NBA 2K21, la nostra recensione

In attesa della versione next-gen, 2K e Visual Concepts portano sul mercato il “solito” capitolo ricco contenuti ed estremamente simulativo per i veri amanti del basket

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Da diversi anni, ormai, gli appassionati di basket su computer e console hanno sostanzialmente un interlocutore fisso, solido e granitico: 2K che diffonde i capitoli della serie NBA 2K sviluppati da Visual Concepts. Siamo arrivati ad NBA 2K21 che è uscito ad inizio settembre per Pc (via Steam) PS4, Xbox One e Switch ma c’è grande fermento per le versioni PS5 ed Xbox Series X che arriveranno prossimamente in data da ufficializzare.

“Orfani” per il secondo anno consecutivo della serie concorrente di EA Sports, NBA Live, ferma al capitolo 19 e con troppe vicissitudini, publisher e sviluppatore hanno, dunque, confezionato per Pc e console current-gen il “solito” capitolo ricchissimo di contenuti ed estremamente simulativo puntando probabilmente di più su next-gen.

Andiamo subito al sodo e vi parliamo della versione Pc di NBA 2K21. Buona lettura.

TANTE PICCOLE AGGIUNTE MA SENZA ESAGERARE

Fin dai menu iniziali che ci permettono di navigare tra i meandri, è il caso di dirlo, delle vaste opzioni presenti nel gioco, questa edizione ci ha confermato la politica dei piccoli passi. Tanti miglioramenti piccolini rispetto al passato ma poche, vere, novità rispetto al (recente) passato. Almeno per quanto riguarda le versioni current-gen.

Ed è un peccato che la versione Pc sia stata considerata tale quando – visto il divario tecnico rispetto a PS4 ed Xbox One (per non parlare di Switch), si poteva sperare e pensare di meglio. Forse, chissà, qualche patch di aggiornamento…

Amaro a parte, la quantità delle opzioni, delle modalità e l’enorme mole di cose da fare gratifica non poco l’aspetto videoludico.

La Mia Carriera rimane sempre il fulcro (non il solo ma uno dei princi base, ndr) di NBA 2K21, la modalità principe della serie che permette di creare da zero un giocatore (grazie ad un buonissimo editor) e di farlo evolvere attraverso una modalità Storia molto intricata e sicuramente ben strutturata.  Quest’anno si intitola The Long Shadow e ci permette di vestire i panni e seguire le vicende di Junior (ci chiameranno così tutti perché siamo figli… di papà, evidentemente un papà importante, che contava nel mondo del basket). Ne nasce, dunque, un dualismo: dal punto di vista prestazionale migliorare le proprie qualità mentre dall’altro dovrà fare i conti con l’ombra del padre. Un po’ come i “figli d’arte” in qualunque campo e professione.

La narrazione ci offre la lettura di una trama senza, però, grossi sussulti. La storia, tuttavia, riesce a fare il proprio dovere ed al contempo – come da tradizione – permette di migliorare le qualità tecniche del nostro atleta. Ovviamente dopo averne scelto per prima il ruolo e le caratteristiche fisiche (altezza, peso, corporatura, apertura delle braccia e così via). Quest’ultime hanno anche delle conseguenze sulle caratteristiche tecniche. È vero, infatti, che possiamo editare un playmaker di oltre due metri, ma questi avrà meno visuale di gioco ma può avere più propensione difensiva o nelle palle rubate. Diversamente da un playmaker di un metro e ottanta che potrebbe essere rapido ed un ottimo tiratore dalla media e della lunga distanza.

Poi abbiamo un certo numeri di punti da spendere in varie statistiche per aumentare il potenziale. Si, avete letto bene, il potenziale.

 

Il nostro giocatore all’inizio del suo cammino. Tante le statistiche da migliorare per raggiungere il potenziale da esprimere in campo. Andando avanti racimoleremo punti da poter “spendere” per migliorare in campo

I miglioramenti veri e propri si concretizzeranno quando spenderemo la moneta virtuale che ci verrà assegnata a fine di ogni nostra partita in base a valutazione della prestazione (secondo lo stile americano, A, B, C, D e così via) ed anche il risultato ottenuto. Nulla di nuovo, quindi, all’orizzonte, però – e qui la grande ed annosa nota negativa – notiamo un po’ il gioco è tirchio nell’elargire la moneta virtuale. Forse più che nelle passate edizioni. I miglioramenti si dovranno sudare e saranno minimi all’inizio. Si parte dalle superiori ed attraverso le prime partite dovremo convincere quanti più college a farci ingaggiare. E da li poi il grande sogno per arrivare all’NBA.

Per rendere più realistica la storia, NBA 2K21 offrirà 10 college su licenza tra cui scegliere. Troveremo: Michigan State, UConn, Florida, Gonzaga, Syracuse, Texas Tech, Oklahoma, UCLA, Villanova University e West Virginia.

Il nostro cammino ne La Mia Carriera/Il Mio giocatore, parte dalle scuole superiori

La mia Carriera  alcuni volti familiari. In NBA 2K21 incontrerete Jesse Williams (Grey’s Anatomy), Michael K. Williams (The Wire, Boardwalk Empire), Djimon Hounsou (Blood Diamond, Guardiani della Galassia), Mireille Enos (The Killing, World War Z) e gli atleti di copertina Damian Lillard e Zion Williamson. Tutti insieme, daranno vita alla storia di Junior ed alle nostre scelte.

LE NOVITÀ NEI CONTENUTI ED ALTRE MODALITÀ

Tra le piccole novità troviamo il Nuovo Quartiere di 2K21 che porta il basket sulla spiaggia e ne rinnova estetica e funzionalità. Sarà possibile giocare liberamente in sfide 1 contro 1, 3 contro 3 e 5 contro 5 sfoggiando le proprie abilità e look nel parco. Ovviamente c’è dell’altro e potrete leggere le novità qui.

Inoltre, prima di parlare del gameplay e della parte tecnica vogliamo spendere un paio di parole sui contenuti del gioco.

La Mia Squadra è sostanzialmente equiparabile all’Ultimate Team di Fifa. Anche qui, come nella celebre modalità presente nella serie calcistica di EA, bisognerà giocare partite, terminare sfide, vincere lege, stagioni e così via per racimolare moneta di gioco virtuale per comprare pacchetti di carte. Queste includono giocatori, contratti, maglie, arene, stemmi, schemi di gioco e così via.

Si possono formare squadre con i campioni attuali e con le leggende (e qui un pensiero va al compianto Kobe Bryant scomparso a fine gennaio scorso per un incidente in elicottero) del passato. Nondimeno esistono carte Evolution che servono per migliorare in modo permanente il colore e le valutazioni delle carte. Insomma, un ecosistema variegato fatto di tornei ed eventi a tempo e ricompense giornaliere, settimanali ed altro.

Troviamo anche la modalità Triplice Minaccia 3 contro 3 o dominio 5 contro 5. Ma troviamo anche la Ruota dei Premi che funziona in modo simile al capitolo precedente.

L’annoso discorso delle microtransazioni si concretizza in modo più palese in questa modalità con prezzi pacchetti o carte giudicati sempre troppo alti. Un modo per spingere l’utente ad acquistare i crediti virtuali e “velocizzare” i propri miglioramenti. Ma questo non significa che si sia costretti a mettere mano alla carta di credito (o portafogli virtuale-reale) per migliorare la propria squadra o il proprio atleta. La pazienza è la virtù dei forti. Ma quanto sarà applicabile questa massima alle soglie del 2021?

Anche quest’anno non manca il basket femminile

Altra modalità classica in NBA 2K20 rimane la Mia Lega. Qui sarà possibile immergersi nel clima della NBA. È possibile accedere a La Mia Lega che permette di prendere le redini di una squadra per 80 stagioni, al Mio GM 2.0 dove si gestisce in toto l’aspetto manageriale, effettuare una singola stagione, o i play off o ancora giocare nella WNBA, la lega professionistica femminile. Quest’ultima è stata confermata dopo l’esordio dell’anno scorso e permette di scegliere una delle 12 franchigie del campionato femminile. Queste ultime due hanno un peso specifico non indifferente ed in grado di dare ancora più lustro al gioco. NBA 2K21 è in grado di soddisfare i gusti di moltissimi utenti.

Nella WNBA troviamo partite più lente, con molta tecnica e meno fisicità (per ovvi motivi), ma altrettanto divertenti e sicuramente ben fatta. In GM proveremo ad essere il tecnico dei sogni con tante note “ruolistiche” visto gli alberi abilità da sviluppare per ottenere migliorie in diversi campi.

GAMEPLAY SEMPRE TOSTO

Da molti anni uno dei punti forti della serie sviluppata da Visual Concepts è il gameplay ed il suo realismo. Contrasti fisici, conclusioni spettacolari, errori clamorosi, delusioni cocenti o giocate geniali. Potremmo condensare così il gameplay di NBA 2K21.

Perché gli ingredienti ci sono tutti. Due le regole base, anzi tre per migliorare. Anzi no, quattro dettami: tempo, pazienza, tempistica e colpo d’occhio. Vorremmo anche mettere la quinta: disponibilità al sacrificio.

Come da tradizione il gameplay è complesso, sfaccettato, ricco di sfumature e di incognite che rendono il gioco davvero bello ma al tempo stesso difficile. Del resto nessuno ha mai detto che giocare in NBA sia facile. Tutt’altro. La rivoluzione più grande sta nel tiro che adesso predilige la precisione. Premendo il tasto (quadrato su PS4 o X su Xbox One/Pc) o spingendo verso il basso la levetta analogica destra del joypad si effettuerà una conclusione a canestro. L’indicatore è sostanzialmente un mini-gioco a tempo con barra grigia ed una zona più chiara verso la fine. Per avere speranze di riuscita, bisognerà far si che il puntino giallo si fermi sulla zona chiara. Non sarà facile perché oltre alla tempistica, bisognerà vedere la posizione, la libertà d’azione, il contrasto avversario ed altro.

Non è mai consigliato effettuare una conclusione affrettata dalla distanza ma certe volte sarà necessario. Tuttavia i risultati, almeno all’inizio, saranno devastanti per l’autostima. 2K ha ascoltato gli appassionati ed aggiornato al day one questa caratteristica che adesso è un po’ più morbida.

Per il resto, lo stesso gameplay con pochissime novità ma tanta simulazione, fisica e “codice”. A ravvivare le azioni, un po’ veloci, un po’ ragionate c’è l’Impeto che permette al giocatore che ne usufruisce di aumentare per un breve periodo di tempo le statistiche e quindi le capacità. Ad ogni modo, prima di scendere sul parquet e fare gomitate all’ultimo tiro, passaggio, stoppata e così via, ci si può anche allenare nei fondamentali.

È SEMPRE LO STESSO BEL VEDERE (CON ALTI E BASSI)

Dal punto di vista tecnico, NBA 2K21 non si discosta troppo dal passato. Visual Concepts ha svolto come sempre il suo compito. E come sempre troviamo vette impressionanti (luci, ombre, resa degli atleti) a piccole sbavature (qualità dei filmati altalenante, così come quella di alcune animazioni e dettagli nelle scene di intermezzo).

Ad ogni modo le imperfezioni sono piccolezze rispetto a tanta beltà che troviamo. La varietà ed il dettaglio dei giocatori (con tanto di gocce di sudore che ormai non dovrebbero stupire ma tant’è), del parquet, del contorno, dell’atmosfera e delle arene è qualcosa di introvabile. La regia televisiva è da manuale. Ottimi anche i menu che permettono di accedere ad informazioni ed opzioni in modo semplice.

Le animazioni sono ricchissime e, salvo qualche sbavatura, sono a tratti spettacolari.

Ottimo il commento sonoro sia sul campo che per i brani della colonna sonora che anche quest’anno è stata affidata a diversi artisti come Stormzy, Roddy Ricch e The Strokes. La lista include 52 canzoni, comprese le due di Damian Lillard. Qui, troverete più dettagli su questo aspetto.

COMMENTO FINALE

NBA 2K21 conferma l’andamento della serie che, però, in questa particolare annata segnata sia dal Covid-19 sia dal passaggio alla nuova generazione con l’arrivo a novembre di Xbox Series X e PlayStation 5, appare quanto mai ancorata al passaggio.

Sono poche le differenze, migliorie rispetto allo scorso capitolo. Semmai c’è la politica dei piccoli passi che se da un lato può essere comprensibile, dall’altro potrebbe risultare un po’ stucchevole per gli appassionati di lungo corso.

Questa è, tra l’altro, “giustificata” – con le virgolette del caso – dai due eventi (uno drammatico e globale, l’altro di normale transizione) di questo 2020. Il rammarico più grosso rimane per gli utenti Pc che, nonostante hardware mediamente superiori alle console attuali, non godranno delle novità promesse nelle versioni PS5 ed Xbox Series X. A quest’ultime piattaforme è rivolto, chiaramente, il futuro della serie e le speranze di vedere qualcosa di rivoluzionario. Sia dal punto di vista tecnico che da quello del gameplay.

Tornando a noi, invece, NBA 2K21 su Pc rimane sempre un acquisto obbligato per gli amanti di questo sport. I contenuti ancora più evoluti ed il gameplay simulativo sono una miscela quasi esplosiva mitigata un po’ – diciamolo – dalle micro-transazioni che si, non sono assolutamente obbligatorie ma che pervadono un po’ troppo a nostro avviso il titolo.

Ma rimane un gran gioco, ostico ma al tempo stesso esaltante ed in grado di dare grandi soddisfazioni. Enormi se una giocata intelligente viene concretizzata o se un chiudete un fragrante Alley Oop che fa esplodere il pubblico ed annichilire l’avversario. Ed in questi casi vi sfidiamo a non mettere in pausa e ad esultare come se foste in campo.

Pregi

Gameplay solido ed in grado di regalare molta varietà. Divertente ed adatto a molti. Longevità assicurata. Tecnicamente è sempre al top del settore. Tanti, tantissimi contenuti. Confermato il basket femminile.

Difetti

Forse la versione Pc avrebbe potuto beneficiare delle caratteristiche (almeno visive) next-gen. Le micro-transazioni appaiono un po’ invasive anche se non necessarie. Non ci sono grosse novità.

Voto

8,5