Speciale Olivetti Prodest Pc 128 – Parte 1, L’alternativa dell’alternativa… cui Prodest?

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Uno dei momenti più intensi per ogni videogiocatore è quello dell’acquisto del primo computer. E’ un po’ come il primo amore: non si scorda mai.

Essendo nato nel 1977 in molti penserete abbia cominciato (si, scrivo questo speciale in prima persona contrariamente ad ogni regola di bon-ton giornalistico, ndr), come molti: Commodore 64 o Amiga (nel caso fossi stato più fortunato) o ancora con uno Spectrum, o Amstrad CPC, o, che so, Commodore 16, o ancora Nintendo o Sega Master Sistem se parliamo di console di metà anni ’80.

No, niente di tutto ciò. La mia “carriera” videoludica – se così possiamo chiamarla (termine alquanto improprio vista la mia poca attinenza, salvo qualche estro) – è partita da una macchina dal nome altisonante ma che con i videogiochi non era esattamente legata. Tale computer si chiamava Olivetti Prodest PC 128. Un recente post nel gruppo Retrogames machine su Facebook ha riacceso in me queste memorie sopite ma mai dimenticate.

E così ho voluto omaggiare questo computer che a torto o a ragione è stato mio compagno di infanzia.

Comprai (parola grossa, non fui io ovviamente a sborsare i soldi, ndr) il Prodest PC 128 in un periodo simile a questo, era marzo se non erro, del 1987. Avevo 9 anni (prossimo ai 10, su) e chiaramente fu un regalo del mio adorato papà che in questo speciale ho il piacere di ricordare perché purtroppo non ho più l’onore della sua compagnia dal 2002.

Dicevamo… fu un regalo di mio padre che, buon’anima, di computer non è che ne capisse molto né io all’epoca dei fatti, 10 anni da compiere a giugno, mi seppi difendere. Convinto di potermi divertire come tutti i miei compagni delle elementari col Commodore 64, tornai a casa con questo meraviglioso paccone e qualche gioco ignaro di cosa quelle copertine (che per molti avranno il gusto dell’orrido ma che alcune trovavo carine) celassero realmente.

MA IL MIO VANO MOTORE E’ MOLTO VANO E POCO MOTORE, L’HARDWARE

Scoprii ben presto che di bei giochi ne avrei visti pochi e, cosa ancora peggiore, non avrei potuto scambiarli con nessuno di mia conoscenza perché proprio a Palermo saranno stati due o tre gatti ad avere fatto (l’incauto) acquisto.

Nel corso degli anni, quando ho intrapreso il mio viaggio aprendo IlVideogioco.com, in un momento di riminiscenza ed anche di nostalgia (rigorosamente con la n minuscola), approfondii su internet vedendo se ci fossero emulatori. Una bellissima pagina mi aprì il mondo e mi fece conoscere cosa effettivamente fosse. L’Olivetti Prodest PC 128 non era altri che un Thomson MO6, computer francese (ecco perché quasi tutti i giochi erano o francesi o ambientati in Francia…) dell’anno precedente. In pratica la Olivetti aveva stretto accordi con la casa transalpina e rimarchiato il computer con lievissimi cambi estetici (giusto il logo). Il MO6, come è facile intuire, era il successore del MO5 dal quale non si differenziava molto. Il problema è che molte componenti dell’hardware erano già datate visto che quel modello (il MO5) era uscito nel 1984.

E di cosa si tratterà mai? Beh, vado con i numeri freddi.

In più aveva un registratore integrato, un vano cartucce, predisposizione per la penna ottica ed altre amenità varie.

A conti fatti, memoria e (potenziale) palette a parte, il C64, per dirne una, era decisamente superiore sotto ogni aspetto. Ma un bimbo che nel 1987 doveva ancora compiere 10 anni, queste informazioni sarebbero servite?

Ai posteri, anzi, ai poster, l’ardua sentenza…

ED I GIOCHI DOVE SONO? CI SONO… MA…

Dopo i primi giorni di sorpresa, assestamento e quant’altro bisognava rimpinguare la ludoteca. Ma il negozio dove avevo acquistato il gioco era un po’ lontano. Andiamo al negozio vicino casa.

“Bene, avete giochi per l’Olivetti Prodest PC128”?

“Si, in quella vetrina”

E pensai, bene, vediamo cosa trovare. E mentre nelle vetrine riservati ai titoli C64 svettavano Barbarian, la conversione di OutRun, Bionic Commando, California Games, The Last Ninja e mi fermo qui perché la lista sarebbe infinita, vado a vedere… Business+ che era un gestionale TESTUALE su come si mandasse avanti un’azienda… Al di là di questo trauma ricordo con piacere le partite ad Androides Scarfinger, Sortileges ed altri titoli del Kit Base fornito indotazione col computer.

La distribuzione dei giochi dell’Olivetti Prodest PC 128, almeno qui a Palermo, non è che fosse esattamente capillare. C’erano pochi negozi che trattassero quei titoli. E quelli che c’erano… Ad ogni modo c’erano e non erano poi così pochi (evitando il paragone con altri computer dell’epoca ovviamente).

MA NON E’ TUTTA FUFFA QUELLA CHE PUZZA

Tra il serio ed il faceto di questo speciale, però, prima di concludere questa parte iniziale, vale la pena ricordare che comunque i giochi, l’Olivetti Prodest PC 128 li aveva. Ed alcuni erano anche interessanti.

Accenniamo a Captain Blood, Super Tennis, La Mine aux Diamants, Las Vegas, Vampire, Sorcery, Beach Head II, Blue War II, The Way of the Tiger e molti altri di cui parleremo nelle prossime puntate di questo viaggio (in prima persona, e quindi in 3d eh?) per riscoprire (gente più preparata di me potrebbe scrivere trattati e più dettagliati) questo Olivetti Prodest PC 128.

C’era una discreta scelta con qualità altalenante come in ogni piattaforma. Il problema era che la qualità infima – dovuta probabilmente al fatto che questo computer non avesse praticamente chip dedicati – era quasi più memorabile delle piccole perle che ogni tanto si aveva il piacere di giocare.

Eppure le piccole perle non mancano. Ve lo assicuro.

LE COPERTINE… EVOCATIVE

Un altro aspetto che voglio ricordare, per chiudere questa prima parte, erano le copertine dei giochi. Intrigo a Parigi, quelle delle serie Bob Morane, ed altre avevano stili inconfondibili. Vampire, Sorcerer ed altre.

Ti accorgevi che fosse un gioco per PC 128 solo guardando le cover che se per alcuni avevano il gusto dell’orrido a me facevano simpatia.

Qui una piccola galleria. Nella seconda parte ed in quelle successive parleremo dei veri e propri videogiochi. Con tante sorprese.