocatore e alla sua libera interpretazione degli eventi, rendendolo in tutto e per tutto un elemento attivo della storia, anche grazie alle diverse conclusioni che se ne possono trarre.

OH, PARTIGIANO…

Ciò che però realmente distingue Martha is Dead dagli altri videogiochi di genere analogo è il particolare contesto storico. A fare da scenario alle indagini sull’omicidio di Martha è, per l’appunto, la lotta partigiana che infiammava sul finire della Seconda Guerra Mondiale.

Attraverso gli occhi di Giulia, avremo la possibilità di vedere da vicino diverse sfaccettature legate a questo particolare capitolo della storia italiana. Non va dimenticato che quello che ci viene mostrato della guerra è l’unico e solo punto di vista della protagonista. Scelta degli autori da elogiare, perchè dona uno spessore molto più verosimile alla vicenda narrata.

L’ATMOSFERA PRIMA DI TUTTO

Unico vero dettaglio in grado di donare delle tinte horror davvero azzeccate in un videogioco è creare l’atmosfera giusta. E gli sviluppatori di LKA in questo si sono comportati egregiamente. Dalla cura nel ricostruire una cascina della campagna toscana, al fascino inquietante del bosco, all’aria stagnante e chiassosamente silenziosa del lago.

Anche se si presenta qualche piccolo scivolone nella parte centrale che potrebbe spezzare il clima costruito durante il gioco, per tutta la durata della partita si viene risucchiati in un affascinante incubo da cui è difficile sottrarsi. Ad aiutare a immergersi nella storia c’è una meravigliosa colonna sonora, sempre ben inserita e in grado di narrare tanto quanto le parole.

La versione rivisitata di “Bella ciao” si presenta come una triste ninna nanna che, ben inserita in un determinato momento del gioco, segna indubbiamente uno dei momenti migliori di tutta la partita. Passando al lato tecnico, graficamente non abbiamo nulla da criticare, per quanto la versione per PS4 risulti fisiologicamente più povera rispetto a quella Pc. Oltre a ciò abbiamo riscontrato, in certi momenti, un contrasto luce-ombra che può risultare controproducente per il gameplay.

Tuttavia, essendo una versione per la vecchia generazione, è una mancanza che si può tranquillamente giustificare. La versione per Pc infatti risulta decisamente più godibile alla vista e funzionale al gioco. Unica vera pecca (riscontrabile per entrambe le piattaforme) la si può notare in dei cali di framerate e difficoltà di caricamento, oltre a qualche sporadico caso di “muro invisibile” in zone non previste. Ma niente che possa rovinare in maniera pesante l’esperienza di gioco. La quale rimane comunque sopra la media.

CATTURARE L’ANIMA

A interpretare un ruolo fondamentale in tutta la vicenda è indubbiamente la macchina fotografica. La fotografia risulta indispensabile per l’avanzamento della trama, e ne viene data un’importanza tale sia a livello narrativo che di gameplay da fare la felicità di qualsiasi appassionato.

Tutte le vicende di Martha is Dead ruotano costantemente attorno alla camera oscura, dove Giulia sviluppa le sue foto e ricostruisce gli eventi un pezzo alla volta, riuscendo a imprimere anche ciò che occhio umano non vede. Un giocatore di lunga data non potrà non pensare alla celebre saga di Project Zero/Fatal Frame, anche se effettivamente non vi è una grande somiglianza tra Martha is Dead e il survival horror di Tecmo.

GRAND GUIGNOL

Passiamo ora al motivo per cui Martha is Dead ha fatto tanto parlar di sé. Ovvero la presenza di scene di estrema violenza che hanno fatto guadagnare al titolo una bella censura da parte di Sony. Prima di tutto, i giocatori PlayStation non devono preoccuparsi di acquistare un prodotto incompleto. La versione censurata fornisce semplicemente una possibilità di scelta nel giocare con i dovuti tagli.

La versione integrale è quindi fruibile per ogni piattaforma, con la sola differenza che comparirà comunque il comando “skip” durante i filmati che presentano scene particolarmente forti e cruente. Comando che, tra l’altro, si presenta in una particolare scena anche della versione Pc. Si può comprendere il motivo per cui siano state prese simili accortezze.

Tuttavia se avete lo stomaco forte e non siete facilmente impressionabili la versione integrale è ovviamente quella consigliata. In ogni caso, la storia è perfettamente apprezzabile e comprensibile anche nella versione censurata (anche perché altre parti non sono esattamente rose e fiori). Va comunque detto che il “gore” presente nel gioco ha l’innegabile scopo di scioccare o creare un certo disgusto nel giocatore-

Peculiarità che si sposa bene con la natura del titolo che si va ad affrontare. Non è detto che determinate cinematic fossero necessarie, ma di sicuro restano impresse e c’è da immaginare che fosse questo il fine ultimo per cui sono state create. Una nota di merito va inoltre data al finale: estremamente evocativo, simbolico e ben orchestrato. Da applausi.

DA AVERE SENZA RISERVE

Martha is Dead è un titolo che non deve mancare nella libreria di qualsiasi appassionato di horror che si rispetti. La “favola inquietante” di Giulia, pressata dall’ingombrante assenza di Martha, ci racconta con un malinconico velo di tristezza come chiunque possa essere l’orco cattivo, e che la verità può essere più insidiosa della peggiore delle bugie. LKA ha svolto un lavoro egregio con l’atmosfera e la storia, sulla quale vi è molto su cui teorizzare e speculare. Le scene violente sono realmente forti, ma si possono reggere bene. Non c’è da avere così paura. Dopotutto per noi resta sempre un gioco. Per la protagonista un po’ meno…

Pregi

Ambientazione e musica valgono tutto il gioco. Trama coinvolgente, con ottime scelte per ciò che riguarda il contesto storico e lo sviluppo dei personaggi.

Difetti

Qualche difetto tecnico. Il gameplay talvolta è poco intuitivo.

Voto

8