Life Is Strange: Episodio Quattro, Recensione Xbox One

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Ancora un episodio e potremo tirare le somme su Life is Strange che, fino ad ora, è stata una serie “a puntate” interessante ma a tratti superficiale, quanto meno per la scarsa quantità di carne al fuoco gettata in pasto del giocatore ad ogni nuovo rilascio.
Con Dark Room le cose si evolvono, soprattutto nel finale, quando è fatta chiarezza sulle sorti della scomparsa Rachel e su chi sia, realmente, il cattivo di turno.

Un finale abbastanza forzato e scontato, a dirla tutta, arrivato forse con un po’ troppa fretta. Di seguito le nostre impressioni a riguardo.

MISTERO RISOLTO

Ci eravamo lasciati col solito finale cliffhanger che ha in gran parte contraddistinto questa prima stagione di Life is Strange, un epilogo che ci aveva aperto nuove strade e tutt’una serie di perplessità su quelle che potessero essere le evoluzioni di una trama che faceva fatica a decollare, rifugiandosi nell’espediente di turno, che nella quasi totalità dei casi si traduceva nel colpo di scena finale.

Approcciato Dark Room, tutto quanto immaginato e realizzato nelle settimane scorse è andato in fumo: di fatto gli sviluppatori ci hanno proposto un “percorso di vita alternativo”, mostrandoci come sarebbe stata la vita di Max e Chloe se le cose avessero preso un’altra piega. Ciò non ha però intaccato la vera evoluzione del canovaccio, tornato sui suoi binari grazie all’incredibile potere di Max.

Una prima parte molto lenta e compassata ha chiarito, come mai prima d’ora, quanto forte sia stato negli anni il legame tra quelle che potremmo considerare le due protagoniste di questo racconto, portando alla luce nuovi piccoli particolari, consentendoci di apprezzare – seppur brevemente – un nuovo personaggio: il padre di Chloe.


Non solo: ci ha sottoposti ad una scelta molto difficile, che più avanti apparirà certamente inutile per via del percorso temporale intrapreso, ma che ben si sofferma sul legame affettivo delle due adolescenti succitate. La seconda parte di Dark Room è forse quella più interessante per gli amanti delle teen drama caratterizzate da uno spiglio più action, tra enigmi bene implementati nel contesto e nuove location, Max e Chloe faranno più d’una importante scoperta, che le porterà a far luce sulla scomparsa di Rachel: la ragazza di cui si fa un gran parlare fin dagli esordi della serie, ma sulla quale il team di sviluppo aveva sempre lesinato in dettagli e focus investigativi.

Alcuni potrebbero aver da ridire su come si arrivi alla risoluzione di questo mistero, effettivamente avvenuto con troppa semplicità e in breve tempo, ma come al solito rappresenta l’ennesimo pretesto col quale i developer ci hanno lasciato prima di chiudere coi titoli di coda. Un cliffhanger di quelli che, seppur frettoloso e abbastanza scontato nella rivelazione finale, per alcuni potrebbe giustificare per l’ennesima volta il prezzo del biglietto, qualora non abbiate già fatto vostro il season pass.

IN CADUTA LIBERA

C’è un aspetto, in particolare, che facciamo fatica a decifrare in Life is Strange: il comparto grafico. Sebbene non fosse a livelli di qualità eccelsi fin dagli esordi, abbiamo assistito ad un crollo qualitativo abbastanza imbarazzante. Se a qualche nuova location di volta in volta fanno compagnia tracce audio sempre all’altezza, lo stesso non si può dire del livello di rifinitura riguardante i modelli poligonali, le texture, le animazioni.

Dark Room, a tal proposito, è forse il capitolo messo peggio: nella versione Xbox One da noi provata il ritardo di caricamento delle texture si è rivelato esagerato, e in molti casi a dir poco slavate anche a posteriori. Lo stesso dicasi per le espressioni facciali, i gesti, le animazioni di alcuni personaggi che entrano in gioco in un lampo e altrettanto velocemente ne escono, che esprimono le difficoltà dello sviluppatore nel raggiungere la giusta qualità per ogni dettaglio.

È forse questo ciò che è mancato e sta mancando a Life is Strange: da serie episodica dichiarata innovativa è andata via via assestandosi sui binari del più classico dei teen drama, dal copione a tratti insipido e parsimonioso nei dettagli, che ha portato ad un costante calo di interesse strada facendo.

Una serie, a questo punto, davvero indicata agli adolescenti o al sesso debole, che potrebbe però destare più d’una noia o disinteresse nei confronti dei più cresciuti; la questione succitata, riguardante Rachel, è soltanto una delle tante. Segno che qualcosa non è andato come avrebbero voluto gli sviluppatori, o semplicemente idee e sceneggiatura hanno lottato, e stanno continuando a farlo, con la disponibilità di fondi di Dontnod Entertainment.

COMMENTO FINALE

Come avevamo preventivato, l’escamotage narrativo esposto nel corso del terzo episodio si è rivelato un mero pretesto atto ad allungare una trama interessante, sì, ma allo stesso tempo troppo diluita, piena zeppa di tempi morti che pian piano hanno affievolito il nostro interesse sulle vicende di Max e compagni.
Ci son voluti quattro episodi per capire quale fosse stato il destino della giovane Rachel scomparsa, lanciatoci in pasto tutto d’un colpo, e questa volta le fasi di gioco molto compassate non sono state affiancate da un finale così articolato, anzi: scontato e a tratti un pizzico banale, Dontnod Entertainment dovrà dimostrare quindi di avere ben chiare le idee sul come chiudere questa first season. Dall’ultimo capitolo non dipenderà soltanto il futuro della serie, ma anche la credibilità di quanto fatto fino ad ora.

PREGI: Finalmente è fatta un po’ di chiarezza sulla ragazza scomparsa. Comparto audio ottimo. Alcune nuove location.

DIFETTI: Prima parte di gioco molto lenta e a tratti noiosa. Finale di episodio scontato. Comparto grafico poco rifinito.

VOTO: 7/10.