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Yakuza Kiwami – Le origini del Dragone di Dojima, Recensione PS4

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In attesa di Yakuza 6, i fan della popolare serie free-roaming avventurosa targata SEGA hanno modo di ingannare il tempo e “ripassare” un po’ di storia grazie a questo remake di Yakuza, primo capitolo dell’intera serie. In Yakuza Kiwami, infatti, il videogiocatore veste i panni di Kazuma Kiryu, un giovane appartenente alla famiglia Tojo che all’apice della sua “carriera” criminale, nel 1995, viene arrestato per un omicidio mai commesso, di cui si assume le colpe.
Uscito dal carcere dieci anni dopo, Kiryu si ritrova al centro di una lotta senza esclusione di colpi all’interno dell’organizzazione mafiosa locale, per il ritrovamento di 10 milioni di yen spariti nel nulla e il controllo delle “famiglie”.

Per quanto riguarda la giocabilità, quella di Yakuza Kiwami ruota principalmente attorno a due semplici elementi: una fase semi-esplorativa, che si svolge attraverso lo spostamento a piedi per le vie del quartiere di Tokyo dove è ambientata la vicenda, e una fase “picchiaduro” caratterizzata da continue risse da strada con delinquenti di ogni risma o affiliati alla mafia locale.

CLASSICO CON BRIO

Yakuza Kiwami si rivela però abbastanza lineare, a parte le missioni secondarie e i min giochi, costringendovi di fatto a muovervi di volta in volta da un punto A ad un punto B. Una volta ottenuto un indizio, infatti, scatta la missione da compiere, e, a quel punto non resta altro da fare che intraprendere la strada più breve per raggiungere la zona segnata in rosso sulla mappa.
Appena arrivati in loco parte di solito una cut-scene inerente la storia, quasi sempre seguita da un pestaggio, oppure si ottiene una dritta per spostarsi ancora e raggiungere l’obiettivo seguente. L’ambiente di gioco non è molto grande: è un quartiere costituito da una decina di strade e qualche edificio di discrete proporzioni, dal quale non è possibile uscire o interagire con ogni singolo elemento presente sullo schermo, comprese le persone, ma solo con alcuni. Per fortuna che SEGA ha in parte abbandonato le inquadrature fisse dell’originale, in favore di un approccio più dinamico, laddove possibile.

Yakuza Kiwami Screenshot 6

Per quanto riguarda l’aspetto “picchiaduro”, invece, le cose appaiono un tantino migliori. Per le vie di Kamura-cho è facile imbattersi in qualche spacciatore o uomo della mafia, tutti desiderosi di rompervi le scatole. In questi casi c’è un’unica legge che vale: quella della strada. E Kiryu Kazuma sa come difendersi potendo vantare un campionario di mosse notevoli: calci, pugni, testate, con i tasti principali si può fare veramente di tutto al malcapitato che ha osato sfidarci. Questa fase è probabilmente la meglio riuscita dell’intero gioco ed offre all’utente un gran divertimento. Anche qui SEGA ha implementato un paio di nuove feature, come delle nuove combo e la possibilità di cambiare al volo stile di combattimento tra le quattro disponibili, tramite la croce direzionale. Come in un GDR, poi, il nostro personaggio può acquisire esperienza al termine di ogni combattimento (e non solo lì), i cui punti possono essere utilizzati per incrementarne le abilità “tecniche”, come la capacità di infliggere più danno agli avversari o “caricare” più rapidamente lo spirito del drago, “fonte” delle mosse più terrificanti eseguibili da Kazuma.

BUON RESTYLING

Yakuza Kiwami Screenshot 3

Se ci si vuole godere fino in fondo l’avventura e renderla più lunga e interessante, la cosa migliore da fare è andare alla ricerca dei vari mini-giochi che infarciscono il titolo, e dedicare loro del tempo. Cosa che, tra l’altro, non è affatto noioso o inutile, anzi.
La maggior parte delle missioni secondarie, ad esempio, risultano divertenti e appaganti, e offrono al loro compimento il più delle volte ottime ricompense, come corsi di arti marziali per apprendere nuove tecniche o biglietti speciali per poter ammirare gratuitamente tutti gli strip-tease della città. Fra le attività secondarie più divertenti di Yakuza Kiwami, infatti, c’è quella di poter frequentare i vari locali per adulti che il nostro buon Kazuma può visitare fra una missione e l’altra.

Casinò, sale giochi e locali di strip-tease sono luoghi adatti a trascorrere qualche ora in allegria, magari gustandosi qualche spettacolino di spogliarello oppure provando a rimorchiare una bella fanciulla. Il titolo SEGA, infatti, offre la possibilità all’utente, di conoscere delle ragazze come nei classici simulatori di appuntamento. Se, attraverso delle frasi prestabilite, riesce a sedurre la giovane di turno, Kazuma potrà aver diritto ad una notte di passione con lei! Ma prima che la bavetta scivoli fuori dalle vostre bocche assatanate è meglio smorzare subito gli entusiasmi: delle “prestazioni” sessuali di cui sopra non potremo vedere nulla.

La pratica viene liquidata in pochi attimi, con una schermata rosa e il sottofondo di un gemito, più una manciata di punti esperienza. Se volete risparmiare i vostri soldi invece, ed investirli in qualcosa di più utile del mero divertimento, potete farlo nei negozi del quartiere di Kamura-cho, dove oltre al cibo potrete acquistare accessori alla moda o armi utilizzabili per i combattimenti. Kazuma ha “base” nel bar dell’amica, Reina (nessuna parentela col sottoscritto). Nel locale il nostro “kyodai” ha la possibilità di recuperare lo status energetico o salvare il progresso della partita in corso, nonché conservare gli oggetti recuperati durante l’avventura. Le prime due azioni possono comunque essere svolte anche esternamente, o nei vari fast-food della zona (mangiando certi cibi si ottengono nuova linfa vitale oppure punti esperienza per potenziare le proprie mosse), oppure in prossimità di telefonici pubblici (salvataggio partita).

Passando ad analizzare la parte tecnologica, c’è da dire che SEGA ha davvero fatto un ottimo lavoro di restyling, restituendoci per esempio una Tokyo credibile visivamente, con le insegne al neon luminose dei negozi e dei locali che si stagliano sulla gente che affolla le strade, e si riflettono sulle pozzanghere d’acqua, i bar pieni di vita e la pioggia che talvolta si abbatte sull’asfalto. La risoluzione è di 1080p e tutto gira a 60 frame per secondo, cosa che rende il gioco visivamente simile a quelli dei capitoli più recenti. I volti dei protagonisti sono tra l’altro stati rifatti da zero e sono quindi uguali a quelli dei recenti episodi di Yakuza. Idem i filmati e tutto il contorno. Anche il doppiaggio e l’intero comparto audio sono stati interamente rimasterizzati, anche se il titolo ha solo il doppiaggio in giapponese e i sottotitoli in inglese.

COMMENTO FINALE

Nonostante gli anni trascorsi, il buon vecchio Yakuza riproposto in questa edizione rifatta si conferma un bel titolo. Anche se tecnicamente non è a livello dei più recenti prodotti della saga, il titolo riesce ad ammaliare il videogamer, a farsi giocare e apprezzare grazie al suo stile unico, che trae parecchio vantaggio dalla sua caratteristica ambientazione, dall’impronta cinematografica e da quegli elementi di contorno che affiancano la trama principale. Un gioco insomma da scoprire o riscoprire, nel caso lo abbiate già giocato.

 

Pregi

E’ il primo Yakuza, l’origine del mito. Storia e ambientazione affascinanti. Buon lavoro di restyling grafico e audio

Difetti

Poca libertà di azione rispetto ai recenti Yakuza. Mancanza di alternanza fra giorno e notte

Voto

8,5

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