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Agents of Mayhem, Recensione Pc

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Non si può negare che allo sviluppatore Volition piacciano le sfide più ardue. Dopo essere sopravvissuto alla bancarotta di ben due produttori (InterPlay prima e THQ dopo), a suon di validissimi titoli è riuscito a ritagliarsi un posto tra quei creatori di videogiochi che, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Il loro ultimo sforzo creativo, Agents of Mayhem, arriva dopo aver detto praticamente tutto sul tema Saints Row, che dopo Gat out of Hell di ultima generazione si sta prendendo un anno sabbatico.
Se in passato ci siamo divertiti sui vari Red Faction, The Summoner, FreeSpace e The Punisher, lo dobbiamo a loro. Agents of Mayhem approda su Pc, Xbox One e Ps4 lo scorso 15 agosto: un po’ Saints Row e un po’ Battleborn a primo sguardo, ma – per fortuna – abbastanza lontano da entrambi.

MAYHEM CONTRO LEGION

Dodici agenti (che diventano quattordici con i bonus pre-order) provenienti da tutto il mondo vengono ingaggiati dall’agenzia Mayhem per fermare definitivamente i loschi piani della Legion, una lega di super-cattivi del tutto intenzionati a portare rovina e devastazione sul pianeta. Il teatro della battaglia per le sorti dell’umanità è una futuristica Seul, capitale della Corea del Sud, metropoli sempre a metà strada fra il futurismo più geniuno e un occhio di riguardo per il passato.

Dopo un frenetico tutorial in cui, oltre ai primi tre personaggi ci vengono mostrati i rudimenti del gameplay, eccoci arrivare alla base dell’agenzia Mayhem, tra un intermezzo a cartoni animati e l’altro che richiama più il mondo del fumetti Marvel che un qualsivoglia universo cinematografico o videoludico. La base Mayhem è chiamata A.R.K. ed è simile, in quasi ogni cosa, al più famoso Helicarrier degli agenti S.h.i.e.l.d della “Casa delle Idee”. Da qui possiamo gestire agenti, equipaggiamenti, missioni principali e secondarie, abilità degli operativi e mandare avanti alcune trame della storia che – senza troppe pretese – funge più da pretesto per dar fuoco alle polveri che a lasciare un messaggio profondo. L’intento dei giochi Volition di ultima generazione, d’altronde, hanno il grande merito di voler divertire e ci riescono benissimo, mettendo un po’ sotto tono la parte narrativa.

FRA TRINE E WARFRAME MA SEMPRE IN SOLITARIA

Agents of Mayhem è un videogioco dedicato al giocatore singolo. Non aspettatevi multiplayer cooperativo o competitivo, niente che possa ricordare da vicino Borderlands, Battleborn e tanti altri. Tuttavia non abbiamo potuto fare a meno di notare la presa in prestito di elementi di gioco da Trine e da Warframe.

Dalla piccola grande perla dei Frozenbyte Studios segnaliamo la possibilità di cambiare personaggio in corsa, durante le missioni, per alternarne l’utilizzo e – soprattutto – sfruttarne le peculiarità quando la situazione richiede una competenza più specifica. In altre parole: tutti sanno sparare, ma c’è il soldato con fucile d’assalto e granate che si presta bene nelle azioni più affollate, c’è il grande guerriero – che sembra uscito dal ghetto di New York – che può subire più colpi prima di andare a tappeto ed è armato con armi più pesanti. Ci sono le veloci, agili e sprintose donzelle armate di doppia pistola, gatling ed altri strumenti di devastazione, che spesso portano con sé più abilità di supporto e di tecnica che al solo fine di distruzione. Se avessimo bisogno di “hackerare” un computer, insomma, dovremmo lasciarlo fare a chi di competenza, tutto sommato.

Di Warframe, invece, ricorda molto la struttura a missioni. Sebbene siano tutte ambientate a Seul e d’intorni, dopo ogni incarico si ritorna sulla Ark a fare debriefing, a ottenere ricompense, ad investire materiali di risulta per potenziare armi ed abilità e tanto altro ancora.

Ovviamente si può accedere al pannello degli incarichi per selezionare una nuova missione o una nuova indagine. Quello che lascia l’amaro in bocca è che tutto si può fare in solitaria, senza essere affiancati da amici ed è un peccato, perché la quantità di cose da fare è semplicemente enorme e si fa in fretta a saziarsi di così tanti contenuti. D’altra parte, tutto questo, giova alla longevità del titolo e alla sua rigiocabilità: passano decine di ore prima di giocare tutto quello che il titolo offre. Ne passano un centinaio a voler sbloccare ogni singolo elemento presente, per la gioia dei completisti.

Nulla da segnalare sul fronte dei difetti. Non abbiamo colto gravi rallentamenti grafici (il motore di gioco è perfettamente scalabile per essere fruito anche in configurazioni pc vecchie di qualche anno), non abbiamo riscontrato pesanti bug che ci hanno costretto a riavviare il gioco o impedito di finire una missione. Ad onor del vero, giocando con scheda grafica AMD, siamo incappati in un crash, probabilmente dovuto a driver non ancora aggiornati.

COMMENTO FINALE

Agents of Mayhem è un videogioco in terza persona, open world, d’azione e avventura con elementi presi in prestito dai videogiochi di ruolo, sviluppato da Volition Inc per Deep Silver. Disponibile per Pc, Xbox One e Ps4 dallo scorso Ferragosto, l’ultima fatica degli sviluppatori di Saints Row non si discosta molto dagli illustri predecessori e trae i fili della trama proprio da Gat out of Hell, ultimo esponente della serie.
Contrariamente a Saints Row, qui si prendono le parti di un’agenzia anticrimine Mayhem costituita da super-soldati tanto eccentrici quanto talentuosi. Sboccati, spacconi e arroganti come pochi al mondo, ma anche efficienti ed efficaci nel mettere i bastoni tra le ruote ai super-cattivi della fazione Legion.

Al fianco di una realizzazione tecnica di tutto rispetto e, tutto sommato, ispirata, si aggiunge un sistema di gioco fondato sull’azione più pura, esplosioni, raccolta di risorse, forgia di equipaggiamenti, passaggi di livello e cambio di personaggi in corsa (si entra in azione a gruppi di tre). Un po’ Trine, un po’ Warframe, un po’ Saints Row ma tutti, decisamente, Agents of Mayhem.

I contenuti di gioco sono semplicemente innumerevoli e le ore di gioco garantite per portare a compimento tutto quello che il titolo offre sono tante e garantite. Unico grande neo a tanta quantità è l’assenza di una modalità multigiocatore che possa ricordare i fasti di Borderlands: qui si gioca soltanto in solitaria e le uniche cose da condividere solo delle missioni rivolte alla community, che deve cooperare (ciascuno da casa propria) per far registrare ai server di gioco questo o quel primato. Altro tallone d’Achille, a tanta quantità super-concentrata nella metropoli di Seul, è la reiterazione di situazioni, il ripetersi di certe missioni che a qualcuno potrebbe non piacere totalmente.

Pregi

Visivamente ispirato. Doppiaggio originale, musiche ed effetti sonori convincenti. Frenetico, divertente e di facile apprendimento. Enorme molte di contenuti sbloccabili. Dissacrante stile Saints Row ancora presente e in grande spolvero.

Difetti

Poco vario nelle situazioni. Tante cose da fare e sbloccare in poca varietà di ambienti. Niente multiplayer.

Voto

8,5

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