Last Day of June, Recensione PS4

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Per tanti filosofi o semplici sognatori, “un’emozione è come un’onda che ci attraversa, che ci scuote dalla nostra condizione e ci rende vivi, spingendoci a volte a intraprendere determinati percorsi di vita, o semplicemente a stupirci e scoprire ogni cosa che ci circonda”. Insomma, l’emozione ci fa vivere senza dar niente per scontato, “condizionando talvolta pensieri e azioni” quotidiani anche con storie ed eventi appartenenti alla sfera del racconto cartaceo, cinematografico o videoludico. Da questo punto di vista il mondo dei videogiochi ha saputo offrire negli anni al pubblico decine di momenti altamente emozionanti, di gioia o di “dolore”, ma raramente condensati in un unico titolo come nel caso dell’ultimo progetto degli italiani di Ovosonico (già conosciuti per il particolarissimo Murasaki Baby su PS Vita, ndr) intitolato Last Day of June.

Gioco uscito la settimana scorsa, esattamente il 31 agosto, anche su Pc ed Xbox One sotto l’etichetta del publisher 505 Games. Buona lettura.

L’AMORE NON MUORE MAI

Last Day of June racconta in primis di un amore. Un amore così profondo che sopravvive a tutto, anche alla tragedia. Durante una gita, Carl e June vengono sorpresi da un temporale mentre sono in auto. Il marito perde il controllo della vettura che si schianta fuori strada: lui perde l’uso delle gambe, mentre la donna muore.
Carl è disperato: ha perso il suo amore. Ma il destino, il secondo elemento cardine del racconto, gli dà un’occasione unica: un giorno entra nella stanza in cui la consorte coltivava l’hobby della pittura e lì un evento soprannaturale trasforma i quadri in portali attraverso i quali Carl può spostarsi indietro nel tempo e cercare di modificare il corso degli eventi per sfruttare “l’effetto farfalla” ed evitare l’incidente.

La giocabilità di Last Day of June è tutta incentrata quindi sulla risoluzione di una serie di enigmi, a volte anche discretamente complessi, creati ad hoc dagli sviluppatori proprio per sfruttare “l’effetto farfalla” e far si che ogni azione compiuta da Carl sotto le spoglie di qualche personaggio (l’uomo, infatti, viaggiando nel tempo si sposta anche dentro ai corpi di quattro abitanti del villaggio) abbia delle ripercussioni sull’obiettivo finale.

Ogni scenario può essere risolto con azioni differenti ma la soluzione corretta è una sola, e in tal senso diventa importante saper sfruttare le doti di ciascun personaggio interpretato. Ogni figura ha infatti a disposizione un’abilità specifica utile in un determinato frangente della storia e che può sbloccare oggetti necessari agli altri: così il bambino può usare la sua  palla per interagire con lo scenario e aprire alcune vie bloccate dalle fioriere, il cacciatore il fucile e il proprio cane in supporto, e così via. Per la cronaca, i quattro personaggi vanno sbloccati uno alla volta risolvendo i puzzle legati a quello che l’ha preceduto.

TENTA E RITENTA

Ma come si fa a capire se le scelte compiute fino a un dato momento sono corrette? C’è una sorta di indicatore dei progressi? La risposta è no. Il titolo offre semplicemente la possibilità in certi frangenti di far terminare il giorno, e solo allora di verificare il lavoro svolto. Se le scelte fatte sono errate, June muore, come sempre. In questo caso si può rivivere la giornata e tentare nuove soluzioni praticamente all’infinito. Questo fa si che il giocatore deve effettuare vari tentativi prima di venire a capo di tutti i puzzle e della loro combinazione, cosa che va a vantaggio della longevità, che in questo modo si assesta attorno alle 5-7 ore circa a seconda dei casi, un po’ di più se si ha voglia di cimentarsi nella raccolta di tutti i “collezionabili”.

Sinceramente avremmo apprezzato qualche ora in più di gioco, ma solo perché il titolo piace e invoglia a proseguire. Non possiamo concludere la nostra recensione di Last Day of June senza prima averne analizzato il comparto tecnico. Da questo punto di vista c’è poco da dire, in realtà: il gioco offre una bella grafica stile cartone animato 3d, ma con uno stile tutto suo capace di catturare, affascinare e rendere l’atmosfera quanto più poetica possibile.

Bello ed efficace nella sua semplicità il sistema di illuminazione, e le animazioni dei personaggi, ciascuno dei quali caratterizzato da movimenti personalizzati e unici. Da segnalare come i vari protagonisti non abbiano un vero volto, eppure riescono ugualmente proprio con la gestualità, i colori, le atmosfere e le musiche a far emozionare, a trasmettere sentimenti. A proposito di audio, ottime per il le musiche di accompagnamento realizzate da Steven Wilson, e simpatici anche gli strani suoni dei personaggi quando comunicano tra di loro.

COMMENTO FINALE

C’è poco altro da aggiungere rispetto a quanto abbiamo scritto durante la recensione: Last Day of June è uno di quei titoli che dimostra ancora una volta come non ci sia bisogno di una grafica ultra pompata e di effetti speciali stratosferici per tirare fuori un bel gioco. Ci ricorda molto anche il particolarissimo “Al di là dei sogni”, film del 1998 con Robin Williams diretto da Wincent Ward.
Last Day of June è emozionante, commovente, capace di far riflettere sull’amore e sul significato della vita, è un titolo che deve essere assolutamente provato da chiunque, a prescindere dalle sue discrete meccaniche e dal suo azzeccato stile visivo.

 

Pregi

Emozionante e coinvolgente. Artisticamente valido. Ottima colonna sonora

Difetti

Poco longevo. Alcuni enigmi basati troppo sul "trial & error" risultano fastidiosi dopo un po’.

Voto

8+