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Dystoria, Recensione Pc

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Gli sparatutto a tema spaziale sono sempre stati fin dagli albori dei videogiochi molto gettonati. Probabilmente sono stati anche favoriti dal periodo, quello tra gli anni ’70 e gli anni ’80 ricco anche di capolavori cinematografici fantascientifici, manche perché forse il concetto piuttosto semplice da esprimere su schermo ha spinto in molti sviluppatori a farsi avanti.

Parliamo così di Dystoria, uno sparatutto action in terza o prima persona molto particolare che porta con sé atmosfere “alla Tron” (per rimanere in tema cinematografico, ndr) grazie alla sua particolare ambientazione.

Il gioco firmato da Tri-Coastal Games, un micro-studio canadese formato da due persone, è approdato su Steam lo scorso 21 febbraio al prezzo di 14,99 euro.

Riuscirà Dystoria a farci rivivere gli anni ’80 in modo fantascientifico?

UN PO’ TRON, UN PO’ STAR WARS, TANTO ANNI ‘80

La trama del gioco è essenziale come molti suoi elementi: è il 1984 ed un ragazzo, il protagonista, viene rapito dagli alieni. Portato sulla loro nave, il povero disgraziato (non è che essere rapiti dagli alieni sia una gran cosa) dovrà eseguire un simulatore per testarlo.

Tutto qui. L’incipit è questo e “giustifica” lo svolgimento del gioco che è uno sparatutto action dai toni prettamente arcade dove l’obiettivo principale è quello di ottenere dei nuclei energetici posti su una griglia che compone ogni livello. Il tutto ricorda alla larga (ma non troppo) Pac-Man: li guidiamo il nostro eroe a mangiare tutte le palline del labirinto, in Dystoria guidiamo una astronave per raccogliere gli Orb, delle sfere che contribuiranno ad aprire il portale per lo stage successivo, ma al tempo stesso troveremo sulla nostra strada i Nucleons, nuclei più piccoli che serviranno ad acquistare i potenziamenti per l’astronave. In questi livelli troveremo anche dei nemici che se distrutti lasceranno dei rottami che se raccolti saranno accumulati per comprare astronavi sempre più potenti e performanti.

Il gameplay è molto semplice, la nostra navetta è ancorata alla superficie delle mappe poligonali ed iin questa ricerca di Orb (ne basteranno tre per aprire i portali e passare ad altre mappe) non si alzerà in volo ma rimanendo saldamente ancorata alla superficie semplicemente cambierà asse. Questo però non facilita molto la memorizzazione del percorso e, più in generale, penalizza l’orientamento soprattutto agli inizi.
La variazione sul tema sta nel fatto che in alcuni livelli dovremo eliminare solo i nemici presenti per fare aprire il tanto agognato protale.
Questo per dare un po’ di alternanza tra uno stage e l’altro ed evitare che il titolo sia monotono. Scelta che, diciamolo subito, è utile ma non del tutto risolutiva. A migliorare il tutto, bisogna dire che Dystoria ha delle aree segrete da andare a scoprire per ottenere ulteriori bonus come oggetti bonus, bombe (che potranno aprire varchi distruggendo le vetrate), scudi ed altro.

Protofusion

I nemici del gioco sono vari ed ognuno ha le proprie strategie e si potrà giocare alternando la visuale in prima ed in terza persona andando in contro ai gusti personali di molti giocatori.

Man mano che andremo avanti lungo i 29 livelli suddivisi in quattro ambientazioni (o distretti) differenti (Kryoccian, Zuruli, Solterria ed Embrys) del gioco, questi saranno sempre più arzigogolati. Il nostro compito sarà anche quello di raccogliere abbastanza materiale non solo per i potenziamenti ma anche per acquistare navicelle sempre più potenti. Ne avremo a disposizione 9. Troviamo, dal modello più scarso a quello più potente le seguenti navi: Sceptre, Nova, Medallion, Havek, Nexus, Ashtekk, Profusion, Quadrex, Solaraptre. Queste saranno acquistate grazie Salvage, ossia i rottami che abbiamo raccolto dopo la distruzione dei nemici di cui abbiamo già parlato. Ogni nave ha la possibilità di essere potenziata in tre configurazioni di armamenti che possono essere acquistate con i nucleons che raccogliamo lungo i livelli, ogni configurazione ha tre varianti per un totale di nove potenziamenti selezionabili tra i quali cannoni laser sempre più forti, plamsa, spari extra, bombe e così via. Ogni potenziamento ha costi differenti e sempre “salati”. Questo, comunque, permette di affrontare anche in diversi approcci, ed anche a seconda il proprio stile, i vari livelli.

Va da sé che sbloccare navette ed armi aumenterà la possibilità di avanzare lungo questa “simulazione aliena”.

Negli stage saranno nascosti anche dei pezzi di una astronave leggendaria che saranno assemblati e che sbloccheranno questa navicella.

Il gioco è votatissimo all’azione dai ritmi via via sempre più serrati e sempre più cattivi ma con passaggi che comunque possono essere superati in modo disinvolto con la giusta pratica. Non dura tantissimo: in meno di 10 ore avrete fatto praticamente tutto. Ma sarà interessante anche rigiocare con astronavi e configurazioni diverse e magari finire i livelli in tempi minori con punteggi sempre più alti.

Il gameplay è semplice da apprendere mentre la sua gestione è un pochettino più complicata ma Dystoria funziona molte bene.

GRAFICA “AL NEON”, DAI TRATTI PSICHEDELICI, DI IMPATTO

Nat Quadrexx

Il comparto tecnico di Dystoria è gradevole. La grafica psichedelica al “neon” è ispirata a Tron (pellicola menzionata dagli stessi autori in sede di presentazione, ndr) ed è molto schematizzata con tonalità molto forti al “neon” ispirata a Tron. Il level design è netto ed offre forme poligonali ben realizzate e capaci di rendere molto bene l’esperienza “simulativa” che il nostro protagonista è costretto a vivere dagli alieni.

Interessanti anche i modelli delle astronavi ed anche dei nemici. Tutta roba relativamente semplice ma anche i compiti semplici si devono saper fare. Meno bene, invece, le scene di intermezzo nonché la cella del protagonista dalla quale potrà interagire col menu di scelta dell’astronave, dei livelli e di altre piccole opzioni, tra le quali la lettura di alcune informazioni sulla storia.

Nel corso delle partite, invece, accompagna il tutto l’ottimo comparto sonoro con musiche ed effetti pertinenti che ci fanno immergere ancora di più nel titolo.

COMMENTO FINALE

Dystoria vuole offrire semplice azione, senza troppi compromessi, e con una storia molto elementare per favorire un gameplay diretto ed un’ambientazione aliena che omaggia gli anni ’80. E ci riesce molto bene. Almeno a nostro avviso.

Tri-Coastal Games ha svolto un lavoro essenziale puntando sull’adrenalina di un gameplay d’azione davvero ben fatto e che diventa sempre più adrenalinico con l’avanzare dei livelli. Grafica e sonoro di ispirazione sci-fi sono interessanti anche se il comparto visivo è molto essenziale ma non per questo di poco valore. Anzi.

Dystoria funziona bene nella sua essenzialità. Avremmo preferito qualche ambientazione più varia e magari un tratto narrativo meno leggero ma chi vuole provare uno sparatutto (in terza o in prima persona) senza troppi patemi d’animo ed immediato, allora può puntare senza dubbio su questo titolo che abbraccia i neofiti. Peccato per alcune scelte, infine, sulla manovrabilità delle navette. La griglia “poligonale” alla quale la nostra nave è ancorata può diventare confusionaria e bisognerà abituarsi al cambio di asse che a volta rischia di disorientare la nostra ricerca. Confidiamo nella possibilità che il gioco possa avere qualche dlc con ulteriori contenuti ma già così riteniamo che il tutto sostanzialmente sia equilibrato.

 

Pregi

Gameplay abbastanza immediato. Atmosfera al Neon fantascientifica che omaggia molto bene Tron. E’ possibile selezionare la visuale in prima o in terza persona. Difficoltà ben studiata. Sfida stimolante. E’ lungo al punto giusto.

Difetti

Forse qualche ambientazione in più avrebbe fatto bene. L’esplorazione dei livelli poligonali diventa un po’ confusionaria per i cambi di asse.

Voto

7,5

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