Nintendo Classic Mini, Speciale

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Lo scorso 11 novembre si è riscritta la storia: Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System è arrivato nei negozi e i pochi fortunati che lo hanno prenotato hanno fatto un salto nel passato di ben 30 anni. Era, infatti, il primo settembre 1986 quando in Europa arrivava una console a 8-bit dal Giappone, il mitico NES (acronimo di Nintendo Entertainment System) che con l’eterno ed immortale Super Mario Bros ha introdotto al nostro passatempo preferito almeno tre generazioni di appassionati.

Chi vi scrive, un po’ per lavoro e un po’ perché non ha mai avuto il Nintendo a casa, lo ha prenotato e lo ha provato. Così eccoci a parlare di questo piccolo oggetto di culto di cui nessuno parlava e che adesso tutti vogliono, pagando anche più del dovuto. Questa non vuole essere una recensione: parliamo di una console che non ha segreti e di videogiochi che, a distanza di trent’anni o poco meno, non hanno più nulla da nascondere tranne – forse – un fascino d’altri tempi, i tempi in cui la grafica, ancora, non batteva la fantasia e non era dominante quanto lo era oggi. I videogiochi, quelli più ricordati, erano fondati sulle emozioni, fossero semplicemente quelle scaturite dalle musiche 8-bit che accompagnavano le gesta del nostro alter-ego, che si trattasse di Mario, Link o Ryu Hayabusa.

COSA C’E’ NELLA SCATOLA

Il Mini NES arriva confezionato in una scatola fatta su misura che rievoca i mitici anni ‘80. All’interno della confezione si trova, ovviamente, il Mini NES che è tanto piccolo da far tenerezza, si può tenere nel palmo di una mano e risulta essere più piccolo di un joypad (l’immagine scattata vale più di mille parole).

Oltre alla console si trova una replica del controller Nintendo, con croce direzionale, due pulsanti A e B, più i pulsanti “start” e “select”. Con grande sorpresa non troviamo cavi di alimentazione nel senso classico del termine: al posto della classica “spina” ecco fare capolino un piccolo cavo Usb, che ogni televisore commercializzato negli ultimi dieci anni ha sul retro. Pertanto basta quella, al piccolo Nintendo, per accendersi. Per garantire la visione dei giochi ecco un lungo cavo Hdmi, classico e senza fronzoli, che proietta le vecchie glorie Nintendo in glorioso Full HD. Chiude l’elenco dei contenuti un corposo libretto di istruzioni in cui, tra le tante cose, c’è anche scritto che volendo possiamo attaccare il Mini NES alla presa di corrente (in maniera molto classica quindi) ma l’adattatore alla presa di corrente va comprato a parte.

Nessuna traccia fisica dei giochi, perché sono direttamente installati all’interno della console e sono eseguiti tramite emulatore. Non un emulatore qualsiasi, ovviamente, ma sviluppato interamente da Nintendo e – secondo alcuni appassionati ed addetti ai lavori – migliore di quello che riposa nelle Wii.

COSA C’E’ SOTTO IL COFANO?

Qual è il motore che spinge questa mini console che rievoca i fasti del passato ad 8 bit? Su Reddit qualche giorno fa è sputata questa scheda con le componenti hardware che risulta essere più potente rispetto a quello del 3DS. Ve lo sareste immaginato?

  • SoC: Allwinner R16 (4x Cortex A7, Mali400MP2 GPU ad 1,2 GHZ se identica a quella in dotazione ad alcuni smartphone).
  • RAM: SKHynix (256MB DDR3)
  • Flash: Spansion 512MB SLC NAND flash, TSOP48PMU: AXP223

Decisamente tanta roba che permette di emulare al meglio i giochi e la loro gestione. 

UN PO’ DI STORIA

Appartenente alla Terza Generazione di computer e videogiochi, il Family Computer (conosciuto come Famicom in Giappone e Nintendo Entertaintment System nel resto del mondo) insieme al SEGA SG-1000 ha aperto la strada al glorioso ritorno dei videogiochi nelle case degli appassionati, dopo una profonda crisi vissuta tra il finire degli anni ‘70 e i primi anni ‘80. Era il 15 luglio del 1983 e i videogiochi erano ben diversi da quelli a cui siamo abituati in questi tempi. I tempi stessi, l’accessibilità ai videogiochi, i loro costi, erano notevolmente diversi.

Forte di 62 milioni di console vendute in tutto il mondo, la Terza Generazione di videogiochi è saldamente vinta da Nintendo con il suo indimenticabile Famicom/Nes, con buona pace per altrettanto leggendarie macchine quali SEGA Master System e Atari 7800.

QUALI GIOCHI CI SONO

Il Mini NES accoglie esattamente trenta giochi, in maggioranza esclusive Nintendo dell’epoca, con qualche eccezione di terze parti. E’ possibile, per alcuni giochi, salvare i progressi per riprendere la partita in tranquillità, dopo averla interrotta. Per la precisione i titoli che “riposano” dentro il Mini NES sono:

  1. Balloon Fight
  2. Castlevania
  3. Castlevania II: Simon’s Quest
  4. Donkey Kong
  5. Donkey Kong Jr.
  6. Dr. Mario
  7. Double Dragon II: The Revenge
  8. Excitebike
  9. Galaga
  10. Ghost ‘n Goblins
  11. Gradius
  12. Ice Climber
  13. Kirby’s Adventure
  14. The Legend of Zelda
  15. Mario Bros.
  16. Mega Man 2
  17. Metroid
  18. Ninja Gaiden
  19. Pac-Man
  20. Super C.
  21. Super Mario Bros.
  22. Super Mario Bros. 2
  23. Super Mario Bros. 3
  24. Zelda II: The Adventure of Link
  25. Bubble Bobble
  26. Final Fantasy
  27. Kid Icarus
  28. Punch-Out!! Featuring Mr. Dream
  29. StarTropics
  30. Tecmo Bowl

ONLINE I MANUALI IN PDF

Nintendo ha inoltre messo a disposizione sul proprio sito a questo indirizzo i manuali in pdf dei titoli presenti sul Mini-Nes. Storia nella storia perché anche i manuali facevano parte integrante della confezione di un gioco. Era il completamento dell’opera ed in alcuni casi erano piccole opere d’arte.

ALLA SCOPERTA DELLE TRENTA PERLE DEL NES

Di seguito spenderemo due parole per ogni titolo, per aiutare i nostri lettori a ricordare meglio cosa e perché, probabilmente, è stato eletto da Nintendo come titolo da annoverare nel Mini Nes.

SOLO PER IL MERCATO GIAPPONESE

Sebbene l’Europa possa vantare, insieme al Nord America, della presenza di otto titoli in più rispetto al resto del mondo, i fortunati giocatori che vivono in Giappone (o comprano il Mini NES lì) possono godere di altri giochi in aggiunta, arrivando al numero di 38 titoli. Li ricordiamo per onore di cronaca.

COMMENTO FINALE

Il Nintendo Classic Mini è un tributo al mitico NES, un modo di celebrarlo per i suoi trent’anni. Ha svegliato le coscienze di giocatori più o meno attempati, di appassionati di retrogaming o nostalgici amatori.

Non è la miglior piattaforma su cui godersi i titoli Nintendo dell’era 8-bit. Tra emulatori e Virtual Console presenti in Wii e Wii U, senza dimenticare quelli presenti sulle console portatili, sarebbe certamente errato etichettare il Mini NES come il posto migliore.

Tuttavia trenta perle degli anni ’80 e ’90, alcune davvero rare, non si trovano tutti i giorni. Un NES perfettamente funzionante, perfettamente in scala con la controparte originale, perfettamente compatibile con televisori di ogni tipo e provenienza, che non costringe a studiarsi piccolo o grandi manuali di installazione per configurare emulatore ed installare ROM non si trova in giro con facilità.

Non si gioca in assoluta legalità, con la “benedizione” di Nintendo, tutti questi grandi classici tutti i giorni. Il Mini NES è bello da vedere, facilissimo da usare, ricco di titoli di varia natura e rigiocabilissimi. Non costa nemmeno uno sproposito (costa quanto un joypad per PlayStation 4 o quando un videogioco nuovo al day one). Non è una console per tutti. Astenersi i cultori del Cry Engine, del Frostbite e di Unity Engine. Qui si gioca a 8-bit, puliti ed in glorioso Full HD. Ogni pixel è poesia e storia.