Hotline Miami 2, Recensione Pc

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Se i grandi colossi del settore videoludico non vedono l’ora di propinarci sequel, spin off, prequel, collection e remastered di serie trite e ritrite, nel panorama indipendente le cose funzionano in maniera decisamente diversa.
Raramente uno sviluppatore indie si fa influenzare da scelte di marketing così banali, e nonostante siano moltissimi i titoli indipendenti di gran successo, ancor più raramente si trovano riscontri nel modo di procedere – e spesso di abbindolare – i consumatori.

Hotline Miami è l’esempio perfetto per argomentare la nostra opinione: apparso nell’ottobre 2012, l’opera di Dennaton Games venne apprezzata in tutto il mondo, benché presentasse alcune criticità nel sistema di controllo che spesso portava all’esasperazione la formula trial and error insita nel gioco. Dopo poco più di due anni, tornano sul palcoscenico presentandoci Hotline Miami 2: Wrong Number, sviluppato più che per loro volontà, per accontentare le richieste esasperate ed esasperanti dei milioni di fan sparsi nel globo.

Se ne son dette di ogni, la realtà dei fatti è che Hotline Miami è destinato a concludersi con Wrong Number: sono stati gli stessi developer a confermarlo, oltre che il finale del titolo di cui vi parleremo a breve, nonostante l’easter egg finale – spopolato in rete – grazie al quale i due facenti parte del team di sviluppo hanno voluto scherzare e, forse, creare ancor più fastidio, scompiglio e disordine di quanto non abbiamo già fatto con la trama narrata in questo secondo capitolo. Ma procediamo con ordine.

ESTREMAMENTE CONTORTO

Formula che vince non si cambia, questo avranno pensato i ragazzi di Dennaton e questo desideravano i fan di Hotline Miami, che col secondo capitolo hanno potuto catapultarsi nell’ultimo videogioco di una delle produzioni indipendenti più attese e splatter di sempre.
Dove il gameplay non è arrivato, ossia a rinnovamenti non richiesti e non desiderati, è arrivata la trama, che ha fatto stare male, infastidito, provocato mal di testa a molti fan, perché incredibilmente contorta, arzicocolata, a dir poco bizzarra, anche a causa di una narrazione poco logica e quasi indecifrabile.

La verità è che poi, raggiunti i titoli di coda mentre la mente si riempe di interrogativi, ed avviata la seconda run, gli eventi vanno a comporsi ed incastrarsi perfettamente, come se si trattasse di un puzzle. Un omaggio al primo titolo, un corollario di situazioni che compongono un quadro quanto più logico possibile, che lascia spazio ad alcune interpretazioni, mettendo però fine in modo brutale all’avventura dei personaggi principali. E lo fa in modo a dir poco brutale.

Con la cattura di Jacket, conosciuto nel predecessore, Hotline Miami 2: Wrong Number ci mette nei panni di cinque nuovi individui, tra killer spietati, giornalisti affamati di successo, presunti investigatori. Ne vien fuori un racconto crudo, diretto, spietato, per certi versi difficile da digerire, mentre imperversano a schermo riferimenti, easter egg e snuff movie raccapriccianti.

Così ha inizio Hotline Miami 2, nello strano mondo creato ad hoc dalle quattro mani che si “nascondono” dietro Dennaton Games, così vengono spiegate situazioni drammatiche, di vita, di morte, con dettagli importanti ed altri meno, gettati in pasto allo spettatore in modo tale da creare la giusta confusione, intervallando le fasi gameplay più spietate che mai, che vedono l’alternarsi di personaggi, a maschere, armi, location e stupende tracce musicali. Il tutto tramite scene, per la precisione 24 suddivise equamente tra sei atti, più una opportuna introduzione.

Adrenalina pura, Hotline Miami 2 è ancora questo, ma anche mistero, pazzia e una dimostrazione di stile esorbitante, nonostante lo sfoggio di un’anima 16-bit rimasta, di quella telecamera dall’alto a complicare le cose, di livelli ardui e superfici vetrate pronte a decretare la nostra istantanea dipartita. Oltre tutto e tutti, il giusto tributo ad un primo capitolo esaltante, ma ancora acerbo per dei controlli imprecisi, di molto migliorati in questa seconda dimostrazione di talento del team svedese, ma non perfetti, sia chiaro.

RITMO E VOLUME A SOSTEGNO DI UNA GROSSA CERTEZZA

Rivoluzionare e stravolgere il gameplay del primo Hotline Miami non era quel che i fan desideravano, tanto meno era la volontà degli sviluppatori, che hanno mantenuto questo aspetto – da considerare come una vera e propria certezza – pressoché invariato.
Dovremo quindi farci strada nei livelli, alternati da piccole sequenza narrative, seminando distruzione e morte, sangue e proiettili, in modo tale da ripulire da minacce nemiche gli stage.
Difficile battere il gioco senza tentare più e più volte una scena, soprattutto al livello di difficoltà massimo (l’hard mode, ndr), figuriamoci nel tentare di ottenere valutazioni A+ o S, le più alte, che consentono ad Hotline Miami 2 – così come al primo – di godere di un’ottima rigiocabilità, facendo fronte ad una avventura non così lunga: in cinque ore lo abbiamo portato a termine in difficoltà normale, ma senza dedicarci a piccole chicche o allo sblocco degli achievement Steam, tanto meno della scalata alle classifiche mondiali.
Vanno considerate anche le possibilità di approccio offerte da livello a livello, influenzabili peraltro dalla scelta delle maschere che potremo indossare, che differenzieranno il nostro modo di agire, di attaccare, di muoverci tra proiettili e fendenti nemici. Insomma, ancora una volta adottare una tattica intelligente, avere grand padronanza dei semplici controlli e riflessi fulminei farà la differenza tra un giocatore abile ed un altro costretto a ripetere quasi senza sosta porzioni di stage.

Una formula, quella del trial and error, non apprezzata da tutti, perciò se avete detestato il predecessore per questo motivo, farete altrettanto con Wrong Number.
La tattica talvolta nemmeno basta, a volte è necessaria aver dalla propria parte anche un pochino di fortuna, così come una buona mira, con le armi (molto varie per numero) ancora una volta estremamente importanti, che siano equipaggiate da inizio scena o raccolte strada facendo.
Le variabili non sono finite, perché sono gli stessi personaggi giocabili ad offrire spunti e freschezza al gameplay in senso lato, tra comprimari obbligati ad usare armi non letali senza provocare inutili spargimenti di sangue ed altri che attaccano in coppia, tramite una combinazione tra motosega e mitraglietta, che vi obbligheranno a rivedere le vostre strategie e non solo.

Possiamo però fare alcuni appunti negativi, che intaccano in parte anche il secondo lavoro di Dennaton Games: la prima riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici, cani compresi, ancora molto altalenante e legata fin troppo alla casualità; in secondo luogo, il design di alcuni livelli (soprattutto nel finale) pieno zeppi di superfici vetrate, che portano ad una imprevedibilità degli attacchi avversari spesso troppo accentuata, causando frustrazione e di conseguenza un calo di ritmo molto accentuato. Non mancano poi alcuni bug, speriamo siano in via di risoluzione, che ci hanno costretto al riavvio di un livello o a qualche crash improvviso.

Il miglior rimedio a questi mali? La soundtrack, la frenesia di alcuni momenti sopra le righe, un ritmo quasi sempre elevato. Un lavoro ancora una volta esemplare, che trasmette forza e vigore anche a chi è dall’altra parte del monitor o della TV, diventando un aspetto fondamentale e veicolante per tutta l’esperienza di gioco. Niente male nemmeno l’aspetto grafico, con livelli però più grandi e con un numero di dettagli maggiore rispetto a quelli osservati nel primo Hotline Miami. I colori, ora come allora, sono vivi, a tratti sgarcianti, suggellando così la pazza e psichedelica atmosfera che si respira dall’inizio alla fine.

COMMENTO FINALE

Come Hotline Miami, il secondo capitolo della serie di Dennaton Games non ha accontentato tutto e tutti. A nostro avviso, dopo aver spolpato per intero la modalità storia, rigiocato il titolo una seconda volta e riassaporato più e più volte svariati stage andando alla ricerca del miglior punteggio possibile, possiamo ritenerci più che soddisfatti da quanto proposto dal team indie assistito da Devolver Digital.

Un’opera che ha migliorato quasi tutto quel che venne proposto, un paio di anni fa, in Hotline Miami, ma che paga un po’ dazio a causa di alcune incertezze che ne abbassano una valutazione altrimenti ben più assordante. La trama è ben più articolata ed elaborata di quanto ci si possa aspettare, sebbene il finale abbia lasciato tanti fan con l’amaro in bocca, ma è la giusta conclusione – seppur il team abbia optato per una narrazione troppo criptica – per una serie che non vedrà mai un terzo capitolo; questo, almeno, a detta degli sviluppatori, che hanno inserito anche un grazioso easter egg per prendere in giro gli addetti al settore e non solo.

Frenesia, precisione, violenza spicciola, fanno parte di questo Hotline Miami 2 come lo facevano parte del primo titolo, e se non vi basta ancora troverete a sostegno di cotanta carneficina anche una soundtrack a dir poco succulenta, punto forte di tutta la produzione. Peccato per l’editor dei livelli non ancora disponibile, che avrebbe garantito fin da ora una longevità più elevata di quella attuale, tutto sommato alta tenendo conto della rigiocabilità di ogni stage, piuttosto che della modalità storia da noi ultimata in poco più di cinque ore.

PREGI: Migliora in quasi tutto il predecessore, compresi i controlli che talvolta danno ancora noie. Veloce, frenetico, tattico, splatter. Rigiocabilità elevata. Soundtrack magistrale. Trama interessante e sorprendente, riuscendone a coglierne tutti i particolari…

DIFETTI: … Ma raccontata in maniera grossolana. Intelligenza artificiale altalenante. Alcune scelte discutibili nel design di qualche livello e piccoli bug da risolvere.

VOTO: 8,5/10