Undead Darlings, recensione Switch

Un' ennesima apocalisse zombie vista da un altro punto di vista

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Ci siamo stancati dell’apocalisse zombie? Assolutamente no. Infatti, ecco che ce ne viene servita un’altra e in Undead Darlings e i giocatori, piuttosto che andare in giro solo a sgozzare e tagliuzzare non morti, devono capire cosa ha causato tutto ciò e sempre che la colpa si proprio del padre scienziato di Reggie, il protagonista del gioco.

Undead Darlings ha dovuto percorrere una lunga strada prima di vedere la luce. Il progetto infatti, ha cercato per la prima volta un finanziamento tramite Kickstarter nel 2015 e inizialmente non è riuscito a raggiungere il suo modesto obiettivo ma, nonostante questo, lo sviluppatore Mr. Tired Media voleva portare a termine il lavoro e cinque anni dopo abbiamo finalmente la versione finale nelle nostre mani. Quindi, prima di andare ad analizzare il lavoro svolto, possiamo già elogiare lo sviluppatore per lo sforzo e la passione profusa per questo progetto.

L’INDAGINE ZOMBIE

Come già anticipato, Undead Darlings mette i giocatori nei panni di Reginald Happenstahnce che, svegliandosi una mattina, scopre che le cose sono alquanto fuori posto. La sua amica d’infanzia e vicina di casa Pearl è venuta a svegliarlo come fa sempre, ma sembra piuttosto pallida, con bende insanguinate su tutte le braccia. Fuori è in corso un’epidemia zombie però, per qualche motivo, non tutti si stanno trasformando. Infatti Pearl, sua cugina e le altre ragazze del gruppo che utilizzeremo nel gioco sono in uno stato di metà non-morti. Cosa ha causato ciò?

In Undead Darlings, dungeon crawler in prima persona basato su party con elementi visual novel, il giocatore ha come compito principale quello di cercare una cura, cominciando dalla stazione di polizia dove il padre di Reggie ha lasciato qualcosa di importante.

Inizia dunque il nostro viaggio che ci vedrà esplorare strutture labirintiche piene di bottini, affrontare mostri e andare alla ricerca di indizi per progredire nella storia. Avanzando nel gioco, a Pearl e Reggie si aggiungeranno altre cinque ragazze metà zombi e sarà molto importante formare la squadra giusta per spuntarla nei combattimenti: non solo ciascuna delle ragazze ha le proprie abilità speciali e oggetti equipaggiabili, ma diverse formazioni possono anche attivare sotto-eventi in stile visual novel. Ognuno di questi dà l’opportunità di imparare un pò di più sul background dei personaggi e sviluppare i rapporti di Reggie con ognuno di loro.

Il modo in cui vengono presentati i dungeon è eccellente, con ambienti tridimensionali completamente modellati con una varietà di ostacoli piuttosto che le semplici stanze, più tipiche del genere con un livello di dettaglio molto alto. Inoltre, tutti gli ambienti sono pieni di oggetti e segreti da scoprire.

COMBATTERE O SOPRAVVIVERE

Il combattimento si svolge a turni, puntando molto sullo sfruttamento delle debolezze del nemico. È interessante notare che colpire un punto debole non significa necessariamente infliggere più danni; piuttosto, si aggiunge a un moltiplicatore che si accumula ed è visualizzato sempre a schermo. All’inizio di un nuovo turno, si può scegliere di applicare questo moltiplicatore all’azione intrapresa da una qualsiasi delle tre ragazze, sia esso un attacco fisico, un’abilità speciale, l’uso di un oggetto o persino il danno che possono assorbire mentre difendono. Bisogna stare attenti perchè, sferrare un attacco che non sfrutta una debolezza azzera il moltiplicatore, sprecando potenzialmente le combo accumulate fino a quel momento.

All’inizio del gioco, il combattimento è piuttosto duro, nonostante i bassi livelli di difficoltà. I nemici colpiscono duramente e gli appartenenti al gruppo non fanno molti danni, quindi la meccanica del moltiplicatore risulta praticamente vitale. C’è anche un sistema di combo in cui determinate abilità, quando utilizzate l’una accanto all’altra nell’ordine del turno, attiveranno un attacco più potente utilizzato contemporaneamente da due ragazze.

Nonostante la facilità del meccanismo c’è, tutto sommato, una discreta quantità di strategia nel sistema di battaglia: non è certamente un gioco in cui bisogna semplicemente schiacciare il tasto attacco. Inoltre, gli incontri casuali possono essere disattivati ​​dopo aver completato il gioco una volta, il che significa che si incontreranno nemici solo in posizioni predefinite in modo tale da ottenere un finale diverso.

Anche l’aspetto survival horror è presente nei combattimenti. A differenza della maggior parte dei giochi di ruolo, non ci sono tasche senza fondo. All’inizio del gioco, si possono tenere solo dieci oggetti, più l’equipaggiamento che le ragazze indossano. A tutto questo si aggiunge la durabilità delle armi che si perdono per sempre quando si rompono. Nonostante questo, delle nuove armi sono abbastanza facili da trovare, poiché i segnalini tesoro si rigenerano ad ogni nuova visita nella stessa area o piano. L’armatura, per fortuna, non si rompe mai, ma ogni pezzo influisce su diverse statistiche, quindi bisogna pensare attentamente a chi ottiene cosa in base al proprio ruolo nel gruppo.

COSA ARRIVA AL GIOCATORE

La scrittura in tutto il gioco è costantemente arguta, per fortuna senza diventare mai stancante. Ognuna delle ragazze, nonostante i disegni in stile anime e i toni divertenti, ha un background serio. Infatti tutte hanno attraversato periodi difficili prima del vostro incontro. Stupisce inoltre, come vengono trattati alcuni temi come quello dell’amicizia, dell’amore e della fiducia nel prossimo. Da sottolineare però, un elemento che alcuni potrebbero trovare un pò fastidioso: la localizzazione solo in inglese.

Il gioco nel complesso, punta ad apparire come una commedia leggera, grazie anche alla rottura della quarta parete, con personaggi che interrompono il gioco per dialogare con il giocatore. La scrittura e la recitazione sono davvero affascinanti e finiscono per essere molto divertenti. Mentre si esplorano le parti del dungeon, possono accadere eventi particolari solo se ci sono i personaggi appropriati nel gruppo, in grado di rendere quegli eventi ancora più carichi di azione.

UN ANIME ZOMBIE?

Lo stile anime può creare sicuramente divisivi, ma in termini di pura utilità artistica, i personaggi risultano essere graziosi e anche i nemici sono ben disegnati e divertenti nel loro design. L’abbondanza di colori accesi e soprattutto del rosa rende tutto più allegro ma l’unico punto in cui risulta essere un pò piatto sono gli sfondi durante le sezioni visual novel. Non sappiamo se è stato lo stesso artista ad aver realizzato il tutto o se qualcun altro ha realizzato gli sfondi che risultano non corrispendere allo stile dei personaggi e con chiari problemi di prospettiva in alcuni punti, dandogli un aspetto piatto e sconnesso.

COMMENTO FINALE

Tutto sommato, per Undead Darlings è valsa la pena aspettare cinque anni. Il gioco fonde con successo i suoi due diversi elementi in maniera avvincente. Da sottolineare però un paio di elementi a livello di meccaniche, qua e là un pò imbarazzanti, in particolare la gestione dell’inventario e dell’equipaggiamento. Le qualità positive del gioco risiedono quindi tutte nella sua scrittura. In termini di dungeon crawling. Undead Darlings è una storia decisamente migliore, quindi in realtà voglio vederla fino in fondo, ma il gameplay è solo un serio ostacolo alla storia.

Pregi

Buona scrittura. Personaggi divertenti. Finali multipli.

Difetti

Il sistema di durabilità delle armi è frustrante. Spazio di inventario limitato. Le battaglie possono stancare alla lunga.

Voto

7