G-Loc Air Battle, la nostra recensione

Un altro classico della collana SEGA Ages spicca il volo su Switch e torna dopo 30 anni dall'esordio in sala giochi per la gioia dei nostalgici

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La collana SEGA Ages è una manna dal cielo per i tanti appassionati retro che hanno una console Switch. Molti classici della software house giapponese hanno fatto capolino sull’ibrida Nintendo. Ultimo di questa lista è G-Loc Air Battle che torna ai nostri giorni direttamente dal 1990 grazie ad un’edizione ampliata con qualche contenuto.

Una formula vincente e gradita quella di SEGA che ci permette, ogni volta, di fare un bel salto indietro nel passato e per chi vi scrive un tuffo al cuore visti i ricordi diretti in sala.

Vi lasciamo alla recensione del titolo che è atterrato su Switch lo scorso 30 aprile.

G-LOC È FRENETICO, È L’EREDE DI AFTERBURNER

G-Loc Air Battle fa sostanzialmente parte della serie After Burner che, uscito tre anni prima, si fece notare in sala giochi per il suo cabinato soprannominato “la lavatrice” ma anche per la sua velocità ed un gameplay frenetico. Il cabinato offriva sensazioni di movimento e vibrazione fuori dal comune per l’epoca.

SEGA ha poi realizzato il sequel e successivamente, nel 1990 G-Loc che aveva una grafica molto più pulita rispetto ai suoi predecessori ed un cabinato ancora più “performante” chiamato R360 che permetteva ai giocatori movimenti assurdi. E sempre nel nome di Yu Suzuki.

Il nome, G-Loc è un acronimo che in inglese suona così: G-Force included Loss Of Consciusness, ovvero perdita di conoscenza (o “visione nera”) indotta dalla forza G. Un fenomeno che nacque sostanzialmente con l’aeronautica visto che già – da come si legge su Wikipedia (eh, si, non possiamo far finta di saperla questa, troppo specifica, ndr) – nel 1917 si registrarono i primi episodi. Uno stress così eccessivo che può colpire i piloti da caccia dopo una violenta accelerazione e che consiste nella momentanea perdita dei sensi, dovuta allo spostamento del sangue nelle parti inferiori del corpo. Il problema venne compreso negli anni successivi e le prime tute anti-G vennero fabbricate nel 1941. Queste vennero utilizzate dall’aeronautica militare britannica durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ad ogni modo, G-Loc era nel 1990 un titolo altamente spettacolare, decisamente più pulito e fluido del suo illustre predecessore. Ma qui ci troviamo proprio a bordo di un caccia in una visuale in prima persona. Per chi non conoscesse il titolo si tratta di un gioco arcade basato sui combattimenti aerei (o dog fight) dove saremo generalmente noi ad inseguire gli aerei nemici. G-Loc propone, infatti, un gameplay essenzialmente di attacco rispetto ad After Burner.

Certo, capiterà che la visuale si sposti e ci faccia vedere il retro del nostro velivolo per indicarci che saremo noi a dover evitare i missili nemici o saremo sul mirino di altri velivoli. Questo “intermezzo”, chiamiamolo così, ci faciliterà nella nostra manovra elusiva.

Le missioni in G-LOC sono tante ma molto, molto brevi e tante si basano sulla distruzione di un determinato numero di caccia nemici o di navi o, ancora di installazioni.

Ma si dovrà svolgere il proprio compito nel più breve tempo possibile vista la presenza di un cronometro impietoso. Se termina il tempo si materializza il Game Over, e si potrà andare avanti spendendo un nuovo “gettone”. Diversamente si va avanti ed il tempo risparmiato fa da bonus per lo stage successivo.

L’interfaccia è quella classica con tutte le informazioni primarie riportate su schermo: tempo rimasto, bersagli colpiti. E vediamo il nostro armamentario composto dai preziosi missili a ricerca di calore che dovranno essere sparati soltanto quando il bersaglio sarà agganciato dal mirino e si sentirà l’esortazione “Fire” (Spara), ed i classici mitragliatori Vulcan. Va da se che per sfruttare al meglio i missili si dovrà fare in modo di “allineare” quanti più nemici possibili e sparare in rapida successione.

Chiaro che l’azione sia frenetica, a tratti confusionaria, ma anche divertente e piuttosto fedele all’esperienza originale (a patto di non pensare al cabinato). La difficoltà non è esagerata e con un po’ di calma, nonostante un gameplay veloce, abbattere nemici non sarà complicato. Negli stage ambientati nei canyon, però, si avrà qualche problema con la manovrabilità non sempre eccelsa del nostro velivolo che sembrerebbe un F14. Soprattutto – e ne parleremo dopo – ai livelli di difficoltà più alti.

Presa la mano si darà la caccia ai record mondiali visto che SEGA ha inserito anche qui le classifiche online.

ALTRI CONTENUTI AGGIUNTIVI

Come ogni titolo della raccolta SEGA Ages per Switch, anche G-Loc offre qualche contenuto in più rispetto alla versione originale. Del resto 30 anni sono troppi ed è sempre opportuno aggiungere – senza stravolgere – qualche cosa al piatto, altrimenti un po’ povero. Troviamo la Ages Mode che offre solo un credito rispetto alla controparte Arcade ma ci offre un mezzo più veloce, più missili ed un sistema di “ingaggio” nemici potenziato.

Detto delle classifiche online, prima di ogni partita si può scegliere fra tre livelli di difficoltà: Principiante, Medio ed Esperto. Selezionando il più semplice, i controlli sono “guidati” e l’aereo avrà una manovrabilità “morbida” ma senza la possibilità di poter effettuare e controllare alcune manovre ed acrobazie elusive. Si volerà un po’ come se si avessero le “strozzature”.

Con le altre due opzioni, i controlli di rollio saranno sbloccati e sarà possibile volare anche a testa in giù oltre a poter liberamente muoversi e sfruttare al massimo i motori. Ne gode il gameplay anche se tutto si complica inevitabilmente un po’. Soprattutto in alcuni stage dove si incontrano dei canyon tortuosi o le scogliere. E non sarà così semplice neppure agganciare i nemici.

Si potrà scegliere se giocare la versione giapponese o quella internazionale e troviamo diverse opzioni audio e video.  Su quest’ultime sarà possibile scegliere tra ben sei variabili: dalla visuale a chermo intero (Full), caratterizzata dalle scan line e dall’effetto smoothing, a quella Vintage (simile alla Full ma non a schermo intero). Altre scelte sono Moving Seat (con il solo effetto Smoothing), Cockpit, Dot by dot e Fit.

Tra le altre opzioni di “settaggio della macchina” (facciamo finta che queste siano opzioni generali attivate dal cabinato, ndr) segnaliamo anche 5 gradi di difficoltà generale, il numero variabile di crediti per gettone (da 1 a 9) Ed infine, si potrà assistere alla riproduzione dei replay delle proprie partite.

LA RIPRODUZIONE SU SWITCH

La versione casalinga di G-Loc è chiaramente di alto livello. Manca il fascino del cabinato ma le vibrazioni del Joy-Con sono buone anche se non possono sostituire quelle sensazioni. Gli scenari sono dettagliati e nitidi rispetto all’illustre predecessore, ed anche più vari con voli notturni, o su zone montagnose particolarmente infami ad esempio. I dettagli degli scenari rispondono agli standard di allora anche se sui Pc dell’epoca era possibile già trovare un livello di dettaglio paesaggistico decisamente superiore… ma senza la velocità arcade.

Ovviamente i pixel sono imperanti vista la scarsa risoluzione del gioco originale.  Del resto, 30 anni sono sempre tanti. L’azione a tratti è confusionaria ma un filino più lenta nei confronti di After Burner. Soprattutto se giocato a livello facile. Ma a schermo intero gode di un grande fascino e si notano meglio alcune chicche mentre i modelli degli aerei e degli altri mezzi nemici sono di buon livello.

Gradevoli anche alcuni effetti come ad esempio le crepe nel vetro dell’abitacolo se si viene colpiti o anche la visuale di quando si è inseguiti. Sarà strano, ma essere abbattuti ha il suo carico di spettacolarità (anche se non farà mai piacere). Impossibile, dicevamo, non notare altre finezze. Tra queste, il pilota che si catapulta o il vetro dell’abitacolo che va in frantumi dopo essere stato colpito da un missile.

Il sonoro ci accompagna degnamente con alcuni brani di sottofondo ed effetti sonori ottimi della strumentazione.

COMMENTO FINALE

Anche G-Loc atterra con successo su Switch. Almeno a nostro avviso. SEGA Ages ci offre nuovamente la possibilità di fare un balzo indietro nel tempo per rivisitare un altro classico che ha scritto la storia dei titoli arcade.

La versione per l’ibrida di console è molto buona anche se non aggiunge poi troppo rispetto all’originale uscito nel 1990. Nondimeno, però, è in grado di offrire belle sensazioni e bei ricordi pur sapendo che senza il cabinato non sarà mai la stessa cosa, ma qui non possiamo pretendere miracoli.

La realizzazione è molto pulita e tecnicamente è ineccepibile. Un acquisto obbligato per gli amanti dei titoli retro perché in grado di far rivivere bei momenti.

Pregi

Buonissima riproduzione dell’originale. Gameplay ben strutturato grazie ai livelli di difficoltà. A tratti anche spettacolare, se si considera che è un titolo del 1990. Classifiche online. Qualche opzione extra come la modalità Ages…

Difetti

… anche se non troppi contenuti supplementari. La manovrabilità in alcuni frangenti rimane sempre complicata. Altri difetti originali riportati.

Voto

8