Guida pratica agli eSports: dalle leghe private come il Super Trofeo Terrybet News fino alle Olympic Esports Series del 2023

Quali sono le categorie eSports?

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Gli eSports sono sport elettronici competitivi che comprendono un’ampissima gamma di videogame e in effetti, oltre a quelli a carattere puramente sportivo che replicano discipline classiche quali calcio, basket, ciclismo e motori, ne esistono tantissimi altri che presentano delle peculiarità praticamente esclusive del mondo del gaming online.

Pensiamo ad esempio ai Multiplayer Online Battle Arena (MOBA), ovvero videogiochi di strategia a squadre, in cui ogni giocatore controlla un personaggio dalle abilità uniche (come il team degli aNc Outplayed in League of Legend); i giochi che prevedono combattimenti armati (Call of Duty), i Battle Royale Games basati sulla sopravvivenza (Fortnite), i Digital Collectible Card Games (Hearthstone), i Real Time Strategy (Warcraft III) e i cosiddetti picchiaduro (Tekken 7).

Grazie alla varietà dei giochi proposti, gli eSports sono riusciti a coprire gli interessi di moltissime fasce della popolazione, dai teenagers agli adulti, fino a diventare uno dei trend online più in crescita come dimostrato, già nel 2021, dal Centro Studi Nazionale dell’Osservatorio Italiano Esports.

Dove si giocano i principali tornei eSports?

Molti tornei eSports vengono disputati online, tuttavia alcuni degli eventi più importanti al mondo vengono giocati nel mondo reale in vere o proprie arene dove i giocatori si ritrovano seduti fianco a fianco mentre si danno battaglia nel mondo virtuale. Le varie competizioni possono essere seguite online, grazie ai canali di streaming come Youtube e Twitch, ma in alcuni casi anche dal vivo, dove spesso si registrano numeri di spettatori da record. Il mondo degli eSports è davvero variegato, non solo nei vari videogiochi disponibili, ma anche nell’organizzazione delle varie leghe. Infatti, parallelamente ai tornei più istituzionalizzati, come le GT Sport World Championships, la eSerie A Tim o la League of Legends World Championship, esistono numerose leghe e tornei privati che vivono una vita a se stante, come ad esempio la Lega Union Italia di Gran Turismo sponsorizzata attualmente da Terrybet.news. Le leghe private infatti sono possibili solo grazie ad un settore che cresce in virtù dell’autonomia e dell’entusiasmo degli appassionati, oltre alla presenza degli sponsor che in cambio della visibilità online mettono in palio diversi montepremi. Per partecipare attivamente, essere spettatori o semplicemente restare informati sul mondo degli esports, il consiglio è quello di seguire i blog di settore e i canali social dei gamer professionisti più influenti nel videogioco di proprio interesse.

Olympic Esports Series 2023: malcontento sia tra i fan che tra i detrattori degli eSports

Tra i tornei ufficiali più importanti al mondo spicca ovviamente la novità rappresentata dalle prossime Olympic Esports Series 2023, le quali stanno letteralmente spaccando in due l’opinione pubblica. D’altronde il malcontento serpeggia su ambedue i fronti, ovvero sia tra coloro che auspicano un maggior riconoscimento degli eSports come disciplina olimpica, sia tra atleti ed istituzioni più tradizionaliste che non vogliono assolutamente mescolare i videogiochi con lo sport vero e proprio. Il Comitato Olimpico infatti ha optato per una via di mezzo, che al momento non accontenta nessuna delle due parti. In effetti gli unici videogiochi finora confermati come discipline esportive olimpiche sono Gran Turismo 7, Just Dance, Tennis Clash, Chess.com, Virtual Regatta, WBSC eBaseball Power Pros, TicTac Bow, World Taekwondo e Zwift.

Il malcontento dei gamers quindi deriva dall’esclusione di titoli importanti quali League of Legends e Counter-Strike, solo per citarne alcuni. Tuttavia, l’esclusione dei MOBA è dovuta anche a delle difficoltà pratiche, poichè in queste categorie di videogiochi non esiste una Federazione di riferimento con la quale il Comitato Olimpico avesse potuto dialogare e trovare un eventuale accordo. Infine anche gli sparatutto e i picchiaduro rientrano tra i grandi esclusi, semplicemente perché non rispecchiano determinati valori del Comitato Olimpico. Tuttavia in questo senso, Vincent Pereira ha dimostrato apertura:

Sparare è un’attività che fa parte delle Olimpiadi e se c’è un gioco che lo riflette, per esempio sparando a dei bersagli, non vediamo ostacoli a una possibile integrazione. Ovviamente sparare a delle persone nelle modalità classiche degli sparatutto va contro i nostri valori olimpici e non potrà essere integrato nelle Esports Series.

I pareri di atleti e gamers sugli eSports come discipline olimpiche

La maggior parte dei pareri sono discordanti e vanno dall’estremo entusiasmo fino alla massima delusione. Per fortuna però non mancano pensieri moderati che hanno trovato dei punti in comune tra sport reali e virtuali.

Kazunori Yamauchi ha esultato per essere riuscito a portare i motori alle olimpiadi per la prima volta nella storia:

Non avevo idea che, 25 anni fa quando l’ho creato, Gran Turismo sarebbe diventato un eSport e soprattutto un eSport olimpico! È stata una notizia che mi ha colto completamente di sorpresa.

Tra i delusi invece, Federica Pellegrini:

Ci sono rimasta un po’ male. Ogni sport ha le sue peculiarità, posso arrivare a capire che per prevalere si debbano fare tanti sforzi, ma da qui a definire sport i videogiochi…

e Giovanni Malagò:

I videogiochi alle Olimpiadi sono una barzelletta.

Più razionale invece il parere di Nicola Marconi, tuffatore ma anche grande appassionato di gaming:

Gli e-sport vanno riconosciuti come disciplina sportiva, perché sono a tutti gli effetti dei giochi che richiedono una grande preparazione, mentale, fisica, se si vuole diventare dei campioni.

Infine, l’interessante opinione di Kit Mcconnel, Director of Sports del Comitato Olimpico Internazionale:

Credo che una medaglia d’oro e una vittoria a una Olimpic Esports Series siano due cose diverse. L’unicità di una medaglia olimpica sta anche nel fatto che è possibile averla solo ogni quattro anni, ma il mondo degli eSport si muove in modo diverso. C’è la necessità dal lato degli sviluppatori, delle federazioni, di chi ospita l’evento e di molte altre parti coinvolte di mostrare gli avanzamenti fatti da un anno all’altro. Organizzando un evento ogni 12 mesi possiamo permettere a più giochi di venire coinvolti, a più atleti di gareggiare e a più nazioni di stringere una partnership con noi per ospitare l’evento. Le tecnologie alla base dei giochi, poi, cambiano di anno in anno, per questo i publisher sono alla ricerca di un’opportunità per mostrare gli ultimi avanzamenti fatti. Organizzarle ogni 4 anni sarebbe un salto troppo lungo. Per andare incontro a tutte queste necessità siamo orientati a rendere le OES un evento annuale.