Growing Up, la nostra recensione

Tra schermate e minigiochi, abbiamo vissuto un melting pot che ci ha accompagnato dalla culla all'età adolescenziale

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Growing Up è uno di quei giochi che non hanno una chiara connotazione in termini settoriali. Rispetto ad altri prodotti, è il gameplay stesso a rappresentare diversi titoli in un unicum virtuale. Di questa categoria, altri esponenti come Princess Maker e Royal Alchemist propongono schemi simili. A volte con risultati positivi, altre volte perlopiù altalenanti.

La simulazione oggetto di questa recensione alterna sezioni visual novel a “pause caffè” di varia foggia. E ogni scelta porterà a conseguenze anche sul lungo corso. Di diritto appartenente alla nicchia indie, Growing Up è un titolo sviluppato dallo studio polacco Vile Monarch disponibile su Pc, via Steam. Vi auguriamo una piacevole lettura.

NON É THE SIMS, MA SI PARTE DA PICCOLI

In Growing Up inzieremo la nostra vita partendo da un aspetto poco curato in termini videoludici, ossia quello del nascituro. A inizio gioco, avremo la possibilità di scegliere il nostro sesso e perfino i genitori che ci accudiranno. Alternativamente, potremo lasciare che sia la CPU a decidere per noi, sebbene a livello interpretativo sia un’opzione non adatta a tutti. Dai vagiti di un neonato, il corso dell’avventura proseguirà fino al compimento del diciottesimo anno, lasciando il territorio scolastico per arrivare a quello universitario o chissà, un’attività lavorativa.

A nostro avviso è un peccato che il gioco termini in questa fase. Parafrasando, il tutto s’interrompe sul più bello. I primi minuti di gioco passano con un tutorial che ci accompagnerà illustrando le meccaniche, soprattutto per quel che concerne abilità e punti conoscenza. Questi ultimi sono spendibili per sviluppare ulteriori tratti del nostro alter ego. Per essere appresa, ogni abilità richiederà un determinato periodo di tempo. Come in altre visual novel potremo inoltre decidere strategicamente su quali elementi concentrarci e ottenere determinati bonus.

Questa prima fase non presenta alcuna reale difficoltà. L’articolazione e la complessità delle meccaniche aumenta con il crescere del personaggio. Pianificando la propria giornata in modo bilanciato, dovremo prestare attenzione a diversi valori, come per esempio la nostra salute mentale rispetto a quella dei genitori. Decidere di ignorare questi elementi potrà avere conseguenze anche importanti sul proseguimento del gioco.

La libertà è tanta. Il giocatore potrà scegliere di sviluppare appieno un’abilità o cercare una via di mezzo, senza dimenticare che il divertimento sarà ugualmente necessario. Esagerando però, l’impatto con i genitori potrebbe risentirne, aggiungendo elementi questa volta negativi sul piano dell’avventura. Se ad una prima occhiata Growing Up pare un giochino senza alcuna ambizione, bastano pochi minuti per capire quanto sia approfondito e sfaccettato.

CRESCERE É BELLO

Una volta che il giocatore raggiunge un traguardo, partirà una sorta d’esame. E qui Growing Up si trasforma in una sorta di puzzle game match3. Invece di allineare pietre preziose, dovremo sistemare i nostri attributi. Una volta ottenuto un tris, potremo selezionare una nuova abilità, andando ad aumentare la valutazione finale. Ad esame terminato, il giocatore otterrà un voto.

Valutazioni dalla B in su premieranno con vari tipi di bonus. Se dovessimo fallire e scendere nella media, non otterremo nulla a parte la delusione dei nostri genitori. Su questo punto si potrebbe tranquillamente disquisire ore ed ore a livello morale e pratico. Ma nel complesso il messaggio che Growing Up vuole proporre è positivo. Non arrendersi e cercare di migliorarsi in continuazione.

È un bel proposito, soprattutto al giorno d’oggi dove spesso i ragazzi vivono di complimenti e comprensione anche quando meriterebbero delle belle sgridate. Un altro mini gioco è quello relativo alla mappa del cervello. Qui è dove il giocatore seleziona gli attributi da migliorare per mezzo di nodi da sbloccare. Inizialmente sarà visibile solo una parte di essi.

Gli altri verranno resi disponibili nel corso della crescita. L’accesso a nuovi nodi garantirà il miglioramento delle proprie statistiche e più in generale del personaggio. Questa fase ricorda da lontano elementi da gioco di ruolo, e offre al giocatore un minimo di controllo sullo sviluppo del proprio alter ego. È anch’essa una meccanica semplice, ma nell’economia del prodotto si rivela interessante.

BELLO DA VEDERE E DA SENTIRE

A livello artistico Growing Up prende molto da stilemi quali le visual novel, sebbene la componente “anime” sia stemperata da uno stile tutto occidentale. I personaggi sono in due dimensioni ma piuttosto ben caratterizzati, come anche i fondali che contraddistinguono i vari ambienti da visitare.

A guardare il pelo nell’uovo, sono forse gli npc con cui interagiremo a soffrire in termini di poca varietà e mancanza complessiva di caratterizzazione. È si vero che gli stessi amici con cui giocheremo da piccoli cresceranno e matureranno con noi, ma qualche personaggio in più non avrebbe sicuramente guastato. Le tracce sonore invece si attestano al contesto di gioco. Ogni area presenta tracce differenti, che accompagnano l’atmosfera con una qualità non scontata per un titolo indipendente..

Ci sono poi le scelte, davvero tante come anche i finali possibili. Alla fine di ogni partita, la varie decisioni culminano in una scena finale, con l’amarezza del non poter continuare nella fase adulta. Tra amori, amicizie e abilità da sviluppare la rigiocabilità è assicurata, anche grazie al tono leggero dell’esperienza.

DA AVERE SENZA RISERVE

Ad inizio prova, Growing Up sembrava un titolo piuttosto semplice. E se in effetti le meccaniche sono tutto fuorché complicate, la creatura di Vile Monarch è invero approfondita e interessante. Il titolo è sicuramente orientato a una nicchia ben specifica, che si trova a proprio agio con prodotti quali ad esempio The Sims. Oltretutto porta con se un messaggio positivo, che oggi s’intravede fin troppo poco nella realtà odierna. Il comparto tecnico è assolutamente di ottimo livello con scenari che cambiano anche in base alle nostre scelte. La varietà del gameplay è impreziosita da un’ottima rigiocabilità, minata a nostro avviso solo dalla scelta di terminare l’esperienza una volta raggiunta l’età adulta. Proprio lì, quando le cose si sarebbero potute fare più interessanti. Non ci resta che sperare in un seguito.

Pregi

Ampia libertà di scelte. Graficamente accattivante. Varietà nel gameplay.

Difetti

Qualche npc in più non avrebbe guastato. Il tutto finisce sul più bello: vogliamo il seguito.

Voto

8